Colera: incubazione, contagiosità e profilassi

Colera: incubazione, contagiosità e profilassi

Colera: scheda riassuntiva di notifica e profilassi


Classificazione ICD-9: 001-001.9

Tipo di NotificaClasse I

Periodo di incubazione: Da poche ore a 5 giorni, abitualmente 2-3 giorni.

Periodo di contagiosità: Per tutto il periodo di incubazione e fintanto che Vibrio cholerae è presente nelle feci, abitualmente per alcuni giorni dopo la guarigione clinica; occasionalmente può instaurarsi lo stato di portatore cronico, con escrezione del patogeno per alcuni mesi.

Provvedimenti nei confronti del malato: Ospedalizzazione con precauzioni enteriche1 fino alla negatività di 3 coprocolture eseguite a giorni alterni dopo la guarigione clinica, di cui la prima eseguita almeno 3 giorni dopo la sospensione della terapia antimicrobica

Provvedimenti nei confronti dei conviventi e dei contatti: Sorveglianza sanitaria2 per 5 giorni dalla ultima esposizione dei conviventi e delle persone che hanno condiviso alimenti e bevande con il paziente.

Ricerca di eventuali portatori tra conviventi mediante coprocoltura.

Allontanamento delle persone sottoposte a sorveglianza sanitaria dalle attività che comportino direttamente o indirettamente la manipolazione di alimenti per almeno 5 giorni dall’ultimo contatto con il caso.

In caso di elevata probabilità di trasmissione secondaria in ambito domestico, chemioprofilassi dei conviventi con tetraciclina o doxiciclina ai seguenti dosaggi:

  • adulti: 500 mg di tetraciclina per 4 volte al giorno per tre giorni, oppure 300 mg di doxiciclina in dose singola per tre giorni
  • bambini: 6 mg/kg di doxiciclina in dose singola per tre giorni, oppure 50 mg/kg/die di tetraciclina divisi in 4 somministrazioni giornaliere per tre giorni

 

In caso di ceppi di V. cholerae resistenti alla tetraciclina, i trattamenti alternativi sono rappresentati da:

  • adulti: 100 mg di furazolidone 4 volte al dì per un giorno, oppure 2 gr 2 volte al dì di co-trimossazolo per un giorno
  • bambini: 1,25 mg di furazolidone 4 volte al dì per un giorno, oppure 50 mg/Kg di co-trimossazolo in due assunzioni giornaliere per un giorno.

La vaccinazione anticolerica non è indicata.

1 Precauzioni Enteriche: Uso di guanti nel caso di manipolazione o contatto con materiali contaminati e uso di grembiuli in caso di possibilità di insudiciamento, per prevenire la trasmissione di infezioni trasmesse per mezzo del contatto diretto o indiretto con le feci. Una stanza ed un bagno separati sono indicati nel caso di scarsa igiene del paziente

2 Sorveglianza Sanitaria: obbligo di sottoporsi a controlli da parte dell’Autorità sanitaria, senza restrizione dei movimenti, per un periodo di tempo pari a quello massimo di incubazione della malattia

Colera: generalità

Il colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio cholerae, che generalmente provoca una diarrea più o meno grave.

Si trasmette per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione.

I ceppi di Vibrio cholerae che possono causare epidemie sono due: il Vibrio cholerae 01 e il Vibrio cholerae 0139.

La principale riserva di questi patogeni sono rappresentati dall’uomo e dalle acque, soprattutto quelle salmastre presenti negli estuari, spesso ricchi di alghe e plancton.

Il sierogruppo 01 provoca la maggior parte delle epidemie mentre il sierogruppo 0139 è stato isolato nel Bangladesh e nel Sud-est asiatico.

Altri gruppi di Vibrio cholerae possono causare forme di diarrea più lievi e che non si sviluppano in vere e proprie epidemie.

Trasmissione del colera

Il colera è una malattia infettiva a trasmissione oro-fecale: può essere contratta in seguito all’ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti).

I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare.

Le principali cause di epidemia di colera sono le scarse condizioni igieniche in alcuni paesi e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile.

Il batterio può vivere anche in acque salate come nelle zone costiere ed il rischio di contrarre infezione attraverso i frutti di mare è elevata perché essi filtrano le acque marine, concentrando eventuali batteri contenuti in esse.

Il contagio diretto da persona a persona è molto raro in condizioni igienico-sanitarie normali perché la carica batterica necessaria per la trasmissione dell’infezione è molto elevata: superiore al milione di germi.

Sintomi e diagnosi

Il periodo d’incubazione della malattia in genere va dalle 24 alle 72 ore (2-3 giorni), ma in casi eccezionali può oscillare tra le 2 ore e i 5 giorni, in funzione del numero di batteri ingeriti.

Nel 75% dei casi le persone infettate non manifestano alcun sintomo, e fra il 25% che li manifestano, solo alcuni sviluppano una forma grave di malattia.

Il sintomo prevalente è la diarrea, acquosa e marrone all’inizio chiara e successivamente liquida con aspetto ad “acqua di riso”.

In alcuni paziente l’ importante perdita di liquidi può portare alla disidratazione e allo shock, che nei casi più gravi può essere fatale.

La febbre non è un sintomo prevalente della malattia, mentre possono manifestarsi vomito e crampi alle gambe.

Terapia

La base della terapia del colera è la reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con la diarrea e il vomito.

La reidratazione orale con soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti ed acqua, ha successo nel 90% dei casi, e deve essere iniziata immediatamente.

Nei casi più gravi può essere necessaria invece una reidratazione endovenosa mediante fleboclisi con grandi volumi di liquidi (4-6 litri al giorno) e talvolta una terapia antibiotica a base di tetracicline o di ciprofloxacina, che può abbreviare il decorso della malattia e la gravità dei sintomi.

A seguito di una corretta terapia reidratante, solo l’1% dei pazienti muore e, di solito, in seguito al ripristino dei fluidi, il paziente guarisce spontaneamente.

Prevenzione del colera

L’aspetto principale della prevenzione è l’educazione al rispetto di accorgimenti igienici durante la preparazione o l’assunzione del cibo, come il lavarsi le mani con il sapone prima di iniziare a cucinare o mangiare.

I vibrioni del colera sono, infatti, estremamente sensibili all’azione dei comuni detergenti e disinfettanti.

Esistono anche dei vaccini ma la loro efficacia deve essere ancora stabilita.