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La domanda “la semaglutide fa perdere i capelli?” nasce spesso quando la terapia per il diabete o per la gestione del peso coincide con un periodo in cui la capigliatura appare più diradata o cadono più capelli del solito. È comprensibile collegare i due eventi, ma per capire se esiste un nesso diretto bisogna prima chiarire che cos’è la semaglutide, come funziona nell’organismo e quali sono gli effetti attesi e non attesi del trattamento. Solo inquadrando bene il farmaco e il contesto clinico è possibile interpretare correttamente eventuali modifiche alla salute dei capelli che compaiono durante il percorso terapeutico.
La perdita di capelli, inoltre, non è un fenomeno uniforme: può essere transitoria o persistente, influenzata dal ciclo di crescita del capello e da molteplici fattori come il peso corporeo, l’apporto nutrizionale, gli ormoni tiroidei, lo stress fisico o psicologico, infezioni recenti e altre condizioni mediche. Anche il ritmo con cui si dimagrisce può avere un ruolo. In questa prima parte affrontiamo quindi le basi farmacologiche della semaglutide e il suo impiego clinico, per poi collegare questi aspetti al tema capelli nelle sezioni successive.
Introduzione alla semaglutide
La semaglutide è un agonista del recettore del GLP-1 (glucagon-like peptide-1), una classe di farmaci nata per la cura del diabete mellito di tipo 2 e successivamente approvata, in specifiche formulazioni e dosaggi, anche per la gestione cronica del peso nei soggetti con obesità o sovrappeso associato a comorbilità. Agendo su un percorso ormonale già presente nell’organismo, la semaglutide mima gli effetti del GLP-1, un incretino che collega l’assunzione di nutrienti alle risposte metaboliche post-prandiali. Oggi è disponibile in iniezioni sottocutanee a somministrazione settimanale e in compresse orali a somministrazione quotidiana; le diverse formulazioni non sono intercambiabili e si usano nell’ambito delle indicazioni approvate. Nei programmi di dimagrimento autorizzati, il farmaco viene titolato gradualmente fino alla dose di mantenimento, con l’obiettivo di massimizzare l’efficacia e minimizzare gli effetti indesiderati, in abbinamento a un piano strutturato di dieta e attività fisica.
Per comprendere perché la semaglutide possa favorire sia il controllo glicemico sia la riduzione del peso, è utile ripercorrere i suoi principali meccanismi d’azione. L’attivazione dei recettori per il GLP-1 nel pancreas potenzia in modo glucosio-dipendente la secrezione di insulina e riduce quella di glucagone, contribuendo a un miglior equilibrio della glicemia. A livello gastrointestinale rallenta lo svuotamento gastrico, modulando il segnale di sazietà e riducendo la velocità con cui i carboidrati vengono assorbiti. Nel sistema nervoso centrale, l’interazione con specifiche aree ipotalamiche coinvolte nell’appetito aiuta a diminuire l’introito calorico spontaneo. Questi effetti combinati si traducono in un minore picco glicemico post-prandiale e, nel tempo, in un deficit energetico che può favorire il dimagrimento. È importante sottolineare che il calo ponderale non è “magico”: è la risultante dell’effetto biologico del farmaco sui segnali di fame e sazietà, integrato con scelte alimentari e comportamentali coerenti con gli obiettivi terapeutici.
Dal punto di vista clinico, la semaglutide trova indicazione nel diabete di tipo 2 quando è necessario migliorare il controllo glicemico, spesso in associazione con altre terapie orali come la metformina o con gli inibitori del SGLT2, e in alcuni casi con l’insulina basale. Nella gestione dell’obesità, può essere presa in considerazione per adulti con un determinato indice di massa corporea (IMC), soprattutto se coesistono fattori di rischio o patologie correlate al peso. Non è un farmaco “per tutti”: esistono controindicazioni e precauzioni da valutare, inclusa la storia personale e familiare di alcune neoplasie endocrine, episodi di pancreatite, patologie della cistifellea, gravidanza e allattamento. Il monitoraggio clinico periodico – per esempio del controllo glicemico, del peso, della funzione renale e dell’eventuale comparsa di effetti indesiderati – aiuta a ottimizzare la terapia. Il ritmo del dimagrimento varia tra individui e nel tempo: dipende dalla dose, dalla risposta biologica, dall’aderenza al piano e da fattori concomitanti come lo stile di vita e altre condizioni mediche. Questa variabilità è rilevante quando si prova a interpretare cambiamenti come la caduta di capelli, che spesso risponde a più cause, non a un unico fattore.
Effetti collaterali comuni
Il profilo di sicurezza della semaglutide è caratterizzato soprattutto da effetti gastrointestinali dose-dipendenti, come nausea, senso di pienezza precoce, vomito, diarrea o stipsi, in genere più intensi nelle fasi iniziali o durante gli incrementi di dose e tipicamente destinati ad attenuarsi con la titolazione lenta e l’adattamento dell’organismo. Meno comunemente, possono comparire colelitiasi, eventi correlati alla cistifellea e, raramente, pancreatite; la disidratazione da vomito o diarrea può mettere a rischio la funzione renale in persone predisposte. Nei pazienti con rapido miglioramento glicemico può verificarsi un transitorio peggioramento della retinopatia diabetica; per questo la valutazione oculistica resta importante nei soggetti a rischio. Iniezioni settimanali possono dare lievi reazioni locali nel sito di somministrazione, mentre la formulazione orale richiede accorgimenti di assunzione per garantirne l’assorbimento. In questo contesto, la caduta dei capelli non è tipicamente riportata come effetto diretto e comune della semaglutide negli studi di registrazione; tuttavia, alcuni pazienti riferiscono un aumento della perdita di capelli durante il dimagrimento. È fondamentale distinguere tra un’alopecia indotta direttamente da un farmaco (evento raro e con caratteristiche specifiche) e un effluvium telogen dovuto a fattori sistemici come deficit energetico o nutrizionale, rapida riduzione di peso o altre condizioni concomitanti: una distinzione che approfondiremo nel prosieguo, collegando i meccanismi biologici del farmaco alle modifiche dell’equilibrio del capello.
Una gestione pratica degli effetti gastrointestinali prevede in genere una titolazione lenta della dose, pasti più piccoli e frazionati, la riduzione temporanea di cibi molto grassi o irritanti e una buona idratazione. Se nausea, vomito o diarrea sono persistenti, è utile valutare l’apporto calorico e proteico per evitare deficit energetici e squilibri elettrolitici. La semaglutide da sola ha un basso rischio di ipoglicemia, ma in associazione con sulfaniluree o insulina il rischio aumenta e può rendere necessari aggiustamenti terapeutici supervisionati.
Vanno segnalati tempestivamente sintomi atipici o severi, come dolore addominale intenso e persistente con irradiazione alla schiena, febbre o ittero, peggioramento rapido della vista, segni di disidratazione o ridotta diuresi. Anche una perdita di capelli marcata e protratta, soprattutto in concomitanza con un calo ponderale rapido o con restrizioni alimentari importanti, merita valutazione clinica: consente di distinguere tra cause farmacologiche, nutrizionali o legate allo stress metabolico e di impostare eventuali correzioni.
Perdita di capelli: un possibile effetto?
La semaglutide, principio attivo di farmaci come Ozempic e Wegovy, è utilizzata principalmente per la gestione del diabete di tipo 2 e, più recentemente, per la perdita di peso. Sebbene efficace, alcuni pazienti hanno riportato episodi di perdita di capelli durante il trattamento. Tuttavia, non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta tra l’uso di semaglutide e la caduta dei capelli. (d.repubblica.it)
La perdita di capelli osservata in alcuni pazienti potrebbe essere attribuita a un fenomeno noto come effluvio telogen. Questa condizione si verifica quando un numero significativo di follicoli piliferi entra prematuramente nella fase di riposo (telogen) del ciclo di crescita dei capelli, portando a una caduta diffusa. L’effluvio telogen è spesso scatenato da stress fisici o metabolici, come una rapida perdita di peso. (drugslib.com)
In effetti, la perdita di peso rapida ed eccessiva può rappresentare uno stress significativo per l’organismo, influenzando negativamente la salute dei capelli. Questo tipo di stress può indurre l’effluvio telogen, con conseguente aumento della caduta dei capelli. È importante sottolineare che questa condizione è generalmente temporanea e i capelli tendono a ricrescere una volta che l’organismo si è adattato al nuovo peso o quando la perdita di peso rallenta.
In sintesi, mentre alcuni pazienti in trattamento con semaglutide hanno riportato episodi di perdita di capelli, le evidenze attuali suggeriscono che ciò sia più probabilmente legato alla rapida perdita di peso piuttosto che a un effetto diretto del farmaco. Monitorare attentamente la velocità di perdita di peso e mantenere un’adeguata nutrizione può aiutare a minimizzare questo rischio.
Conclusioni
La semaglutide è un farmaco efficace per la gestione del diabete di tipo 2 e per la perdita di peso. Sebbene alcuni pazienti abbiano riportato episodi di perdita di capelli durante il trattamento, le evidenze attuali indicano che ciò sia più probabilmente dovuto alla rapida perdita di peso piuttosto che a un effetto diretto del farmaco. È fondamentale monitorare attentamente la velocità di perdita di peso e garantire un’adeguata nutrizione per minimizzare il rischio di effluvio telogen. In caso di preoccupazioni riguardo alla perdita di capelli durante il trattamento con semaglutide, è consigliabile consultare un professionista sanitario per una valutazione approfondita e per discutere eventuali strategie di gestione.
Nel complesso, quando la caduta è collegata a uno stress sistemico come il dimagrimento, tende a comparire dopo alcune settimane e a migliorare spontaneamente nell’arco di pochi mesi con la stabilizzazione del peso e dell’apporto nutrizionale. Puntare a un ritmo di perdita ponderale graduale, garantire un adeguato apporto di proteine e micronutrienti e programmare controlli periodici aiuta a ridurre il rischio di effluvio telogen e a seguire il trattamento in sicurezza, segnalando eventuali sospette reazioni avverse ai canali di farmacovigilanza tramite il proprio curante.
Per approfondire
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Informazioni ufficiali sui farmaci approvati in Italia, inclusa la semaglutide.
Agenzia Europea per i Medicinali (EMA): Dettagli sulle approvazioni e sugli studi clinici relativi alla semaglutide.
Società Italiana di Diabetologia (SID): Risorse e linee guida sulla gestione del diabete e sull’uso di farmaci come la semaglutide.
Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST): Informazioni sulle condizioni dermatologiche, inclusa la perdita di capelli.
PubMed: Database di letteratura medica per ricerche su studi clinici e articoli scientifici riguardanti la semaglutide e la perdita di capelli.
