Dermatofitosi: incubazione, contagiosità e profilassi

Dermatofitosi o dermatomicosi o Tigna

incubazione, contagiosità e profilassi

 

Dermatofitosi: scheda riassuntiva di notifica e profilassi


Classificazione ICD-9: 110-110.9

Tipo di Notifica: Classe IV

Periodo di incubazione: Da 4 a 10 giorni per Tinea cruris e Tinea corporis; da 10 a 14 giorni per Tinea capitis e Tinea barbae; non definito per le altre forme.

Periodo di contagiosità: Fintanto che sono presenti le lesioni e che miceti vitali persistono sui materiali contaminati.

Provvedimenti nei confronti del malato: In caso di Tinea capitis nessuna restrizione, purché venga seguito un trattamento appropriato.
Se il paziente è ospedalizzato precauzioni per drenaggi/secrezioni1.
Esclusione dalla frequenza di palestre e piscine in caso di Tinea corporis, cruris e pedis, per tutta la durata del trattamento; se il paziente è ospedalizzato precauzioni per drenaggi/secrezioni.

Provvedimenti nei confronti dei conviventi e dei contatti: Ricerca di altri casi di infezione nei conviventi e nei contatti scolastici e ricerca della fonte di infezione, oltre che nei contatti umani, negli animali domestici, spesso portatori inapparenti.
Educazione sanitaria dei conviventi e contatti allo scopo di impedire la condivisione di oggetti contaminati.

1 uso di guanti per la manipolazione o il contatto con materiali contaminati, e di camici in caso di possibile insudiciamento, per prevenire la trasmissione di infezioni per contatto diretto o indiretto con materiale purulento o di drenaggio da un sito di infezione

 

Generalità

Le dermatofitosi (o dermatomicosi), comunemente note come “Tigne”, sono infezioni superficiali della cute e degli annessi cutanei (peli, unghie) causate da miceti (funghi dermatofiti).

I generi più comunemente in causa sono: Microsporon, Epidermophyton, Tricophyton che sono in grado di parassitare esclusivamente strutture morte, ricche di materiale cheratinico, come lo strato corneo della cute.

La trasmissione dell’infezione non avviene probabilmente per contatto con gli oggetti ambientali comuni (fomiti).

In molti casi il microrganismo persiste indefinitamente nella cute, causando forme di esacerbazione e remissione intermittenti, con estensione della lesione che si risolve al centro e persiste in fase attiva (eritema e desquamazione) alla periferia.

La forma dialettale che definisce “tignoso” un individuo testardo, deriva proprio da questa caratteristica persistenza dell’infezione che la rende spesso difficile da eradicare.

Alcuni dermatofiti producono un’infiammazione scarsa o nulla, mentre in altri casi l’infezione decorre acutamente e causa la comparsa a distanza di vescicole e bolle soprattutto in sede palmo-plantare.

Quando l’infezione colpisce il cuoio capelluto si possono formare vere e proprie lagune purulente (kerion) derivanti dalla coalescenza dei follicoli pilo-sebacei colpiti; questa è dovuta ad un’intensa reazione immunologica verso il fungo e solitamente è seguita da remissione o da guarigione.

Dermatofitosi: varietà cliniche e diagnosi

Poiché la differenziazione clinica tra i vari dermatofiti è difficile, queste infezioni vengono opportunamente classificate in base alle zone interessate.

La diagnosi di dermatofitosi è confermata dall’esame microscopico diretto dopo trattamento del campione con potassa caustica e dall’esame colturale del materiale di grattamento nel caso di onicomicosi.

Tinea corporis

La tinea corporis colpisce la cute ed è abitualmente causata da funghi del genere Tricophyton.

La lesione è caratterizzata da elementi anulari papulo-squamosi di colorito rosa-rossastro, con bordi molto netti.

La forma tende a risolversi al centro e ad espandersi alla periferia formando delle caratteristiche lesioni “a bersaglio”.

La diagnosi differenziale deve considerare la Pityriasis rosea, le tossidermie, la dermatite nummulare, l’eritema multiforme, la tinea versicolor, l’eritrasma, la psoriasi e la sifilide secondaria.

Tinea pedis

La tinea pedis o “piede d’atleta” è una forma particolarmente frequente, il Tricophyton mentagrophytes è il microrganismo più frequentemente in causa.

La tinea generalmente inizia a livello del 3° e 4° spazio interdigitale e poi si estende al dorso e alla pianta dei piedi.

La cute appare macerata, con bordi squamosi, a volte vescicolari.

Le forme acute, con molte vescicole-bolle, sono comuni durante la stagione calda.

L’infezione può estendersi alle unghie, producendo distrofie e distorsioni.

Altro agente responsabile è il Tricophyton rubrum che produce desquamazione e lichenificazione delle piante dei piedi con una distribuzione a «mocassino».

L’intensità del prurito, del dolore, dell’infiammazione e dell’eruzione vescicolare è molto variabile.

La Tinea pedis può complicarsi con infezione batterica secondaria, cellulite o linfangite che assumono di frequente carattere recidivante.

La tinea pedis può essere confusa con la semplice macerazione (da iperidrosi o da calzature che macerano i piedi), con una dermatite da contatto (per ipersensibilità verso i componenti delle scarpe, in modo più spiccato verso i collanti), con un eczema o con una psoriasi.

Tinea unguium

La tinea unguium, una forma di onicomicosi, è abitualmente causata da funghi del genere Tricophyton.

L’onicomicosi dei piedi è frequente dopo una tinea pedis cronica; l’infezione delle unghie delle mani è più rara.

Le unghie cominciano ad ispessirsi ed a sfaldarsi ed i detriti si accumulano sotto il margine ungueale.

Col tempo si nota uno scollamento dell’unghia dal suo letto, fino alla caduta e totale distruzione della stessa.

È particolarmente importante distinguere la tinea unguium da forme di psoriasi ungueale o periungueale poiché il trattamento è specifico e prolungato.

Tinea capitis

La tinea capitis colpisce principalmente i bambini, è contagiosa e può diventare epidemica.

L’infezione da Tricophyton tonsurans è la causa più comune, ma può essere causata anche da altre specie di Tricophyton, come il Tricophyton violaceum, o da alcune specie di Microsporum (audouini, canis o gypseum).

L’infezione da T. tonsurans del cuoio capelluto presenta un inizio subdolo e caratteristico.

L’infiammazione è di basso grado e persistente; le lesioni non sono anulari né nettamente demarcate e i capelli non presentano fluorescenza alla luce di Wood (luce ultravioletta).

Le aree colpite dello scalpo mostrano caratteristiche macchie nere dovute ai capelli spezzati.

Il fungo è un endotrix, produce cioè catene di artrospore che possono essere osservate con il microscopio all’interno dei capelli.

Le specie di Tricophyton possono persistere nell’adulto.

Il Microsporum audouini e il M. canis, una volta predominanti, sono attualmente meno frequenti.

Le lesioni del Microsporum audouinii sono rappresentate da chiazze grigiastre di ridotte dimensioni, desquamanti, con capelli rotti e opachi.

L’infezione può essere limitata ad una piccola area o estendersi e confluire sino ad interessare l’intero cuoio capelluto.

Talvolta le chiazze anulari si estendono oltre il margine del capillizio.

Il Microsporum canis e il Microsporum gypseum causano solitamente una reazione vivacemente flogistica, con caduta dei capelli infetti.

Talvolta può verificarsi un grosso granuloma infiammato, rilevato sul piano cutaneo (kerion), che tende ad una guarigione spontanea.

La diagnosi d’infezione da Microsporum è facilitata dall’ esame dello scalpo alla luce di Wood: i capelli infetti possiedono una luminescenza verde brillante.

Il parassitamento del capello è di tipo ectotrix, con spore che formano una guaina attorno al fusto che può essere osservata al microscopio.

Le colture del fungo possono essere importanti per stabilire la diagnosi.

Tinea cruris

La Tinea cruris (epidermofizia inguinale) è causata da vari microrganismi, ed è molto più frequente nei maschi.

Tipicamente, la lesione si estende dalla faccia interna delle cosce, partenza dalla regione della piega crurale.

Comunemente sono interessate entrambe le aree inguinali, ove si osservano spesso lesioni di grattamento e di lichenificazione.

Frequentemente la Tinea cruris viene complicata da intensa macerazione, miliaria locale, sovrainfezione batterica o da Candida e reazioni locali alla terapia.

La recidiva è frequente, poiché i miceti persistono indefinitamente sulla cute, e possono ripetutamente infettare gli individui sensibili.

Le riacutizzazioni della dermatite si osservano spesso in estate.

Gli abiti stretti e l’obesità favoriscono la crescita dei microrganismi.

L’infezione può essere confusa con la dermatite da contatto, con la psoriasi, con l’eritrasma o con l’intertrigine da candida.

Lo scroto è frequentemente infiammato nelle forme intertriginose da Candida, mentre in questa dermatofitosi l’interessamento scrotale è limitato o assente.

Tinea barbae

La tinea barbae, infezione fungina dei follicoli pilosebacei della barba, è veramente rara.

Comunemente essa è sostenuta da batteri ma talvolta, specialmente fra gli agricoltori, possono manifestarsi forme di follicolite e perifollicolite micotica (sicosi tricofitica).

Dermatofitidi o “idi”

Le dermatofitidi o «Idi» sono costituite da eruzioni cutanee acute di varia morfologia, e insorgenti in corso di dermatofitosi croniche di qualsiasi parte del tegumento.

Sono quindi il risultato di una ipersensibilità verso gli antigeni fungini.

Le vescicole compaiono spesso alle mani, sulla faccia interna delle dita.

Comunque molte altre sono le cause di dermatiti vescicolari delle mani.

Terapia delle Dermatofitosi

La maggior parte delle infezioni cutanee (fatta eccezione per la la Tinea capitis e le onicomicosi), rispondono molto bene ai preparati topici antimicotici quali gli imidazoli (miconazolo, clotrimazolo, econazolo, ketoconazolo) o alla Ciclopiroxolamina.

Altri antimicotici topici sono il bifonazolo (Azolmen o Canesten) (particolarmente attivo nella Pytiriasi versicolor) e l’ amorolfina.

La terapia sistemica delle dermatofitosi, è limitata ai casi resistenti od in quelli con un coinvolgimento cutaneo diffuso.

Gli antimicotici sistemici utilizzabili nelle dermatofitosi sono sostanzialmente tre:

  • La griseofulvina, l’antimicotico sistemico più “anziano”, è molto efficace nel trattamento della Tinea capitis, corporis, pedis, unguium (onicomicosi) causate da Trichophyton rubrum, T. Schoenlenei, T. Menthagrophytes, T. sulfureum, T. verrucosum, T. interdigitalis, Epidermophyton floccosum, Microsporum audouinii, M. canis, o M. gypseum; tuttavia risulta inutile in corso di Candididiasi o di tinea versicolor ed in tutte le micosi profonde (p.es. istoplasmosi, coccidimicosi, ecc.).
  • La Terbinafina, indicata nelle onicomicosi, nella Tinea capitis, corporis, cruris, pedis e nelle infezioni cutanee da lieviti, sostenute dal genere Candida, per le quali la terapia orale è considerata appropriata in ragione della loro localizzazione, severità od estensione dell’infezione. Non è efficace contro la Pityriasis versicolor.
  • Il Fluconazolo, indicato nelle dermatomicosi, incluse tinea pedis, tinea corporis, tinea cruris, tinea versicolor e infezioni cutanee da Candida, quando sia indicata la terapia sistemica. Tinea unguinium (onicomicosi), quando altri trattamenti non siano considerati appropriati.
  • Itraconazolo, nelle micosi superficiali: candidosi vulvovaginale, pityriasis versicolor, dermatofitosi, candidosi orale e cheratite fungina. Onicomicosi sostenute da dermatofiti e/o lieviti.