Rosa Rossa: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Rosa Rossa

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Rosa gallica L. – Fam. Rosacee/Rosee)

(Sin. – Rosa provincialis Ait. – Rosa rubra Lamk. – Rosa rubra multiplex Bauh. Duham. – Rosa pumila Jacq.)

Rosa Rossa- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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rosarossa

Etimologia – Rosa, nome usato da Virgilio (Georg. IV, 134) dal greco rodon. Secondo il filologo francese Mass. P. Emilio Littrè il nome deriverebbe dal sanscrito vrad o vrod = flessibile, per allusione alla flessibilità dei rami. Secondo altri dal celtico rhood o rhudd = rosso.

gallica – francese (da Gallia)

provincialis – di Provins (Seine et Marne) (non di Provenza)

rubra – per il colore rosso dei petali

multiplex (contrario di simplex) cioè mutevole, per le molte varietà

pumila – piccola (pianta piccola) .

Nomi volgari – Rosa maggese, rosa mistica (tosc.), rosea muscajatta, roesa mingaIle (lig.), rosa di spessieri (piem.), rosa di mis (emil.), rosa de maggio (nap.), rosiello (pugl.), rosa carmusina (calab.).

Rose de Provins, rose rouge (fr.), Essigrose (ted.), the red rose (ingl.), rosa colorada, de grana, vermelha, ecc. (spagn.).

Habitat – Alcuni AA. la ritengono originaria dall'Asia, acclimatata e naturalizzata poi in Europa dopo il XIII sec., importata dalla Siria da Thibaut (Tibaldo o Teobaldo) IV, conte di Champagne e Brie, a Provins, sua residenza, al suo ritorno dalle Crociate (1240) e poi coltivata a Fontanay (aux Roses) vicino a Parigi, e diffusasi in varie regioni francesi (Anjou, Lyonnais), (Bois des Charmonnières), nella Loira (Montbrison), Alvernia, Savoia.

Coltivata sulla Costa Azzurra (da non confondere con la Rose de Provence), in Inghilterra (Mitcham), in Olanda, in Germania (dintorni di Amburgo e di Norimberga), in Svizzera (Genève, Schaffhouse), in Persia, ecc.

In Italia si trova qua e là nei luoghi boscosi e selvatici dal mare alla zona montuosa. Coltivata.

Arbusto generalmente nano (0,50-0,60 m.)

Parti usate I petali.

Componenti principali

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Analoghi a quelli della Rosa centifolia L.

Da una tonnellata di fiori, previa macerazione in salamoia, sono stati ricavati kg 1,3 (0,13%) di olio essenziale con 30% di citronellolo, 26 % di geraniolo e non più del 9 % di stearoptene (1).

Le sostanze coloranti identificate nei petali della Rosa gallica L. var. rubra sono quercetina, trovata in quantità pari sino all’1 % (2), e cianina, estratta nella proporzione dello 0,7 % dai petali secchi (3).

Tannino è stato trovato in quantità dal 9 al 23% (4).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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La Rosa rossa è dotata di un'azione blandamente astringente per la quale i suoi preparati (infuso, estratto fluido, miele rosato) vengono impiegati esternamente, sotto forma di lozioni, colliri, gargarismi e colluttori.

Analogamente alla Rosa pallida, trova impiego anche come correttivo dell’odore e del sapore e, sotto forma di essenza, in profumeria e in cosmetologia.

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido (g 1 = XXXVII gtt).

Dosi: g 2-10 pro die.

b) Soluz. idroalc. conc. alcool-idrosol. di olio essenz. 1,25% per acqua di rose.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido rosa rossa……………………………………………… g 20

Alcool di 30°…………………………………………………………………. g 80

(a cucchiaini).

Sciroppo

Estratto fluido rosa rossa……………………………………………… g 5

Sciroppo semplice F.U………………………………………………… g 95

(a cucchiai).

Miele rosato

Estratto fluido rosa rossa……………………………………………… g 10

Miele depurato……………………………………………………………… g 90

Acqua di rose

Soluzione concentrata olio essenziale………………………… g 2

Acqua distillata……………………………………………………………. g 98

BIBLIOGRAFIA

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(1) lACOBASHWILI N., P.E.O.R., 52, 226, 1961; Manulact. Chem.. 33, 25, 1962 – (2) KARRER W., Konstitution und Vockommen der organischen Pflanzenstoffe, 1958, p. 609 – (3) WILLASTAETTER R. e NOLAN T. J., Lieb. Ann., 408, 1, 1915 – (4) WEHMER C., Die Pilanzenstofle, II ed., p. 463.