Frisium: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Frisium (Clobazam): sicurezza e modo d’azione

Frisium (Clobazam) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ansia, tensione ed altre manifestazioni somatiche o psichiatriche associate con sindrome ansiosa. Insonnia.

Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando il disturbo è grave, disabilitante e sottopone il soggetto a grave disagio.

Frisium: come funziona?

Ma come funziona Frisium? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Frisium

Categoria farmacoterapeutica: Ansiolitici, benzodiazepine; codice A.T.C.: N05BA09

Il clobazam è la prima 1,5-benzodiazepina impiegata in clinica.

I risultati di diversi test standard eseguiti nell’animale dimostrano che il clobazam esplica azione ansiolitica, sopprime l’aggressività spontanea ed indotta, inibisce le convulsioni provocate con mezzi chimici od elettricamente ed elimina crisi miocloniche fotoprecipitabili.

Il clobazam, rispetto alla 1,4-benzodiazepina standard (diazepam), presenta pari attività ansiolitica nel rapporto posologico 2:1, ma minore azione sedativa e miorilassante. Il clobazam infatti provoca incoordinazione motoria e manifesta attività miorilassante a dosi, a seconda dei test, diverse volte maggiori di quelle che determinano l’azione ansiolitica ed anticonvulsivante.

I dati di farmacologia clinica, dopo somministrazione unica e ripetuta, confermano che il profilo farmacodinamico del clobazam è caratterizzato dalla possibilità di mantenere, mediante l’impiego di dosi appropriate, l’azione ansiolitica senza compromettere la performance psicomotoria.


Frisium: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Frisium, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Frisium

Dopo somministrazione orale l’assorbimento è rapido e almeno 87% della dose viene assorbito.

Dopo somministrazione di una dose singola da 20 mg è stata osservata una pronunciata variabilità interindividuale nelle concentrazioni plasmatiche (da 222 a 709 ng/mL) dopo 0,25 a 4 ore dalla dose. L’assunzione concomitante di alcool aumenta la biodisponibilità di clobazam del 50%.

L’emivita di eliminazione sierica del clobazam è di circa 20 ore (con una pronunciata variabilità interindividuale).

Clobazam viene metabolizzato principalmente nel fegato. I metaboliti principali ritrovabili nel plasma sono N-demetil clobazam e 4- idrossiclobazam. Sono presenti anche quantità minori di 4-idrossi-N- demetil clobazam. Il metabolita N-demetil clobazam è un metabolita attivo.

Dopo somministrazione di una dose di 30 mg di clobazam, N-demetil clobazam raggiunge il picco delle concentrazioni plasmatiche a 24-72 ore. La sua emivita di eliminazione è di circa 50 ore (con una pronunciata variabilità interindividuale).

Il legame alle proteine plasmatiche è di 85% – 91%.

Clobazam attraversa la barriera placentare e compare nel latte materno. Si possono raggiungere concentrazioni efficaci sia nel sangue fetale sia nel latte materno.

Nei pazienti anziani, vi è una tendenza alla riduzione della clearance dopo somministrazione orale; l’emivita terminale è prolungata e il volume di distribuzione risulta aumentato. Ciò può portare ad un maggiore accumulo del farmaco,rispetto ai pazienti più giovani, se somministrato a dosaggi multipli. L’effetto dell’età sulla clearance e sul profilo di accumulo appare valido anche per il metabolita attivo.

Nei pazienti con grave insufficienza epatica, il volume di distribuzione di clobazam è aumentato e l’emivita terminale risulta prolungata.

Nei pazienti con insufficienza renale, le concentrazioni plasmatiche di clobazam sono ridotte, probabilmente come conseguenza di un alterato assorbimento del farmaco; l’emivita terminale è in gran parte indipendente dalla funzionalità renale.


Frisium: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Frisium agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Frisium è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Frisium: dati sulla sicurezza

Tossicità cronica

Nel ratto sono stati effettuati studi della durata fino a 18 mesi. Sono state somministrate dosi fino a 1000 mg/kg di peso corporeo. A dosi comprese tra 12 e 1000 mg/kg vi è stata una riduzione dose-dipendente dell’attività spontanea e, al dosaggio più elevato, sono stati rilevati riduzione dell’aumento ponderale, depressione respiratoria e ipotermia.

Nel cane sono stati effettuati studi della durata fino a 12 mesi. Inizialmente, a dosi comprese tra 2,5 e 80 mg/kg/die si sono verificati in modo dose-dipendente sedazione, sonnolenza, atassia e lieve tremore. Successivamente tali sintomi sono stati quasi interamente assenti.

Nella scimmia sono stati osservati effetti simili dose-dipendenti, in studi della durata fino a 12 mesi a dosi giornaliere comprese tra 2,5 e 20 mg/kg. Mutagenesi

Clobazam non possiede alcun effetto mutageno o genotossico.

Cancerogenesi

In uno studio di cancerogenesi condotto nel ratto, è stato rilevato al dosaggio più elevato (100 mg/kg) un aumento significativo di adenoma delle cellule follicolari della tiroide.

Clobazam, come per altre benzodiazepine, porta ad attivazione tiroidea nel ratto. Questo effetto non è stato osservato in altri studi condotti in altre specie.

Teratogenesi

Studi effettuati nel topo, ratto e coniglio talidomide-sensibile con dosi giornaliere fino a 100 mg/kg non hanno evidenziato alcun effetto teratogeno.

Compromissione della fertilità

In studi di fertilità condotti nel topo a dosi di 200 mg/kg/die e nel ratto a dosi di 85 mg/kg/die non sono stati osservati effetti sulla fertilità e sulla gravidanza.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Frisium: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Frisium

Frisium: interazioni

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L’uso concomitante di medicinali sedativi quali le benzodiazepine, come Frisium, con gli oppioidi aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo aggiuntivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento concomitante devono essere limitate ( vedere paragrafo 4.4).

Non consigliato

Alcool: l’assunzione concomitante con alcool deve essere evitata. Il consumo contemporaneo di alcool può aumentare la biodisponibilità

del clobazam del 50% (vedere 5.2), con conseguente aumento degli effetti dello stesso (vedere 4.4). Ciò influenza negativamente la capacità di guidare o di usare macchinari.

Fare attenzione

Farmaci che deprimono il SNC: l’effetto depressivo centrale può essere accresciuto nei casi di uso concomitante con antipsicotici, ipnotici, ansiolitici/sedativi, antidepressivi, analgesici narcotici, antiepilettici, anestetici e antistaminici sedativi.

É necessaria particolare cautela con l’utilizzo di clobazam in caso di intossicazione con tali farmaci o con litio.

Anticonvulsivanti: se clobazam viene utilizzato contemporaneamente ad anticonvulsivanti nella terapia dell’epilessia, il dosaggio deve essere adattato sotto attento controllo medico (monitoraggio EEG) poiché vi possono essere interazioni con la terapia anticonvulsivante. Nei pazienti in terapia concomitante con acido valproico, si può verificare un aumento, da lieve a moderato, della concentrazione plasmatica dell’acido valproico.

I livelli plasmatici di fenitoina possono aumentare in caso di terapia concomitante con clobazam.

Si consiglia, dove ciò è possibile, di monitorare i livelli plasmatici di acido valproico o di fenitoina somministrati in concomitanza.

Carbamazepina e fenitoina possono determinare un aumento della biotrasformazione da clobazam al metabolita attivo, N- desmetilclobazam.

Stiripentolo: aumento delle concentrazioni plasmatiche del clobazam e del suo metabolita attivo N-desmetilclobazam per inibizione del suo metabolismo epatico, con rischio di sovradosaggio. Si consiglia sorveglianza clinica, dosaggio plasmatico della benzodiazepina ed eventuale adattamento della posologia;

Analgesici narcotici

Nel caso in cui clobazam sia usato in concomitanza con degli analgesici narcotici può avvenire un aumento dell’euforia conducendo ad un aumento della dipendenza psichica.

Miorilassanti

Può essere potenziato l’effetto di miorilassanti e del protossido d’azoto.

Bisogna considerare con attenzione le seguenti associazioni:

buprenorfina: aumento del rischio di depressione respiratoria, che può essere fatale. Valutare con attenzione il rapporto rischio/beneficio di questa associazione. Informare il paziente della necessità di rispettare le dosi prescritte;

clozapina: aumento del rischio di collasso con arresto respiratorio e/o

cardiaco.

La somministrazione di teofilline o amminofilline può ridurre gli effetti delle benzodiazepine.


Frisium: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Frisium: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

i Alle dosi più elevate ed in caso di particolare sensibilità individuale, il Frisium può influenzare la capacità di reazione; ciò è da tenere presente in modo particolare in caso di contemporanea assunzione di bevande alcoliche.

La sedazione, l’amnesia, l’alterazione della concentrazione e della funzione muscolare possono influenzare negativamente la capacità di guidare e di utilizzare macchinari. Se la durata del sonno è stata insufficiente, la

probabilità che la vigilanza sia alterata può essere aumentata (vedere 4.5).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco