Quassia o Quassio: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Quassia o Quassio

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

Con questo nome sono indicate due droghe derivate da:

a) – Quassia amara L.f.

b) – Picrasma excelsa Lindley

(Sin. – Picroena excelsa Lindley – Quassia excelsa Swartz. – Quassia polygama Wright – Simaruba excelsa DC.)

Fam. a) Simarubacee/Simarubee – b) Simarubacee/Simaruboidee/Picrasmee

Quassia o Quassio- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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quassia

Etimologia a) Quassia. Linneo – Amenità Accademiche – Leida, (1764) attribuisce la scoperta delle proprietà della pianta allo schiavo nero Quassi, servitore della suocera di Carlo Gustavo Dahlberg, tenente colonnello delle truppe olandesi nel Surinam. Il nero Quassi, per l’attaccamento che aveva al suo padrone, gli scoprì non solamente l’arcano che voleva tener segreto, ma gli fece conoscere l’albero dal quale si prendeva la droga. Dahlberg, di ritorno in patria, portò con sè le foglie, i fiori, il frutto, conservati nello spirito di vino e li diede a Linneo, raccontandogli l’efficacia del rimedio, nelle febbri del Surinam. Linneo credette sulla parola al Dahlberg e definì la Quassia: “Pharmacum quod me quidam judice chinam-chinam longe superata”.

Il Quassi aveva, per lungo tempo, curato i malati di febbre maligna epidemica. I controlli però non comprovarono le virtù febbrifughe della droga.

Un’altra versione, brasiliana (Penna – Notas sovre Plantas Brasileiras – Rio de Janeiro, 1930), non ad un nero, ma ad una nera — preta escrava — di nome Quassi o Coissi attribuisce la rivelazione del segreto, nel 1756, a Daniel Rollander, che portò esemplari in Svezia.

I Quassi (nero e nera) non sono stati gli scopritori della droga. Oltre che nel Surinam (Guiana olandese), la pianta vegeta nel Panama, alle Antille, nel Brasile (ed è anche coltivata come pianta d’ornamento) ed era nota, come amaro-tonico, molto tempo prima: ma non come febbrifugo. Era usata per uccidere le mosche. Secondo il Pére Labat, la droga era utilizzata già prima della scoperta dell’America come stomachico e depurativo.

Haller trovò (1730), nei magazzeni della Farmacia Seba di Amsterdam, del legno detto quassi o coissi e lo dice introdotto a torto nella terapeutica europea come succedaneo della china.

amara – per il sapore

b) Picrasma, dal greco pikrasmos = amarezza

excelsa, per la mole della pianta

polygama, perchè sulla stessa pianta sono fiori poligami.

Picroena, dal greco pikros = amaro e oinh = tralcio (ramo)

Simaruba – nome indigeno della pianta alla Guiana.

Nomi volgari a) Quassia del Surinam, legno quassio, quassio, legno amaro.

b) Legno quassio della Giamaica e delle Piccole Antille.

a) Cuassia amara, leno de cuasia de Surinam, quina de Cayena (spagn.), quassia de Cayenna, quassia amarga, quassa, pau quassia (port.), Quassienholz, Fliegenholz (ted.), quassia vrai, bois amer de Surinam (fr.).

b) Frene amer, quassia de Jamaique (fr.), Jamaica quassia, Jamaica bitter wood, bitter ash (ingl.), pau quassia de Jamaica (port.).

Habitat a) Guajana (regione del Surinam), Columbia, Venezuela, Costarica, Giamaica, Martinica (zona del M. Pelée, St. Pierre), Brasile/nord, Panama.

b) Giamaica, Guadalupa.

a) Arbusto (1-2-5 m.).

b) Grande albero (20 m.).

Nota Queste piante non vanno confuse con la Quassia del Parà (Picrolemma pseudocoffea Ducke) (Simarubacee), né con la Tachia guajanensis Aubl. (Genzianacee) detta pure Quassia del Parà, né con la Quassia officinalis SC. (Sin. – Quassia Simaruba L. – Simaruba guayanensis Aubl.) detta Bois cayan.

Parti usate – Il legno (Quassiae lignum F.U.).

Componenti principali

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Una sostanza amara quassina, fu estratta sin dal 1834 dal legno della Quassia amara da Winkler (1) e fu considerata da questo A. quale alcaloide. Wiggers (2) dimostrò l’assenza di azoto nella molecola e propose la formula C10H12O3. Altre formule furono poi attribuite alla quassina: C31H42O9 da Christensen (3) e C32H42O10 da Oliveri e Denaro (4). Più tardi, nel 1937, Clark (5) segnalò che la quassina grezza è una miscela di due composti quassina e neoquassina. Una sostanza amara, la picrasmina, C22H28O, è stata estratta dal Quassio (Picroena excelsa Lindl.) dallo stesso Clark (6). Nel 1950 Adams e Whaley (7) indicarono la quassina come miscela di due sostanze in quantità pressapoco uguali: neoquassina, C22H30O6, e isoquassina, C22H28O6.

Le ricerche più recenti di Robertson e coll. (8-12) iniziate nel 1950, hanno stabilito nella Quassia amara la presenza di un lattone, quassina, C22H28O6, e del corrispondente emiacetale, neoquassina, C22H30O6.

Allo scopo di chiarire le formule di struttura della quassina e della neoquassina, ulteriori studi sono stati condotti per opera di Canonica e Fiecchi (13), di Valenta e coll. (14-16) e di Carman e Ward (17). Valenta e coll. (14-16) per la quassina hanno proposto la formula I. La neoquassina è il corrispondente emiacetale (II):

quassia Figura 1

Da 24 kg di legno di Quassia amara L. sono stati ricavati 12 g di quassina pura cristallizzata e 20 g di neoquassina (18).

Nel legno della Picrasma excelsa sono stati inoltre trovati tiamina mg 1,8% (18a), ceneri 7,8%; nel legno della Quassia amara L. ceneri 3,6% (18b). In legno di Quassio di origine botanica non precisata è stato segnalato un contenuto di manganese pari a mg 0,49% del legno essiccato all’aria (18c).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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Fra le popolazioni dei paesi di origine il Quassio gode fama di buon rimedio contro le febbri infettive. In Europa la droga venne introdotta nel 1756 dallo svedese Rolander. Secondo altri questo merito spetterebbe invece a Dahlberg, tenente colonnello delle truppe olandesi di stanza nel Surinam, al quale la droga sarebbe stata indicata dallo schiavo nero Quassi (d’onde il nome) (19).

Sembra tuttavia che il Quassio fosse già noto come pianta medicamentosa, nei paesi di origine (Surinam, Guyana, Panama, Antille, Brasile) già in epoca precolombiana, non solo come febbrifugo ma anche come amaro stomachico e depurativo.

Il Quassio è classificato fra gli amari puri e deve le sue proprietà al contenuto di alcune sostanze amare (ved. parte chimica) ed è esente da tannino.

Amaro tonico ed eupeptico molto attivo, stimola l’appetito, aumenta notevolmente la secrezione gastrica, intestinale, epatica e renale [Campardon (20) ]. Agisce sulle fibre muscolari liscie dell’intestino, della colecisti e dell'utero, aumentandone la contrattilità [Rabuteau (21)].

Schlesinger e Schlossmann (22) trovarono che piccole dosi di quassina o di legno Quassio non sono attive sul cuore isolato di mammifero, mentre le dosi più elevate determinano un’azione depressiva che si manifesta con una diminuzione della frequenza e dell’ampiezza delle contrazioni.

Amin e coll. (23) trovarono che la quassina può sostituire il cloridrato di emetina. Essa alla concentrazione di 1:100000 inibisce i movimenti del Trichomonas e dell'Entamoeba histolitica in vitro, mentre l’emetina si dimostrerebbe inattiva a questa concentrazione.

I preparati di Quassio somministrati a forti dosi possono determinare irritazione gastrica tale da provocare il vomito. Secondo Antonibon (24) la tossicità della quassina somministrata oralmente, non sarebbe elevata perchè poco solubile e quindi poco assorbibile dallo stomaco e dall'intestino. Più tossica sarebbe invece se somministrata per via parenterale. Questo A. nega che la quassina sia più tossica per gli insetti che per l'uomo e vertebrati in generale, come erroneamente si credeva.

In base ai risultati dedotti dal confronto della dose letale in diversi animali, questo A. conclude che la sua tossicità è per tutti gli animali dello stesso ordine di grandezza e che può variare soltanto in funzione della via di somministrazione. Le dosi letali trovate dall'Antonibon sono le seguenti:

quassia Figura 2

Anche la sede di azione sarebbe la stessa tanto per i mammiferi quanto per gli insetti. La quassina colpisce il sistema nervoso ed a seconda dello sviluppo e del grado di evoluzione di questo, si può osservare torpore campleto, rilassamento generale dei muscoli e stato di morte apparente negli insetti. Nel coniglio, paresi degli arti, tremori muscolari generalizzati e, infine, paralisi.

Tocco-Tocco (25) che sperimentò sugli insetti trovò che somministrando la quassina in dose moderata essa agisce determinando una depressione. A dosi elevate, determina prima paresi e quindi paralisi degli arti. L'assorbimento, negli insetti, secondo l'A. sarebbe rapido e l'eliminazione lenta.

Indicazioni – Per le sue proprietà amaro-tonica, stomachica, eupeptica e contratturante degli organi a muscolatura liscia, il Quassio è impiegato per lo più sotto forma di infuso al 5 %, nelle dispepsie, nelle atonie digestive, nelle costipazioni, nelle congestioni epatiche.

Per le sue proprietà tossiche sugli artropodi e sui vermi, il Quassio è impiegato nell'ossiurosi, sotto forma di infuso somministrato per clistere, e nella pediculosi del capo. L'infuso applicato sulla cute, preserva l'uomo e gli animali dalle punture degli insetti verso i quali funge da repellente.

Come antiparassitario il Quassio è impiegato anche in agricoltura, solo o associato con altri parassiticidi [Danzel (26)].

Controindicazioni – L'uso del Quassio, per la sua azione contratturante sugli organi a fibre muscolari liscie, è sconsigliato durante la gravidanza.

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido per tintura (g 1 = LXVIII gtt).

Dosi: X-XX gtt più volte pro die.

b) Estratto fluido per sciroppo (g 1 = XXXV gtt).

Dosi: X-XX gtt più volte pro die.

c) Estratto molle acquoso (1 p. = 25 p. circa di droga).

Dosi: g 0,01-0,015.

d) Tintura F.U. al 20% di droga.

Dosi: g 1-2 pro dose.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura F.U.

Estratto fluido quassio per tintura………………………………… g 20

Alcool di 70° …………………………………………………………. g 80

(g 1-2 pro dose).

Sciroppo

Estratto fluido quassio per sciroppo……………………………. g 5

Sciroppo semplice F.U……………………………………………….. g 95

(a cucchiaini).

Gocce digestive

Tintura quassio

Tintura lichene

Tintura china ana p. e.

(XV-XX gtt in un po' d'acqua ½ ora prima dei pasti).

BIBLIOGRAFIA

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(1) WINKLER (1834), Arch. Pharm., 58, 246. 1836; B. Repert. Pharm., 54, 85, 1835; 65, 74, 1839 –

(2) WIGGERS, Ann. Pharm., 21, 40, 1837; Arch. Pharm., 62, 208, 1837 – (3) CHRISTENSEN, Arch. Pharm., 220, 481, 1882 – (4) OLIVERI e DENARO, Gazz. Chim. Iral., 14, 1, 1884; 15, 6, 1885; 17, 270, 1887 – (5) CLARK E. P., J. Am. Chem. Soc., 59, 927 e 2511, 1937 • (6) CLARK E. P., ibid., 60, 1146, 1938 – (7) ADAMS e WHALEY, ibid., 72, 375, 1950 • (8) LONDON E., ROBERTSON A. e WOR- THINGTON H., J. Chem. Soc., 3431, 1950 – (9) BEER R. J. S., JAQUISS D. B. G., ROBERTSON A. e SAVIGE W. E., ibid., 3672, 1954 • (10) HANSON K. R., JAQUISS D. B., LAMBERTON J. A., ROBERTSON A. e SAVIGE W. E., ibid., 4238, 1954 – (11) BEER R. J. S., HANSON K. R. e ROBERTSON A., ibid., 3280. 1956 – (12) BEER R. J. S., DUTTON B. G., JAQUISS D. B., ROBERTSON A. e SAVIGE W. E., ibid., 4850, 1956 – (13) CANONICA L. e FIECCHI A., Atti accad. naz. Lincei, Rend., Classe sci. fìs. mat. e nat., 18, 192, 1955 – (14) VALENTA Z., GRAY A. H., PAPADOPOULOS S. e POOESVA G., Tetrahedron Letters, 25, 1960; ibid., 1317, 1961 • (15) VALENTA Z., PAPADOPOULOS S. e PODESVA C., Tetrahedron, 15, 100, 1961 – (16) VALENTA Z., GRAY A. H., ORR D. E.. PAPADOPOULOS S. e PODESVA C.. ibid., 18, 1433, 1962 – (17) CARMAN R. M. e WARD A. O., Tetrahedron Letters, 317, 1961 – (18) LEBEAU P. e JANOT M., Pharmade Chimique, voi. V, 1955-1956, p. 3786 – (18 a) CHAIKELIS A. S., J.A.Ph.A., 35, 344, 1946 – (18 b) WEHMER C., Die Pflanzenstoffe II ed., p, 643 • (18 c) KUEHN K. C., Dtsch. Ap. Ztg., 92, 800, 1952 • (19) LINNEO, Amenità accademiche, voi. IV, Leida 1764 • (20) CAMPARDON M., Annuaire de Thérapeutique de Matière Medicale, Paris, Baiiliére 1883, p. 217 – (21) RABUTEAU, cit. da PIC A. e BONNAMOUR S. in Phytothérapie, Médicaments végélaux, Baillière Paris, 1923, p. 396 – (22) SCHLESINGER M. e SCHLOSSMANN H., Arch. exp. Path. u. Pharmakol., 158, 189, 1930 – (23) AMIN e coll., Quart. J. Pharm. Pharmacol., 18, 106, 1945 • (24) ANTONIBON A., Arch. tntem. pharmacod. et de thér., 33, 78, 1927 – (25) TOCCO-TOCCO L., ibid., 29, ICO, 1924 – (26) DANZEL L., Prod. Pharm., 5, 371, 1950.