Proglicem: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Proglicem capsule rigide (Diazossido): sicurezza e modo d’azione

Proglicem capsule rigide (Diazossido) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Proglicem è indicato per il trattamento dell’ipoglicemia sintomatica da iperinsulinismo di diversa etiologia.

Il medicinale si è dimostrato efficace nelle seguenti forme:

ipoglicemia idiopatica dell’infanzia:

leucino-sensibile

non classificata

tumori insulari funzionanti:

maligni

benigni se inasportabili

neoplasie extrapancreatiche determinanti ipoglicemia

ipoglicemia neonatale

tesaurismosi glicogenica

ipoglicemia ad etiologia sconosciuta

Proglicem può essere usato in periodo preoperatorio come rimedio temporaneo e dopo l’intervento se l’ipoglicemia persiste.

Nel caso in cui altri rimedi specifici medici o chirurgici risultino inefficaci o inattuabili, si prenderà in considerazione il trattamento con Proglicem.

Proglicem capsule rigide: come funziona?

Ma come funziona Proglicem capsule rigide? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Proglicem capsule rigide

Categoria farmacoterapeutica: Farmaci per il trattamento dell’ipoglicemia, codice ATC: V03AH01

Meccanismo d’azione

Per somministrazione orale il diazossido provoca clinicamente un pronto aumento della glicemia dose-dipendente, dovuto principalmente alla inibizione del rilascio di insulina oltre ad un effetto extrapancreatico.

Effetti farmacodinamici e Efficacia e sicurezza clinica

Il diazossido riduce l’escrezione di sodio e di acqua, col risultato di una ritenzione di liquidi che può essere significativa; per somministrazione orale non si hanno solitamente effetti marcati sulla PA.

Altre azioni sono: aumento della frequenza cardiaca, aumento dell’acido urico nel siero per ridotta escrezione, aumento dei livelli sierici di acidi grassi liberi, ridotta clearance dell’acido paraminoippurico (PAH) senza effetti apprezzabili sulla filtrazione glomerulare.


Proglicem capsule rigide: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Proglicem capsule rigide, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Proglicem capsule rigide

Assorbimento

Per somministrazione orale il diazossido è assorbito rapidamente.

Distribuzione

Il diazossido si lega per oltre il 90% alle proteine.

Biotrasformazione

L’effetto iperglicemizzante inizia entro un’ora ed in presenza di una funzione renale normale non dura in genere più di 8 ore.

Eliminazione

Il diazossido è escreto per via renale. Dopo somministrazione E.V. ha un’emivita plasmatica di 28 + 8.3 ore ; l’emivita plasmatica è di 24 e 36 ore negli adulti e in bambini da 4 mesi a 6 anni di età è variabile da 9.5 a 24 ore per somministrazione orale a lungo termine. L’emivita può essere aumentata in caso di sovradosaggio e nei pazienti con insufficienza renale.


Proglicem capsule rigide: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Proglicem capsule rigide agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Proglicem capsule rigide è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Proglicem capsule rigide: dati sulla sicurezza

In topo, ratto, coniglio, cane, maiale e pecora, il diazossido provoca una rapida e transitoria iperglicemia con riduzione delle concentrazioni plasmatiche di insulina.

Nel cane l’ipoglicemia si accompagna ad un aumento di acidi grassi liberi, lattati e piruvati nel siero; nel topo si ha spiccata riduzione del glicogeno epatico e aumento dell’azotemia.

La DL50 per somministrazione orale di una sospensione di diazossido è stata di 210 mg/kg nella cavia, fra 1.900 e 2572 mg/kg nel topo, > 5.000 mg/kg nel ratto, > 522 mg/kg nel ratto neonato e > 500/kg mg nel cane. Nel ratto, la somministrazione orale di diazossido alla dose di 400 mg/kg per 3 mesi ha provocato ritardo di crescita, aumento del peso di fegato e reni e ipertrofia surrenalica.

Ad un dosaggio giornaliero > 1.080 mg/kg si sono osservati iperglicemia, aumento del peso epatico e della mortalità. Nel cane, dopo la somministrazione orale di 40 mg/kg/die per un mese, non si sono rilevate anomalie biologiche e microscopiche significative. Il riscontro di cataratta in alcuni animali è stato attribuito alle spiccate alterazioni metaboliche dei carboidrati, per l’aspetto delle modificazioni del cristallino simili a quelle degli animali con iperglicemia sperimentale. La somministrazione di

200 mg /kg per 52 settimane ha provocato riduzione della crescita e aumento del peso di cuore, fegato, surrenali e tiroide, senza variazioni della mortalità. Con dosi di 50, 100 e 200 mg/kg/die per 82 settimane, in due studi si sono osservati lieve stimolazione del midollo osseo, aumento di peso del pancreas, ernia inguinale in molti animali, senza differenze di mortalità rispetto ai controlli e, rispettivamente, anoressia con grave perdita di peso e totale assenza di ernie inguinali. Gli studi ematologici, biochimici ed istologici non hanno evidenziato cause di morte diverse dall’inanizione.

Benché i dati non siano conclusivi, gli studi sulla riproduzione e di teratogenesi in molte specie animali indicano che il diazossido somministrato nel periodo critico di formazione dell’embrione può interferire nel normale sviluppo fetale,probabilmente tramite l’alterato metabolismo glucidico. Negli animali trattati a termine di gestazione il parto era occasionalmente prolungato.

La somministrazione endovenosa di diazossido durante la gravidanza a pecore, capre e maiali ha indotto nel feto un apprezzabile aumento della glicemia e degenerazione delle cellule beta delle isole di Langerhans. La reversibilità di questi effetti non è stata studiata.

Gli studi sulla riproduzione con diazossido per via orale nel ratto hanno evidenziato aumento dei riassorbimenti fetali e ritardi nel parto, nonché anomalie scheletriche fetali.

Per somministrazione endovenosa nel coniglio, si è avuta evidenza di effetti teratogeni scheletrici e cardiaci. Il medicinale ha dimostrato di attraversare la barriera placentare e di provocare degenerazione delle cellule beta del pancreas fetale.

Nel ratto, l’associazione di diazossido ad alte dosi e di clorotiazide è risultata nefrotossica, con iperplasia epiteliale nei tubuli collettori.

Nel cane, l’associazione di diazossido e triclormetiazide ha provocato una sindrome diabetica con chetosi e morte. Nessuno dei medicinali somministrato da solo ha prodotto tali effetti.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Proglicem capsule rigide: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Proglicem capsule rigide

Proglicem capsule rigide: interazioni

Il diazossido, per l’elevato legame sieroproteico, può spiazzare altre sostanze, come la bilirubina, la cumarina e derivati, elevandone i livelli ematici. Questo è da tener presente durante il trattamento con diazossido particolarmente nei neonati con iperbilirubinemia.

Durante il trattamento con diazossido per via orale può essere richiesta una riduzione del dosaggio degli anticoagulanti. Può inoltre aversi accentuazione dell’effetto iperglicemizzante ed iperuricemizzante dei tiazidici ed altri diuretici potenti e dell’effetto antiipertensivo di altri medicinali.

L’uso contemporaneo di difenilidantoina può ridurne l’effetto anticonvulsivante.

La somministrazione contemporanea di tiazidi, o di altri potenti diuretici usati comunemente, può potenziare gli effetti iperglicemici e iperuricemici del diazossido. Gli effetti iperglicemizzanti sono pure potenziati in presenza di ipokaliemia. L’iperglicemia indotta dal diazossido è reversibile con la somministrazione di insulina o tolbutamide.

L’inibizione del rilascio di insulina da parte del diazossido è antagonizzato da medicinali alfa-bloccanti.

Gli effetti iperglicemici e iperuricemici del diazossido ostacolano la valutazione corretta di questi stati metabolici.


Proglicem capsule rigide: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Proglicem capsule rigide: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Proglicem compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Qualora insorgano ipotensione posturale o sonnolenza si devono avvertire i pazienti dei rischi connessi con la guida di autoveicoli, con l’uso di macchinari, ecc.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco