Fava del Calabar: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Fava del Calabar

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Physostigma venenosum Balf. – Fam. Leguminose/Faseolee/Faseolinee)

Fava del Calabar- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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favacalabar

Etimologia – Physostigma, dal greco jusaw = gonfio e stigma = stimma perchè lo stimma barbato-peloso sulla faccia interna sotto l’apice, è allargato in una specie di cresta falciforme concava, stimmatifera, ripiegata sulla faccia esterna, terminale in modo che lo stimma appare come rigonfio

venenosum, velenoso, per la sua tossicità.

Nome volgare – Eseré (da cui eserina).

Habitat Originaria dell’Africa tropicale (Costa del Calabar) Cameroun, Guinea. Corso del Niger, Sierra Leone.

Liana volubile.

Parti usate – I semi.

Componenti principali

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Alcaloidi indolici 0,05-0,3% (1): eserina (fisostigmina) C15H21O2N3, isolata per la prima volta da Jobst e Hesse (2), inoltre eseridina C15H23O3N3, isolata da Bòhringer e Sòhne (3), eseramina C16H25O3N4, ottenuta da Ehrenberg (4), fisovenina C14H18O3N2, isolata da Salway (5), geneserina C15H21O8N3, estratta da Polonovski e Nitzberg

(6). Sembra probabile che la eseridina sia identica alla geneserina (7).

Altri alcaloidi, quali la calabarina (8) e la isofisostigmina (9), sono stati segnalati quali componenti dei semi della Fava del Calabar, ma la calabarina è stata poi considerata una miscela di prodotti di decomposizione (10) e l’esistenza della isofisostigmina non è stata confermata (11).

La seguente formula di struttura dell’eserina è stata proposta da Polonovski (12) e confermata da Stedman e Barger (13) e da Spath e Brunner (14).

favacalabar Figura 1

La geneserina differisce dall’eserina per la presenza di un atomo di ossigeno, fissato sull’azoto terziario, che comunica al composto le proprietà di aminoossido (6).

L’eserina e la geneserina nei semi si trovano nelle quantità di 0,1-0,3 %

(15) e 0,1% (16) rispettivamente.

Altri componenti dei semi: olio grasso con gli acidi beenico, palmitico, stearico, oleico e linolico, sitosterina, resina, piccole quantità di olio etereo (5).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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La Fava del Calabar deve la sua azione alla eserina o fisostigmina ed alla geneserina. Noi tratteremo molto succintamente questo argomento perchè aderenti a quanto abbiamo premesso in prefazione, evitiamo di approfondire quei capitoli che sono di solito, ampiamente svolti in tutti i trattati di farmacologia. Ci limiteremo dunque ad esporre in questo caso, soltanto quanto riteniamo essere assolutamente indispensabile.

L'eserina agisce sugli effettori colinergici eccitandoli ma indirettamente, nel senso che essa preserva l’acetilcolina dalla rapida distruzione dovuta alla colinesterasi la cui attività viene inibita, appunto, dall'eserina. L'azione di questa si identifica quindi con quella dell'acetilcolina, l’attività della quale viene per ciò conservata, sebbene in diversa misura, in qualunque sede essa venga liberata dagli impulsi nervosi provenienti dal parasimpatico.

L'eserina non esplica soltanto l'azione muscarinica dell'acetilcolina sui muscoli lisci, sulle ghiandole e sul cuore, ma anche un'azione nicotinica che si manifesta sui muscoli scheletrici e sui gangli autonomi.

La Fava del Calabar, sotto forma di tintura o di estratto fluido titolato, è impiegata come eccitante della peristalsi intestinale (atonie postoperatorie, stitichezza atonica); come antinevralgico e antinevrosico (nevrosi celiaca, sindrome solare); come antimiastenico (miastenia muscolare progressiva); come eccitante le secrezioni salivare, pancreatica, intestinale e sudorale. I sali di eserina (e di geneserina anche) sono impiegati in oculistica sotto forma di colliri, come miotici o, alternativamente con colliri di atropina, per prevenire o eliminare la formazione di aderenze fra l'iride e la cornea, che potrebbero conseguire ad interventi chirurgici.

In medicina veterinaria l'eserina viene frequentemente impiegata per via ipodermica, come purgante alla dose di g 0,10 nei grandi animali.

L'atropina agisce in senso antagonistico agli effetti muscarinici della eserina e per questo, viene impiegata nella terapia dell'avvelenamento da Fava del Calabar, da eserina e dai suoi derivati di sintesi.

Estratti e preparati vari

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Estratto fluido (g 1 = XLIX gtt) (Titolo chimico g 0,15 % di alcaloidi).

Dosi: III-VIII gtt pro dose.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido fava del Calabar………………………………. g 10

Alcool di 70° g 90

(g 0,5-1,5 pro dose)

Tintura composta

Tintura fava del Calabar ………………………………………………. g 2

Tintura noce vomica

Tintura belladonna…………………… ………………………. ana g 4

(X-XV gtt 2-3 volte pro die)

BIBLIOGRAFIA

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(1) HENRY T. A.. The Plant Alkaloldi, 1949, 540 – (2) JOBST J. e HHSSE O.. Ueb. Ann., J19, 115, 1864; i«, *2, 1867 – (3) BÓHRINGER e SOHNE, P/ilu-m. rosi., il. 663, 1888 . (4) EHREN- BERG, Vtrh. Ges. Deut. Nat. Aerizie, 11, 102, 1893 – (5) SALWAY, 1. Chem. Soc., 99. 2148, 1911 – (6) POLONOVSKI e NITZBERG, BulL Soc. Chim., 17, 244, 290, 1915; 19. 27, 1916; 21, 191, 1917; 23, 335, 356, 1919 – (7) MERCK F., Jahresber., 37, 39, 1924 – (8) HARNACK E. e WlTKOWSKl L.. Areh. exp. Palh. u. PharmakoU 3, 401, 1876 – (9) OGGI, Apoth. Zig-, 19. 891, 1904 – (10) EHRENBERO A.. Verhanil Vere. deut. Nat. Aerzte, 11, 102, 1893; Chem. Zbt, II, 439 ,1894 – (11) SALWAY H. B, Pharm. !.. 87. 719, 1912 – (12) POLONOVSKI, Butl. Soc. Chim.. 33, 1117, 1923; Bull. Sci. Pharm., 31, 202 e 265, 1924; Bull. Soc. CUm., 35, 1511, 1924; 37, 605, 683 e 744, 1923; Compì, rend., ISO. 73, 12^ e 1755, 1925 – (13) STEDMAN e BARGER, J. Chem. Soc., 123, 758, 1923; 125, 1473, 1924; 127. 247, 1925;' Bull. Soc. Chim., 3S, 654, 1925 – (14) SPATH e BRUNNER, Ber., SS, 519, 1925; Bull. Soc. CUm. SS,' 942, 1925 – (15) STRAUS, LIeb. Ann.. 401, 350, 1913 – CHEMNITl.US, J. Praki. Chem.. 776, 39, J927'} (16) LEBEAU P. e JANOT M„ Pharraade Chiraique, Paris, 1933-1936, p. 2880.