Ivozall: a cosa serve e come si usa

Ivozall (Clofarabina): indicazioni e modo d’uso

Ivozall (Clofarabina) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Trattamento della leucemia linfoblastica acuta (LLA) in pazienti pediatrici in recidiva o refrattari che abbiano ricevuto almeno due precedenti regimi terapeutici e qualora non vi siano altre possibilità di trattamento prevedibilmente in grado di offrire una risposta duratura. La sicurezza e l’efficacia sono state valutate in studi condotti su pazienti di età ? 21 anni alla diagnosi iniziale (vedere paragrafo 5.1).

Ivozall: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Ivozall è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Ivozall ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Ivozall

La terapia deve essere iniziata e supervisionata da un medico con esperienza nella gestione dei pazienti affetti da leucemie acute.

Posologia

Popolazione adulta (compresi gli anziani)

Attualmente non vi sono dati sufficienti a stabilire la sicurezza e l’efficacia di clofarabina nei pazienti adulti (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

Bambini e adolescenti ( ?1 anno di etĂ )

La dose raccomandata in monoterapia è di 52 mg/m2 di superficie corporea somministrati per infusione endovenosa nell’arco di 2 ore, ogni giorno per 5 giorni consecutivi. La superficie corporea deve essere calcolata in base all’altezza e al peso effettivi del paziente prima dell’inizio di ciascun ciclo. I cicli di trattamento devono essere ripetuti ogni 2-6 settimane (dal giorno di inizio del ciclo precedente) dopo il recupero di una emopoiesi normale (cioè conta assoluta dei neutrofili, ANC, ? 0,75 x 109/l) e il ritorno al livello basale di funzionalitĂ  degli organi. Una riduzione della dose del 25% puĂ² essere giustificata nei pazienti che presentano tossicitĂ  significative (vedere sotto). Attualmente

l’esperienza della somministrazione ai pazienti di piĂ¹ di 3 cicli di trattamento è limitata (vedere paragrafo 4.4).

La maggior parte dei pazienti che rispondono a clofarabina, ottiene una risposta dopo 1 o 2 cicli di trattamento (vedere paragrafo 5.1). Spetta quindi al medico che segue il trattamento valutare i vantaggi e i rischi potenziali associati alla prosecuzione della terapia nei pazienti che non mostrano un miglioramento ematologico e/o clinico dopo 2 cicli di trattamento (vedere paragrafo 4.4).

Bambini con peso < 20 kg

Deve essere preso in considerazione il prolungamento del tempo di infusione oltre le 2 ore per cercare di ridurre i sintomi di ansia e irritabilitĂ  ed evitare concentrazioni massime di clofarabina eccessivamente elevate (vedere paragrafo 5.2).

Bambini < 1 anno di etĂ 

Non ci sono dati sulla farmacocinetica, la sicurezza o l’efficacia di clofarabina nei bambini di questa età. Quindi, una raccomandazione sul dosaggio sicuro ed efficace per i pazienti di età < 1 anno, è ancora da definire.

Riduzione della dose nei pazienti che presentano tossicitĂ  ematologiche

Qualora l’ANC non si ristabilisca entro 6 settimane dall’inizio di un ciclo di trattamento, deve essere effettuato un aspirato midollare o biopsia, per accertare una possibile malattia refrattaria. Se non ci sono segni di leucemia persistente si raccomanda di ridurre del 25% la dose del ciclo successivo rispetto al precedente, una volta recuperato un livello di ANC ? 0,75 x 109/l. Se i pazienti presentano una ANC < 0,5 x 109/l per piĂ¹ di 4 settimane dall’inizio dell’ultimo ciclo si raccomanda di ridurre del 25% la dose del ciclo successivo.

Riduzione della dose per i pazienti che presentano tossicitĂ  non ematologiche

Eventi infettivi

Se un paziente sviluppa un’infezione clinicamente significativa si puĂ² interrompere il trattamento con clofarabina fino a quando l’infezione non sia clinicamente sotto controllo. A quel punto si puĂ² iniziare di nuovo il trattamento alla dose piena. Nel caso di una seconda infezione clinicamente significativa il trattamento con clofarabina deve essere sospeso fino a quando l’infezione non sia clinicamente sotto controllo e puĂ² essere quindi ripreso riducendo la dose del 25%.

Eventi non infettivi

Se un paziente presenta una o piĂ¹ tossicitĂ  severe (tossicitĂ  di grado 3 secondo i criteri comuni di tossicitĂ  (Common Toxicity Criteria, CTC) del National Cancer Institute (NCI) statunitense, esclusi nausea e vomito), il trattamento deve essere procrastinato fino a quando le tossicitĂ  non si risolvano con il ritorno ai parametri basali o cessino di essere severi e il vantaggio potenziale della prosecuzione del trattamento con clofarabina sia superiore al rischio. In seguito si raccomanda di somministrare clofarabina ad una dose ridotta del 25%.

Se un paziente va incontro alla stesso tipo di tossicitĂ  severa in una seconda occasione, il trattamento deve essere procrastinato fino a quando la tossicitĂ  non si risolva con il ritorno ai parametri basali o cessi di essere severa e il vantaggio potenziale della prosecuzione del trattamento con clofarabina sia superiore al rischio. In seguito si raccomanda di somministrare clofarabina ad una dose ridotta di un ulteriore 25%.

Nel caso in cui il paziente vada incontro a una tossicità severa per la terza volta, una tossicità severa che non si risolve entro 14 giorni (vedere sopra le esclusìonì), o una tossicità potenzialmente fatale o invalidante (tossicità di grado 4 secondo i CTC dell’NCI statunitense), il trattamento con clofarabina deve essere sospeso (vedere paragrafo 4.4).

Popolazioni Speciali

Compromissione renale

I limitati dati disponibili indicano che clofarabina si puĂ² accumulare nei pazienti con clearance della creatinina ridotta (vedere paragrafì 4.4 e 5.2). Clofarabina è controindicata nei pazienti con insufficienza renale severa (vedere paragrafo 4.3) e deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.4).

I pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina 30 – <60 ml/min) richiedono una riduzione della dose del 50% (vedere paragrafo 5.2).

Compromissione epatica

Non esistono dati sui pazienti con compromissione epatica (bilirubina sierica > 1,5 volte l’ULN e AST e ALT > 5 volte l’ULN) e il fegato è un potenziale organo bersaglio per la tossicità. Per questo clofarabina è controindicata nei pazienti con insufficienza epatica severa (vedere paragrafo 4.3) e deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.4).

Modo di somministrazione

Ivozall è per uso endovenoso. Il dosaggio consigliato deve essere somministrato per infusione endovenosa, anche se negli studi clinici in corso è stato somministrato attraverso un catetere venoso centrale.

Ivozall non deve essere miscelato con altri medicinali né somministrato in concomitanza impiegando la stessa linea endovenosa (vedere paragrafo 6.2). Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione (vedere paragrafo 6.6).

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Ivozall seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Ivozall per quanto riguarda la gravidanza:

Ivozall: si puĂ² prendere in gravidanza?

Contraccezione negli uomini e nelle donne

Durante il trattamento le donne in etĂ  fertile e gli uomini sessualmente attivi devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci.

Gravidanza

Non vi sono dati riguardanti l’uso di clofarabina in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva compresa la teratogenicità (vedere paragrafo 5.3).

Clofarabina puĂ² causare gravi anomalie congenite se somministrata durante la gravidanza. Quindi Ivozall non deve essere usato in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, se non indubbiamente necessario (cioè solo se il potenziale vantaggio per la madre sia superiore al rischio per il feto). Se una paziente rimane incinta durante il trattamento con clofarabina, deve essere informata del possibile rischio per il feto.

Allattamento

Non è noto se clofarabina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. L’escrezione di clofarabina nel latte non è stata studiata negli animali. Tuttavia a causa della possibilità di gravi reazioni avverse in bambini allattati, l’allattamento al seno deve essere sospeso prima, durante e dopo il trattamento con Ivozall (vedere paragrafo 4.3).

FertilitĂ 

Tossicità correlate alla dose sono state osservate sugli organi riproduttivi maschili nei topi, nei ratti e nei cani e sugli organi riproduttivi femminili nei topi (vedere paragrafo 5.3). Gli effetti del trattamento con clofarabina sulla fertilità umana non sono noti per cui è necessario discutere della pianificazione delle nascite con i pazienti in maniera adeguata.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Ivozall?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Ivozall in caso di sovradosaggio.

Ivozall: sovradosaggio

Sintomi

Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. Tuttavia è prevedibile che tra i possibili sintomi da sovradosaggio figurino nausea, vomito, diarrea e soppressione grave del midollo osseo. Fino ad oggi la massima dose giornaliera somministrata nell’uomo è stata di 70 mg/m2 per 5 giorni consecutivi

(2 pazienti pediatrici con LLA). Tra le tossicitĂ  osservate in questi pazienti: vomito, iperbilirubinemia, incremento dei livelli delle transaminasi ed eruzione maculo-papulare.

Gestione

Non esiste una terapia con un antidoto specifico. Si raccomanda la sospensione immediata del trattamento, un’attenta osservazione e l’assunzione di adeguate misure di supporto.

Ivozall: istruzioni particolari

Precauzioni particolari per la somministrazione

Ivozall 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione deve essere diluito prima della somministrazione. Deve essere filtrato attraverso un filtro a siringa sterile da 0,2 micrometri (si consiglia l’uso di un filtro idrofilo per siringa in PVDF) e quindi diluito in sacche per infusione endovenosa in PVC o poliolefine (polipropilene) trasparenti con 9 mg/ml (0,9%) di sodio cloruro per produrre un volume totale in conformitĂ  con gli esempi forniti dalla tabella qui sotto. In ogni caso il volume della diluizione finale puĂ² variare in base allo stato clinico del paziente e a discrezione del medico.

Piano di diluizione suggerito sulla base del dosaggio raccomandato di 52 mg/m2/die di clofarabina
Superficie corporea (m2) Concentrato (ml)* Volume diluito totale
? 1,44 ? 74,9 100 ml
tra 1,45 e 2,40 tra 75,4 e 124,8 150 ml
tra 2,41 e 2,50 tra 125,3 e 130,0 200 ml
*Ogni ml di concentrato contiene 1 mg di clofarabina.
Ogni flaconcino da 20 ml contiene 20 mg di clofarabina, quindi per i pazienti con una superficie corporea ? 0,38 m2, per produrre il dosaggio giornaliero raccomandato di clofarabina sarĂ  necessaria una porzione del contenuto di un singolo flaconcino.
Viceversa per i pazienti con una superficie corporea > 0,38 m2, per produrre il dosaggio
giornaliero raccomandato di clofarabina sarĂ  necessario il contenuto di 1-7 flaconcini.

Il concentrato diluito deve essere una soluzione limpida, incolore. Prima della somministrazione deve essere ispezionato visivamente per evidenziare l’eventuale presenza di particelle estranee e di alterazione del colore.

La conservazione a basse temperature, ovvero al di sotto dei 15°C, puĂ² portare alla formazione di particelle, che possono essere ridisciolte lasciando il flaconcino riscaldarsi a temperatura ambiente e agitando delicatamente fino a quando tutte le particelle visibili si sono dissolte.

Istruzioni per la manipolazione

Rispettare le procedure per una corretta manipolazione degli agenti antineoplastici. I medicinali citotossici devono essere manipolati con cautela.

Nel manipolare Ivozall si raccomanda l’impiego di guanti monouso e indumenti protettivi. Qualora il prodotto venisse a contatto con gli occhi, la cute o le mucose sciacquare immediatamente con abbondante acqua.

Evitare la manipolazione di Ivozall da parte delle donne in gravidanza. Smaltimento

Ivozall è esclusivamente monouso. Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco