Antireumina: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Antireumina (Paracetamolo + Acido Acetilsalicilico + Caffeina): sicurezza e modo d’azione

Antireumina (Paracetamolo + Acido Acetilsalicilico + Caffeina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

Antireumina: come funziona?

Ma come funziona Antireumina? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Antireumina

Gruppo farmacoterapeutico: Paracetamolo + acido acetilsalicilico + caffeina. ANTIREUMINA è un’associazione di tre principi attivi; l’acido acetilsalicilico ed il paracetamolo entrambi appartenenti alla categoria degli antiflogistici non steroidei con una complementarietà d’azione in quanto il primo è dotato di una azione antiflogistica marcata e di azione antifebbrile e antidolorifica buona, mentre il secondo ha una spiccata attività antipiretica associata ad un valido effetto antidolorifico.

La caffeina esercita una blanda azione analgesica, ha effetto stimolante sul SNC e azione vasocostrittiva cerebrale.

L’associazione dei tre principi attivi, attraverso il loro sinergismo d’azione, garantisce un’azione analgesica ed antifebbrile maggiore a quella dei singoli farmaci in essa contenuti somministrati singolarmente a più alto dosaggio.


Antireumina: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Antireumina, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Antireumina

Acido acetilsalicilico

Assorbimento: buono per os; elevato metabolismo pre-sistemico; Picco dei livelli serici: 0.5 – 1 ora.

Emivita: 15-20 min (salicilato 3-20 ore, in base alla dose).

Legame sieroproteico: variabile in base al tempo e alle concentrazioni plasmatiche.

Distribuzione: il volume di distribuzione dell’acido acetilsalicilico di 0.15-0.2 L/kg, mentre quello dell’acido salicilico è di 0.13 L/kg. Il salicilato passa nel latte materno, saliva, liquidi articolari e cefalorachidiano in concentrazioni maggiori (circa 1.5 volte) di quelle ematiche. I livelli fetali sono superiori a quelli raggiunti nel plasma materno.

Metabolismo: rapida idrolisi ad acido salicilico nel plasma, nei tessuti e nel fegato. Nel fegato coniugazione con la glicina a formare l’acido salicilurico.

Eliminazione: prevalentemente renale (metabolita acido salicilurico).

Paracetamolo

Assorbimento: rapido e completo per os: circa il 20% della dose somministrata subisce un metabolismo pre-sistemico.

Picco dei livelli serici: dopo 15 – 120 minuti.

Emivita media plasmatica: 2.3 ore (range 1.5- 3 ore). Il valore aumenta dopo l’assunzione di dosaggi elevati epatotossici.

Legame sieroproteico: il farmaco non si lega, o si lega solo in minima parte (<20%) alle proteine plasmatiche.

Distribuzione: il volume di distribuzione è di 0.9 L/kg. Il farmaco raggiunge nella saliva concentrazioni pari a quelle plasmatiche, mentre, sempre rispetto alle concentrazioni plasmatiche, le concentrazioni ematiche sono superiori di circa il 20% e quelle raggiunte nel latte materno sono inferiori di circa il 20%. Il farmaco attraversa la barriera placentare.

Metabolismo epatico; biotrasformato nel primo passaggio epatico. Eliminazione: renale.

La cinetica di eliminazione non varia in pazienti con disfunzioni renali, epatiche, tiroidee o gastrointestinali, ad eccezione dei casi di disfunzione epatica grave acuta o cronica scompensata in cui l’emivita del paracetamolo è risultata prolungata. Nei pazienti con insufficienza renale cronica si osserva accumulo dei metaboliti coniugati del paracetamolo. L’emivita risulta ridotta di circa il 20% nei pazienti in trattamento con farmaci anticonvulsivanti che inducono il sistema microsomiale epatico.

Caffeina.

Assorbimento: buono per os; rapido passaggio nel sistema nervoso centrale e saliva.

Picco dei livelli serici: tra 5 e 90 minuti

Emivita media plasmatica: 4.9 ore (range 1.9- 12.2 ore). Il valore aumenta in gravidanza e in caso di contemporanea assunzione di farmaci o altri agenti metabolizzati dalle ossidasi a funzione mista. Nei soggetti fumatori l’eliminazione risulta più rapida. I neonati eliminano la caffeina in modo estremamente lento: l’emivita media è di circa 103 ore in questa categoria di pazienti.

Legame sieroproteico: circa 35%.

Distribuzione: il volume di distribuzione è di 0.58 L/kg negli adulti. Nei neonati il valore aumenta fino a 0.92 L/kg. La distribuzione è ubiquitaria in tutti i liquidi corporei.

Metabolismo: epatico, tramite le ossidasi a funzione mista. Eliminazione: renale.


Antireumina: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Antireumina agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Antireumina è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Antireumina: dati sulla sicurezza

Acido acetilsalicilico

SPECIE ANIMALE Via di somministrazione DL50
Topo p.os 1050 mg/Kg
i.p. 420 mg/Kg
Ratto p.os 1435 mg/Kg
i.p 504 mg/Kg
s.c. 730 mg/Kg
Coniglio p.os 1800 mg/Kg
s.c. 700 mg/Kg

Sono state dimostrate in vitro diverse alterazioni dello sviluppo di embrioni del ratto in seguito ad esposizione per 48 ore (9.5 – 11.5 giornate di gestazione) a 300 µg/ml di acido salicilico.

Studi in vivo nella ratta gravida hanno dimostrato che il trattamento con 260 mg/kg al giorno somministrati dalla 15° alla 21° giornata di gravidanza ha indotto un prolungamento della gestazione, del travaglio e ha indotto un aumento nella mortalità materna.

Paracetamolo

La DL50 nel topo per somministrazione orale è risultata di 338 mg/Kg.

A dosi elevate somministrate in acuto (nell’uomo 250 mg/kg, in altre specie dosi variabili da 150 a 3000 mg/kg) il paracetamolo induce necrosi epatica centrilobulare acuta. L’effetto è dovuto alla formazione di un metabolita elettrofilo che esplica i suoi effetti tossici solo dopo deplezione completa del glutatione.

Il paracetamolo induce metaemoglobinemia e emolisi ossidativa nel cane e nel gatto, ma l’effetto non è stato riscontrato sulla specie umana anche in seguito a sovradosaggio.

Negli studi di tossicità cronica il paracetamolo si è dimostrato meno nefrotossico rispetto ad altri antiinfiammatori non steroidei. E’ stata riscontrata l’insorgenza di cataratta e altre alterazioni oculari in alcuni ceppi di topi. Il trattamento con alti dosaggi di paracetamolo ha indotto una elevata incidenza

di tumori epatici in topi 1F; il dato non ha trovato conferma in altre analoghe sperimentazioni.

Il paracetamolo somministrato agli animali da laboratorio cronicamente a dosi elevate, può indurre atrofia testicolare e inibizione della spermatogenesi.

Caffeina

SPECIE ANIMALE Via di somministrazione SESSO DL50
Topo p.os maschile 127 mg/Kg
p.os femminile 137 mg/Kg
Cavia p.os maschile 230 mg/Kg
p.os femminile 249 mg/Kg
Ratto p.os maschile 355 mg/Kg
p.os femminile 247 mg/Kg
Coniglio p.os maschile 246 mg/Kg
p.os femminile 224 mg/Kg

I dati disponibili non indicano potenziali effetti mutageni della caffeina. La caffeina ad alte dosi si è rivelata teratogena nell’animale da laboratorio: gli studi epidemiologici sulle donne gravide non hanno però confermato questa osservazione.

L’esposizione cronica ad alte dosi di caffeina non aumenta l’incidenza di tumori nell’animale da laboratorio, mentre alcuni dati epidemiologici suggeriscono una relazione tra l’assunzione di caffè e l’incidenza di tumori di vescica, pancreas e ovaie.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Antireumina: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Antireumina

Antireumina: interazioni

Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l’induzione delle monoossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimide, fenobarbital, carbamazepina).

Il farmaco può interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree, ipoglicemizzanti.

La somministrazione del prodotto, a causa della presenza di paracetamolo, può interferire con la determinazione dell’uricemia (mediante il metodo dell’acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio– ossidasi-perossidasi).

L’impiego preoperatorio può ostacolare l’emostasi intraoperatoria.


Antireumina: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Antireumina: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Nessuno.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco