Nucala: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Nucala (Mepolizumab): sicurezza e modo d’azione

Nucala (Mepolizumab) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Nucala è indicato come terapia aggiuntiva per l’asma eosinofilico refrattario severo in pazienti adulti, adolescenti e bambini di età pari o superiore a 6 anni (vedere paragrafo 5.1).

Nucala: come funziona?

Ma come funziona Nucala? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Nucala

Categoria farmacoterapeutica: Farmaci per le malattie respiratorie ostruttive, altri farmaci per le malattie respiratorie ostruttive, codice ATC: R03DX09.

Meccanismo d’azione

Mepolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato (IgG1, kappa), il cui target è l’interleuchina-5 (IL-5) umana per la quale ha elevata affinità e specificità. IL-5 è la citochina principale responsabile per la crescita e la differenziazione, il reclutamento, l’attivazione e la sopravvivenza degli eosinofili. Mepolizumab inibisce la bioattività della IL-5 con potenza nanomolecolare bloccando il legame di IL-5 alla catena alfa del complesso recettoriale IL-5 espresso sulla superficie delle cellule degli eosinofili, di conseguenza, inibisce il segnale dell’IL-5 e riduce la produzione e la sopravvivenza degli eosinofili.

Effetti farmacodinamici

In pazienti con asma eosinofilico refrattario severo (adulti/adolescenti) a seguito della somministrazione di una dose di 100 mg per via sottocutanea ogni 4 settimane per 32 settimane, la conta geometrica media degli eosinofili nel sangue si è ridotta da un valore basale di 290 cellule/µL a un valore di 40 cellule/µL alla settimana 32 (n=182), una riduzione dell’84% rispetto a placebo.

Questa entità della riduzione degli eosinofili nel sangue è stata mantenuta in pazienti con asma eosinofilico refrattario severo (n = 998) trattati per una mediana di 2,8 anni (intervallo da 4 settimane a 4,5 anni) in studi di estensione in aperto.

Nei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni con asma eosinofilico refrattario severo cui mepolizumab è stato somministrato per via sottocutanea ogni 4 settimane per 52 settimane, gli eosinofili ematici si sono ridotti da una conta di media geometrica al basale alla settimana 52 di 306 (n=16) a 48 (n =15) dopo somministrazione di 40 mg (per un peso < 40 kg) e da 331 a 44 cellule / µL (n = 10) dopo 100 mg (per un peso ? 40 kg), una riduzione rispetto al basale del 85% e l’87%, rispettivamente. In adulti, adolescenti e bambini, questo ordine di grandezza di riduzione è stato osservato entro le 4 settimane di trattamento.

Immunogenicità

In linea con la potenziale immunogenicità di proteine e peptidi per uso terapeutico, dopo il trattamento i pazienti possono sviluppare anticorpi anti-mepolizumab. Negli studi controllati con placebo, 15/260 (6%) degli adulti e adolescenti trattati con una dose da 100 mg per via sottocutanea avevano anticorpi anti- mepolizumab rilevabili dopo aver ricevuto almeno una dose di mepolizumab.

Il profilo di immunogenicità di mepolizumab in pazienti con asma eosinofilico refrattario severo (n=998) trattati per una mediana di 2,8 anni (intervallo da 4 settimane a 4,5 anni) in studi di estensione in aperto è stato simile a quello osservato negli studi controllati con placebo.

In bambini di età compresa tra 6 e 11 anni con asma eosinofilico refrattario severo a seguito di somministrazione di 40 mg (per un peso < 40kg) o di 100 mg per via sottocutanea (per un peso ? 40 kg), 2/35 (6%) hanno mostrato anticorpi anti-mepolizumab rilevabili dopo aver ricevuto almeno una dose di mepolizumabdurante la breve fase iniziale dello studio. Nessun bambino ha avuto anticorpi anti- mepolizumab rilevabili durante la fase a lungo termine dello studio.Gli anticorpi neutralizzanti sono stati individuati in un soggetto adulto. Gli anticorpi anti-mepolizumab non hanno impattato in modo apprezzabile la farmacocinetica e la farmacodinamica di mepolizumab nella maggior parte dei pazienti e non vi era alcuna evidenza di una correlazione tra titoli anticorpali e la variazione nel livello di eosinofili nel sangue.

Efficacia clinica

L’efficacia di mepolizumab nel trattamento di un gruppo mirato di pazienti con asma eosinofilico refrattario severo è stata valutata in 3 studi clinici randomizzati, in doppio cieco, a gruppi paralleli della durata da 24 a 52 settimane, in pazienti di età pari o superiore a 12 anni. Questi pazienti includevano quelli rimasti non controllati (con almeno due riacutizzazioni gravi nei 12 mesi precedenti) con il loro attuale standard di cura, ivi incluse elevate dosi di corticosteroidi inalatori (ICS) più un trattamento (o trattamenti) di mantenimento supplementare(i), oppure pazienti dipendenti da corticosteroidi sistemici. Ulteriori trattamenti di mantenimento includevano beta2-agonisti adrenergici a lunga durata d’azione (LABA), modificatori dei leucotrieni, antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA), teofillina, e corticosteroidi orali (OCS).

I due studi sulle riacutizzazioni MEA112997 e MEA115588 hanno arruolato un totale di 1192 pazienti, 60% donne, con età media di 49 anni (range 12-82). La percentuale di pazienti in mantenimento con OCS è stata del 31% e 24%, rispettivamente. I pazienti dovevano avere una storia di due o più riacutizzazioni gravi che avevano richiesto un trattamento con corticosteroidi per via orale o sistemica negli ultimi 12 mesi e una funzione polmonare al basale ridotta (pre-broncodilatatore FEV1< 80% negli adulti e < 90% negli adolescenti). Il numero medio di riacutizzazioni nell’anno precedente era 3,6 e la media del FEV1 predetto pre-broncodilatatore era del 60%. Nel corso degli studi i pazienti hanno continuato a ricevere il proprio medicinale per l’asma.

Per lo studio MEA115575 sul risparmio di corticosteroidi orali sono stati arruolati 135 pazienti totali (55% erano donne con età media di 50 anni) che erano in trattamento quotidiano con OCS (5-35 mg al giorno), ed elevate dosi di ICS in aggiunta ad un ulteriore medicinale di mantenimento.

Studio dose ranging di efficacia MEA112997 (DREAM)

Nello studio MEA112997, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, multicentrico della durata di 52 settimane in 616 pazienti con asma eosinofilico refrattario severo, mepolizumab ha ridotto in maniera significativa le riacutizzazioni di asma clinicamente significative (definite come peggioramento dell’asma che richiede l’uso di corticosteroidi orali/sistemici e/o ospedalizzazione e/o visite al pronto soccorso) quando somministrato a dosi di 75 mg, 250 mg o 750 mg per via endovenosa rispetto al placebo (vedere Tabella 1).

Tabella 1: Frequenza delle riacutizzazioni clinicamente significative alla settimana 52 nella popolazione intent to treat

Mepolizumab per via endovenosa Placebo
75mg n=153 250mg n=152 750mg n=156 n=155
Tasso/anno riacutizzazioni 1,24 1,46 1,15 2,40
Percentuale di riduzione 48% 39% 52%
Rapporto (95% CI) 0,52 (0,39;0,69) 0,61(0,46;0,81) 0,48 (0,36;0,64)
Valore di p <0,001 <0,001 <0,001

Studio MEA115588 sulla riduzione delle riacutizzazioni(MENSA)

MEA115588 era uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, multicentrico che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di mepolizumab come terapia aggiuntiva in 576 pazienti con asma eosinofilico refrattario severo definita come livello di eosinofili nel sangue periferico maggiore o uguale a 150 cellule/µL all’inizio del trattamento oppure maggiore o uguale a 300 cellule/µL nei precedenti 12 mesi.

I pazienti hanno ricevuto mepolizumab 100 mg somministrato per via sottocutanea, mepolizumab 75 mg somministrato per via endovenosa, o placebo una volta ogni 4 settimane per 32 settimane. L’endpoint primario era la frequenza di riacutizzazioni d’asma clinicamente significative e la loro riduzione statisticamente significativa (p<0,001) in entrambi i bracci di trattamento con mepolizumab rispetto al placebo. La tabella 2 riporta i risultati degli endpoint primari e secondari per i pazienti trattati con mepolizumab per via sottocutanea oppure con placebo.

Tabella 2: Risultati degli endpoint primari e secondari alla settimana 32 nella popolazione intent to treat (MEA115588)

Mepolizumab Placebo
100 mg N= 191
(via sottocutanea)
N= 194
Endpoint primari
Frequenza di riacutizzazioni clinicamente significative
Tasso annuo di riacutizzazione 0,83 1,74
Percentuale di riduzione 53%
Rapporto (95% CI) 0,47 (0,35;0,64)
Valore di p <0,001
Endpoint secondari
Frequenza delle riacutizzazioni che hanno richiesto ospedalizzazioni/visite di pronto soccorso
Tasso annuo di riacutizzazione 0,08 0,20
Percentuale di riduzione 61% _
Rapporto (95% CI) 0,39 (0,18,;0,83)
Valore di p 0,015
Frequenza delle riacutizzazioni che hanno richiesto ospedalizzazioni
Tasso annuo di riacutizzazione 0,03 0,10
Percentuale di riduzione 69% _
Rapporto (95% CI) 0,31 (0,11;0,91)
Valore di p 0,034
FEV1 (mL) pre-broncodilatatore alla settimana 32
Basale (SD) 1730 (659) 1860 (631)
Variazione media dal basale (SE) 183 (31) 86 (31)
Differenza (mepolizumab vs.
placebo)
98
95% CI (11;184)
Valore di p 0,028
St.
George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ) allasettimana 32
Basale (SD) 47,9 (19,5) 46,9 (19,8)
Variazione media dal basale (SE) -16,0 (1,1) -9,0 (1,2)
Mepolizumab 100 mg
(via sottocutanea)
N= 194
Placebo N= 191
Differenza (mepolizumab vs.
placebo)
-7,0
95% CI (-10,2; -3,8)
Valore di p <0,001

Riduzione del tasso di riacutizzazione in base alla conta degli eosinofili nel sangue al basale

La tabella 3 mostra i risultati di una analisi combinata dei due studi di riacutizzazione (MEA112997 e MEA115588) in base alla conta degli eosinofili nel sangue al basale. Il tasso di riacutizzazione nel braccio placebo aumenta con l’incremento della conta degli eosinofili nel sangue al basale. Il tasso di riduzione con mepolizumab era maggiore nei pazienti con livelli ematici di eosinofili più alti.

Tabella 3: Analisi combinata del tasso di riacutizzazioni clinicamente significative in base alla conta degli eosinofili nel sangue al basale in pazienti con asma eosinofilico refrattario severo

Mepolizumab

75 mg IV/100 mg SC N=538

Placebo N=346
MEA112997+MEA115588
<150 cellule/?L
n 123 66
Tasso annuo di riacutizzazione 1,16 1,73
Mepolizumab vs.
placebo
Rapporto (95% CI) 0,67 (0,46;0,98)
da 150 a <300 cellule/?L
n 139 86
Tasso annuo di riacutizzazione 1,01 1,41
Mepolizumab vs.
placebo
Rapporto (95% CI) 0,72 (0,47;1,10)
da 300 a <500 cellule/?L
n 109 76
Tasso annuo di riacutizzazione 1,02 1,64
Mepolizumab vs.
placebo
Rapporto (95% CI) 0,62 (0,41; 0,93)
?500 cellule/?L
n 162 116
Tasso annuo di riacutizzazione 0,67 2,49
Mepolizumab vs.
placebo
Rapporto (95% CI) 0,27 (0,19;0,37)

Studio MEA 115575 (SIRIUS) sulla riduzione dei corticosteroidi orali

Lo studio MEA115575 ha valutato l’effetto di mepolizumab 100 mg somministrato per via sottocutanea sulla riduzione della necessità di mantenere icorticosteroidi orali (OCS) mantenendo il controllo dell’asma nei soggetti con asma eosinofilico refrattario- severo. I pazienti avevano una conta degli eosinofili nel sangue

?150/?L al basale o una conta di ?300/?L nei 12 mesi precedenti allo screening.

Durante il periodo di trattamento ai pazienti sono stati somministrati mepolizumab o placebo una volta ogni 4 settimane. Durante lo studio i pazienti hanno continuato a ricevere il consueto medicinale per l’asma con l’eccezione della loro dose di OCS che è stata ridotta ogni 4 settimane durante la fase di riduzione degli OCS (settimane 4-20), purchè il controllo dell’asma fosse mantenuto.

In totale sono stati arruolati 135 pazienti: l’età media era di 50 anni, il 55% era di sesso femminile, il 48% era in trattamento con steroidi per via orale da almeno 5 anni. La dose equivalente media di prednisone al basale era pari a circa 13 mg al giorno.

L’endpoint primario era la riduzione percentuale della dose giornaliera di OCS (settimane 20-24), pur mantenendo il controllo dell’asma secondo categorie definite di riduzione della dose (vedere Tabella 4). Le categorie predefinite includevano la percentuale di riduzione in un intervallo dal 90 al 100% di riduzione, fino a nessuna riduzione della dose di prednisone dalla fine della fase di ottimizzazione. Il confronto tra mepolizumab e placebo è stato statisticamente significativo (p=0,008).

Tabella 4: Risultati degli endpoint primari e secondari nello studio MEA115575

Popolazione ITT
Mepolizumab 100 mg
(via sottocutanea)
N= 69
Placebo N= 66
Endpoint primari
Percentuale di riduzione degli OCS rispetto al basale (settimane 20-24)
90% – 100%
75% – <90%
50% – <75%
>0% – <50%
Nessuna diminuzione degli OCS/mancanza di controllo dell’asma/sospensione del trattamento
16 (23%)

12 (17%)

9 (13%)

7 (10%)

25 (36%)

7(11%)

5 (8%)

10 (15%)
7(11%)

37 (56%)

Odds ratio (95% CI) 2,39 (1,25; 4,56)
Valore di p 0,008
Endpoint secondari (settimane 20-24)
Riduzione della dose giornaliera
di OCS a 0 mg/die
10 (14%) 5 (8%)
Odds ratio (95% CI) 1,67 (0,49;5,75)
Valore di p 0,414
Riduzione della dose giornaliera
di OCS a ?5mg/die
37 (54%) 21 (32%)
Odds ratio (95% CI) 2,45 (1,12;5,37)
Valore di p 0,025
Riduzione mediana della dose giornaliera di OCS rispetto al basale
(95% CI)
50,0 (20,0;75,0) 0,0 (-20,0;33,3)
Differenzamediana (95% CI) -30,0 (-66,7;0,0)
Valore di p 0,007

Studi di estensione in aperto in asma eosinofilico refrattario severo MEA115666 (COLUMBA), MEA115661 (COSMOS) e 201312 (COSMEX)

Il profilo di efficacia a lungo termine di mepolizumab nei pazienti con asma eosinofilico refrattario severo (n=998) trattati per una mediana di 2,8 anni (intervallo da 4 settimane a 4,5 anni) in studi di estensione in aperto MEA115666, MEA115661 e 201312 è stato generalmente coerente con i 3 studi controllati con placebo.

Popolazione pediatrica

Asma eosinofilico refrattario severo

Nello studio MEA115588 e nello studio in doppio cieco controllato con placebo 200862, sono stati arruolati 34 adolescenti (dai 12 ai 17 anni di età). Di questi 34 soggetti: 12 hanno ricevuto placebo, 9 hanno ricevuto mepolizumab 75 mg per via endovenosa, e 13 hanno ricevuto 100 mg per via sottocutanea.

In un’analisi combinata di questi studiun 40% di riduzione nelle riacutizzazioni clinicamente significative è stato osservato negli adolescenti a seguito di trattamento con mepolizumab in confronto a placebo (rate ratio 0.60; 95% IC: 0.17, 2.10).


Nucala: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Nucala, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Nucala

A seguito di somministrazione per via sottocutanea nei pazienti con asma, mepolizumab ha manifestato una farmacocinetica all’incirca proporzionale alla dose in un intervallo di dosi da 12,5 mg a 250 mg.

Assorbimento

In seguito a somministrazione sottocutanea in soggetti sani o nei pazienti con asma, mepolizumab è stato assorbito lentamente, con un tempo mediano per raggiungere la concentrazione plasmatica massima (Tmax) che va da 4 a 8 giorni.

A seguito ad una singola somministrazione sottocutanea nell’addome, coscia o braccio di soggetti sani, la biodisponibilità assoluta di mepolizumab era del 64%, 71% e 75%, rispettivamente. In pazienti con asma la biodisponibilità assoluta di mepolizumab somministrato per via sottocutanea nel braccio variava da 74% a 80%. In seguito a somministrazione sottocutanea ripetuta ogni 4 settimane, c’è un accumulo di circa il doppio allo steady state.

Distribuzione

In seguito ad una singola somministrazione per via endovenosa a pazienti con asma, mepolizumab si distribuisce con un volume medio di distribuzione di 55-85 mL/kg.

Biotrasformazione

Mepolizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato degradato dagli enzimi proteolitici che sono ampiamente distribuiti nel corpo e non limitati al tessuto epatico.

Eliminazione

In seguito ad una singola somministrazione per via endovenosa a pazienti con asma, la clearance sistemica media (CL) variava da 1,9 a 3,3 mL/giorno/kg, con un’emivita media terminale di circa 20 giorni. Dopo la somministrazione sottocutanea di mepolizumab l’emivita terminale media (t ½) variava da 16 a 22 giorni. In un’analisi farmacocinetica di popolazione la clearance sistemica di mepolizumab era di 3,1 mL/giorno/kg.

Popolazioni speciali

Pazienti anziani (?65 anni)

Sono disponibili dati limitati di farmacocinetica nei pazienti anziani (?65 anni) in tutti gli studi clinici (N=90). Tuttavia, nell’analisi farmacocinetica di popolazione non c’erano indicazioni di un effetto dovuto all’età sulla farmacocinetica di mepolizumab in un intervallo di età dai 12 agli 82 anni.

Compromissione renale

Non sono stati condotti studi formali per studiare l’effetto della compromissione renale sulla farmacocinetica di mepolizumab. Sulla base di analisi di farmacocinetica di popolazione, non è necessario alcun aggiustamento posologico nei pazienti con clearance della creatinina i cui valori siano tra 50 e 80 mL/min.

Sono disponibili dati limitati nei pazienti con valori di clearance della creatinina <50mL/min.

Compromissione epatica

Non sono stati condotti studi formali per studiare l’effetto della compromissione epatica sulla farmacocinetica di mepolizumab. Poichè mepolizumab viene degradato da enzimi proteolitici ampiamente

distribuiti, non limitati al tessuto epatico, non è atteso che le modificazioni della funzionalità epatica abbiano alcun effetto sull’eliminazione di mepolizumab.

Popolazione pediatrica

Nella popolazione pediatrica sono disponibili dati limitati di farmacocinetica (59 soggetti con esofagite eosinofila, 55 soggetti con asma eosinofilico refrattario severo). La farmacocinetica di mepolizumab per via endovenosa è stata valutata da analisi farmacocinetiche di popolazione in uno studio pediatrico condotto in soggetti di età compresa tra 2 e 17 anni con esofagite eosinofila. La farmacocinetica pediatrica era ampiamente prevedibile in base a quella degli adulti, dopo aver tenuto conto del peso corporeo. La farmacocinetica di mepolizumab in soggetti adolescenti con asma eosinofilico refrattario severo inclusi negli studi di fase 3 è stata coerente con quella degli adulti (vedere paragrafo 4.2).

La farmacocinetica pediatrica in seguito a somministrazione sottocutanea in soggetti di età compresa tra 6 e 11 anni con asma eosinofilico refrattario severo è stata studiata in uno studio in aperto, non controllato, della durata di 12 settimane.

La farmacocinetica nella popolazione pediatrica era ampiamente comparabile con quella osservata negli adulti e negli adolescenti, avendo tenuto conto del peso corporeo e della biodisponibilità. La biodisponibilità assoluta per via sottocutanea appare completa in confronto a quella osservata negli adulti e negli adolescenti, che è del 76%. L’esposizione a seguito di somministrazione sottocutanea di 40 mg (per un peso <40 kg) o di 100 mg (per un peso ? 40 kg) è stata di 1,32 e 1,97 volte quella osservata negli adulti con 100 mg.

La ricerca di un regime sottocutaneo di 40 mg somministrati ogni 4 settimane nei bambini di età compresa tra 6 e 11 anni in un range ampio di peso corporeo compreso tra 15 e 70 kg con modellizzazione di PK e simulazione predice che l’esposizione a questo regime di dosaggio rimarrebbe in media entro il 38% degli adulti che hanno ricevuto 100 mg. Questo regime di dosaggio è considerato accettabile dato l’alto indice terapeutico di mepolizumab.


Nucala: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Nucala agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Nucala è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Nucala: dati sulla sicurezza

Poichè mepolizumab è un anticorpo monoclonale, non sono stati condotti studi sulla genotossicità o cancerogenicità.

Tossicologia e/o farmacologia animale

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base degli studi convenzionali di farmacologia di sicurezza o degli studi di tossicità a dosi ripetute nelle scimmie. La somministrazione endovenosa e sottocutanea alle scimmie è stata associata ad una riduzione nella conta degli eosinofili periferici e del polmone, con nessun rilievo tossicologico.

Si ritiene che gli eosinofili siano associati alla risposta immunitaria ad alcune infezioni sostenute da parassiti. Studi condotti nei topi trattati con anticorpi anti IL-5 o geneticamente carenti di IL-5 o eosinofili non hanno mostrato una riduzione della capacità di eliminare infezioni parassitarie.

La rilevanza di questi risultati per l’uomo non è nota.

Fertilità

In uno studio di fertilità e di tossicità riproduttiva generale nei topi eseguito con un anticorpo analogo che inibisce la IL-5 nei topi non è stata osservata alcuna compromissione della fertilità. Questo studio non ha compreso la discendenza o una valutazione funzionale della discendenza.

Gravidanza

Nelle scimmie mepolizumab non ha avuto alcun effetto sulla gravidanza o sullo sviluppo embrionale/fetale e post-natale della progenie (compresa la funzione immununitaria).

Non sono stati eseguiti esami per le malformazioni scheletriche o interne. I dati nelle scimmie cynomolgus dimostrano che mepolizumab attraversa la placenta. Le concentrazioni di mepolizumab erano circa 1,2-2,4 volte superiori nei cuccioli rispetto alle madri per diversi mesi dopo il parto e non hanno influenzato il sistema immunitario dei bambini.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Nucala: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Nucala

Nucala: interazioni

Non sono stati effettuati studi d’interazione.


Nucala: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Nucala: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Nucala non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco