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Cosa fare per evitare che il sangue coaguli?
La coagulazione del sangue è un meccanismo vitale: consente di fermare le emorragie quando ci si ferisce, grazie all’azione coordinata delle piastrine e delle proteine della coagulazione che formano un “tappo” stabile. Tuttavia, quando questo processo si attiva in modo inappropriato all’interno dei vasi, può dare origine a trombi che ostacolano il flusso sanguigno. È ciò che accade nella trombosi venosa profonda, che può complicarsi con embolia polmonare, o nella trombosi arteriosa, alla base di eventi come l’infarto miocardico e l’ictus ischemico. Capire come e perché si formano i coaguli è il primo passo per prevenirli in modo efficace e sicuro.
La prevenzione richiede un approccio integrato: riconoscere i fattori di rischio personali, adottare misure di stile di vita, utilizzare correttamente le terapie quando indicate e sapere quando rivolgersi al medico. In questa guida vengono spiegate le principali cause della coagulazione del sangue e, nelle sezioni successive, verranno approfonditi il ruolo degli anticoagulanti, le scelte alimentari e gli accorgimenti quotidiani che aiutano a ridurre il rischio trombotico. Le informazioni presentate sono di carattere generale e non sostituiscono il parere del proprio curante, soprattutto in presenza di sintomi o condizioni cliniche specifiche.
Cause della coagulazione del sangue
La coagulazione è il risultato di una serie di reazioni in cascata che si attivano quando l’endotelio (il rivestimento interno dei vasi) subisce una lesione. Le piastrine si aderiscono alla zona danneggiata e rilasciano sostanze che richiamano altre piastrine, mentre les proteine della coagulazione trasformano il fibrinogeno in fibrina, creando una rete che stabilizza il coagulo. Nella fisiologia, questo sistema è finemente regolato da meccanismi anticoagulanti naturali e dalla fibrinolisi, che “smonta” il coagulo quando non serve più. La trombosi si sviluppa quando l’equilibrio si altera: la “triade di Virchow” – danno endoteliale, stasi del flusso e ipercoagulabilità – descrive i tre grandi pilastri che favoriscono la formazione patologica dei coaguli.
Il danno endoteliale è frequente dopo interventi chirurgici e traumi, ma anche in corso di infiammazione cronica, ipertensione e aterosclerosi. Dispositivi intravascolari (cateteri venosi, stent), fumo e inquinanti possono contribuire a irritare o lesionare l’endotelio. Nelle donne, gravidanza e puerperio comportano modificazioni emostatiche fisiologiche che, unite a possibili microlesioni vascolari, aumentano temporaneamente il rischio di trombosi. Quando il rischio è elevato, il medico può indicare una profilassi anticoagulante: in questi casi è utile sapere come gestire eventuali piccoli sanguinamenti accidentali, ad esempio cosa fare per fermare il sangue da una ferita se si sta assumendo un anticoagulante, per agire correttamente senza interrompere terapie prescritte. Come fermare il sangue da una ferita se si prende un anticoagulante.

La stasi del flusso è tipica dell’immobilizzazione prolungata: lunghi viaggi, allettamento post-operatorio o post-traumatico, gessi, ma anche sedentarietà marcata. Insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, varici e insufficienza venosa cronica rallentano il ritorno venoso e favoriscono i coaguli nelle vene profonde. L’ipercoagulabilità può essere ereditaria (mutazione di Fattore V Leiden o della protrombina, carenze di antitrombina, proteina C o S) o acquisita: neoplasie, sindrome antifosfolipidi, terapia estrogenica (pillola contraccettiva o terapia ormonale), obesità, diabete, disidratazione, infezioni e condizioni infiammatorie sistemiche. Anche interazioni farmacologiche e dietetiche possono alterare l’equilibrio coagulativo nelle persone che assumono anticoagulanti: conoscere gli alimenti che interferiscono con questi farmaci aiuta a mantenere l’efficacia della terapia riducendo i rischi.
Le trombosi venose e quelle arteriose condividono meccanismi comuni ma hanno peculiarità: nelle vene prevalgono spesso stasi e ipercoagulabilità, con coaguli ricchi di fibrina e globuli rossi; nelle arterie è centrale il danno endoteliale su placche aterosclerotiche, con trombi più ricchi di piastrine. Questo spiega perché, a seconda del contesto clinico, si usino più frequentemente anticoagulanti (per trombosi venose, fibrillazione atriale) o antiaggreganti piastrinici (per prevenire eventi arteriosi su base aterosclerotica). I segnali di allarme variano: dolore e gonfiore a un arto per la trombosi venosa profonda, dolore toracico e dispnea per l’embolia polmonare, deficit neurologici improvvisi per l’ictus, dolore toracico oppressivo e irradiazione a braccio/mandibola per l’infarto. Poiché spesso coesistono più fattori della triade di Virchow, la prevenzione efficace richiede di agire su tutti i fronti: limitare la stasi (mobilizzazione e idratazione adeguate), proteggere l’endotelio (controllo della pressione, del colesterolo e cessazione del fumo), ridurre l’ipercoagulabilità quando indicato (gestione del peso, trattamento di patologie sottostanti e, nei casi a rischio, profilassi farmacologica concordata con il medico). Non è raccomandato ricorrere a esami o trattamenti “fai da te”: un inquadramento clinico personalizzato è essenziale per bilanciare il beneficio della prevenzione con il rischio di sanguinamento.
Farmaci anticoagulanti: come funzionano
Gli anticoagulanti riducono la capacità del sangue di formare coaguli intervenendo sulla cascata della coagulazione. A differenza degli antiaggreganti (che agiscono sulle piastrine), questi farmaci bersagliano i fattori della coagulazione: le eparine potenziano l’azione dell’antitrombina e inibiscono soprattutto trombina e fattore Xa; gli antagonisti della vitamina K (es. warfarin) riducono la sintesi epatica dei fattori II, VII, IX e X; i farmaci orali diretti (DOAC) bloccano in modo selettivo la trombina (dabigatran) o il fattore Xa (apixaban, rivaroxaban, edoxaban).
La scelta dell’anticoagulante dipende dall’indicazione clinica, dal profilo di rischio emorragico, dalla funzione renale ed epatica e da possibili interazioni. Le eparine si somministrano per via parenterale e hanno insorgenza rapida; i DOAC e gli antagonisti della vitamina K si assumono per via orale, ma mentre i DOAC hanno effetto prevedibile e a dose fissa, gli antagonisti della vitamina K richiedono un aggiustamento personalizzato. Il monitoraggio varia: per il warfarin è necessario controllare periodicamente l’INR; eparine e DOAC in genere non richiedono test di coagulazione routinari, ma resta opportuno verificare a intervalli la funzione renale/epatica e l’emocromo secondo le indicazioni cliniche.
Le interazioni farmacologiche e dietetiche hanno rilevanza pratica. Gli antagonisti della vitamina K risentono dell’apporto di vitamina K nella dieta (es. verdure a foglia) e di numerosi farmaci o prodotti erboristici; DOAC ed eparine presentano in genere meno interazioni, ma possono essere influenzati da induttori o inibitori di P‑gp e CYP3A4. L’uso concomitante di FANS o antiaggreganti può aumentare il rischio di sanguinamento. Mantenere abitudini alimentari stabili ed evitare cambiamenti sostanziali senza confronto medico aiuta a preservare l’equilibrio terapeutico.
Gli aspetti pratici includono l’aderenza regolare alla terapia e la gestione di procedure invasive o interventi, che richiedono piani condivisi per l’eventuale sospensione e ripresa del farmaco. In caso di sanguinamento maggiore sono disponibili strategie di reversal: vitamina K e complessi protrombinici per gli antagonisti della vitamina K, protamina per le eparine, idarucizumab per il dabigatran e, in contesti selezionati, andexanet alfa o complessi protrombinici per gli inibitori del fattore Xa. L’obiettivo è massimizzare il beneficio antitrombotico minimizzando il rischio emorragico, all’interno di un percorso di cura strutturato.
Dieta e stile di vita per prevenire la coagulazione
Adottare una dieta equilibrata e uno stile di vita sano è fondamentale per prevenire la formazione di coaguli sanguigni. Alcuni alimenti e abitudini possono influenzare positivamente la fluidità del sangue e ridurre il rischio di trombosi.
Una dieta ricca di frutta e verdura fornisce antiossidanti e fibre che contribuiscono alla salute vascolare. Alimenti come agrumi, bacche, spinaci e broccoli sono particolarmente benefici. Inoltre, l’assunzione di pesce ricco di acidi grassi omega-3, come salmone e sgombro, può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare la circolazione sanguigna.
È importante limitare il consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e trans, presenti in cibi fritti e prodotti da forno industriali, poiché possono aumentare il rischio di aterosclerosi e formazione di coaguli. Inoltre, mantenere un peso corporeo sano attraverso una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare riduce il rischio di malattie cardiovascolari.
L’attività fisica regolare, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, migliora la circolazione sanguigna e aiuta a mantenere le arterie elastiche. Si raccomanda di svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica moderata ogni settimana. Evitare il fumo e limitare il consumo di alcol sono ulteriori passi importanti per mantenere il sistema cardiovascolare in salute.
Rischi e controindicazioni degli anticoagulanti
Gli anticoagulanti sono farmaci essenziali per prevenire e trattare condizioni tromboemboliche, ma il loro utilizzo comporta alcuni rischi e controindicazioni che devono essere attentamente considerati.
L’effetto collaterale più comune degli anticoagulanti è il rischio aumentato di sanguinamento. Questo può manifestarsi con sintomi come sangue nelle urine, feci nere o con striature di sangue, sanguinamenti frequenti dal naso o dalle gengive, ecchimosi inspiegabili, mestruazioni abbondanti o anomale, e presenza di sangue nel vomito o nella tosse. In caso di tali sintomi, è essenziale contattare immediatamente un medico. santagostino.it
Altri effetti collaterali possono includere disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, dolore addominale e difficoltà digestive. Alcuni pazienti possono sperimentare reazioni cutanee, come prurito, eruzioni cutanee o alopecia temporanea. In rari casi, l’uso prolungato di anticoagulanti può influenzare la funzionalità epatica e renale, manifestandosi con sintomi come affaticamento, debolezza generale, gonfiore alle gambe o al viso, e ingiallimento della pelle o degli occhi.
Le controindicazioni assolute all’uso di anticoagulanti includono la presenza di emorragie maggiori in atto o recenti e la gravidanza, a causa del rischio di malformazioni fetali e complicanze emorragiche. Altre condizioni che richiedono cautela sono la piastrinopenia, diatesi emorragica nota, pregresso sanguinamento maggiore, abuso di alcol, uso concomitante di farmaci antiaggreganti piastrinici, insufficienza epatica, presenza di varici esofagee, diverticolosi intestinale, angiodisplasia del colon, patologie vescicali e ictus ischemico esteso recente. anticoagulazione.it
Quando consultare un medico
È fondamentale consultare un medico prima di iniziare una terapia anticoagulante per valutare l’idoneità del trattamento in base alle condizioni cliniche individuali e ai potenziali rischi. Durante la terapia, è importante monitorare regolarmente la coagulazione del sangue attraverso esami specifici, come l’INR per il warfarin, per assicurarsi che il dosaggio sia appropriato e per minimizzare il rischio di complicanze.
In caso di sintomi di sanguinamento eccessivo, come quelli precedentemente descritti, o di effetti collaterali inusuali, è necessario contattare immediatamente un medico o recarsi al pronto soccorso. Anche in situazioni di gravi incidenti o traumi, è essenziale una valutazione medica tempestiva per gestire adeguatamente il rischio emorragico associato alla terapia anticoagulante. issalute.it
Inoltre, è importante informare il medico di tutti i farmaci, integratori o rimedi erboristici assunti, poiché possono interagire con gli anticoagulanti, alterandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. Una comunicazione aperta e regolare con il proprio medico è essenziale per garantire un trattamento sicuro ed efficace.
In conclusione, la prevenzione della coagulazione del sangue richiede un approccio integrato che combina l’uso appropriato di farmaci anticoagulanti, una dieta equilibrata, uno stile di vita sano e un monitoraggio medico regolare. Essere consapevoli dei potenziali rischi e delle controindicazioni, nonché sapere quando consultare un medico, sono passi fondamentali per garantire la sicurezza e l’efficacia del trattamento.
Per approfondire
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Informazioni dettagliate sugli anticoagulanti orali, indicazioni terapeutiche e linee guida aggiornate.
Istituto Superiore di Sanità (ISS): Approfondimenti sugli anticoagulanti, il loro utilizzo e le precauzioni da adottare.
Società Italiana di Cardiologia: Linee guida e raccomandazioni sull’uso degli anticoagulanti in cardiologia.
Fondazione Umberto Veronesi: Articoli divulgativi sul funzionamento degli anticoagulanti e le loro applicazioni cliniche.
Humanitas: Enciclopedia medica con informazioni sui farmaci anticoagulanti, indicazioni e controindicazioni.
