Isiferone: a cosa serve e come si usa

Isiferone (Interferone Alfa): indicazioni e modo d’uso

Isiferone (Interferone Alfa) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

a) Neoplasie del sistema linfatico ed emopoietico

Leucemia a cellule capellute (Tricoleucemia).Mieloma multiplo: terapia di mantenimento per i pazienti in remissione obiettiva della malattia dopo trattamento di induzione.Linfoma non Hodgkin: nel linfoma follicolare ad elevata massa neoplastica come integrazione della chemioterapia con doxorubicina, ciclofosfamide,teniposide e prednisolone.Micosi fungoide.Leucemia mieloide cronica.

b) Neoplasie solide

Sarcoma di Kaposi nei pazienti affetti da AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) senza storia di infezioni opportunistiche.Sensibile giovamento è stato riscontrato in una parte di pazienti affetti da carcinoma renale e melanoma maligno.

c) Malattie virali

Epatite B: trattamento di pazienti adulti con epatite cronica attiva B che presentano markers di replicazione virale, ad esempio positivi per HBV-DNA, DNA polimerasi o HBeAg.Epatite cronica non-A non-B: riduzione a breve termine dell’attività della malattia in pazienti adulti con epatite cronica attiva non-A non-B con elevati enzimi epatici e senza scompenso epatico. Non sono dimostrati benefici a lungo termine sui quadri clinico ed istologico.Condilomatosi acuminata.

Isiferone: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Isiferone è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Isiferone ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Isiferone

Gli schemi terapeutici di seguito riportati per ciascuna situazione patologica fanno riferimento all’ampia sperimentazione clinica condotta con interferon alfa. I dosaggi e le vie di somministrazione vanno comunque adattati alla risposta individuale.

Per tutte le indicazioni l’Isiferone può essere somministrato sia per via intramuscolare che sottocutanea.

Leucemia a cellule capellute (Tricoleucemia): il trattamento è indicato in pazienti di età non inferiore ai 18 anni.

Il dosaggio raccomandato è 3 milioni U.I. per via intramuscolare o sottocutanea 3 volte alla settimana.

Prima di iniziare il trattamento è consigliabile controllare nel sangue periferico il tasso di emoglobina ed il numero di piastrine,di granulociti e di cellule capellute. Il conteggio delle cellule capellute va eseguito anche nel midollo osseo.

Questi parametri, controllati periodicamente, consentono di valutare la risposta al trattamento.

Poiché la normalizzazione completa dei parametri immunologici può richiedere alcuni mesi di terapia, il dosaggio deve essere mantenuto per almeno 6 mesi prima di decidere una eventuale sospensione del farmaco per mancata risposta al trattamento.

In caso di risposta positiva è opportuno proseguire la terapia finché si continuano ad osservare nuovi miglioramenti del quadro ematologico e poi, dopo che quest’ultimo si è stabilizzato,per ulteriori 3 mesi. Non è stata ancora stabilita l’opportunità di prolungare il trattamento oltre questo periodo.

Mieloma multiplo: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. somministrata per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte la settimana.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 6-12 milioni U.I. 3 volte la settimana.

Questo schema terapeutico va mantenuto indefinitamente, a meno che la malattia progredisca rapidamente o insorgano gravi fenomeni di intolleranza.

Linfomi non Hodgkin: il dosaggio consigliato è di 5 milioni U.I. somministrati per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte alla settimana per la durata di 18 mesi.

Micosi fungoide: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. al giomo per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale,fino a raggiungere un massimo di 9-12 milioni U.I. al giomo.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-12 milioni di Unità somministrate 3 volte la settimana.

Leucemia mieloide cronica: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. al giomo per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale, fino a raggiungere un massimo di 9 milioni U.I. al giomo.

Una volta ottenuto il controllo dei globuli bianchi il dosaggio può essere somministrato 3 volte la settimana.

Questo schema posologico può essere mantenuto indefinitamente a meno che la malattia progredisca rapidamente o insorgano gravi fenomeni di intolleranza.

Sarcoma di Kaposi nei pazienti con AIDS: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. al giomo per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata progressivamente, in base alla tollerabilità individuale,fino a raggiungere un massimo di 9-12 milioni U.I. al giomo.

Dopo 2 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 9-12 milioni U.I. 3 volte la settimana.

Carcinoma renale: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. al giomo per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale,fino a raggiungere 6-9 milioni U.I. al giomo.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-9 milioni di Unità somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi.

Nota: lo stesso schema può essere seguito associando l’impiego di vinblastina alla dose di 0,1 mg/kg endovena ogni 21 giorni.

Melanoma maligno: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni U.I. al giomo per via intramuscolare o sottocutanea.

Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilità individuale,fino a raggiungere 6-9 milioni U.I. al giomo.

Dopo 3 mesi si può attuare una terapia di mantenimento con 6-9 milioni di Unità somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi.

Epatite cronica attiva B: il miglior schema di trattamento non è stato tuttora stabilito. Il dosaggio è usualmente compreso tra 2,5 e 5 milioni U.I./m² di superficie corporea somministrati per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte la settimana per un periodo da quattro a sei mesi.

Se i markers di replicazione virale o HBeAg non dovessero diminuire dopo un mese di terapia, la dose può essere aumentata. Il dosaggio può essere ulteriormente modificato in rapporto alla tollerabilità individuale.

Se non sarà osservato alcun miglioramento dopo tre o quattro mesi di trattamento, dovrà essere presa in considerazione l’interruzione della terapia.

Lo schema terapeutico soprariportato è applicabile anche nei casi di Epatite B cronica Delta positiva.

Epatite cronica non-A non-B: la dose ottimale e la durata della terapia non sono tuttora stabilite. La dose indicata è di 3 milioni U.I. somministrata per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte la settimana per un periodo massimo di sei mesi.

La maggior parte dei pazienti che rispondono alla terapia mostrano un miglioramento dei livelli di transaminasi entro 16 settimane. Nei pazienti che non rispondono dopo 16 settimane di trattamento,dovrà essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con Isiferone. L’esperienza relativa in materia di ripetizione del trattamento è limitata.

Condilomatosi acuminata: il trattamento può essere effettuato sia per via generale (sottocutanea o intramuscolare) che intralesionale.

In determinati casi, soprattutto per lesioni numerose ed estese, può essere opportuno associare le due modalità di somministrazione.

Per il trattamento intralesionale si introduce con un ago sottile una dose compresa, a seconda delle dimensioni della lesione, tra 0,1 e 1 milione di U.I. alla base di ciascuna lesione, valutando il numero di lesioni da trattare in modo che la dose totale somministrata in una singola seduta non sia superiore a 3 milioni U.I.

Ciascun ciclo di trattamento richiede 3 somministrazioni alla settimana per almeno 3 settimane.

Il miglioramento si verifica generalmente a distanza di 4-6 settimane dall’inizio del primo ciclo di trattamento.

In alcuni casi può essere utile praticare un secondo ciclo di trattamento utilizzando gli stessi dosaggi.

Variazione degli schemi posologici proposti.

Nel caso insorgano gravi effetti collaterali gli schemi posologici devono essere modificati o il trattamento deve essere temporaneamente sospeso.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Isiferone seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Isiferone per quanto riguarda la gravidanza:

Isiferone: si puĂ² prendere in gravidanza?

Non sono stati condotti studi controllati su donne in gravidanza. Isiferone deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i benefici attesi possono giustificare i potenziali rischi per il feto.

In studi con interferone nei primati non umani sono state osservate anomalie del ciclo mestruale. Sono stati riportati, in donne trattate con interferone da leucociti umani, diminuzioni delle concentrazioni sieriche di estradiolo e progesterone.

Le donne fertili debbono mettere in atto misure contraccettive durante il trattamento con Isiferone.

Isiferone deve essere usato con prudenza negli uomini fertili.

Non è noto se il farmaco venga escreto con il latte materno. Comunque studi nei topi hanno dimostrato che gli interferoni del topo vengono escreti nel latte.

Una decisione circa l’eventuale sospensione dell’allattamento o del farmaco deve essere presa in base all’importanza della terapia per la madre.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Isiferone?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Isiferone in caso di sovradosaggio.

Isiferone: sovradosaggio

Non sono mai stati riportati casi di sovradosaggio con interferon alfa.

Isiferone: istruzioni particolari

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Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco