Combretum: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Combretum

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Combretum Raimbaultii Heck. – Fam. Combretacee)

Combretum- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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Etimologia – Combretum, antico nome latino, usato da Plinio, di etimo ignoto. Adottato da R. Brown per la famiglia che ha per tipo il genere Combretum, togliendola dalle Eleagnee.

Raimbaultii, dedicata da Heckel al missionario Raimbault che per primo la fece conoscere come mezzo curativo popolare.

Nome volgare Kinkelibah, Sekhau, khassaou (nomi indigeni).

Habitat Africa occidentale (Senegal, Sierra Leone).

Albero.

Parti usate Le foglie.

Componenti principali

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Catechina (combretum-catechina), tannino catechico (combretannino) (1), che supera anche il 14% (2). Un alcaloide segnalato da Lehman (3) e denominato combretina, ma che non è stato trovato da altri AA. (4). Acidi organici (citrico, ossalico e tartarico), tracce di olio etereo: assenza di glicosidi (5).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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L’azione farmacologica e terapeutica del Combretum non è stata molto studiata. Boulet e Huchard

(6) attribuiscono al Combretum un’azione colagoga ed emetica intensa che si manifesterebbe, per le dosi più elevate, con vomiti biliari e con espulsioni di feci liquide e ricche di bile.

Esperienze eseguite su cani ai quali gli AA. somministrarono per via endovenosa una decozione di foglie di Combretum, dimostrarono che un’azione colagoga nettissima compariva nella maggior parte dei casi, mentre l’azione diuretica si manifestava anche più frequentemente. Tale azione diuretica fu posta in relazione dagli AA. con una vasodilatazione renale e con un’azione diretta sull’epitelio degli elementi secernenti renali.

Il Robin (7) che attribuisce al Combretum un’azione colagoga molto marcata, riferisce di averlo impiegato con successo nel trattamento della colelitiasi, sotto forma di estratto fluido alla dose iniziale di VII gocce prima dei pasti in bicchiere d’acqua di Vichy, con l’aggiunta di un cucchiaino da caffè di glicerina. A seconda della tolleranza individuale, la dose può essere aumentata a XX ed anche a XL gocce.

I fenomeni da intolleranza si manifestano con un senso di costrizione e di pesantezza a livello della regione epatica.

Sotto forma di decozione, il Combretum fu usato dal Parturier (8) nei casi di ittero infettivo, sia nelle forme lievi che nelle gravi, nel trattamento di alcuni stati cronici del sistema epatobiliare e, in particolare, nella colelitiasi. In questi casi il Combretum determinerebbe un’azione diuretica, lassativa, coleretica e colagoga, cui seguirebbe un nettissimo effetto terapeutico. L’ A. consiglia di far osservare al malato uno stretto regime vegetale, che può essere limitato ad un semplice brodo di legumi o alla sola frutta, a seconda dei casi. Vengono quindi somministrati 1000-1200 cc di decotto di foglie di Combretum al 5 % durante la giornata, dose che l’A. giudica «relativamente debole» e tale da evitare sintomi di nausea o altri effetti dovuti a intolleranza. La metà della decozione (cc 600) deve essere somministrata al mattino a digiuno alla dose di 100 cc ogni 10-15′. L’altra metà deve essere ripartita nel corso della giornata, somministrandola alla dose di 150 cc prima di ognuno dei 4 pasti (successivi alla prima colazione). Queste dosi debbono essere ridotte a circa la metà nelle affezioni croniche del sistema epato-biliare e, in particolare, nel trattamento della litiasi, caso nel quale il Combretum è stato proposto come medicamento pressocchè specifico.

II Parturier prescrive in questi casi, una tazza da the della decozione al 5 %o mezz’ora prima di ognuno dei 4 pasti. Evidentemente la decozione delle foglie della droga può essere, sostituita con una soluzione, alla stessa percentuale, di estratto fluido.

Il Combretum, è raccomandato anche dal Ledere (9) oltre che negli stati colemici e nell’ittero catarrale, anche nella litiasi biliare.

L’estratto fluido di Combreto è dotato di un’attività batteriostatica verso gli Staph. aureus, albus, di Oxford, verso la E. coli, il Dipl. vitelli, lo strept. vitelli e verso il B. anthracis, sui quali sono stati sperimentati [Mela (10)].

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido per tintura (g 1 = L gtt).

Dosi: g 0.5-1 pro dose.

b) Estratto fluido per sciroppo (g 1 = XXX gtt).

Dosi: g 0,5-1 pro dose.

c) Estratto secco idroalcoolico (1 p. = 5 parti ca. di droga).

Dosi: g 0,1-0,2 pro dose.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido combretum per tintura……………… g 20

Alcool di 60° …………………………………………………………. g 80

(1/2 cucchiaino pro dose) •

Sciroppo

Estratto fluido combretum per sciroppa…………………….. g 10

Sciroppo semplice F.U………….. ‘………………………………. g 90

(a cucchiaini)

Pozione

Estratto fluido combretum per sciroppo …………………… g 15

Estratto fluido menta alcool-idrosolubile……….. g 5

Sciroppo……………………………………………………………….. g 30

Glicerina………………………………………………………………… g 10

Acqua q. b. a………………………………………………………….. g 100

( 3-4 cucchiai pro die) .

Pillole colagoghe

Estratto secco combretum……………………………………. g 0,05

Estratto secco tarassaco……………………………………… g 0,05

Eccipiente q. b. per 1 pillola.

(2-3 pillole pro die)

BIBLIOGRAFIA

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(1) PARIS R., But!. Sci. Pharm., 1942, cit. da DECAUX F., Rev. de Phytothlr., 12, 367, 1948 –

(2) THURIAUX, BuU. Arr. Congo Belga, 33, 1942; cit. da DECAUX, loc. cit. in (1) – (3) LEHMANN, Het!. u. Oewpft., 22, 113, 1943 – (4) HARRISON, Pharm. I., 26, 52, 1908 – (5) BERGER F., Handbuch dcr Drogcnkundc, voi. II, 1950, p. 77 – (6) BOULET L. e HUCHARD G., C. R. Soc. Blol., 76, marzo 1914 – (7) ROBIN A., cit. da DECAUX in Rev. de Phytothér., 12, 86, 367, .19 48 – (8) PARTURIER G., Précis dc Phytothér. Hcpato:-billaire, Vigot Frérc.s Edit, Parigi, 1933, p. 44-45 e 127-128 – (9) LECLERC H., Presse Mld., I sem. 1923, cit. da DECAUX, I. c. – (10) MELA C., Fitoterapia, 21, 98, 1950.