Convallaria: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Convallaria

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Convallaria majalis L. – Fam. Liliacee)

Convallaria- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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convallaria

Etimologia Nome formato dall'unione del latino convallis = convalle, pendio d'una valle e del greco leirion = giglio. Allusione ai piccoli fiori che odorano come il giglio: Giglio delle Convalli.

majalis – che fiorisce nel Majus mensis: il mese di Maggio.

Nome volgare Mughetto.

Habitat Comune in Europa, Asia e America settentrionale. Si trova in Italia nei luoghi ombrosi, boschi e boscaglie, dal piano alla regione alpina e appenninica. Coltivata.

Pianta erbacea.

Parti usate Le foglie ed i fiori.

Componenti principali

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Glicosidi (0,1% circa di glicosidi totali): convallatossina o ramnoside della k-strofantidina, C29H42O10 (0,05-0,08 % nella droga secca) (1), convalloside o glucoramnoside della k-strofantidina. C35H42O15 (2); inoltre deglucocheirotossina (2a), glucoconvalloside, vallarotossina, majaloside, convallatossolo, convallatossoloside (3).

La convallatossina C29H42O10 è un glicoside cristallizzato, estratto dai fiori e dalle foglie della Convallaria majalis L. da Karrer ( 1 ). Per idrolisi acida la convallatossina produce l-ramnosio ed una genina, che Reichstein e coll. (1) hanno dimostrato essere la strofantidina.

Il convalloside C35H52O15 è stato isolato dai semi della Convallaria da Schmutz e Reichstein (2); per scissione idrolitica con acidi esso dà una molecola di D-glucosio, una molecola di l-ramnosio e l’aglicone strofantidina, mentre, per idrolisi meno spinta mediante l'enzima strofantobiasi, produce d-glucosio e convallatossina. Pertanto il convalloside è identificabile alla 3-(d-glucosido-l-ramnosido)-strofantidina. Il convalloside è stato in seguito isolato anche dalle foglie della Convallaria da Tschesche e Seehofer (3).

Il glucoconvalloside C41H62O20, isolato dalle foglie, è scindibile per idrolisi con produzione di strofantidina, di l-ramnosio (1 mol.) e di d-glucosio (2 mol.) (3).

La deglucocheirotossina C29H42O10, denominata «Componente VI» da Laufke (3), è stata ottenuta dalle foglie della Convallaria majalis L. ed è stata chimicamente identificata da Tschesche e coll. (2 a). Essa corrisponde a un D-gulometiloside della strofantidina e per idrolisi produce strofantidina e d-gulometilosio (1 mol.). Il convallatossolo C29H44O10 è sfato ottenuto dalle foglie della Convallaria da Tschesche e coll. (3); esso è idrolizzabile con formazione di l-ramnosio (1 mol.) e di strofantidolo, equivalente alla strofantidina, nella cui molecola al posto del —HCO in C10 si trova un —CH2OH.

Il convallatossoloside C35H54O15, isolato dalle foglie della Convallaria da Tschesche e coll. (3) produce per idrolisi l’aglicone strofantidolo e gli zuccheri ramnosio (1 mol.) e glucosio (1 mol.).

Tschesche e Seehofer (3) hanno inoltre estratto dalle foglie della Convallaria due nuovi glicosidi, da essi denominati vallarotossina e majaloside, le cui genine hanno verosimilmente le formule C23H32O6 e C23H32O5 rispettivamente; gli zuccheri sono il ramnosio per la vallarotossina, ramnosio e glucosio per il majaloside.

convallaria Figura 1

Tra gli altri componenti della Convallaria è stata segnalata la presenza delle sostanze glicosidiche convallamarina e convallarina.

La convallamarina C44H70O19, isolata nel 1858 da Walz (52) e trovata nei fiori in proporzioni pari al 2 %, è stata più tardi studiata da Tanret (53) e da Votocek (54); Votocek ne ha ottenuto per idrolisi la decomposizione con formazione di una miscela di glucosio, galattosio, ramnosio e di convallamaretina con formula grezza C20H36O8. La struttura chimica della convallamarina non è stata definita.

La convallarina fu isolata sin dal 1858 da Walz (52), che attribuì a questo glicoside la formula C34H62O11. Secondo Lindner (55), la formula della convallarina è C25H40O10 o piuttosto C25H38O9-H20. Per scissione idrolitica per mezzo di acido solforico all'ebollizione se ne è ottenuto uno zucchero e convallaretina C19H28O4. Più recentemente Hans (4) ha riferito che la convallarina è una saponina neutra, rispondente alla formula C25H42O8, producente per idrolisi solforica una molecola di ramnosio ed una molecola di una sapogenina C19H32O4 di struttura chimica non identificata.

Nella Convallaria sono stati trovati inoltre un nuovo iminoacido, identificato con l'acido acetidin-2-carbossilico C4H7NO2 (5), acido chelidonico (6), olio etereo circa 0,06 % (7), ceneri 2 % con 25,5% di CaO e 24.23 % di K2O (8).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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La Convallaria, poco conosciuta presso i popoli mediterranei come droga cardiotonica, era usata empiricamente in Russia fin dai tempi remoti ma fu soltanto in seguito alle ricerche eseguite intorno al 1880 in Russia da Troitzki (9), da Kalmikov (10), da Simanowscki ( 11), da Bogojawlenski ( 12) e in Francia da Sée (13), da Filhoud-Lavergne (14), da Desplats (15), che venne introdotta nella terapia medica;come succedaneo della Digitale e dello Strofanto.

A queste prime ricerche seguirono nel 1909 quelle sulla convallamarina, glicoside già noto fin dal 1858, eseguite dal Noguera (16) che la sperimentò in diverse forme di insufficienza e di scompenso cardiaco, lodandone l'efficacia ed indicando la dose di g 0,03 due volte al giorno, come la più vantaggiosa negli adulti e quella di g 0,02-0,04 pro die nei bambini.

Walser ( 17) trovò che i glicosidi della Convallaria esplicano sul cuore di rana un'azione strofantinosimile e che posseggono un più marcato effetto sulla diuresi, ciò che venne successivamente confermato dal Costopanagiotis ( 18) il quale constatò che i suddetti glicosidi determinano sul rene isolato di rana, un forte effetto diuretico, già alla diluizione di 1:50.000.000.

Altre ricerche furono eseguite sulla convallatossina dopo che questo nuovo glicoside venne isolato nel 1929 dal Karrer (19) il quale ne determinò anche l'attività biologica che risultò essere pari a 3.500.000 U.R. per g.

Il Weiker (20) sperimentando sulla rana, rilevò la somiglianza di azione di questo glicoside con la K-strofantina e Fromherz e Welsch (21) avevano precedentemente notato che come la K-strofantina, la convalla- tossina scompare dal cuore di gatto nel giro di poche ore.

La somiglianza d'azione della convallatossina con la strofantina, è stata notata anche dallo Zipp (22) e da Amburtin, Lévy e Wester (23) i quali ultimi sperimentarono il glicoside cristallizzato su 32 pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca, ottenendo risultati soddisfacenti in 24 casi. Le dosi impiegate dagli AA. furono di mg 0,143 pro dose, ma anche la dose di mg 0,25 venne ben tollerata dai malati. Per via endovenosa somministrarono mg 0,143 due volte pro die. Ad un paziente vennero praticate 250 iniezioni senza inconvenienti.

Nella Convallaria, oltre la convallamarina e la convallatossina è contenuto un terzo glicoside, la convallarina che, secondo Vertiainen (24), sarebbe anch'esso dotato di un'azione sul cuore di rana in situ e isolato, sul quale esplicherebbe un'azione tossica tale da superare di 7-10 volte quella della convallamarina. Secondo Straub (25) questo glicoside saponinico non avrebbe che una debole azione cardiaca mentre sarebbe dotato di azione paralizzante sul sensorio e di azione drastica.

Lo Straub ha preparato una miscela di glicosidi ad elevata attività, contenente il 20 % di convallatossina cristallizzata di Karrer e l'80% di glicosidi non cristallizzabili del gruppo della convallamarina (probabilmente convallamarina e convallarina). Questo preparato, denominato dall'A. Convallan, molto stabile in soluzione acquosa, sarebbe dotato di un'attività pari a 4000-8000 U.R. La sua azione sugli animali a sangue caldo potrebbe essere qualitativamente situata fra quella della strofantina e quella della digitossina. La dose unitaria d'impiego di questo preparato, sarebbe, secondo Straub, di 1000 U.R. dose che però secondo Buttner (26) dovrebbe essere elevata a 3000-6000 U.R. e a tali dosi, l'azione di questo preparato supererebbe a volte, quella della stessa Digitale. L'azione di accumulo è molto lieve e per quanto riguarda l'attività diuretica, questa sarebbe superiore a quella della Digitale e a quella della strofantina. L'Hauke (27) che sperimentò la suddetta associazione su 100 casi, somministrando 2-3 pillole (corrispondenti ognuna all'attività di 1000 U.R.) tre volte al giorno, la trovò, in accordo con lo Straub, particolarmente utile nell'insufficienza cardiaca di lieve e media gravità e specialmente per i trattamenti prolungati nelle forme croniche, allorchè si rende necessario l'impiego di mezzi terapeutici innocui ed esenti da azioni secondarie.

Lo studio clinico di questa associazione venne successivamente ripreso dall’Ernest (28) e da Major e Leger (29) secondo i quali i glicosidi della Convallaria si prestano ottimamente per la terapia ambulatoria dei vizi valvolari, dei disturbi delle vie di conduzione degli stimoli e di altri disturbi nervosi dell'attività cardiaca e delle lesioni cardiache da sport. L'impiego dell'associazione studiata, sembra particolarmente indicato nei casi in cui i preparati di Digitale, data la loro azione più intensa, sono controindicati per la presenza di disturbi delle vie di conduzione degli stimoli.

A conclusioni pressocchè analoghe giunse il Poetes (30) il quale sperimentò la stessa associazione su pazienti affetti da insufficienza aortica e mitralica, nell'infarto cardiaco e nella sclerosi coronarica.

L’attività biologica della convallotossina, comparativamente a quella degli altri glicosidi cardiotonici, e notevolmente piu elevata come risulta chiaramente della seguente tabella (31):

convallaria Figura 2

Per quanto riguarda l'equivalenza di attività cardiotonica fra la convallatossina e la digitossina, essa può essere ottenuta, secondo Hans (32) con dosi che sono nel rapporto di 1:16. La durata d'azione della digitossina, è superiore di 1/5 a quello della convallatossina. Per contro, questa sopprime gli effetti di un ipnotico sul cuore a dosi molto più basse di quelle necessarie per la digitossina.

Gli animali trattati con deboli concentrazioni di convallatossina non accusano azioni depressive cardiache sotto l'influenza di una dose deprimente di ipnotico.

La Convallaria, ad eccezione forse che nell'Unione Sovietica (33), è attualmente poco usata in terapia, soprattutto perchè la si ritiene dotata di azione incerta ed incostante. Evidentemente, come accade per numerose altre droghe, non escluse le cardiotoniche e in particolare la stessa Digitale e lo Strofanto, ciò è dovuto alle naturali variazioni del contenuto in principi attivi nella droga. La Convallaria, secondo Jaretzky e Simon (34), può presentare variazioni di attività che oscillano da 5000 a 15000 U.R. per g e ciò in rapporto anche alla parte usata (fiori, foglie o rizoma) e alla essiccazione e conservazione più o meno razionalmente eseguite. La maggior attività sarebbe stata trovata nei fiori, mentre il rizoma rappresenterebbe la parte della pianta più povera in principi attivi. L'essiccazione dovrebbe essere fatta, secondo gli AA. a 110° per 30-120'. Con ciò il valore in U.R. rimarrebbe quasi invariato, l'umidità residua non supererebbe il 3 % e la droga finemente polverizzata e posta in vasetti sigillati al riparo dall'umidità, può essere conservata a lungo senza perdita di attività.

E' logico presumere che i preparati di Convallaria ottenuti con droga stabilizzata e il cui titolo sia noto e costante, siano capaci di esplicare anche un'attività sicura e senza altre oscillazioni che quelle dovute alle variazioni di sensibilità individuali.

Lo Strom (35) che ha esaminato diverse tinture di Convallaria, ha trovato che quelle ottenute con droga stabilizzata o con droga secca, sono più attive di quelle ottenute con droga fresca. L'A. propone di fissare per la tintura di Convallaria un valore di 5000 U.R. per g in confronto con le 2000 U.R. della tintura di Digitale.

La Farmacopea sovietica (VIII) prescrive la standardizzazione degli estratti delle droghe digitaliche (Digitale, Adonide, Convallaria) e l'Abramova (36) riferisce che quelli preparati secondo il metodo prescritto, mantengono la loro attività per un anno, il che, invero, non sarebbe poi molto.

Come già fu detto, i preparati di Convallaria, non trovano oggi, un largo impiego terapeutico: tuttavia, la comparsa di un discreto numero di lavori farmacologici e clinici, sia in Italia che all'estero, durante questo ultimo decennio, denota il delinearsi di un rinnovato interesse intorno a questa droga, forse troppo ingiustamente dimenticata.

L'azione farmacologica dei glicosidi della Convallaria è simile a quella della Digitale [Kreitmair (37)] per la regolarizzazione dell'attività cardiaca, per l'azione calmante delle palpitazioni, per l'accrescimento della energia cardiaca, per il contemporaneo aumento della pressione arteriosa e della diuresi e per la sua azione sedativa. Secondo Lohmeyer (38) le caratteristiche d'adone di cui è dotata la Convallaria porrebbero questa droga (o meglio, la convallatossina), fra la strofantina e il digilanide C. I vantaggi del suo impiego sarebbero in relazione con la sua possibilità di agire rapidamente, di diminuire il consumo di ossigeno e di migliorare l'irrorazione sanguigna del cuore. Secondo Weicker ed Oettel (39), la esperienza clinica finora acquisita da diversi AA. permetterebbe di affermare che nell'insufficienza cardiaca acuta (dispnea parossistica, edema polmonare), l'azione della convallatossina non è superata da quella della strofantina.

L'effetto cardiotonico della convallatossina si manifesta, secondo Kujat (40), rapidamente come nel caso della strofantina, ma da questa la convallatossina si distinguerebbe per le sue azioni cronotropa negativa e batmotropa positiva assai meno accentuate. L'effetto diuretico sarebbe invece più marcato di quello della strofantina e della Scilla.

La convallatossina è stata impiegata dall’A. per via endovenosa, alla dose di mg 0,2 pro die divisa in due volte nella giornata, in 63 pazienti in stato di scompenso di circolo. In molti di questi pazienti affetti da cardiopatie le più diverse (ipertensione, miocardiosclerosi, cofonarosclerosi, aorto-miocardite luetica, cardiopatie valvolari aortiche e mitraliche) la convallatossina si comportò in modo del tutto analogo alla strofantina. L'A. conclude affermando che la convallatossina possiede un'azione farmacodinamica e clinica simile, qualitativamente e quantitativamente, a quella della strofantina. A differenza di questa però, la convallatossina è assai meglio tollerata nei casi nei quali la terapia strofantinica provoca molto precocemente l'insorgere di extrasistoli e nei casi di scompenso di circolo senza aumento della frequenza cardiaca o addirittura con bradicardia.

Lo Storti (41) a conferma di dati sperimentali meccanografici ed elettro-cardiografici precedentemente ottenuti in collaborazione con Venturi (42), ha sperimentato clinicamente la convallatossina per via endovenosa ed estratti di Convallaria per os, ottenendo i seguenti risultati:

a) «Effetto inotropo spiccatamente positivo; b) azione cronotropa intensamente negativa; c) modica azione inotropa positiva; d) nessuna influenza a carico del dromotropismo e del batmotropismo (almeno per le dosi terapeutiche. Sulle azioni a), b) e c) si basa l'intenso effetto cardiotonico convallatossinico che trova espressione clinica nell'aumento della gittata sistolica e dei valori della pressione arteriosa da un Iato, nella diminuzione del residuo sistolico, del tempo di circolo e della pressione venosa dall'altro. La grande rapidità di eliminazione, la scarsa tendenza a fissarsi sul miocardio, la mancata insorgenza di fenomeni clinici ed elettrocardiografici di segni di accumulo, hanno confermato l'assoluta atossicità della convallatossina a dosi terapeutiche.

L'estratto idroalcoolico di Convallaria presenta effetto cardiotonico analogo a quello della convalIatossina; la sua azione, anche in dipendenza della diversa via di somministrazione; è però meno rapida. Preferibile per ciò l'uso della convallatossina endovena nei casi gravi e con indicazioni d'urgenza e quello dell'estratto, per os, nelle cure di mantenimento; ben rispondente l'associazione convallatossina endovena – estratto di Convallaria orale».

L'A. riferisce di aver ottenuto col trattamento convallarico, in 20 pazienti con fenomenologia clinica da insufficienza miocardica di natura sclerotica, un pronto e sicuro effetto cardiotonico con regressione completa della sintomatologia da scompenso circolatorio in 13 pazienti e un effetto meno efficiente in altri 6. In 10 pazienti su 15, affetti da insufficienza miocardica da valvulopatia, ha ottenuto un rapido e sicuro effetto cardiotonico e scarso o nullo nei rimanenti 5. In 5 pazienti affetti da ipodinamia circolatoria in corso di gravi processi acuti, ha ottenuto una pronta e brillante azione cardiotonica.

Un effetto cardiotonico della massima efficienza si è manifestato anche nei casi di scompenso di media entità e così pure in pazienti di notevole gravità ma al loro primo episodio di scompenso circolatorio.

Una risposta che l’A. definisce sorprendente è stata ottenuta anche in cardiopatici con manifestazioni gravi o gravissime di insufficienza miocardica in alcuni casi con complicazione sclerotica renale.

In una elevatissima percentuale di malati si è manifestata una notevole bradicardia, spiccatissima in alcuni casi. Nelle ipodinamie circolatorie e periferiche, è stato osservato uni rapido aumento della pressione. Scarse reazioni pressorie nei normotesi o lieve aumento conseguente alle migliorate condizioni circolatorie. Per contro, sono stati osservati abbassamenti dei valori pressori in alcuni casi d’ipertensione arteriosa, specie in quelli a decorso clinico postconvallarico particolarmente favorevole.

E’ stato osservato inoltre, miglioramento del tracciato elettrocardiografico nei casi ad andamento clinico favorevole; nessuna azione a carico dei disturbi della formazione e della conduzione dell'eccitamento.

Nessun segno elettrico dell'accumulo glicosidico, anche nei casi trattati con dosi elevatissime di convallatossina. Lievi disturbi da intolleranza (malessere, nausea, vomito) sonò stati osservati in un numero irrilevante di casi.

A conclusioni pressocchè analoghe giungono Betti e Frulli (43) i quali in base alla loro casistica clinica, sono in grado di poter affermare che i risultati ottenuti con l’uso della Convallaria sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la Digitale. Essi attribuiscono alla Convallaria un'azione inotropa positiva, un’azione dromotropa negativa e un'azione migliorante la diuresi, effetti questi che si manifestano anche in casi con sicuro deficit miocardico controllato sia clinicamente che strumentalmente. Gli AA. considerano i preparati di Convallaria come un ottimo ausilio terapeutico, oltre che per la preparazione preoperatoria, anche nella pratica quotidiana, in tutti quei casi in cui si voglia instaurare una cura di mantenimento con un farmaco ad azione cardiotonica sicura, costante, esente (a dosi terapeutiche) da pericoli per il paziente e specialmente utile in quei casi in cui esista una intolleranza assoluta per la Digitale.

A questo proposito anche il Kaiser (44) trova che la convallatossina è indicata nei pazienti affetti da disturbi della funzione eccito-conduttrice e soprattutto nelle forme bradicardiche e con particolare sensibilità verso i glucosidi digitalici.

Esperienze cliniche e farmacologiche su di un preparato risultante da un'associazione di glicosidi convallarici purificati e in quantità costante, con altre sostanze dalle quali sono accompagnati nella pianta, sono state eseguite da Eggers e Zylmann (45) i quali hanno trovato che l'impiego dei glicosidi convallarici sotto questa forma è particolarmente indicato nelle forme di insufficienza cardiaca con idropisia, nelle stenosi mitraliche lievi, nei pazienti con cuore debole e affaticato. In questi casi il medicamento, data la sua debole azione vagotropa, la sua buona tolleranza e il suo sicuro assorbimento per via orale, potrebbe riempire un vuoto fra i medicamenti esistenti.

Erbing e coll. (46) hanno studiato la stessa associazione comparativamente con la convallatossina, sia dal punto di vista farmacologico che clinico. Essi hanno potuto constatare che l'azione è qualitativamente la stessa di quella nota per la convallatossina, mentre quantitativamente è inferiore del 30-40 % in relazione al fatto che la suddetta associazione contiene il 60 % di sostanze non cardioattive. Clinicamente, a differenza degli AA. precedenti; i quali affermano che con il suddetto preparato si otterebbero buoni risul

tati specialmente nei casi di insufficienza cardiaca di leggera e media gravità, Erbing e coll, trovano invece che tali risultati si possono ottenere anche in quasi tutti i casi gravi di insufficienza cardiaca, variando opportunamente il dosaggio. Per somministrazione orale il preparato agirebbe praticamente soltanto sul miocardio e non sul sistema di conduzione e formazione degli stimoli, nè sul vago. La sua azione sarebbe pronta, l'eliminazione rapida e il suo campo d'impiego terapeutico sarebbe reso più vasto, secondo gli AA., per la notevole azione diuretica diretta di cui i glucosidi convallarici sono dotati.

Lorenz e Stoeckert (47) hanno studiato fra l'altro, le modalità di assorbimento dello stesso preparato, con esperienze eseguite sul topo, sulla cavia e sul gatto. Comparativamente con la convallatossina, l'assorbimento del complesso glicosidico naturale contenuto nell'associazione studiata, per quanto piuttosto debole in senso assoluto, è risultato migliore di quello della sola convallatossina e ciò, molto verosimilmente è dovuto alle sostanze che in quantità costante sono presenti nel preparato e che, pur essendo sprovviste di attività cardiaca propria, facilitano l'assorbimento dei glucosidi attivi. Evitando il passaggio attraverso lo stomaco, l’assorbimento può essere aumentato di tre volte. Per perfusione duodenale continua nel gatto, il preparato viene assorbito con una velocità doppia della convallatossina e l'assorbimento glicosidico, sempre nel gatto, ottenuto con pillole gastroresistenti, appare tre volte superiore a quello della convallatossina. Ciò dimostra che le sostanze non cardioattive che nel preparato accompagnano i glicosidi attivi, facilitano l’assorbimento sia gastrico che duodenale di questi ultimi.

Koch e Kneip (48) che hanno sperimentato i glicosidi cardiaci nel topo, hanno trovato che la digitossina causa sintomi neurotossici caratteristici che non sarebbero stati osservati invece con la strofantina e con la convallatossina.

Ricerche sull'azione della Convallaria (dell'Adonide e della saponina anche) sull'edema da jaluronldasi e sull'artrite sperimentale da formalina, in ratti normali e surrenalectomizzati, sono state eseguite da Klabusay e coll. (49). Questi hanno trovato che l'estratto di Convallaria agisce solo leggermente nel sopprimere l'edema da jaluronidasi nei ratti intatti ma aumenta l'edema negli animali surrenalectomizzati. Il decorso della artrite da formalina nei ratti normali, osservato per un periodo di 12 giorni risulta modificato dalla somministrazione quotidiana, per via sotto-cutanea, di 3 cc/Kg di un estratto di Convallaria o di Adonide al 2 % o di 10 mg di saponina per via sottocutanea od orale. Il gruppo trattato con Convallaria era praticamente guarito al 9° giorno. Nel gruppo dei ratti surrenalectomizzati invece, la Convallaria, a differenza della saponina, non manifestò alcun effetto. Sull'artrite sperimentale da formalina nei ratti, gli effetti della Convallaria e dell’Adonide apparirebbero dunque condizionati dalla presenza delle surrenali. In pazienti affetti da artrite o da altre artropatie, la Convallaria non ha dimostrato di essere dotata di rimarchevoli effetti terapeutici.

Tossicologia

Il Potter (50) osservò che dosi letali di preparati ottenuti da radici di Convallaria, causano inizialmente, irregolarità della contrazione cardiaca, spasmo dei muscoli respiratori, innalzamento della pressione e forte acceleramento del polso. In secondo tempo, diminuzione della pressione, respiro molto lento e profondo, e. infine, arresto del cuore in sistole.

Lorenz e Uebel (51) hanno constatato che dopo aver allontanato i glicosidi dal succo di pressa ottenuto dalla Convallaria, il succo rimaneva ancora fortemente tossico, ma la natura delle sostanze responsabili di questa tossicità residua del succo, non è stata chiarita dagli AA.

Kreitmair (37) descrive un caso di avvelenamento mortale in un bambino di 5 anni, conseguente ad ingestione di acqua in cui era stata immersa della Convallaria.

Da quanto abbiamo sin qui esposto, risulta dunque che l'azione farmacologica e quindi terapeutica, dei glicosidi della Convallaria è qualitativamente simile ma quantitativamente più debole di quella dei glicosidi della Digitale per quanto riguarda la regolarizzazione dell’attività cardiaca, l’azione bradicardizzante e l’accrescimento dell’energia cardiaca. Più elevata sembrerebbe invece l’azione sedativa e più spiccata l’attività diuretica.

Analogamente ai glicosidi contenuti nelle altre droghe digitaliche (Strofanto, Adonide, Scilla) anche quelli contenuti nella Convallaria sono annoverati fra i glicosidi digitalici di II ordine (o digitaloidi), caratterizzati dalla loro attitudine ad assumere legami più labili con le sieroproteine e col muscolo cardiaco e da una più facile saponificabilità.

Rispetto ai glicosidi di I ordine e alla digitossina in particolare, quelli di II ordine si distinguono per un’azione più rapida e meno duratura, per una più facile eliminazione e quindi per un minor potere di accumulo. Esistono tuttavia alcune notevoli differenze fra i diversi digitaloidi e, per quanto riguarda le caratteristiche di attività dei glicosidi convallarici, questi potrebbero essere situati, secondo alcuni, fra i glicosidi strofantinici e i lanatosidi. Secondo Kujat (40) la convallatossina è dotata di un’azione farmacologica e clinica, quali e quantitativamente simile alla strofantina ma di questa meglio tollerata nei casi in cui la strofantina causa l’insorgenza precoce di extrasistoli e nei casi di scompenso di circolo senza aumento di frequenza o addirittura con bradicardia.

Indicazioni

Secondo gli AA. precedentemente citati, le principali indicazioni della Convallaria e della convallatossina potrebbero essere così riassunte: insufficienza cardiaca di lieve e media gravità, specialmente utile per trattamenti prolungati nelle forme croniche, allorché si renda necessario l’impiego di mezzi terapeutici innocui ed esenti da azioni secondarie (Buttner). Per la terapia ambulatoria dei vizi valvolari, dei disturbi delle vie di conduzione degli stimoli e di altri disturbi nervosi dell’attività cardiaca, delle lesioni cardiache da sport (Mayer e Leger). Nell'insufficienza aortica e mitralica, nell'infarto cardiaco e nella sclerosi coronarica (Poetes). Nell’insufficienza cardiaca acuta (dispnea parossistica, edema polmonare) la convallatossina, non sarebbe superata, secondo Weicker e Oettel, dalla strofantina. Nella insufficienza miocardica di natura sclerotica, nell'ipodinamia circolatoria, nei pazienti affetti da disturbi della funzione eccito-conduttrice e soprattutto, nelle forme bradicardiche in pazienti particolarmente sensibili ai glucosidi digitalici (Kaiser). Nel cuore senile e nelle forme bradicardiche da insufficienza cardiaca (Eggers e Zylmann). Variando opportunamente le dosi sarebbe possibile ottenere buoni risultati anche nei casi gravi di insufficienza cardiaca oltre che in quelli di lieve e media gravità (Erbing e coll.).

Per trattamenti interdigitalici.

Fra le Controindicazioni della Convallaria e dei glucosidi convallarici, possono essere annoverate le embolie, gli infarti miocardici in stadio recente. Nei soggetti scompensati con imponenti stasi polmonare, lo Storti consiglia un pretrattamento con anticoagulanti, al fine di evitare il pericolo di embolie. Altre controindicazioni segnalate dal Desplats (15) sono le gastroenteriti catarrali, le affezioni acute del fegato del rene e della milza, la degenerazione grassa del miocardio.

Somministrazioni e dosi

I preparati di Convallaria più razionali, debbono essere considerati quelli ottenuti con droga stabilizzata e titolati biologicamente (tintura, estratto fluido, estratto secco).

Per la somministrazione della Convallaria, sia sotto forma di estratto che dei suoi glicosidi, è opportuna la forma in compresse o capsule cheratinizzate che, sottraendo all’azione del succo gastrico i principi attivi, questi giungono nell’intestino in condizioni di maggior attività.

Anche i preparati a base di convallatossina, oltre che ponderalmente, possono essere titolati biologicamente, titolazione questa che si rende indispensabile allorché i preparati contengano il complesso glicosidico invece della convallatossina cristallizzata.

Dosi Secondo i diversi AA. sono consigliate le seguenti dosi:

Convallatossina: mg 0,143 per via endovenosa due volte pro die e mg 0,143-0,25 per os (Lévy e Wester); mg 0,20 pro die in due volte, per via endovenosa (Kujat); mg 0,20 pro dose, endovena (Lhomeyer); mg 0,20 endovena ogni 12 ore per la terapia d’attacco e mg 0,2 endovena ogni 24 ore per la terapia di mantenimento. Ottima si sarebbe dimostrata la somministrazione combinata di mg 0,2 endovena e gocce 30 di estratto fluido al giorno (Storti).

Complesso glicosidico (20 % di convallatossina e 80 % di glucosidi non cristalliztabili):

1000 U. R. tre volte pro die (Straub) oppure 3000-6000 U. R. (secondo Buttner).

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido per tintura (1 = L gtt) (Titolo biologico 32 u.e.p. in 1 g).

Dosi: g 0,5 pro dose: g 1,5 pro die.

b) Estratto fluido per sciroppo (g 1 = XXXVIII gtt) (Titolo biologico 32 u.e.p. in 1 g).

Dosi: g 0.5 pro dose: g 1.5 pro die.

c) Tintura (Titolo biologico 6.4 u e.p. in 1 g).

Dosi: g 2.5 pro dose: g 7.5 pro die.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido convallaria per tintura ……………………………… g 20

Alcool di 60°………………………………………………………………….. g 80

(g 2,5 pro dose – g 7,5 pro die)

Sciroppo

Estratto fluido convallaria per sciroppo………………….. g 5

Sciroppo semplice F.U. g 95

(a cucchiaini)

Pozione cardiotonica

Estratto fluido convallaria per sciroppo…………………………… g 2

Benzoato di sodio e caffeina……………………………………………. ana g 1

Sciroppo arancio amaro…………………………………………………. g 30

Acqua q. b. a………………………………………………………………………. g 100

(a cucchiaini)

Gocce cardiotoniche

Estratto fluido convallaria per tintura………………………………….. g 2

Estratto fluido strofanto……………………………………… . . . , g 2

Estratto fluido china per tintura…………………………………………… g 2

Alcool di 70°………………………………………………………………………. g 56

(XX gtt pro dose due-tre volte pro die).

BIBLIOGRAFIA

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