Alfaferone: a cosa serve e come si usa

Alfaferone (Interferone Alfa N3): indicazioni e modo d’uso

Alfaferone (Interferone Alfa N3) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

ALFAFERONE trova indicazione nel trattamento di:

Neoplasie del sistema linfatico ed emopoietico:

Leucemia a cellule capellute (Tricoleucemia)

Mieloma multiplo: terapia di mantenimento per i pazienti in remissione obbiettiva della malattia dopo trattamento di induzione

Linfoma non Hodgkin: nel linfoma follicolare ad elevata massa neoplastica come integrazione della chemioterapia con doxorubicina, ciclofosfamide, teniposide e prednisolone

Micosi fungoide

Leucemia mieloide cronica

Neoplasie solide:

Sarcoma di Kaposi nei pazienti affetti da AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) senza storia di infezioni opportunistiche

Sensibile giovamento è stato riscontrato in una parte di pazienti affetti da carcinoma renale e melanoma maligno

Malattie virali:

Epatite B: trattamento di pazienti adulti con epatite cronica attiva B che presentano markers di replicazione virale, ad esempio positivi per HBV-DNA, DNA polimerasi o HBeAg

Epatite cronica C: riduzione a breve termine dell’attività della malattia in pazienti adulti con epatite cronica attiva da virus C con elevati enzimi epatici e senza scompenso epatico. Nel trattamento dell’epatite cronica da virus C ALFAFERONE è indicato anche in combinazione con ribavirina capsule da 200 mg

Condilomatosi acuminata.

Alfaferone: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Alfaferone è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se però non ricordate come prendere Alfaferone ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Alfaferone

Gli schemi terapeutici di seguito riportati per ciascuna situazione patologica fanno riferimento

all’ampia sperimentazione clinica condotta con interferone alfa. I dosaggi e le vie di somministrazione vanno comunque adattati alla risposta individuale.

Le dosi più elevate possono essere somministrate per infusione endovenosa

lenta
della durata di 30- 60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica (vedere preparazìone della soluzìone dì ALFAFERONE per uso perfusìonale).

Leucemia a cellule capellute (Tricoleucemia): il trattamento è indicato in pazienti di età non inferiore ai 18 anni.

Il dosaggio raccomandato è di 3 milioni UI per via intramuscolare o sottocutanea 3 volte alla settimana.

Prima di iniziare il trattamento è consigliabile controllare nel sangue periferico il tasso di emoglobina ed il numero di piastrine, di granulociti e di cellule capellute. Il conteggio delle cellule capellute va eseguito anche nel midollo osseo.

Questi parametri, controllati periodicamente, consentono di valutare la risposta al trattamento. Poichè la normalizzazione completa dei parametri immunologici può richiedere alcuni mesi di terapia, il dosaggio deve essere mantenuto per almeno 6 mesi prima di decidere una eventuale sospensione del farmaco per mancata risposta al trattamento.

In caso di risposta positiva è opportuno proseguire la terapia finchè si continuano ad osservare nuovi miglioramenti del quadro ematologico e poi, dopo che quest’ultimo si è stabilizzato, per ulteriori 3 mesi. Non è stata ancora stabilita l’opportunità di prolungare il trattamento oltre questo periodo.

Mieloma multiplo: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI somministrata per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte la settimana.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 6-12 milioni UI 3 volte la settimana.

Questo schema terapeutico va mantenuto indefinitamente, a meno che la malattia progredisca rapidamente o insorgano gravi fenomeni di intolleranza.

Linfomi non Hodgkin: il dosaggio consigliato è di 5 milioni UI somministrati per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte alla settimana per la durata di 18 mesi.

Micosi fungoide: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 9-12 milioni UI al giorno.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-12 milioni di unità somministrate 3 volte la settimana.

Le dosi più elevate possono essere somministrate per infusione endovenosa

lenta
della durata di 30- 60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica (vedere preparazìone della soluzìone dì ALFAFERONE per uso perfusìonale).

Leucemia mieloide cronica: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 9 milioni UI al giorno.

Una volta ottenuto il controllo dei globuli bianchi il dosaggio può essere somministrato 3 volte la settimana.

Questo schema posologico può essere mantenuto indefinitamente a meno che la malattia progredisca rapidamente o insorgano gravi fenomeni di intolleranza.

Sarcoma di Kaposi nei pazienti con AIDS: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata progressivamente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 9-12 milioni UI al giorno.

Dopo 2 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 9-12 milioni UI 3 volte la settimana. Le dosi più elevate possono essere somministrate per infusione endovenosa

lenta
della durata di 30- 60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica (vedere preparazìone della soluzìone dì ALFAFERONE per uso perfusìonale).

Carcinoma renale: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere 6-9 milioni UI al giorno.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-9 milioni di unità somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi.

Nota: lo stesso schema può essere seguito associando l’impiego di vinblastina alla dose di 0,1 mg/Kg endovena ogni 21 giorni.

Melanoma maligno: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere 6-9 milioni UI al giorno.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-9 milioni di unità somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi.

Epatite cronica attiva B: il miglior schema di trattamento non è stato tuttora stabilito. Il dosaggio è usualmente compreso tra 2,5 e 5 milioni UI/m2 di superficie corporea somministrati per via sottocutanea o intramuscolare tre volte la settimana per un periodo da quattro a sei mesi.

Se i markers di replicazione virale o HBeAg non dovessero diminuire dopo un mese di terapia, la dose può essere aumentata. Il dosaggio può essere ulteriormente modificato in rapporto alla tollerabilità individuale.

Se non sarà osservato alcun miglioramento dopo tre o quattro mesi di trattamento, dovrà essere presa in considerazione l’interruzione della terapia.

Lo schema terapeutico sopra riportato è applicabile anche nei casi di Epatite B cronica Delta positiva.

Epatite cronica C: la dose ottimale e la durata della terapia non sono tuttora stabilite. La dose indicata è di 3 milioni UI somministrata per via sottocutanea tre volte la settimana per un periodo massimo di sei mesi.

La maggior parte dei pazienti che rispondono alla terapia mostrano un miglioramento dei livelli di transaminasi entro 16 settimane. Nei pazienti che non rispondono dopo 16 settimane di trattamento, dovrà essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con ALFAFERONE. L’esperienza relativa in materia di ripetizione del trattamento è limitata.

Nella terapia combinata con ribavirina, la dose raccomandata di ALFAFERONE è di 3 milioni UI somministrata per via sottocutanea tre volte alla settimana.

Ribavirina capsule da 200 mg va somministrata per via orale alla dose giornaliera di 1000-1200 mg suddivisa in due dosi da assumere con il cibo, mattina e sera.

Quando ALFAFERONE è usato in associazione, la terapia combinata va continuata per almeno 6 mesi.

Nei pazienti mai trattati in precedenza, con genotipo 1 ed elevata carica virale basale, la terapia combinata deve essere prolungata fino a 12 mesi nei pazienti che evidenzino una negativizzazione della viremia (HCV-RNA) a 6 mesi.

Condilomatosi acuminata: il trattamento può essere effettuato sia per via generale (sottocutanea o intramuscolare) che intralesionale.

In determinati casi, soprattutto per lesioni numerose ed estese, può essere opportuno associare le due modalità di somministrazione.

Per il trattamento intralesionale si introduce con un ago sottile una dose compresa, a seconda delle dimensioni della lesione, tra 0,1 e 1 milione di UI alla base di ciascuna lesione, valutando il numero di lesioni da trattare in modo che la dose totale somministrata in una singola seduta non sia superiore a 3 milioni UI.

Ciascun ciclo di trattamento richiede 3 somministrazioni alla settimana per almeno 3 settimane.

Il miglioramento si verifica generalmente a distanza di 4-6 settimane dall’inizio del primo ciclo di trattamento.

In alcuni casi può essere utile praticare un secondo ciclo di trattamento utilizzando gli stessi dosaggi.

Variazione degli schemi posologici proposti

Nel caso insorgano gravi effetti collaterali gli schemi posologici devono essere modificati o il trattamento deve essere temporaneamente sospeso.

Preparazione della soluzione di ALFAFERONE per uso perfusionale

Il quantitativo di ALFAFERONE previsto dallo schema posologico deve essere aggiunto a 50 ml di soluzione fisiologica e somministrato per perfusione

lenta
in 30-60 minuti.

Non devono essere usate soluzioni di destrosio al 5%.

Nessun altro farmaco deve essere aggiunto al liquido di perfusione contenente ALFAFERONE.

Le iniezioni intramuscolari vanno praticate nella regione glutea o deltoidea, alternando successivamente le sedi di inoculazione.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Alfaferone seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarà poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Alfaferone per quanto riguarda la gravidanza:

Alfaferone: si può prendere in gravidanza?

Non sono stati condotti studi controllati su donne in gravidanza.

ALFAFERONE deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i benefici attesi possono giustificare i potenziali rischi per il feto.

In studi con interferone nei primati non umani sono state osservate anomalie del ciclo mestruale. Sono stati riportati in donne trattate con interferone da leucociti umani diminuzioni delle concentrazioni sieriche di estradiolo e progesterone.

Le donne fertili debbono mettere in atto misure contraccettive durante il trattamento con il farmaco. ALFAFERONE inoltre, deve essere usato con prudenza negli uomini fertili.

Non è noto se il farmaco venga escreto con il latte materno. Comunque studi nei topi hanno mostrato che gli interferoni del topo vengono escreti nel latte.

Una decisione circa l’eventuale sospensione dell’allattamento o del farmaco deve essere presa in base all’importanza della terapia per la madre.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantità di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Alfaferone?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantità eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Alfaferone in caso di sovradosaggio.

Alfaferone: sovradosaggio

Non sono mai stati riportati casi di sovradosaggio con interferone alfa.

Alfaferone: istruzioni particolari

Vale quanto riportato ai paragrafi precedenti.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco