Pemine: a cosa serve e come si usa

Pemine (Penicillamina): indicazioni e modo d’uso

Pemine (Penicillamina) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

– Artrite reumatoide grave in fase attiva.

– Morbo di Wilson o degenerazione epatolenticolare.

– Intossicazioni professionali accidentali o terapeutiche da piombo e oro.

Per le intossicazioni da altri metalli come l’Antimonio, il Ferro, lo Zinco, il Cadmio, il Magnesio, il ruolo della D-Penicillamina non è stato definitivamente chiarito.

– Cistinuria o Cistinosi.

– Test di Ohlsson per la diagnosi dell’intossicazione da piombo.

Pemine: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Pemine è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se però non ricordate come prendere Pemine ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Pemine

Artrite reumatoide

Lo schema posologico consigliato è di somministrare non più di due capsule al giomo per due settimane, aumentando la dose della stessa quantità ad intervalli di due settimane o più, fino a raggiungere una dose giornaliera di 12 capsule. Raramente si rende necessaria una dose giornaliera di Pemine superiore a 2 g. La dose dovrebbe essere mantenuta ai livelli più bassi efficaci, al fine di minimizzare gli effetti collaterali. Molti pazienti rispondono ad una dose di mantenimento di 6 capsule al giomo.

SCHEMA POSOLOGICO
0-2 settimane 2 capsule/die 6/8 settimane 8 capsule/die
2-4 settimane 4 capsule/die 8-10 settimane 10 capsule/die
4-6 settimane 6 capsule/die 10-12 settimane 12 capsule/die

Morbo di Wilson

Lo scopo principale del trattamento è quello di negativizzare il metabolismo del rame. Se ciò non si ottiene, malgrado un’aumentata escrezione urinaria di rame, non ci si può aspettare alcun miglioramento clinico sostanziale; è anzi probabile un peggioramento delle condizioni cliniche. Se un trattamento adeguato è iniziato nella prima fase della malattia, questi può migliorare significativamente il quadro clinico. È consigliabile una dieta a basso contenuto di rame e la somministrazione contemporanea di solfuro di potassio. È molto importante somministrare una quantità di Pemine sufficiente a mantenere i livelli di rame nel plasma entro i limiti normali. La quantità necessaria può variare da 600 a 4.000 mg al giomo in dosi frazionate, in relazione all’età del paziente ed alla risposta al trattamento.

Non è possibile stabilire a priori una dose standard ed è molto meglio dare Pemine in eccesso che in difetto. Molti pazienti sono tenuti sotto controllo con una dose giornaliera variabile da 1.200 a 1.500 mg. Nei bambini di età inferiore ai 12 anni è estremamente rara la necessità di somministrare dosi giornaliere superiori ai 1.200 mg.

Una notevole restrizione della dieta allo scopo di ridurre l’introduzione di cibi ricchi di rame, costituisce una misura più fastidiosa che vantaggiosa. La Pemine somministrata a pazienti affetti da Morbo di Wilson, non provoca una perdita significativa di zinco o di ferro. È opportuno, tuttavia, somministrare 50 mg di vitamina B6 due volte la settimana a tutti i pazienti. Si ricorda che, in considerazione della familiarità della malattia, è consigliabile sottoporre ad accertamenti anche i parenti più stretti.

Intossicazione da Piombo

La Pemine non sembra avere effetti benefici nell’avvelenamento da Piombo tetraetilico.

Nell’intossicazione da Piombo viene generalmente consigliata la somministrazione della Pemine alla dose di 20 mg/kg/die, considerando adeguata nei soggetti adulti una dose complessiva giornaliera intomo ai 1.200-1.500 mg. Nei bambini, alcuni autori suggeriscono di seguire il seguente schema posologico:

< 5 anni 150 mg 2 volte al dì

5-10 anni 300 mg 2 volte al dì

> 10 anni 450 mg 2 volte al dì

Generalmente viene consigliata una somministrazione continuativa della Pemine per almeno 10 giorni. Fatta eccezione per i casi meno gravi, 15 giorni dopo la fine del trattamento è necessario iniziare un secondo ciclo di terapia. Ulteriori cicli possono rendersi necessari se, ad un esame di controllo effettuato successivamente, si riscontra che i livelli acido-delta-amino-levulinici (AAL) delle urine sono di nuovo aumentati.

Se durante il trattamento con la Pemine i livelli di Piombo nelle urine dovessero rimanere bassi dopo 15 giorni di terapia, è ragionevole ritenere che ricadute dopo l’interruzione del trattamento non debbano verificarsi.

Infine, nel trattamento dell’avvelenamento da Piombo è da ricordare che alcuni studiosi (a causa della possibilità anche se minima di poter causare danni renali con la somministrazione della Pemine) ritengono che il farmaco debba essere somministrato intermittentemente piuttosto che in cicli di terapia lunghi e prolungati.

Cistinuria

Si consiglia di impiegare la D-Penicillamina in associazione con la terapia convenzionale.

Il dosaggio usuale della D-Penicillamina nel trattamento della cistinuria è di 2 g/die per gli adulti, in media variabile da 1 a 4 g/die.

Per i bambini il dosaggio è di 30 mg/kg/die.

La dose totale giornaliera deve essere divisa in quattro somministrazioni. Se quattro dosi uguali non sono pratiche, si consiglia di somministrare la dose più elevata alla sera prima di coricarsi.

Se la comparsa di effetti collaterali consiglia di ridurre le dosi, è importante mantenere la dose serale.

I pazienti che ricevono D-Penicillamina devono bere abbondantemente. È particolarmente importante bere circa 0,55 litri di acqua prima di coricarsi ed altrettanto un’altra volta nel corso della notte, quando l’urina è più concentrata e più acida che durante il giomo. Maggiore è la quantità dei liquidi che si ingeriscono, minore sarà la dose necessaria di D-Penicillamina.

Il dosaggio deve essere adattato al paziente fino ad un valore che limiti l’escrezione della cistina a 100-200 mg/die nei pazienti che non hanno mai avuto calcoli, ed al di sotto dei 100 mg/die nei pazienti con storie di calcoli e/o con dolori.

Perciò, nel determinare il dosaggio, i difetti tubulari esistenti, la corporatura del paziente, l’età, il ritmo di crescita, la sua dieta e l’assunzione di acqua devono essere complessivamente presi in considerazione.

Test di Ohlsson (1963) per la diagnosi dell’intossicazione da Piombo

I Prima di andare a letto si raccolgono in un recipiente le urine e si somministrano 450 mg di Pemine.

II Al mattino seguente si raccolgono le urine della notte in un secondo recipiente.

III Si esamina il contenuto di Piombo nei due campioni.

Risultati: nel soggetto normale il limite superiore è di 100 mcg di Pb per litro nel primo campione e di 300 mcg di Pb per litro nel secondo campione.

Interpretazione: il test di Ohlsson viene considerato sicuro e specifico. Un risultato positivo non significa necessariamente che il soggetto soffra di intossicazione da Piombo in quel particolare momento, ma che nell’organismo il Pb è accumulato in quantità superiore al normale.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Pemine seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarà poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Pemine per quanto riguarda la gravidanza:

Pemine: si può prendere in gravidanza?

La sicurezza dell’uso della Pemine durante la gravidanza non è ancora stata stabilita. Numerose gravidanze sono state portate a termine con successo in pazienti con malattia di Wilson, senza effetti sfavorevoli a carico del feto.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantità di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Pemine?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantità eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Pemine in caso di sovradosaggio.

Pemine: sovradosaggio

Misure specifiche non sono note. Il trattamento è sintomatico.

Pemine: istruzioni particolari

Per le modalità di impiego vedere paragrafo 4.2.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco