Neoton: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Neoton (Fosfocreatina Sodica): sicurezza e modo d’azione

Neoton (Fosfocreatina Sodica) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Cardioprotezione in chirurgia cardiaca, per addizione alle soluzioni cardioplegiche.

Neoton: come funziona?

Ma come funziona Neoton? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Neoton

Categoria farmacoterapeutica: Altri preparati cardiaci – Codice ATC: C01EB06.

La creatina fosfato svolge un ruolo fondamentale nel meccanismo energetico della contrazione muscolare.

Nel miocardio e nel muscolo scheletrico, la creatina fosfato funge da riserva di energia chimica; essa è utilizzata per risintetizzare l’ATP, la cui idrolisi fornisce l’energia di pronto impiego nel processo contrattile dell’actomiosina.

A livello miocardico una componente chiave nello sviluppo e nella progressione del danno cellulare è rappresentata dall’inadeguato rifornimento energetico, che si verifica come conseguenza del rallentamento del metabolismo ossidativo: la carenza di adeguati livelli di creatina fosfato assume aspetti di particolare rilievo clinico, compromettendo forza contrattile e capacità di ripresa funzionale del cuore. Nel danno miocardico esiste infatti una stretta correlazione fra contenuto

cellulare di composti fosforilati ad alto livello energetico sopravvivenza cellulare e capacità di recupero della funzione contrattile.

La conservazione dei composti fosforilati ad alto livello energetico è pertanto obiettivo primario di ogni procedimento volto a limitare il danno miocardico e costituisce la base della protezione metabolica del cuore.

Le ricerche sperimentali in cardioplegia animale ed umana hanno evidenziato il ruolo della creatina fosfato e le sue possibilità protettive sul miocardio.

I tests farmacologici dimostrano che:

il pretrattamento con creatina fosfato per via i.m. esplica effetti protettivi dose-dipendenti nel confronto di varie miocardiopatie indotte da: isoprenalina nel ratto e nel piccione, tiroxina nel ratto, emetina nella cavia, p-nitrofenolo nel ratto, sforzo nel ratto;

la creatina fosfato presenta un effetto inotropo positivo sul cuore isolato di rana, di ratto e di cavia e sulle auricole di cavia, evidente in condizioni ipodinamiche da deficit di glucosio, Ca++ o da iperdosaggio di K+;

la creatina fosfato antagonizza l’effetto inotropo negativo indotto dall’anossia sugli atri isolati di cavia;

l’aggiunta di creatina fosfato alle soluzioni cardioplegiche migliora la protezione miocardica in vari modelli sperimentali, sia su organo isolato che in vivo:

su cuore di ratto in by-pass cardiopolmonare ed arresto ischemico, la perfusione con soluzioni cardioplegiche addizionate di creatina fosfato, in condizioni sia di normo che ipotermia, svolge azione protettiva nei confronti del danno ischemico; tale effetto è additivo a quello di potassio, magnesio e procaina e risulta ottimale a concentrazione 10 mmol/l di creatina fosfato;

sul cuore isolato lavorante di ratto, in condizioni di ischemia regionale (legatura per 15′ della discendente anteriore dell’arteria coronarica sinistra) l’infusione pre-ischemica di creatina fosfato (10 mmol/l) svolge azione protettiva nei confronti delle aritmie da riperfusione;

nel cane, sia in vivo sia su cuore isolato normale ed ipertrofico, dopo arresto cardiaco con soluzioni iperpotassiche, la perfusione con soluzioni cardioplegiche arricchite di creatina fosfato svolge azione protettiva, documentata da ridotta degradazione di ATP e creatina fosfato, preservazione delle strutture mitocondriali e del sarcolemma studiate al microscopio elettronico, migliore recupero funzionale e riduzione delle aritmie da riperfusione al termine del clampaggio;

una migliore protezione miocardica da addizione di creatina fosfato nelle soluzioni cardioplegiche è segnalata in vivo su cuore di maiale in by-pass cardiopolmonare;

la creatina fosfato svolge azione protettiva nell’infarto sperimentale e nelle aritmie da occlusione coronarica:

nel cane, durante infarto cardio-sperimentale da legatura dell’arteria circonflessa, la creatina fosfato (200 mg/Kg in bolo, seguita da infusione endovenosa 5 mg/Kg/min) stabilizza i parametri emodinamici (esercitando effetti antiaritmici ed antifibrillatori) prevenendo il declino della funzione cardiaca durante ischemia, limitando così l’estensione della zona infartuata;

nel ratto, sottoposto a legatura coronarica acuta, la creatina fosfato riduce l’incidenza e la durata della fibrillazione ventricolare;

l’infusione endovenosa di creatina fosfato riduce la zona infartuata nel coniglio e nel gatto, dopo legatura coronarica;

l’azione cardioprotettiva della creatina fosfato è legata a stabilizzazione del sarcolemma, preservazione del pool cellulare di nucleotidi adeninici per inibizione di enzimi del catabolismo

nucleotidico, inibizione della degradazione dei fosfolipidi nel miocardio ischemico, possibile migliorata microcircolazione nella zona ischemica da inibizione dell’aggregazione piastrinica ADP-indotta.


Neoton: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Neoton, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Neoton

Dopo somministrazione i.m. nel coniglio, le concentrazioni massime di creatina fosfato sono raggiunte tra i 20′ e 40′ dopo trattamento; a tali tempi, il 25-28% della dose somministrata è presente nel torrente circolatorio.

In seguito i tassi diminuiscono lentamente ed a 250′ dal trattamento si rileva ancora il 9% di creatina fosfato esogena in circolo.

Dopo somministrazione i.m. di creatina fosfato si osserva inoltre fra i 40′ e 250′ un aumento dei livelli ematici di ATP: la concentrazione massima si riscontra dopo 100′ e corrisponde ad un incremento del 25%.

Dopo trattamento e.v., sempre nel coniglio, la creatina fosfato resta in circolo in forma attiva ed in quantità decrescenti per un periodo di 30′. Anche per questa via, si osserva un aumento dei livelli ematici di ATP con ritorno alla norma dopo 300′ (aumento massimo riscontrato: 24%).

Nell’uomo, la creatina fosfato somministrata endovena presenta un’emivita di eliminazione media che va da 0,09 ore a 0,2 ore.

Dopo somministrazione in infusione lenta di una dose di 5 g, i tassi ematici del farmaco scendono a livelli inferiori a 5 nmol/ml dopo 40′. Con una dose pari a 10 g si ottengono, dopo 40′, livelli plasmatici medi di 10 nmol/ml.

Dopo somministrazione i.m., la creatina fosfato si ritrova in circolo già dopo 5′, raggiunge il massimo dopo 30′, con un picco di circa 10 nmol/ml per una dose di 500 mg e di circa 11-12 nmol/ml per una dose di 750 mg. I tassi ematici, ad 1 ora dall’iniezione, scendono a circa 4-5 nmol/ml. A 2 ore si hanno ancora valori di 1-2 nmol/ml.


Neoton: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Neoton agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Neoton è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Neoton: dati sulla sicurezza

Nei tests di tossicità sull’animale, la creatina fosfato dimostra assenza di potenzialità tossica sia per trattamento acuto che protratto.

Il prodotto non presenta effetti teratogeni.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Neoton: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Neoton

Neoton: interazioni

La creatina fosfato non dà fenomeni di interazioni medicamentose.


Neoton: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Neoton: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

SELDOMALFA non influisce o influisce in modo trascurabile sulla capacità di guidare o di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco