Xilopar: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Xilopar (Selegilina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Xilopar (Selegilina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Terapia aggiuntiva da abbinarsi all’assunzione di levodopa (con inibitore periferico della decarbossilasi) nel trattamento del morbo di Parkinson. La somministrazione contemporanea di Xilopar e di levodopa alle dosi massime è particolarmente indicata nei pazienti in cui si riscontrano fluttuazioni quali le fluttuazioni di tipo ‘fine dose’, ‘effetti on-off’ o discinesie di altro tipo.

Xilopar è indicato in monoterapia nello stadio iniziale del morbo di Parkinson per ridurre la gravità della sintomatologia e/o ritardare la necessità di ricorrere alla levodopa.

Xilopar: come funziona?

Ma come funziona Xilopar? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Xilopar

Codice ATC: N04B D01

Xilopar inibisce le MAO-B in maniera selettiva. Non permette il metabolismo della dopamina e beta-feniletilamina nel cervello. La selegilina può essere usata come monoterapia e consente di ritardare notevolmente l’inizio del trattamento con levodopa. Se somministrata contemporaneamente, la selegilina potenzia e prolunga gli effetti della levodopa. Dal momento che non interferisce con il metabolismo della 5-idrossitriptamina (serotonina) o della noradrenalina, non provoca alcuna crisi ipertensiva o alterazioni dei metaboliti nel plasma o nell’urina di tali monoamine. Sebbene non sia indispensabile seguire una dieta particolare nel corso del trattamento a base di Xilopar, l’inibizione delle MAO-B nelle piastrine può causare un lieve aumento degli effetti circolatori di eventuale tiramina non metabolizzata dalle MAO-A gastrointestinali durante l’assorbimento. Tale effetto non risulta incrementato dall’uso di Xilopar rispetto a quello riscontrato con l’uso di compresse convenzionali di selegilina in dosi uguali.

L’entità dell’aumento dell’ escrezione urinaria di beta- feniletilamina nell’arco di 24 ore è correlata semplicemente all’area sottesa dalla curva concentrazione plasmatica di selegilina tempo nel plasma dopo una dose di qualunque prodotto a base di selegilina. L’aumento di beta- feniletilamina nell’urina riflette il livello di inibizione delle MAO-B. Xilopar produce un aumento della beta- feniletilamina analogamente alle compresse convenzionali di selegilina da 10 mg.

In particolare, la selegilina somministrata contemporaneamente alla terapia con levodopa, riduce le fluttuazioni delle condizioni dei pazienti affetti dal parkinsonismo, ad es. sintomi di tipo “on-off” o di acinesia di fine dose.

Durante le prove cliniche è stato osservato che i pazienti che passavano dal trattamento a base di compresse convenzionali di selegilina da 10 mg al trattamento con Xilopar liofilizzato orale da 1,25 mg, mantenevano il controllo dei sintomi motori.

Xilopar è particolarmente indicato nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson che presentano difficoltà di deglutizione.


Xilopar: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Xilopar, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Xilopar

Xilopar si dissolve completamente in 10 secondi dal momento in cui viene posizionato sulla lingua e, a differenza delle compresse convenzionali, la selegilina viene assorbita fondamentalmente a livello pregastrico.

Le concentrazioni plasmatiche di selegilina a seguito di somministrazione di dosi singole di Xilopar da 1,25 mg sono di ordine analogo a quelle ottenute con la somministrazione di compresse convenzionali di selegilina da 10 mg , ma risultano molto meno variabili. L’intervallo di AUC della selegilina nel plasma comprende valori tra 0,22 e 2,82 ng.h/ml per Xilopar da 1,25 mg, e tra 0,05 e 23,64 ng.h/ml per compresse convenzionali da 10 mg. Gli intervalli di Cmax variano rispettivamente da 0,32 a 4,58 ng/ml e da 0,07 a 16,0 ng/ml.

Dopo una dose di Xilopar da 1,25 mg, le concentrazioni plasmatiche di metaboliti della selegilina, N-dismetilselegilina, l-metamfetamina e l-amfetamina, sono state ridotte di un valore compreso tra 88% e 92% rispetto alle concentrazioni ottenute dopo la somministrazione di compresse convenzionali di selegilina da 10 mg.

Il 94% della selegilina nel plasma è legato in maniera reversibile alle proteine del plasma. La selegilina viene eliminata principalmente attraverso il metabolismo. Viene eliminata principalmente attraverso le urine sotto forma di metaboliti (per la maggior parte l-metamfetamina) e il resto viene escreto attraverso le feci.


Xilopar: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Xilopar agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Xilopar è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Xilopar: dati sulla sicurezza

La selegilina non è stata testata a sufficienza per poter stabilire una tossicità sulla funzione riproduttiva. Gli studi condotti non hanno dimostrato che la selegilina abbia degli effetti mutageni e cancerogeni. Le uniche informazioni in merito alla sicurezza per gli uomini derivano dagli studi condotti su animali, in cui gli effetti sono stati associati ad un’azione farmacologica eccessiva.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Xilopar: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Xilopar

Xilopar: interazioni

La selegilina non deve essere somministrata contemporaneamente ad alcun tipo di antidepressivo.

La selegilina somministrata alla dose raccomandata inibisce selettivamente le MAO-B. L’associazione di SSRI, fluoxetina e Xilopar deve essere somministrata solo sotto controllo medico. La somministrazione di Xilopar a dosi superiori a quella raccomandata può provocare non selettività e indurre gravi effetti avversi.

A seguito della contemporanea somministrazione di selegilina e fluoxetina in alcuni pazienti sono state osservate reazioni gravi con segni e sintomi che possono comprendere diaforesi, vampate, atassia, tremore, ipertermia, iper/ipotensione, convulsioni, palpitazioni, vertigini e alterazioni a livello mentale compresi agitazione, confusione e allucinazioni fino al delirio e il coma.

Simili effetti sono stati segnalati in pazienti in trattamento a base di selegilina e altri due inibitori del re-uptake della serotonina, la sertralina e la paroxetina. Esiste un potenziale rischio di interazione con la fluvoxamina e la venlafaxina.

Sono stati segnalati casi di decesso a seguito dell’inizio della terapia con inibitori non selettivi delle MAO poco dopo la sospensione della fluoxetina. A causa della lunga emivita della fluoxetina e del suo metabolita attivo, è indispensabile che trascorra un periodo di almeno 5 settimane tra la sospensione della fluoxetina e l’inizio della terapia a base di inibitori delle MAO. La terapia con selegilina non deve essere iniziata prima che siano trascorse 2 settimane dalla sospensione del trattamento con sertralina. Come per tutti gli altri inibitori della ricaptazione della serotonina si raccomanda inoltre di lasciar trascorrere 1 settimana tra la sospensione della terapia a base di altri inibitori della ricaptazione della serotonina e l’inizio del trattamento con selegilina. In generale, prima di iniziare il trattamento con selegilina dopo la terapia con un farmaco di cui è nota l’interazione con la selegilina, si deve lasciar trascorrere un periodo di 5 emivite del farmaco in questione.

Tra l’interruzione del trattamento con selegilina e l’inizio del trattamento con un farmaco di cui sia nota l’interazione con la selegilina devono trascorrere per lo meno 14 giorni.

Tra la sospensione delle selegilina e l’inizio della terapia con gli agonisti della serotonina è opportuno che trascorrano 24 ore.

La dopamina può essere somministrata ai pazienti attualmente in terapia con selegilina, oppure trattati nelle 2 settimane precedenti, solo dopo aver seguito un’attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio, dal momento che questa combinazione aumenta il rischio di reazioni ipertensive.

La selegilina non deve essere somministrata in concomitanza con inibitori non specifici delle MAO per esempio il linezolid.

È stata osservata grave tossicità a carico del SNC in pazienti ai quali è stata somministrata la selegilina contemporaneamente agli antidepressivi triciclici. In un caso di contemporanea somministrazione di amitriptilina e selegilina si sono manifestati iperpiressia e decesso, in un altro caso l’uso concomitante di protriptilina e selegilina ha provocato la comparsa di tremore, agitazione, e irrequitezza seguiti da irresponsività e decesso due settimane dopo l’aggiunta di selegilina al trattamento.

Sporadicamente sono state segnalate altre reazioni avverse a seguito di contemporanea somministrazione di selegilina e vari antidepressivi triciclici compresi ipo/ipertensione, vertigini, diaforesi, tremore, convulsioni e alterazioni a livello mentale e comportamentale.

Deve essere evitato l’uso concomitante di simpatocomimetici, decongestionanti nasali, agenti ipertensivi, antiipertensivi, psicostimolanti, farmaci inibitori del sistema nervoso centrale (sedativi, ipnotici) e alcool.

Deve essere evitato l’uso concomitante di selegilina e contraccettivi orali oppure farmaci per la terapia ormonale sostitutiva, considerato che una tale combinazione può moltiplicare la biodisponibilità della selegilina.

Non è stato riscontrato che la tiramina contenuta nel cibo possa provocare reazioni ipertensive nel corso della terapia a base di compresse convenzionali di selegilina nelle dosi consigliate per il trattamento del morbo di Parkinson. Essendo la selettività dell’azione di Xilopar per le MAO-B identica a quella delle compresse convenzionali di selegilina somministrata nella stessa posologia (10 mg), non si prevedono interazioni nocive di Xilopar con la tiramina contenuta nel cibo.

La somministrazione concomitante di amantadina e di farmaci anticolinergici può provocare la comparsa più frequente di effetti collaterali.

Dal momento che la selegilina si lega molto alle proteine del plasma è opportuno prestare particolare attenzione ai pazienti che sono sottoposti ad un trattamento con farmaci con un basso indice terapeutico, quali la digitale e/o gli anticoagulanti.

Quattro pazienti trattati con altretamina e un inibitore delle monoamino-ossidasi hanno segnalato l’insorgenza di ipotensione sintomatica dopo un periodo di terapia concomitante compreso tra quattro e sette giorni.

Sono state osservate interazioni tra gli inibitori non selettivi delle MAO e la petidina, e tra la selegilina e la petidina. Il meccanismo di tale interazione non è completamente chiaro e pertanto, l’uso concomitante della petidina e la selegilina deve essere evitato (vedere Controindicazioni).


Xilopar: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Xilopar: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Anche se assunto secondo le modalità corrette, il prodotto può incidere sulla capacità di reazione in modo tale da compromettere la guida di veicoli o l’uso di macchinari, è pertanto opportuno che i pazienti evitino di svolgere tali attività.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco