Presbiacusia: la sordità dell’anziano

Presbiacusia: la sordità dell’anziano

La presbiacusia consiste nella perdita progressiva dell’udito, che colpisce in età adulta e progredisce con l’avanzare dell’età.

Trattasi di un deficit tipico del processo dell’invecchiamento, che oltre a rappresentare un problema di salute, rappresenta anche un problema di carattere sociale, portando l’anziano ad isolarsi dai suoi amici e dalla sua famiglia a causa della difficoltà di ricezione dei messaggi linguistici vocali.

Il deficit uditivo procura non solo difficoltà comunicative, ma anche: angoscia, calo di autostima, demotivazione, depressione, ansia e disturbi dell’umore. Nella stragrande maggioranza dei casi la presbiacusia rappresenta uno dei primi segni clinici di demenza senile.

La malattia colpisce il 50% degli adulti sotto i 65 anni di età e l’85% sopra i 65 anni di età.

Anche se l’udito varia con l’avanzare dell’età, un dato certo è il peggioramento che emerge durante il processo dell’invecchiamento.

I pazienti che hanno accusato disturbi acustici nel corso della vita, dopo i 70 anni di età la presbiacusia diventa sempre più morbosa.

I fattori sfavorevoli e scatenanti tale patologia sono:

  • Tabacco (fumo passivo e attivo);
  • Farmaci (antibiotici e analgesici FANS);
  • Pressione arteriosa alta;
  • Rumori intensi e persistenti nel tempo;
  • Familiarità.

Il processo dell’invecchiamento acustico si divide in due fasi:

  • Noso-cusis: fase tipica di coloro che vanno incontro alla perdita dell’udito a causa dell’esposizione prolungata a rumori assordanti e pericolosi per la salute del paziente, procurando traumi acustici e sordità;
  • Socio-cusis: fase tipica di coloro che vanno incontro alla perdita dell’udito semplicemente per l’esposizione a suoni e a rumori che si odono nella routine quotidiana (rumori di saracinesche, automobili, motori, treni, allarmi, sirene, ecc).

Non dimentichiamo che nella società in cui viviamo siamo facilmente esposti al rischio di contrarre la presbiacusia e tanti altri deficit uditivi a causa dell’inquinamento acustico!

Diagnosi della presbiacusia

Generalmente i disturbi uditivi, come la presbiacusia, sono dei disturbi silenti che emergono gradatamente, senza che il soggetto se ne accorga.

Il primo segno clinico è il tinnitus, (acufene) che consiste in un suono percepito sia nella testa che nelle orecchie dell’anziano.

Gli specialisti in otorinolaringoiatria utilizzano due test diagnostici molto validi e attendibili per rilevare la capacità uditiva degli anziani.

Sono i seguenti:

  • Scala del disturbo dell’udito per anziani (HHIE-S): consiste in un rapido screening somministrato ai soggetti della terza età per eseguire le dovute indagini audiometriche e per rilevare l’entità della perdita dell’udito attraverso i punteggi ottenuti da un questionario di 10 domande.

I punteggi sono così interpretati:

0-2 bassissima perdita di udito;

4-8 lieve perdita di udito;

10-20 moderata perdita di udito;

22-44 grave perdita di udito.

In base ai punteggi ottenuti sarà possibile (per l’otorino e per il tecnico audiometrista) intervenire adeguatamente sui pazienti, per aiutarli a ridurre il ritiro sociale, ad accrescere l’autostima e a migliorare le prestazioni acustiche;

 

  • Test di identificazione di frasi sintetizzate (SSI): consiste nella somministrazione di un brano in cui i pazienti sono invitati ad ascoltarlo, soffermandosi in particolare su una frase insignificante sovrapposta (stimolo distrattore). In codesto esame diagnostico l’anziano mette in funzione le proprie capacità esecutive della corteccia frontale.
  • I punteggi scarsi li ottengono i pazienti cerebrolesi frontali e i casi di demenza senile.

Classificazione della presbiacusia

Esistono quattro tipi di presbiacusia. Elenchiamole e analizziamole:

  • Presbiacusia sensoriale;
  • Presbiacusia neurale;
  • Presbiacusia metabolica;
  • Presbiacusia cocleare conduttiva.

La presbiacusia sensoriale è un disturbo uditivo che colpisce l’80% della popolazione in seguito all’esposizione prolungata ai rumori forti e pericolosi per la salute acustica (percepiti nel proprio ambiente di lavoro, nel condominio, negli ambienti ricreativi, ecc), provocando addirittura un decremento delle cellule cigliate cocleari.

La presente forma di presbiacusia è la più diffusa e la più pregnante.

Il processo dell’invecchiamento porta alla perdita progressiva dell’udito, ma l’esposizione ai rumori pericolosi (ototossicità) non farà altro che accelerare il decorso della patologia.

La presbiacusia neurale o “sensori-neurale” è meno diffusa della precedente, colpisce solo il 3% della popolazione, specialmente i soggetti cerebrolesi, che hanno subito lesioni all’8° nervo cranico (tumore del nervo acustico) e nell’area che connette il midollo spinale con l’area mesencefalica (demenza di Alzheimer), portando ad ambedue i casi una perdita delle cellule gangliari.

La presbiacusia metabolica consiste nella perdita piatta dell’udito. Le funzioni striali sono danneggiate e atrofizzate. Colpisce in particolare le donne cardiopatiche. Le pazienti fanno fatica a recepire gli stimoli sonori di bassa frequenza.

La presbiacusia cocleare conduttiva o “meccanica” è meno diffusa dei precedenti disturbi, e comporta un’improvvisa perdita di udito.

A livello neurologico viene rilevato solo un irrigidimento della membrana basilare, lasciando indenne le funzioni striali e le cellule che innervano l’apparato acustico.

Effetti sulle capacità cognitive

La presbiacusia è una disabilità uditiva che riduce la soglia di sensibilità per tutte le frequenze, sia alte che basse (nei casi gravi).

I primi segni di leggera perdita di udito avvengono prima dei 50 anni di età, per poi peggiorare dopo i 65 anni di età. Le facoltà cognitive coinvolte e compromesse sono: la comprensione linguistica, la memoria verbale e non verbale.

Gli anziani con problemi acustici si scoraggiano, perdono la propria autostima, si sentono demotivati e tendono ad isolarsi dal mondo esterno a causa della difficoltà nella comprensione e nella rievocazione dei messaggi vocali ricevuti (sia di madrelingua che di lingua straniera), nel recepire i suoni di sottofondo e nel comprendere le parole udite anche in contesti silenziosi.

La gravità dell’handicap acustico danneggia notevolmente la comunicazione dell’anziano, inficiando negativamente sul normale funzionamento sociale, familiare, lavorativo e in tante altre aree importanti della vita quotidiana.

Effetti sulle capacità linguistiche e mnesiche

La perdita della capacità di comprensione linguistica è correlata ad un forte calo della sensibilità percettiva e al degrado del sistema nervoso acustico.

Tale degrado comporta, a sua volta, errori di comprensione e inappropriata rappresentazione degli stimoli captati dall’ambiente circostante.

La presbiacusia esercita un fortissimo impatto sulla comprensione linguistica provocando un vero e proprio stress percettivo e cognitivo sul paziente anziano, compromettendo la fluenza dell’eloquio.

Numerose ricerche sperimentali hanno distinto in tre livelli temporali la comprensione linguistica:

  • Livello sovra-segmentale: incide sul piano lessicale e sintattico;
  • Livello segmentale: incide sul piano fonemico;
  • Livello sotto-segmentale: incide sul timbro vocale e sull’eloquio.

Sfortunatamente la presbiacusia non è solo accompagnata dalle difficoltà nel sentire, nell’ascoltare e nel comprendere le parole e i messaggi verbali ricevuti, ma l’estremo sforzo che gli anziani impiegano in tutte queste attività, vanno a ridurre anche la capacità di immagazzinamento e di rievocazione delle parole udite.

Gli studi sperimentali dimostrano che essi impiegano maggiori sforzi ed energie cognitive nel comprendere e nel ricordare ciò che si è detto durante un colloquio interpersonale.

Trattamenti acustici

Per il trattamento della presbiacusia sono necessari due tipi di strumenti acustici:

  • Gli apparecchi acustici;
  • Gli accessori per l’ascolto.

Gli apparecchi acustici hanno la funzione di amplificazione dei segnali acustici. L’amplificazione avviene mediante gli apparecchi acustici indossabili dai pazienti.

Indossando tali apparecchi i pazienti riportano un notevole progresso delle loro funzioni sociali, emozionali, comunicative, cognitive e volitive.

Tali apparecchi sono costituiti dai seguenti elementi: un microfono, un microprocessore e un mini altoparlante chiamato “ricevitore”.

Il microfono capta i suoni esterni e li trasforma in energia elettrica, che a loro volta si convertono in segnali digitali e vengono elaborati nel microprocessore.

I processori sono dotati di elevate capacità di memoria, di amplificazione dei segnali acustici in memoria e di ripristino.

Tra l’altro, gli apparecchi acustici digitali eseguono funzioni avanzate come: la rimozione del feedback acustico, la compressione delle frequenze e il potenziamento del rapporto segnale-rumore, favorendo l’ascolto anche in difficili condizioni.

Gli apparecchi acustici vengono posizionati o dietro l’orecchio (retro-auricolari) oppureall’interno del dotto uditivo (intra-auricolari).

Essi sono realizzati ed applicati dal tecnico audio-protesista dietro prescrizione del medico curante.

Nella fase di installazione dell’impianto protesico è fondamentale una buona interazione tra il paziente e il tecnico audio-protesista.

Qualora l’ascolto non riuscisse ad ottimizzarsi, non va attribuita la scarsa efficacia agli apparecchi acustici, ma, il successo protesico dipende dalla motivazione del paziente e dal diniego del proprio stato di salute uditiva che rappresenta un ostacolo invalicabile.

Gli accessori per l’ascolto possono essere impiegati o isolatamente o con gli apparecchi acustici.

Esistono in commercio svariati tipi di accessori per l’ascolto, tipo: amplificatori telefonici, cuffie per l’ascolto della TV, connessioni via cavo o wireless con riproduttori sonori e sistemi FM (in questi ultimi il microfono è indossato dal soggetto o nelle sue vicinanze, amplificando il rapporto segnale-rumore di 20 decibel, che può essere necessario in svariati ambienti, quali: chiese, cinema, locali, uffici, ipermercati, ecc).

Fra gli accessori per l’ascolto vanno citati anche i “sottotitoli televisivi” (per seguire film, varietà, documentari) che, associati agli apparecchi acustici incrementano la ricezione acustica, e risultano molto utili per gli anziani che trascorrono parecchio tempo a guardare la tv.

In conclusione, va sottolineato che in tutti gli apparecchi per l’ascolto il segnale acustico viene trasmesso tramite onde radio con frequenza ad un ricevitore indossato dall’anziano.

Molti anziani considerano la presbiacusia come uno step di passaggio alla terza età, e sono restii alle soluzioni del problema per svariate ragioni: condizioni economiche (vivendo solo con una pensione) e fattori sociali.

 

 

BIBLIOGRAFIA
  1. Baroni R.,I processi psicologici dell’invecchiamento. Edizione: Le Bussole, Carocci Editore, Roma, 2003;
  2. De Benedetto M., Cuda D., In Grande F., Leone C.A.,La terapia protesica nell’anziano. Pacini Editore, Pisa, 1996.