Pruno (c.d.) Virginiano: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Pruno (c.d.) Virginiano

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Prunus serotino Ehrh. Willd. – Fam. Rosacee/Prunee)

[Sin. – Prunus canadensis Poiret – Cerasus semperflorens DC. – Padus serotino Borckhn. Agardh. – Padus virginiana Mill. – Prunus virginiana Miller (non Michaux) – Cerasus serotino Loisel – Cerasus virginiana Miller (non Michaux) ].

N.B. – I sinonimi specifici virginiana hanno dato luogo a confusione col vero Prunus virginiana L. Roem. Michaux.

Pruno (c.d.) Virginiano- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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pruno

Etimologia Prunus (vedi Prugne).

serotino, da serotinus = tardivo, perchè fiorisce tardi (giugno/luglio) e matura tardi i suoi frutti (autunno).

Nomi volgari Wild cherry (Canada), Wild black cherry (U.S.A.), Cerisier tardif, cerisier d’automne, cerisier de la Toussaint (fr.), Spatbluhende, Traubenkirsche, Wildkirscherinde, amerikanischer Zierstrauch (ted.), black cherry, rum cherry, american bird cherry tree, wild cherry bark (ingl.).

Habitat Canada (Ontario meridionale), U.S.A. (Dakota/n., Texas, Mexico, Florida), America centrale (Columbia, Perù). Coltivato in Europa (Germania, Belgio, Inghilterra, Francia, qualche volta sub/spontaneo).

Parti usate Corteccia del tronco e dei rami.

Componenti principali

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Prunasina, C14H17O6N, il glucoside cianogenetico isolato dalla corteccia e dalle foglie del Prunus serotino Ehrh. da Power e Moore (1), fu ottenuto da Fischer (2) per la prima volta dall’amigdalina per eliminazione di una molecola di glucosio. E’ stato trovato in altre specie di Prunus (P. Padus, P. laurocerasus, P. macrophylla) (3).

pruno Figura 1

La prunasina, isomero destrogiro della sambunigrina del Sambucus ni gra L. e della prulaurasina del Prunus laurocerasus, per idrolisi enzimatica produce acido cianidrico, glucosio e benzaldeide. Nella corteccia è stata notata la produzione di quantità variabili da g 0,05 a g 0,35% di acido cianidrico (4). Power e Moore (5) hanno trovato quantità inferiori: g 0,075 % nella corteccia. Nelle foglie gli stessi AA. (1) hanno segnalato una produzione di g 0,0086% di acido cianidrico.

Tutte le parti del Pruno virginiano (foglie, frutti, corteccia del fusto e delle radici) producono acido cianidrico. Il contenuto di questo sembra essere maggiore nella corteccia delle radici piuttosto che in quella del fusto. Le cortecce degli alberi giovani danno un rendimento più elevato rispetto a quelle degli alberi vecchi, le cortecce sottili danno resa più povera in confronto con quelle più spesse (4),

Altri componenti della corteccia del fusto: scopoletina (b-metilesculetina, acido crisatropico, acido gelsemico), C10H8O4, la cumarina così denominata per essere stata estratta per la prima volta dalla Scopolia japonica (6), è stata isolata dalla corteccia del Prunus serotino Ehrh. da Power e Moore (5).

pruno Figura 2

Inoltre tannino circa 3%, flobafene (7), piccole quantità di olio etereo, resina, olio grasso con gli acidi oleico, linoleico, isolinolenico, palmitico e stearico, fitosterina C27H46O, un b-enzima, acido l-mandelico, glucosio (5), acido benzoico libero nella corteccia secca (7), acido 3,4,5-trimetossibenzoico, acido p-cumarico (5), benzaldeide libera nella corteccia fresca (7).

Nelle foglie: acido ursolico (ursone, prunolo, malolo, masterina), C30H48O3, l’acido triterpenico, che è stato ottenuto dalle foglie del Prunus serotino Ehrh. da Power e Moore (5) con il nome di prunolo ed è stato in seguito identificato all’ursone (8) — già estratto dalle foglie dell’Arctostaphylos Uva Ursi (9) — e denominato definitivamente acido ursolico da Van der Haar (8).

Nelle foglie sono stati trovati anche tiamina (10), acido benzoico, tracce di olio etereo, olio grasso con gli acidi linoleico, isolinolenico, palmitico e stearico, pentatriacontano, alcool cerilico, prunasina e un glucoside flavonico (serotina) producente per scissione quercetina (1).

Nel legno del Prunus serotina Ehrh. i flavanoni naringenina, C15H12O5 e 3-ossi-naringenina (aromadendrina), C15H12O6 (11).

pruno Figura 3

Nella gomma del Pruno virginiano sono stati identificati galattosio, arabinosio, mannosio e acido glucuronico: vi è stato trovato 2-glucuronomannosio (12).

pruno Figura 4

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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Il Pruno virginiano deve la sua attività soprattutto alla presenza del glicoside cianidrinico prunasina e dei suoi prodotti di scissione per i quali la droga esplica un’azione deprimente e calmante che si manifesta elettivamente sui centri bulbari e in particolare su quelli respiratori, della tosse e del vomito.

Per tali sue attività, le preparazioni della droga sono impiegate in terapia, sole o associate, in pozioni sedative della tosse e della pertosse, antiasmatiche e antiemetiche, cui conferisce anche un gradevole aroma.

Estratti e preparati vari

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Estratto fluido (g 1 = XXXV gtt).

Dosi: g 2 più volte nelle 24 ore.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido pruno virginiano……………………………….. g 20

Alcool di 25°…………………………………………………………… g 80

(g 10 pro dose ).

Sciroppo

Estratto fluido pruno virginiano………………………………… g 15

Sciroppo semplice F.U………………………………………….. g 85

(a cucchiai).

Pozione bechica

Estratto fluido pruno virginiano g 5

Sciroppo arancio dolce g 30

Codeina fosfato …. g 0,10

Acqua ……………………….. g 100

(a cucchiai).

BIBLIOGRAFIA

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(1) POWER F. B. e MOORE C. W., ]. Chem. Soc.. 9S. 243, 1909; ibid-, 97, 1099, 1910 – (2) FISCHER E., Ber., 28. 1508, 1895 • (3) KARRER W,, Konstìtution und Vorkommen der organischen Pflanzenstofle, 1958, p. 949 – (4) OSOL-FARRAR-PRATT, The Dispensatory of thè U.S.A., ed. 1960, p. 274 – (5) POWER F, B. e MOORE C. W., J. Chem. Soc.. 95. 243 e 254, 1909 – (6) EYKMAN J. F-, Ree. Trac. Chìm.. 3, 169, 1884 – (7) PEACOCK C. e G„ l.A.Ph.A., 12, 774, 1923; Am. J. Pharm., 95, 613, 1923 – (8) VAN DER HAAR A. W., Ree. Trav. Chim.. 43, 548, 1924 – (9) TROMMSDORFF, Arch. Pharm., Ì30 , 273, 1854 – (10) CHAIKELIS A., J.A.Ph.A., 35. 344, 1946 – (11) PEW J. C, J. Am. Chem. Soc., 70, 3031, 1948 – (12) BEZANGER-BEAUQUESNE L., Proi. Pharm., 16, 304, 1961.