Amitiza: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe (Lubiprostone): sicurezza e modo d’azione

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe (Lubiprostone) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Amitiza è indicato per il trattamento della stipsi cronica idiopatica negli adulti, in caso di risposta inadeguata alla dieta e ad altre misure non farmacologiche (ad es. misure educative, attività fisica).

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: come funziona?

Ma come funziona Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe

Categoria farmacoterapeutica: A06AX altri lassativi, codice ATC : A06AX03

Meccanismo d’azione

Il lubiprostone è un prostone, un attivatore del canale del cloro che agisce localmente intensificando una secrezione intestinale ricca di ioni cloro senza alterare le concentrazioni di elettroliti nel siero. Il lubiprostone agisce attivando specificamente il ClC-2, un normale componente della membrana apicale dell’intestino umano, in modo indipendente dalla protein-chinasi A. Grazie all’aumento della secrezione intestinale, il lubiprostone aumenta la motilità intestinale facilitando quindi il passaggio delle feci e alleviando i sintomi associati alla stipsi cronica idiopatica.

Studi di patch-clamping su linee cellulari umane hanno indicato che la maggior parte dell’attività biologica benefica esercitata dal lubiprostone e dai suoi metaboliti si osserva solo nella porzione apicale (luminale) dell’epitelio gastrointestinale.

Inoltre, in studi ex vivo condotti su intestini porcini ischemici è stato dimostrato che l’attivazione del ClC-2 da parte del lubiprostone stimola il recupero funzionale della barriera mucosa attraverso il ripristino di complessi proteici a giunzione stretta.

Efficacia e sicurezza clinica

Sono stati condotti tre studi in doppio cieco controllati con placebo, di disegno analogo, su pazienti affetti da stipsi cronica idiopatica. La stipsi è stata definita da un numero di evacuazioni spontanee settimanali inferiori a tre in assenza di ricorso a farmaci di soccorso (clisteri o supposte). Sono stati randomizzati in totale 603 pazienti: 301 hanno ricevuto lubiprostone due volte al giorno (48 microgrammi/die) e 302 hanno ricevuto placebo due volte al giorno, per 4 settimane. L’endpoint primario dei due studi era costituito dalla frequenza di evacuazioni spontanee durante la prima settimana; nel terzo studio, l’endpoint primario era la variazione nella frequenza di evacuazioni spontanee dal basale alla prima settimana. Tutti gli studi hanno dimostrato che i pazienti trattati con lubiprostone presentavano una frequenza maggiore di evacuazioni spontanee e una variazione post- trattamento rispetto al basale significativamente in aumento nella frequenza delle evacuazioni spontanee durante la prima settimana, in confronto ai pazienti trattati con placebo. In tutti gli studi, sono stati osservati risultati simili a quelli della prima settimana anche durante le settimane 2-4 di terapia.

La lubiprostone ha dimostrato in tutti gli studi un aumento della percentuale di pazienti che hanno ottenuto evacuazioni spontanee nelle prime 24 ore successive alla somministrazione rispetto al placebo: 57% vs. 37%, (Studio n. 1); 63% vs. 32%, (Studio n. 2); 58% vs. 31% (Studio n. 3). Il lubiprostone ha inoltre dimostrato di ridurre complessivamente il tempo alla prima evacuazione spontanea rispetto al placebo.

Anche i segni e i sintomi correlati alla stipsi, come gonfiore addominale, fastidio addominale, consistenza delle feci e sforzo, nonché il livello di gravità della stipsi e le valutazioni dell’efficacia del trattamento sono risultati migliori con lubiprostone rispetto al placebo. I risultati sono stati comparabili nelle analisi di sottopopolazione in base a sesso, razza e pazienti anziani.

Gli studi clinici non hanno segnalato reazioni avverse gravi di squilibrio elettrolitico, né si sono osservate variazioni clinicamente significative nei livelli sierici di elettroliti nei pazienti in terapia con lubiprostone.

Dopo 4 settimane di trattamento con lubiprostone due volte al giorno, la sospensione del trattamento non ha determinato effetto rebound.

Sono stati condotti quattro studi in aperto a lungo termine in pazienti con stipsi cronica idiopatica. Ad eccezione che in un studio, Lubiprostone è stato utilizzato in base alla necessità. La dose di Lubiprostone scelta è stata di 24 microgrammi due volte al giorno. Questi studi hanno compreso 1087 pazienti che sono stati trattati per 24 (uno studio) o 48 settimane. Questi studi hanno dimostrato che Lubiprostone riduce il gonfiore addominale, il fastidio addominale e la gravità della stitichezza durante il periodo di trattamento prescelto.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con lubiprostone in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento della stipsi cronica.


Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe

La biodisponibilità sistemica del lubiprostone in seguito alla somministrazione per via orale è bassa e le concentrazioni plasmatiche di lubiprostone sono inferiori al livello di quantificazione (10 pg/ml). Pertanto, non è possibile calcolare in modo attendibile i normali parametri farmacocinetici come l’area sotto la curva (AUC), la Cmax e il t½. Tuttavia, sono stati caratterizzati i parametri farmacocinetici di M3 (l’unico metabolita attivo misurabile). Il genere non ha alcun effetto sulla farmacocinetica di M3 in seguito alla somministrazione per via orale di lubiprostone. Inoltre non vi sono differenze evidenti nella farmacocinetica tra i soggetti delle sperimentazioni cliniche di etnia occidentale e giapponese.

Assorbimento

Il picco plasmatico di M3 dopo una singola dose orale di 24 microgrammi di lubiprostone si verifica dopo circa 1,10 ore. La Cmax è stata pari a 41,5 pg/ml e l’AUC0-t media è stata di 57,1 pg/h/ml nei soggetti di etnia occidentale. L’AUC0-t di M3 aumenta proporzionalmente alla dose dopo somministrazione di dosi singole di 24 microgrammi e 144 microgrammi di lubiprostone nei soggetti di etnia occidentale.

Distribuzione

Studi in vitro sul legame alle proteine indicano che il lubiprostone si lega per circa il 94% alle proteine plasmatiche umane.

Biotrasformazione

Gli studi indicano che il lubiprostone viene metabolizzato rapidamente e ampiamente mediante riduzione alla posizione 15, ?-ossidazione della catena ? e ?-ossidazione della catena ?. Queste reazioni sembrano essere mediate dalla carbonil reduttasi, espressa ubiquitariamente. M3, un metabolita attivo del lubiprostone sia nell’uomo sia negli animali, si forma dalla riduzione del gruppo carbonilico in corrispondenza del gruppo 15-idrossi, e consta sia di ?-idrossi che di ?-idrossiepimeri. Studi animali hanno dimostrato che il lubiprostone viene metabolizzato rapidamente nello stomaco e nel digiuno, molto probabilmente in assenza di assorbimento sistemico. Si presume che lo stesso avvenga nell’uomo, e studi sul metabolismo del lubiprostone hanno dimostrato la presenza di M3 nel plasma a concentrazioni inferiori al 10% della concentrazione della dose orale somministrata di lubiprostone.

Eliminazione

Non è stato possibile rilevare la presenza di lubiprostone nel plasma; tuttavia, il t½ di M3 varia da 0,9 a 1,4 ore. Dopo una singola dose orale di 72 microgrammi di lubiprostone marcato con 3H, il 60% della radioattività totale somministrata è stata riscontrata nelle urine entro le 24 ore e il 30% della radioattività totale somministrata è stata riscontrata nelle feci entro le 168 ore. Lubiprostone e M3 sono rilevati solo in tracce nelle feci.

Effetto del cibo

È stato condotto uno studio con una singola dose da 72 microgrammi di lubiprostone marcato con 3H per valutare il potenziale effetto esercitato dal cibo sull’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione di lubiprostone. I parametri farmacocinetici della radioattività totale hanno dimostrato che la Cmax si riduceva del 55%, mentre l’AUC0-? rimaneva immutata quando il lubiprostone veniva somministrato insieme a un pasto ad elevato contenuto lipidico.

Popolazione pediatrica

Nei pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 16 anni affetti da stipsi cronica i valori medi di Cmax e AUC0-t di M3 erano pari a 41,8 pg/ml e 58,5 pg•h/ml, rispettivamente, dopo una singola dose orale di 24 microgrammi di lubiprostone. L’assorbimento del lubiprostone nei pazienti pediatrici è sovrapponibile a quello dei pazienti adulti trattati con 24 microgrammi di lubiprostone.


Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: dati sulla sicurezza

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, di tossicità a dosi ripetute, di genotossicità e potenziale cancerogeno.

Il lubiprostone a dosi orali fino a 1000 microgrammi/kg/die non ha avuto effetti sulla fertilità o sulle funzioni riproduttive dei ratti in entrambi i sessi.

Nei ratti cui è stato somministrato lubiprostone per via orale durante l’organogenesi, a dosi fino a 2000 microgrammi/kg/die (circa 338 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in base alla superficie corporea {mg/m2}) è stato osservato un aumento delle incidenze di riassorbimento precoce e malformazioni dei tessuti molli (situs inversus, palatoschisi) alla dose di 2000 microgrammi/kg/die. Tuttavia, a questa dose tali effetti erano probabilmente dovuti alla tossicità materna (calo ponderale e riduzione dell’assunzione di cibo).

Non si sono osservati effetti correlati al trattamento sullo sviluppo dei conigli cui è stato somministrato lubiprostone per via orale durante l’organogenesi, a dosi fino a 100 microgrammi/kg/die (circa 34 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in base alla superficie corporea {mg/m2}).

Nelle cavie il lubiprostone ha provocato perdita del feto a dosi ripetute di 10 e 25 microgrammi/kg/die (pari rispettivamente a circa 2 e 6 volte la dose raccomandata nell’uomo in base alla superficie corporea) somministrate dal 40° al 53° giorno di gestazione; le perdite sono state osservate in condizioni di tossicità materna. Nelle scimmie non sono stati osservati casi di perdita del feto correlata al lubiprostone a dosi di 10 e 30 microgrammi/kg/die (rispettivamente circa 3 e 10 volte la dose raccomandata nell’uomo in base alla superficie corporea) somministrate dal 110° al 130° giorno di gestazione.

Né il lubiprostone né il suo metabolita attivo sono stati rilevati nel latte materno dopo la somministrazione per via orale a ratte che allattavano.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione farmacologica in vivo. In base ai risultati ottenuti da studi

in vitro su microsomi umani, le probabilità di interazioni farmacologiche sono esigue.


Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Amitiza 24 mcg cps molli 56 cps in fl hdpe: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati condotti studi degli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco