Minidiab: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Minidiab (Glipizide): sicurezza e modo d’azione

Minidiab (Glipizide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Diabete mellito dell’adulto non controllabile con la sola dieta.

Minidiab: come funziona?

Ma come funziona Minidiab? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Minidiab

Categoria farmacoterapeutica: farmaci usati nel diabete – ipoglicemizzanti orali – sulfonamidi, derivati dell’urea. Codice ATC: A10BB07

La glipizide è un farmaco orale ipoglicemizzante appartenente alla classe delle sulfaniluree.

Da numerose ricerche farmacologiche in vitro ed in vivo è risultato che la glipizide agisce prevalentemente stimolando l’increzione insulinica da parte delle cellule beta-pancreatiche. La stimolazione della secrezione di insulina da parte della glipizide in risposta ad un pasto è di grande importanza. A digiuno i livelli di insulina non sono elevati anche dopo una somministrazione di glipizide a lungo termine, ma la risposta post-prandiale all’insulina continua a crescere dopo almeno 6 mesi di trattamento. Nei pazienti diabetici la risposta insulinotropica al pasto avviene entro 30 minuti dopo somministrazione di una dose di glipizide per via orale, ma livelli elevati di insulina non persistono oltre il tempo del pasto. È inoltre evidente che gli effetti extrapancreatici, comprendenti un maggiore effetto dell’insulina, costituiscano una componente significativa dell’attività della glipizide.

Il controllo del glucosio nel sangue persiste fino a 24 ore dopo l’assunzione di una dose singola di glipizide, anche se da quel momento i livelli plasmatici scendono fino ad una piccola frazione dei livelli di picco (vedere paragrafo 5.2).


Minidiab: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Minidiab, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Minidiab

Minidiab è assorbito totalmente e rapidamente nell’intestino garantendo un’azione precoce e costante: già dopo mezz’ora dalla somministrazione orale si nota un’evidente diminuzione della glicemia. L’eliminazione è rapida ed avviene per escrezione urinaria di metaboliti praticamente inattivi.

Il picco di concentrazione plasmatica si presenta da 1 a 3 ore dopo l’assunzione di una dose singola orale. L’emivita di eliminazione è compresa tra 2 e 4 ore nei soggetti normali, quando somministrata sia per via endovenosa che per via orale. I modelli metabolici e di escrezione sono simili nelle due vie di somministrazione, indicando che il metabolismo di primo passaggio non è significativo. La glipizide non si accumula nel sangue dopo ripetuta somministrazione per via orale. L’assorbimento e la disponibilità totali di una dose orale in volontari sani non sono stati influenzati dal cibo, ma l’assorbimento è stato ritardato di circa 40 minuti. Perciò la glipizide è risultata più efficace nei pazienti diabetici quando somministrata circa 30 minuti prima di un pasto, piuttosto che con il pasto stesso. Il legame con le proteine è stato studiato nel sangue dei volontari che avevano preso la glipizide sia per via orale che per via endovenosa ed è stato trovato essere tra il 98% e il 99% 1 ora dopo entrambe le vie di somministrazione. Il volume di distribuzione apparente della glipizide dopo somministrazione endovenosa era di 11 L, indicativo di una localizzazione nel compartimento del fluido extracellulare. Nei topi, né la glipizide né i suoi metaboliti sono stati individuati per via autoradiografica nel cervello o nel midollo spinale di maschi e femmine, né nei feti di femmine gravide. Comunque, in un altro studio, sono state individuate quantità molto piccole di radioattività nei feti dei ratti ai quali era stato somministrato il farmaco marcato.

Il metabolismo della glipizide è ampio e avviene principalmente nel fegato. I metaboliti primari sono prodotti di idrossilazione inattivi e coniugati polari e sono escreti principalmente nelle urine. Nelle urine è stato trovato meno del 10% di glipizide immodificata.


Minidiab: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Minidiab agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Minidiab è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Minidiab: dati sulla sicurezza

Gli studi tossicologici eseguiti in diverse specie animali hanno dimostrato la trascurabile tossicità della glipizide. Inoltre il farmaco somministrato nella coniglia gravida a vari livelli di dose non ha determinato effetti teratogeni sul feto: alla dose più elevata, corrispondente a circa 70 volte la dose terapeutica media nell’uomo, si è notata una modesta maggiore frequenza di riassorbimento. Questo reperto è frequente negli animali trattati con insulina o con antidiabetici orali.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Minidiab: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Minidiab

Minidiab: interazioni

I seguenti prodotti tendono ad aumentare l’effetto ipoglicemico:

Antifungini:

Miconazolo – aumento dell’effetto ipoglicemico, possibile sviluppo di sintomi di ipoglicemia o anche coma.

Fluconazolo – sono stati riportati casi di ipoglicemia in seguito all’assunzione della glipizide insieme al fluconazolo, risultato di un possibile aumento dell’emivita della glipizide.

Voriconazolo – sebbene non sia studiato, il voriconazolo può aumentare i livelli plasmatici di sulfaniluree (es. tolbutamide, glipizide e gliburide) e può perciò causare ipoglicemia. Durante la somministrazione concomitante è raccomandato un attento monitoraggio del glucosio plasmatico.

Farmaci antinfiammatori non steroidei (es. fenilbutazone):

Aumento dell’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree (distacco delle sulfaniluree legate alle proteine plasmatiche e/o diminuzione nell’eliminazione delle sulfaniluree).

Salicilati: (acido acetilsalicilico):

Aumento dell’effetto ipoglicemico con alte dosi di acido acetilsalicilico (azione ipoglicemica dell’acido acetilsalicilico).

Alcool:

Aumento dell’effetto ipoglicemico che può portare al coma ipoglicemico.

Farmaci Beta-bloccanti:

Tutti i farmaci beta-bloccanti mascherano alcuni dei sintomi dell’ipoglicemia (es. palpitazioni e tachicardia). La maggior parte dei beta-bloccanti non cardioselettivi aumenta l’incidenza e la gravità dell’ipoglicemia.

Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina:

L’uso di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina può portare ad un aumento dell’effetto ipoglicemico nei pazienti diabetici trattati con sulfaniluree, inclusa la glipizide. Pertanto può essere necessaria una riduzione del dosaggio della glipizide.

Antagonisti dei recettori H2

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L’uso degli antagonisti dei recettori H2 (es. cimetidina) può potenziare l’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree, inclusa la glipizide.

L’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree può essere generalmente potenziato dagli inibitori delle monoaminossidasi, dai chinoloni e dai farmaci che sono fortemente legati alle proteine, come le sulfonamidi, il cloramfenicolo, il probenecid, i cumarinici (dicumarolo e suoi derivati), la ciclofosfamide e il feniramidolo.

Quando questi farmaci sono somministrati a (o sospesi da) un paziente in terapia con glipizide, il paziente deve essere attentamente monitorato per il rischio di ipoglicemia (o perdita del controllo glicemico).

I seguenti prodotti possono causare iperglicemia:

Fenotiazine (es. clorpromazina) ad alti dosaggi (>100 mg al giorno di clorpromazina): Aumento del glucosio nel sangue (riduzione del rilascio di insulina).

Corticosteroidi:

Aumento del glucosio nel sangue.

Simpaticomimetici (es. ritodrina, salbutamolo, terbutalina):

Aumento del glucosio nel sangue dovuto alla stimolazione dei recettori beta 2-adrenergici.

Altri farmaci che possono causare iperglicemia e condurre ad una perdita del controllo, includono i tiazidici ed altri diuretici, gli ormoni tiroidei, gli estrogeni, i progestinici, i contraccettivi orali, la fenitoina, l’acido nicotinico, i farmaci che bloccano i canali del calcio, l’isoniazide e l’adrenalina.

Quando tali farmaci sono somministrati a (o sospesi da) un paziente in terapia con glipizide, il paziente deve essere attentamente monitorato per il rischio di ipoglicemia (o perdita del controllo glicemico).


Minidiab: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Minidiab: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

I pazienti devono essere a conoscenza dei sintomi dell’ipoglicemia e prestare attenzione durante la guida e l’uso di macchinari a causa della possibilità di comparsa di sonnolenza, cefalea, vertigini, confusione e disturbi visivi.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco