Cipolla: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Cipolla

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Allium Cepa L. – Fam. Liliacee)

Cipolla- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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cipolla

EtimologiaAllium, nome usato da Virgilio. Dal celtico all, che significa caldo, bruciante.

Cepa – nome latino = cipolla (anche caepa-Celso).

Nome volgare Cipolla.

Habitat – Originaria dalle regioni temperate dell'Asia occidentale e dalla Palestina. Coltivata in numerose varietà.

Pianta erbacea.

Parti usate – I bulbi.

Componenti principali

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Circa 0,015 %, di olio essenziale (1), i cui componenti sono soprattutto composti organici solforati, principalmente bisolfuri di bi-n-propile (2) (3) e di metil-n-propile, ma anche bisolfuro di dimetile (2), e probabilmente trisolfuro di diallile (1). Nel succo fresco di C. sono stati identificati acido solfocianico e solfocianato di allile (4); in due varietà di bulbi freschi sano stati trovati (5): 1,5-1,59 % di isosolfocianato di allile, grasso 0,26-0,37%, proteine 1,03-1,63 % zuccheri totali 5,45-6,04 %, cellulosa 1.3-1.5 %, pectine 2-2,16 %, mucillaggine 2,61-3,38 % ceneri totali 0,492-0,741 %, ceneri solubili in acido

0,344-0,521 %, sodio e potassio 0.113-0,193 %, ferro mg 0,83-1.5 %, calcio mg 42,34-52,84 %, fosforo mg 30-32 %, zolfo mg 61,7-73,6 % vitamina B1 g 35-50 %, vitamina C mg 0,0182-0,0185 %, acqua 87,46-87,77 % (5). Inoltre fluoro mg 0,5 in un Kg di droga fresca (5a).

cipolla Figura 1

Nella frazione cationica dei bulbi maturi di cipolla gialla è stata segnalata la presenza di desossialliina (S-allilcisteina) e di diidroalliina (S-propil-cisteinsolfossido): non e stata trovata alliina (S-allil-cisteinsolfossido), [il componente dell'Aglio (ved. Aglio)], nè S-propilcisteina (55). Nei prodotti dell'emanazione gassosa della cipolla sono stati identificati, propilmercaptano C3H7SH, alcool metilico, aldeide propionica, aldeide acetica e anidride carbonica; sono probabilmente presenti anche anidride solforosa, idrogeno solforato, alcool propilico e solfuro di dipropile; non e stato trovato bisolfuro di allilpropile (56). Sono state inoltre trovate sostanze dotate di proprietà antibiotiche (6) (7) (8) (9) (10), indicate come sostanze fenoliche (catecolo e acido protocatechico), principi volatili e non volatili, tra i quali ultimi una sostanza gommo-resinosa itensamente attiva, di composizione non identificata, isolata dai bulbi freschi (10).

Altri componenti: aldeide tiopropionica ( 11), amminoacidi contenenti zolfo (12), gli acidi caffeico, clorogenico (13) e glicolico (14), gli enzimi perossidasi ( 15), fosfatasi ( 16) e pectinesterasi ( 17). Negli strati esterni colorati dei bulbi è stata segnalata la presenza di composti flavonici, tra cui sono stati riconosciuti un mono-d-glicoside della quercetina, identico allo spireoside, ed un secondo glicoside, che probabilmente è un quercetin-3-glucoside (18); sono stati ottenuti quercetina 0,3-0,4 % (19), anche 4 %, spireoside 1%, acido protocatechico 0,45 % e piccole quantità di due non identificati glucosidi della quercetina, floroglucina, estere metilico dell'acido protocatechico ed estere metilico dell'acido floroglucincarbonico (20). Nelle squame carnose, oltre ad acido protocatechico, floroglucina, pirocatechina e acido ferulico (20). Nei bulbi anche idrato di 3-amino-3-carbossipropil-dimetil-solfonio, C6H15O3NS (57).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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L'uso della Cipolla come pianta medicinale non è presso di noi così esteso come in altri paesi dove questo umile ed utilissimo bulbo, usato in passato soltanto empiricamente, ha trovato oggi il suo posto ben definito fra gli altri rimedi.

Le ormai numerose ricerche sperimentali e cliniche, oltre che chimiche sulla composizione del suo fitocomplesso attivo, hanno in parte confermato quelle cognizioni che ci provenivano dall'empirismo e hanno posto in evidenza nuovi lati interessanti della sua azione farmacologica e terapeutica.

La Cipolla trova com'è noto, vasto impiego nell'alimentazione dove è usata soprattutto come condimento.

Se somministrata cruda la Cipolla rallenta la digestione aumentando fortemente l'acidità del succo gastrico, proprietà questa che ne controindica l'uso negli ipercloridrici, molti dei quali non tollerano la sua presenza nei cibi, neppure dopo cottura e sotto qualsiasi forma.

Secondo Semmler (21), fra le altre azioni che vengono attribuite alla Cipolla, notevole sarebbe quella che si manifesta con uno stimolo alla secrezione biliare. Schindel (22) studiando sperimentalmente sul cane l'azione coleretica di varie droghe, constatò nella Cipolla la presenza di un principio stimolante la coleresi, ciò che fu successivamente confermato dall'Herrmann ( 13) il quale riuscì ad identificare nella composizione della Cipolla due sostanze, l'acido caffeico e l'acido clorogenico, sostanze cinarinosimili queste, analoghe a quelle contenute nel Cynara scolymus, nel Solanum Melongena ed in altre droghe ad azione coleretica e colagoga (vedi Carciofo e Melanzana) .

Sull'azione diuretica della Cipolla riferisce Henriomet ( 23) il quale potè risolvere rapidamente e durevolmente un caso di ascite molto grave in una malata che presentava inoltre, atrofia epatica e ipertrofia splenica. La somministrazione di forti dosi giornaliere di Cipolla cruda (fino a 500 g) insieme con altri alimenti, provocò un'intensa diuresi. L’ascite subì una notevole diminuzione e non fu più necessario intervenire con le periodiche paracentesi. Oltre alla presenza di sostanze cinarinosimili, le quali sono dotate anche di una notevole azione diuretica (vedi Carciofo), questa azione può essere attribuita secondo Balansard e coll. (24), alla essenza e soprattutto all'acido glicolico.

Quest’acido la cui tossicità è molto bassa, oscillando la sua dose letale intorno ai g 0,50/Kg, esplica, a dosi terapeutiche, un'azione diuretica che si protrae per 24 ore.

L’azione diuretica di questo acido non si manifesta soltanto sulla eliminazione dell'acqua, ma anche sulla eliminazione dei cloruri e della urea, azione questa che avviene sempre con un certo ritardo (48-72 ore dopo la somministrazione). Questo ritardo proverebbe, secondo l’A., che l’azione dell'acido glicolico, non è soltanto renale ma anche tessutale e specialmente epatica.

L’azione sul fegato sarebbe dimostrata dal fatto che la sua somministrazione determina una diminuzione del tasso uremico abnormemente elevato, un aumento del tasso di protrombina, una diminuzione della colesterolemia allorché questa è troppo elevata ed una caduta del rapporto colesterolo libero-colesterolo esterificato, dimostrante un'esaltazione dei processi di esterificazione.

Molte ricerche sono state eseguite sull'attività batteriostatica della Cipolla, le quali ricerche ebbero probabilmente come punto di partenza l'osservazione che alcune varietà colorate di questa pianta, offrono una certa resistenza ad alcune malattie provocate da diversi miceti fitopatogeni (Colletotrichum circinans Berck, Botrytis allii Munn., B. bissoidea Walcher).

Walker, Link e coll. (25) attribuiscono questa resistenza della pianta alla presenza di sostanze fenoliche tossiche, idrosolubili, contenute nelle scaglie esterne del bulbo. Due di queste sostanze sarebbero state identificate come acido proto-catechico e catecolo. Walker (26) trovò che le sostanze volatili presenti nel bulbo di Cipolla esercitano un effetto inibitore sulla germinazione delle spore di Colletotrichum circinans e un'azione simile fu notata più tardi dallo stesso Walker (27) nel succo della parte carnosa del bulbo. Walker e coll. (28) dimostrarono poi che le sostanze tossiche contenute nel succo di Cipolla sono per lo meno di due tipi: un componente volatile e facilmente allontanabile per riscaldamento del succo per 15' ed un altro più stabile che conserva la sua tossicità anche dopo riscaldamento a 90° per 90’.

Il Lovell (8) trovò che i vapori che si sviluppano dal succo di spremitura dei bulbi, inibiscono la crescita del Bacillus subtilis. Ceppi di Proteus, di Stafilococchi e di Salmonelle, risultano leggermente più resistenti del B. subtilis, mentre i Coli e il Pseudomonas, presentano una resistenza anche maggiore.

L'attività del succo non sarebbe influenzata apprezzabilmente dalle variazioni del suo pH, dal periodo di magazzinaggio o dalla varietà dei bulbi dai quali il succo è stato ottenuto. Subirebbe invece una diminuzione sottoponendo il succo ad una sterilizzazione discontinua a vapore fluente e verrebbe a mancare quasi completamente allorché la sterilizzazione venga eseguita sotto pressione.

Huddleson e coll. (10) riuscirono ad estrarre dai bulbi di Cipolla una sostanza capace di inibire la crescita dello Staph. aureus, di molti altri cocchi patogeni gram-positivi, di bacilli sporigeni e di parecchie specie di Brucella, fra cui la B. abortus, alla diluizione di 1:1.600.000.

Secondo questi AA. il principio antibiotico non potrebbe essere identificato con l’aldeide crotonica come ritenuto da altri AA. e concludono che la frazione alcool-solubile che costituisce il principio antibiotico volatile della Cipolla, non è nè un’aldeide nè un carboidrato.

Moriondi (29) studiò l’azione inibitrice del succo di Cipolla su vari germi e lo trovò attivo verso il pneumobacillo di Friedlander e il B. anthracis. Molto altri AA. studiarono l’azione batteriostatica dei preparati di Cipolla, ottenendo risultati non sempre univoci e talora contradditori. Lo Skinner (30) ritiene che ciò sia dovuto alla differenza di tipo e di concentrazione degli antibiotici contenuti nelle diverse varietà di Cipolla e così conclude riassumendo i risultati ottenuti dai diversi AA.:

“Nelle squame esterne secche, dei bulbi di alcune varietà di Cipolla, sono presenti sostanze fenoliche (catecolo e acido protocatechico) ad azione antibiotica nei confronti dei funghi patogeni. Le squame carnose del bulbo contengono un principio attivo antibiotico volatile (che non sembra essere aldeide crotonica) ed uno, o forse più, principi antibiotici non volatili che agiscono su alcuni funghi fitopatogeni e su alcuni batteri.

Dal tessuto carnoso dei bulbi è stata isolata una sostanza resinosa, gommosa, non volatile, la cui costituzione chimica è finora ignota, ma che presenta una notevole azione batteriostatica. L’identità di questa sostanza coi componenti attivi non volatili studiati da altri AA. non è ben confermata”.

Tropsey e Filatova (31) basandosi su di un’osservazione di Tokin, secondo cui l’olio essenziale di Cipolla, di Aglio e di altri vegetali dotati di forte odore, contengono sostanze non ancora identificate e che l’A. chiama «Fitoncidi» capaci di svolgere un’azione antibiotica verso i batteri, ed anche su organismi più elevati, hanno sperimentato una pasta di Cipolla nella medicazione di ferite e di piaghe suppurate. La medicazione veniva fatta in maniera che la pasta non era applicata direttamente sulle ferite, ma in modo che queste fossero esposte ai suoi vapori. Gli AA. riferiscono di aver osservato che dopo le prime medicazioni, le ferite assunsero una tinta rosea e cessarono i sintomi dolorosi. Dopo la seconda applicazione, il cattivo odore e la purulenza erano scomparsi e dopo 5 giorni si poteva constatare una larga zona di epitelizzazione.

Gli AA. concludono affermando che questi « Fitoncidi » potrebbero occupare nel trattamento delle ferite infette, un posto non trascurabile accanto ad altri mezzi terapeutici, quali i sulfamidici.

Le ricerche sull’attività antibiotica e batteriostatica della Cipolla vennero riprese più recentemente tenendo conto anche delle eventuali applicazioni terapeutiche. Secondo Fortunatov (32), i veleni vegetali, soprattutto quelli contenuti nella Cipolla e nell’Aglio, posseggono un’energica azione battericida. Soluzioni impiegate per inalazione nell’angina, si dimostrarono terapeuticamente più soddisfacenti del trattamento penicillinico.

Nella terapia dell’influenza, si otterrebbe con le suddette soluzioni somministrate per os, risultati simili a quelli che è possibile ottenere con la terapia sulfamidica, mentre soluzioni più diluite sarebbero dotate di notevoli proprietà profilattiche. Risultati favorevoli si sarebbero ottenuti secondo l’A., anche nella sciatica, nelle coliti croniche e nella pertosse. Analogamente Klosa (33) ottenne con l’olio etereo di Cipolla in soluzione all’ 1 %, un buon effetto terapeutico nelle malattie da raffreddamento (riniti, angine, polmoniti, bronchiti acute, tracheiti).

Estratti alcoolici preparati da Shcherback (34) con le tuniche bulbari esterne di Cipolla, manifestarono un potere batteriostatico alla diluizione di 1:600 fino a 1:1000, sulla E. Coli, sul Pseudomonas aeruginosa, sul Corynebact. difterium, su altri batteri del gruppo enterico, sui colerosimili e sugli stafilococchi. L’estratto acquoso si dimostrò meno attivo, ma nè questo nè l’estratto alcoolico subirono riduzione di attività per esposizione alla luce, riduzione che avveniva invece per riscaldamento, in autoclave o anche spontaneamente, dopo un mese dalla preparazione. Da Cipolle con tuniche bulbari più spesse l'A. ottenne estratti più attivi e notò che, a differenza di quanto avviene con gli estratti, le cipolle vecchie di due anni conservano integralmente le loro proprietà antibiotiche.

Gupta e Viswanathan (6) trovarono che l’estratto alcoolico di Cipolla risulta dotato di un’attività tubercolostatica pari ad 1/5 di quella della streptomicina.

Safarli (35) trovò che emulsioni di naftalene con «Fitoncidi» di Aglio e di Cipolla, sono molto efficaci nel trattamento delle infiammazioni della congiuntiva corneale. L'emulsione determina una rapida epitelizzazione della cornea formando un leggero strato opaco.

Gli idrocarburi relativamente fissi ritardano, secondo l’A., l’evaporazione del fitoncida e stabilizzano il preparato.

Secondo Tokin (36) l’azione dei «Fitoncidi» contenuti nella Cipolla, nell'Aglio e in altre piante, oltre che sui germi, si manifesterebbe anche sugli spermatozoi di cavia e di ratto, che vengono rapidamente immobilizzati. L’inalazione di questi agenti non provocherebbe però disturbi della spermatogenesi e gli spermatozoi morti non mostrano modificazioni morfologiche rilevabili.

L’alimentazione prolungata degli animali da esperimento, con dosi opportune di bulbi di Cipolla, provoca in essi notevoli modificazioni ematologiche.

Sebrell (37) osservò una forma di anemia, non clinicamente apprezzabile, nei cani alla cui alimentazione venivano aggiunti 15-20 g pro Kg e pro die di Cipolla. Successivamente Kelser e coll. (38) trovarono invece che questa dieta provoca una forma di anemia piuttosto grave ed emolitica.

Esperienze eseguite da Baldissera Nordio (39) su polli alimentati con 200 g pro die di Cipolle cotte, hanno dimostrato che tale trattamento provoca sensibili diminuzioni del tasso emoglobinico, del numero degli eritrociti e del consumo di ossigeno, mentre la resistenza globulare non subirebbe modificazioni. Dosi più piccole di Cipolla (da 2 a 8 g pro Kg e pro die) determinerebbero anche nei cani, sensibili modificazioni del quadro ematologico (40). Lo stesso A. (41) trovò che le modificazioni ematologiche ottenute mediante la suddetta dieta anemizzante nelle femmine gestanti (conigli, capre, cagne), non si riflettono sui figli i quali si presentano normalmente sviluppati e con quadro ematologico normale.

Al contrario, il quadro ematologico dei cuccioli, dopo il 4° giorno di allattamento dimostra l’esistenza di una grave forma di anemia. L’A. ritiene di poter spiegare questo fatto formulando l’ipotesi che il fattore anemizzante della Cipolla possa modificare la composizione del latte, oppure che l’anemia della madre si rifletta sulle riserve marziali epatiche dei feti.

Analogamente Majori e Squeri (42), che sperimentarono su ratti, cavie e piccioni, somministrando loro Cipolle ed Aglio, sia allo stato crudo che dopo cottura e vari tipi di estratti, trovarono che la droga cruda determina una diminuzione delle emazie e che tale diminuzione è proporzionale alla quantità di droga cruda somministrata. Con successive ricerche gli AA. trovarono che il fattore anemizzante contenuto nella Cipolla può essere estratto con alcool etilico ma non con acqua o con etere etilico (43).

Gebauer e Ploetz (44) confermarono le precedenti ricerche di Baldissera Nordio e trovarono che la vitamina B12, l’acido folico, il cobalto (somministrato sotto forma di cobaltamina) e il lattato di ferro, tanto se somministrati per os che intramuscolo, influiscono solo temporaneamente sull’anemia ottenuta negli animali con dieta a base di Cipolla e non sono in grado di riportare il quadro ematologico alla normalità.

Interessante notare che autolisati di Cipolla (e di Aglio anche) sembra siano dotati di una favorevole azione ematopoietica, tanto da trovare utile impiego nelle comuni forme di anemia.

Questi autolisati possono essere ottenuti secondo il seguente procedimento (45): bulbi di Aglio o di Cipolla frantumati, vengono autolisati a 30° trattandoli con acqua a pH 5 contenente il 2 % di un preparato attivo di papaina e quindi estratti con 4 vol. di alcool di 96°. L’estratto contiene il 75-80 % delle sostanze attive e viene concentrato nel vuoto. In qualche caso tale estratto, costituito essenzialmente da aminoacidi, viene irradiato con luce di Wood. Il prodotto viene somministrato per os o per iniezione intramuscolare e può essere associato con vitamina B1 e B2.

Cartchenko e Fridmann (46) studiarono sperimentalmente e clinicamente un loro estratto di Cipolla (allitcepa) e trovarono che a piccole dosi questo estratto, rinforza l'attività cardiaca, provoca una vasodilatazione arteriosa e favorisce l'attività motoria intestinale.

Dal punto di vista clinico questo estratto fu studiato specialmente in relazione alle sue applicazioni in stomatologia. Gli AA. poterono constatare un’azione battericida sulla flora microbica del cavo orale e la sua attività nel trattamento delle pericementiti e quale supporto di paste otturatrici dei canali dentali. La flora orale gram-negativa sarebbe, secondo gli AA. più resistente di quella gram-positiva, all’azione dell’estratto studiato.

Secondo Litzka (47) la Cipolla sarebbe dotata di un’azione favorevole nel Morbo di Basedow, azione che dall’A. è messa in relazione col suo contenuto di fluoro che, secondo Meyerhofer, Schneider e Wasicky (5 a) vi sarebbe contenuto nella quantità relativamente elevata di mg 0,5 per Kg di bulbi freschi.

Decaux (48) consiglia l’impiego della Cipolla sotto forma di estratto fluido diluito 1:5, nelle forme di prostatismo. Il trattamento consiste nella somministrazione di un cucchiaio da dessert di questo estratto prima di pranzo e prima di coricarsi, in bicchiere d’acqua zuccherata, per 10 giorni di ogni mese. Nello stesso tempo, l’A. consiglia di prescrivere un sale alogenato di magnesio. Nei casi ribelli si prescriverà oltre l'estratto per os, anche una supposta al giorno di estratto di Cipolla associato a un sale di magnesio. In generale questo trattamento può essere reso più efficace facendolo precedere da una terapia disinfettante a base di sulfamidici o di antibiotici.

L'azione ipoglicemizzante della Cipolla fu constatata dal Collip (49) iniettando estratti di essa nei cani pancreasectomizzati, azione che venne poi confermata da Hutchinson, Smith e Winter (50) e da Mills (51) che sperimentarono anche estratti di germogli di Cipolla oltre che di bulbi.

Van den Berg (52) trovò che l'ipoglicemia prodotta da estratti di Cipolla è preceduta da una iniziale e transitoria iperglicemia e che il fegato dei conigli cui vennero somministrati i suddetti estratti, fu trovato privo di glicogeno dopo 24 ore.

Anche Janot e Laurin (53) constatarono l'azione ipoglicemizzante di estratti di bulbi di Cipolla stabilizzati con alcool di 95° bollente o con neve carbonica, azione che fu dagli AA. ottenuta nell' 88 % delle loro esperienze. Il massimo dell'azione ipoglicemica appare in generale, fra la 17a e la 23a ore e può raggiungere anche il 60 % del valore iniziale.

Altri AA. invece [Braun e Rees (54)] non ottennero risultati tali da confermare l'attività ipoglicemizzante degli estratti di Cipolla e ciò potrebbe essere verosimilmente dovuto ai diversi metodi impiegati per ottenere gli estratti, alle diverse varietà di Cipolla usate e alle diverse condizioni sperimentali.

Estratti e preparati vari

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Estratto fluido (g 1 = LIV gtt).

Dosi: g 0,5-2 g pro dose più volte nelle 2 4 ore.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido cipolla g 20

Alcool di 80° . . g 80

(a cucchiaini)

Sciroppo

Estratto fluido cipolla……………………………………………………. g 10

Glicerina………………………………………………………………………. g 10

Alcool di 95° …………………………………………………… . . , g 5

Sciroppo semplice F. U……………………………………………….. g 75

(a cucchiaini)

Pozione

Estratto fluido cipolla……………………………………………………. g 30

Miele bianco liquido…………………………………………………….. g 10

Vino bianco………………………………………………………………….. g 60

(due-tre cucchiai al giorno)

BIBLIOGRAFIA

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