Artrite psoriasica o artropatia psoriasica

Artrite psoriasica o artropatia psoriasica

L’ artrite psoriasica si presenta in circa il 30% dei pazienti affetti da psoriasie ne rappresenta la principale complicanza.

In genere l’ artrite psoriasica segue le manifestazioni cutanee (75%), più raramente possono presentarsi contemporaneamente (15%) o ancor più raramente può precedere la psoriasi cutanea (10%) e spesso la gravità dell’impegno articolare, il decorso e il rischio di progressione verso il danno articolare, non correlano strettamente con l’interessamento cutaneo.

L’ artrite psoriasica si manifesta con sintomi a carico dell’apparato muscoloscheletrico; elemento caratteristico, che coincide con l’esordio della malattia, è dato dall’infiammazione a carico del punto di inserzione del muscolo sull’osso (entesite).

Questo può comportare rigidità (specialmente al mattino), dolore e gonfiore in una o più articolazioni di solito a carattere asimmetrico, riduzione dell’ampiezza dei movimenti, borsiti e tendiniti (la localizzazione più frequente è a carico dell’inserzione del tendine di Achille, posteriormente alla caviglia).

Altra caratteristica dell’ artrite psoriasica è la “dattilite“, caratterizzata dalla tumefazione dell’intero dito per la comparsa di edema linfatico.

Sul piano clinico l’ artrite psoriasica può presentarsi in forme diverse:

  • Forma oligoarticolare asimmetrica
  • Forma simmetrica simil-reumatoide
  • Forma mutilante
  • Forma spondilitica : con episodi di lombalgia che può indicare la presenza di infiammazione delle articolazioni sacroiliache (articolazioni posteriori del bacino)

La più frequente è quella simil-reumatoide che colpisce prevalentemente le dita delle mani e dei piedi, in particolare le articolazioni interfalangee distali (differenza con artrite reumatoide) spesso associate a deformazione ungueale, mentre la forma più grave è l’artrite mutilante, caratterizzata da osteolisi, danno articolare progressivo con mutilazioni e conseguente deformità articolare.

L’esordio dell’ artrite psoriasica è generalmente subdolo e il decorso variabile con episodi acuti e fasi persistenti.

Non ci sono esami specifici e la diagnosi si pone essenzialmente in base al quadro clinico (segni di infiammazione a carico delle articolazioni o dei tendini, presenza di psoriasi cutanea, psoriasi delle unghie) e alla storia clinica (storia di psoriasi nei familiari di I grado).

Nei pazienti con diagnosi dubbia, l’artrocentesi (prelievo del liquido presente nella cavità articolare) per l’analisi del liquido sinoviale può essere dirimente.

Distinguere una forma di artrite gottosa da una forma di artrite psoriasica è importante poiché diversa è la terapia.

Una caratteristica dell’artrite psoriasica è l’assenza di un anticorpo chiamato fattore reumatoide, spesso associato all’artrite reumatoide.

L’ecografia articolare è un esame utile sia nelle prime fasi che in quelle successive, poiché ha una maggiore sensibilità rispetto alla radiografia nel rilevare segni di infiammazione nelle diverse strutture dell’articolazione (versamento nello spazio articolare, studio della membrana sinoviale, etc..).

La diagnosi e il trattamento precoci sono indispensabili per modificare il decorso della malattia in quanto possono aiutare a prevenire o limitare il danno articolare che compare negli stadi avanzati della malattia.

In prima istanza vengono consigliati i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), al bisogno; essi non curano la malattia ma sono efficaci nel controllare il dolore e la rigidità articolare.

Qualora i FANS perdano di efficacia oppure peggiora la severità della malattia, è necessario iniziare l’uso dei farmaci “di fondo”, così chiamati perché agiscono anche sul gonfiore e sul danno articolare modificando il decorso della malattia (in inglese sono definiti con l’acronimo DMARDs).

Quelli più comunemente usati sono:

  • antimalarici (clorochina, idrossiclorochina) e sulfasalazina: vanno somministrati con cautela per il possibile peggioramento della psoriasi cutanea
  • metotrexate e ciclosporina: efficaci sia sull’artrite che sulla psoriasi cutanea
  • corticosteroidi: il loro uso, per via intra-articolare (iniettando il farmaco all’interno dell’articolazione infiammata) e per via sistemica (per bocca, intra-muscolo o endovena) è limitato alle forme aggressive

Recenti studi medici hanno evidenziato l’efficacia della leflunomide, farmaco comunemente usato per trattare l’artrite reumatoide ed autorizzato anche per il trattamento dell’artrite psoriasica.

Le moderne conoscenze in materia di biologia molecolare hanno permesso di produrre una nuova classe di farmaci cosiddetti “biologici”, progettati per interferire in specifici passaggi del processo infiammatorio alla base della psoriasi.

Questi farmaci rappresentano uno dei maggiori progressi ottenuti dalla medicina negli ultimi anni in campo terapeutico, essendo in grado di attenuare la gravità e l’estensione della malattia sia a livello cutaneo che articolare.

I farmaci biologici sono potenti immunosoppressori e attualmente vengono utilizzati nei pazienti che non hanno avuto beneficio dalle terapie con i farmaci precedentemente elencati. Un loro uso tempestivo, tuttavia, sembrerebbe bloccare l’evoluzione della malattia limitando l’insorgenza del danno articolare.

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