Orthogynest: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato (Estriolo): sicurezza e modo d’azione

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato (Estriolo) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento dei disturbi del tratto genitale indotti dalla menopausa, quali prurito vulvare e dispareunia, associati ad atrofia dell’epitelio vaginale.

ORTHO GYNEST ovuli può essere somministrato come monoterapia solo a donne in post-menopausa isterectomizzate.

In donne non isterectomizzate, è necessario aggiungere alla terapia con ORTHO GYNEST ovuli, un progestinico per prevenire il rischio di iperplasia e carcinoma endometriale (vedere paragrafo 4.4).

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: come funziona?

Ma come funziona Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato

Categoria farmacoterapeutica: estrogeni naturali e semisintetici non associati ATC: G03CA04

Estriolo è un ormone naturale metabolita terminale del 17-?-estradiolo, indicato per i

disturbi del climaterio. La cessazione della funzione ovarica induce, assieme alla diminuzione di estrogeni circolanti, fenomeni involutivi di atrofia a livello dell’epitelio del tratto urogenitale, che si accompagnano a una serie di fastidiosi disturbi quali prurito, bruciore, leucorrea, dispareunia.

Estriolo si lega ai recettori citoplasmatici per gli estrogeni formando un complesso che, una volta trasferito all’interno del nucleo e legatosi con la cromatina, innesca la sintesi di DNA, RNA e proteine promuovendo la crescita e la differenziazione tissutale dell’epitelio vulvo-vaginale e uretrale.

Estriolo è un cosiddetto estrogeno debole, perchè ha uno spiccato effetto stimolante sulla vagina, ma uno scarsissimo effetto sulla proliferazione dell’endometrio.


Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato

Gli studi di cinetica in volontari sani hanno mostrato un notevole incremento dei livelli plasmatici di estriolo già 2 ore dopo l’applicazione dell’ovulo. Livelli elevati vengono mantenuti per oltre 24 ore, con un picco massimo di estriolo plasmatico non coniugato dopo 6 ore dalla somministrazione.

ORTHO GYNEST non si accumula nel sangue nemmeno dopo trattamento prolungato. Nonostante i livelli plasmatici di estriolo tornino ai livelli basali dopo 96 ore, l’evidenza clinica dimostra che l’effetto farmacologico permane anche con l’applicazione di un solo ovulo alla settimana (terapia di mantenimento).

I particolari eccipienti adoperati in ORTHO GYNEST consentono infatti una rapida liberazione del principio attivo dalla matrice dell’ovulo, la formazione di uno strato gelatinoso di deposito lungo le pareti della vagina e quindi un assorbimento di estriolo lento e protratto.


Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: dati sulla sicurezza

Gli studi di tossicità acuta e cronica condotti con estriolo non hanno evidenziato l’insorgenza di effetti tossici di rilievo. La DL50 orale nel ratto risulta superiore a 2 g/Kg.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: interazioni

Per il trattamento dei sintomi della post menopausa, la terapia ormonale sostitutiva (TOS) deve essere iniziata solo se i sintomi sono tali da influire negativamente sulla qualità della vita. In tutti i casi, un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici deve essere eseguita almeno su base annuale e la TOS deve essere proseguita solo fino a quando i benefici superano i rischi.

Vi è un’evidenza limitata sui rischi associati alla TOS nel trattamento della menopausa precoce. Tuttavia, a causa del basso livello di rischio assoluto nelle donne più giovani, il bilancio tra benefici e rischi può essere più favorevole in queste donne rispetto alle donne più anziane.

Esame clinico/follow-up

Prima di iniziare o ricominciare una TOS, devono essere eseguite da parte del medico un’anamnesi completa personale e familiare. La visita generale e ginecologica (comprendente l’esame obiettivo della pelvi e delle mammelle) devono essere guidate dalla storia clinica e dalle controindicazioni ed avvertenze per l’uso. Sanguinamenti improvvisi ripetuti, sanguinamenti vaginali inattesi e cambiamenti riscontrati durante l’esame del seno richiedono ulteriori indagini. Durante il trattamento si raccomanda di effettuare controlli clinici periodici la cui natura e frequenza deve essere adattata al singolo caso. Alle pazienti deve essere consigliato di riferire al proprio medico qualsiasi cambiamento nel loro seno (vedere dì seguìto ìl paragrafo “Tumore al seno”). Devono essere eseguite indagini cliniche, compresa la mammografia, in linea con i protocolli clinici correntemente accettati e le necessità cliniche del singolo caso.

Condizioni che richiedono un particolare controllo

Nel caso in cui una delle seguenti condizioni sia presente, o sia stata presente in passato e/o sia stata aggravata dalla gravidanza o da un precedente trattamento ormonale, la paziente deve essere tenuta sotto stretto controllo medico. Si tenga in considerazione che queste condizioni possono ripresentarsi od aggravarsi, durante il trattamento con ORTHO GYNEST. Condizioni e/o fattori di rischio che richiedono un controllo/monitoraggio durante la terapia con estrogeni:

Leiomioma (fibroma uterino) o endometriosi

Fattori di rischio per malattie tromboemboliche (vedì oltre)

Fattori di rischio per neoplasie estrogeno-dipendenti (es. ereditarietà di primo grado per carcinoma della mammella o carcinoma endometriale)

Ipertensione

Epatopatie incluso disturbi o lieve compromissione della funzionalità epatica, storia di ittero colestatico o adenoma epatico

Diabete mellito con o senza complicanze vascolariColelitiasi

Emicrania o cefalea grave

Lupus eritematoso sistemico

Storia di iperplasia endometriale (vedì oltre)

Epilessia

Mastopatia

Gli estrogeni possono causare ritenzione idrica. Devono essere attentamente monitorate la disfunzione cardiaca o quella renale.

Ipertrigliceridemia pregressa. In questa condizione, con la terapia

estrogenica, sono stati segnalati rari casi di forte aumento dei livelli plasmatici dei trigliceridi, che hanno condotto a pancreatite.

Asma

Otosclerosi

Situazioni che richiedono un’immediata sospensione del trattamento

La terapia dovrebbe essere immediatamente sospesa nel caso venga evidenziata l’esistenza di una controindicazione e nelle seguenti situazioni:

Ittero e deterioramento della funzione epatica

Incremento significativo della pressione arteriosa

Comparsa di cefalea tipo emicrania

Gravidanza

Iperplasia endometriale

In donne con utero intatto, il rischio di iperplasia e di carcinoma endometriale è aumentato in seguito alla somministrazione estrogeni da soli per periodi prolungati. L’aumento segnalato del rischio di carcinoma endometriale tra gli utilizzatori di soli estrogeni è da 2 a 12 volte maggiore rispetto ai non utilizzatori, dipendendo dalla durata del trattamento e dalla dose di estrogeni (vedere paragrafo 4.8). Dopo l’interruzione del trattamento il rischio può rimanere elevato per almeno 10 anni.

L’aggiunta di un progestinico ciciclamente per almeno 12 giorni al mese su un ciclo di 28 giorni o una terapia combinata estro-progestinica in donne non isterectomizzate previene l’eccesso di rischio associato ad una TOS con soli estrogeni.

Sanguinamenti e spotting possono verificarsi durante i primi mesi di trattamentoSe tali episodi compaiono dopo qualche tempo dall’inizio della terapia, o continuano dopo aver sospeso la terapia, deve essere accertata la causa di tali fenomeni, anche mediante la biopsia dell’endometrio volta ad escludere neoplasie maligne dell’endometrio.

Una stimolazione estrogenica non bilanciata può portare alla trasformazione premaligna o maligna di foci residui di endometriosi. L’aggiunta di progestinici alla TOS con soli estrogeni è pertanto raccomandata nelle donne sottoposte ad isterectomia per endometriosi, specialmente in caso di endometriosi residua.

Tumore al seno

L’evidenza complessiva suggerisce un aumento di rischio di cancro della mammella, che dipende dalla durata della terapia ormonale sostitutiva, in donne che assumono una TOS combinata estrogeno-progestinico e forse anche con soli estrogeni.

Terapia combinata estrogeno-progestinico:

Lo studio WHI (Women’s Health Initiative), randomizzato e controllato verso placebo, e gli studi epidemiologici sono coerenti nell’aver dimostrato un aumento del rischio di cancro della mammella, che si diventa evidente dopo circa 3 anni, in donne che assumono terapia estro-progestinica come TOS (vedere paragrafo 4.8).

Terapia con soli estrogeni:

Lo studio WHI con soli estrogeni in donne isterectomizzate non ha mostrato aumento del rischio di cancro della mammella in donne isterectomizzate in terapia TOS con soli estrigeni. Gli studi osservazionali hanno segnalato un piccolo aumento del rischio di diagnosi di cancro della mammella che è inferiore rispetto a quello riscontrato nelle donne che utilizzano l’associazione estrogeno-progestinico.

L’eccesso di rischio compare entro pochi anni di utilizzo ma ritorna al basale entro pochi anni (al massimo cinque) dall’interruzione del trattamento.

La TOS, specialmente il trattamento di associazione estrogeno-progestinico, aumenta la densità delle immagini mammografiche, che può influenzare negativamente l’individuazione radiologica del cancro della mammella.

Carcinoma ovarico

Il carcinoma ovarico è molto più raro del cancro della mammellaUna terapia ormonale sostitutiva con soli estrogeni seguita per lungo tempo (almeno 5-10 anni) è stata associata ad un rischio lievemente di carcinoma ovarico (vedere paragrafo 4.8). Alcuni studi, incluso il WHI, suggeriscono che l’uso per lungo tempo di una TOS combinata può produrre un rischio simile, o leggermente inferiore.

Tromboembolismo venoso

La TOS è associata ad un maggior rischio relativo di sviluppare tromboembolismo venoso (TEV), cioè trombosi venosa profonda o embolia polmonare.

Uno studio randomizzato controllato e alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato in donne sottoposte a TOS, un aumento del rischio di 2-3 volte rispetto alle donne non utilizzatrici di TOS. In queste ultime si stima che il numero di casi di tromboembolismo venoso che si possono verificare in un periodo di 5 anni sia di circa 3 casi per 1000 donne di età compresa tra 50 e 59 anni, e di 8 per 1000 donne di età compresa tra 60 e 69 anni. Si stima che in donne sane che fanno uso di TOS per 5 anni il numero dei casi addizionali di tromboembolismo venoso in un periodo di 5 anni sia di 2-6 casi (miglior stima=4) per 1000 donne di età 50-59 anni e 5-15 casi (miglior stima = 9) per 1000 donne di età 60-69 anni. Il verificarsi di tali eventi è più probabile nel primo anno di TOS che negli anni successivi.

Fattori di rischio di tromboembolismo venoso generalmente riconosciuti includono:

una storia familiare o personale

l’obesità (BMI > 30 kg/m2)

il lupus eritematoso sistemico

Non c’è consenso sul possibile ruolo delle vene varicose nell’insorgenza di tromboembolismo venoso.

Pazienti con una storia di tromboembolismo venoso o con stati trombofilici accertati presentano maggior rischio di tromboembolismo venoso. La TOS può aumentare tale rischio. Un’anamnesi personale o familiare positiva per episodi tromboembolici, oppure per aborti spontanei ricorrenti, dovrebbe essere ben valutata al fine di escludere una predisposizione alla trombosi. Finché non sia stata effettuata una valutazione completa dei fattori trombofilici, il ricorso alla TOS in tali donne è controindicato. Le donne già in trattamento con anticoagulanti richiedono un accertamento accurato del rapporto rischio/beneficio della TOS.

Il rischio di tromboembolismo venoso può essere temporaneamente aumentato in caso di immobilizzazione prolungata, traumi o chirurgia maggiore. Come in tutti i pazienti, nel periodo post-operatorio va posta particolare attenzione alle misure di profilassi atte a prevenire gli episodi di tromboembolismo venoso conseguente ad interventi chirurgici. Quando si prevede un’immobilizzazione prolungata a seguito di interventi di chirurgia elettiva, particolarmente di chirurgia addominale o di chirurgia ortopedica degli arti inferiori, si dovrebbe considerare la sospensione temporanea della TOS possibilmente 4-6 settimane prima dell’intervento. La TOS non dovrebbe riprendere se non dopo completa mobilizzazione della donna.

Se si sviluppa una tromboembolia venosa dopo l’inizio della terapia, ORTHO GYNEST ovuli deve essere sospeso. Alle donne deve essere raccomandato di contattare immediatamente il proprio medico, qualora si presentino sintomi riferibili a tromboembolismo venoso (ad esempio arto inferiore gonfio e dolente, dolore toracico improvviso, dispnea).

Patologia cardiaca coronarica (PCA)

Solo estrogeni: dati da studi randomizzati e controllati non hanno evidenziato un aumento del rischio di PCA in donne isterectomizzate in terapia con solo estrogeni. Terapia di combinazione estrogeno-progestinico: il rischio relativo di PCA durante l’uso di una TOS di associazione estrogeno-progestinico è leggermente aumentato. Il rischio assoluto di PCA dipende fortemente dall’età. Il numero di casi aggiuntivi di PCA a causa dell’uso di estrogeni-progestinici è molto basso nelle donne sane vicino alla menopausa, ma aumenta al crescere dell’età.

Ictus

Lo studio clinico WHI trial ha mostrato un aumentato rischio di ictus ischemico in donne sane durante terapia combinata continua con estrogeni e medrossiprogesterone acetato (MPA). Nelle donne non trattate con TOS, si stima che il numero di casi di ictus che si possono verificare in un periodo di 5 anni sia di circa 3 per 1000 donne di 50-59 anni e 11 per 1000 donne di 60-69 anni. Si stima che per le donne che usano estrogeni e MPA per 5 anni, il numero di casi aggiuntivi sia compreso tra 0 e 3 (stima migliore = 1) per 1000 donne di 50-59 anni e tra 1 e 9 (stima migliore=4) per 1000 donne di 60-69 anni.

La terapia combinata estrogeno-progestinico e la terapia con soli estrogeni sono associate ad un aumento del rischio di ictus ischemico fino a 1,5 volte. Il rischio relativo non cambia con l’età o con la menopausa. Tuttavia, poiché il rischio di base di ictus è fortemente età-dipendente, il rischio complessivo di ictus nelle donne che fanno uso di TOS aumenta con l’età (vedere paragrafo 4.8).

Demenza

L’uso di una TOS non migliora le funzioni cognitive. Ci sono alcune evidenze di un aumento del rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano la TOS dopo i 65 anni di età.

Gli estrogeni possono causare ritenzione idrica e quindi è opportuno monitorare attentamente le donne affette da disfunzione renale o cardiaca. Le donne con insufficienza renale terminale dovrebbero essere strettamente osservate poiché è lecito attendersi un aumento delle concentrazioni circolanti dei principi attivi contenuti in ORTHO GYNEST.

Donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere attentamente seguite durante tutto il periodo della terapia estrogenica o della TOS poiché, in questa condizione, sono stati riportati casi di forte incremento delle concentrazioni plasmatiche di trigliceridi e conseguente pancreatite a seguito di terapia estrogenica.

Gli estrogeni aumentano i livelli di TBG, la globulina legante gli ormoni tiroidei, con conseguente aumento dei livelli circolanti di ormoni tiroidei totali, misurato come iodio legato alle proteine (PBI), i livelli di T4 (mediante cromatografia su colonna o dosaggio radioimmunologico) o i livelli di T3 (mediante dosaggio radioimmunologico). La captazione su resina di T3 è ridotta: ciò riflette l’incremento della TBG. Le frazioni libere di T3 e T4 restano inalterate. Nel siero possono essere aumentate anche altre proteine di legame sieriche come la globulina legante i corticosteroidi (CBG), la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), inducendo un aumento dei livelli circolanti di corticosteroidi e ormoni sessuali , rispettivamente. Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente attivi sono inalterate. Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate (substrato dell’ angiotensinogeno/renina, alfa-I-antitripsina, ceruloplasmina).

Gli ovuli di ORTHO GYNEST non devono essere usati come contraccettivo.

Evitare il contatto tra i prodotti in lattice, come diaframmi o preservativi e ORTHO GYNEST poichè i costituenti di ORTHO GYNEST possono danneggiare il lattice.


Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Ortho gynest 3,5 mg ovuli a rilascio prolungato: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non vi sono informazioni sugli effetti di ORTHO GYNEST sulla capacità di guida e di utilizzare macchinari. Bisogna tenere in considerazione, quando si guida e si utilizzano macchinari, la possibilità di effetti indesiderati come vertigini (vedere paragrafo 4.8 Effettì ìndesìderatì) che possono verificarsi in alcuni casi.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco