Quali sono le cause dell’asma?

Asma: fattori di rischio, cause genetiche e ambientali, diagnosi, prevenzione, gestione e quando consultare un medico

L’asma è una malattia eterogenea caratterizzata da infiammazione cronica delle vie aeree, iperreattività bronchiale e sintomi ricorrenti come respiro sibilante, tosse, oppressione toracica e dispnea. Parlare di “cause” dell’asma richiede una distinzione importante: nella maggior parte dei casi non esiste una causa unica, ma piuttosto un insieme di fattori predisponenti e scatenanti che, interagendo tra loro in momenti diversi della vita, portano allo sviluppo della malattia o ne influenzano l’andamento. Comprendere questo mosaico di elementi è fondamentale per impostare una prevenzione realistica e un piano di gestione efficace.

In pratica, i fattori di rischio aumentano la probabilità di sviluppare l’asma o di manifestarne una forma più grave, mentre i trigger (scatenanti) sono stimoli che precipitano i sintomi o le riacutizzazioni in persone già predisposte. A loro volta, i fattori di rischio si dividono in non modificabili (come la predisposizione genetica) e modificabili (come l’esposizione al fumo o ad allergeni domestici). Sapere quali sono i principali determinanti—genetici, ambientali e legati allo stile di vita—aiuta a spiegare perché l’asma possa esordire in età diverse, presentarsi con fenotipi molteplici e rispondere in modo variabile alle terapie.

Fattori di rischio per l’asma

I fattori di rischio dell’asma possono essere raggruppati in tre grandi categorie: personali, ambientali e occupazionali. Tra quelli personali rientrano la familiarità per asma e malattie allergiche (atopia), la presenza di rinite allergica o dermatite atopica, il sesso e l’età (l’asma è più frequente nei maschi in età pediatrica e nelle femmine in età adulta), oltre a comorbilità come obesità e rinosinusite cronica. Tra i fattori ambientali spiccano l’esposizione ad allergeni indoor (acari della polvere, peli di animali, muffe), il fumo di tabacco, l’inquinamento atmosferico (particolato fine, biossido di azoto, ozono) e l’inquinamento indoor (combustione di biomasse, scarsa ventilazione). In ambito occupazionale, alcune sostanze sensibilizzanti o irritanti (per esempio farine, isocianati, lattice, aldeidi) possono indurre asma de novo o peggiorare una malattia preesistente. È importante distinguere i fattori che favoriscono la comparsa dell’asma da quelli che, in un soggetto già asmatico, aumentano il rischio di riacutizzazioni: spesso coincidono, ma non sempre, e il loro peso cambia nel corso della vita.

La componente atopica è un determinante rilevante, soprattutto nelle forme che esordiscono in età pediatrica. Bambini con storia personale o familiare di allergie, test cutanei o IgE specifiche positive hanno maggior probabilità di sviluppare asma, soprattutto in presenza di un’elevata carica allergenica ambientale. L’esposizione precoce ad acari, pollini, peli di animali e muffe può favorire la sensibilizzazione e la successiva infiammazione delle vie aeree. Anche le infezioni respiratorie virali nei primi anni di vita—specie quelle ricorrenti o associate a wheezing—possono aumentare il rischio a lungo termine, in parte attraverso il danno epiteliale e la modulazione del sistema immunitario. Va sottolineato che la sensibilizzazione allergica non determina inevitabilmente l’asma, ma ne rappresenta una delle principali vie patogenetiche, spesso condivisa con la rinite allergica. Per un inquadramento completo di come cause, sintomi e trattamento di mantenimento si intreccino, si veda anche l’approfondimento su asma bronchiale: cause, sintomi e terapia di mantenimento.

Tra i fattori ambientali modificabili, il fumo di tabacco gioca un ruolo centrale: il fumo in gravidanza e l’esposizione al fumo passivo nei bambini aumentano il rischio di wheezing e asma, mentre negli adulti il fumo attivo è associato a un decorso più severo e a una minore risposta ai corticosteroidi inalatori. L’inquinamento atmosferico—sia outdoor (PM2.5, PM10, NO2, ozono) sia indoor (combustione domestica di legna o carbone, fumi di cottura in ambienti poco ventilati)—favorisce lo sviluppo di asma e peggiora i sintomi, anche attraverso lo stress ossidativo e l’amplificazione dell’infiammazione bronchiale. In ambito lavorativo, l’esposizione a sostanze sensibilizzanti (per esempio farina nei panificatori, isocianati nell’industria delle vernici, lattice in ambito sanitario) può dare origine ad asma professionale, spesso sottodiagnosticata: una riduzione dell’esposizione è essenziale per modificare la storia naturale della malattia. Anche fattori socioeconomici, urbanizzazione, umidità e presenza di muffe in casa si associano a un rischio più elevato. Sul piano individuale, obesità e sedentarietà sono legate a un fenotipo asmatico più sintomatico, con maggiore dispnea e peggior controllo. Per capire come la gravità clinica influisca sugli obiettivi terapeutici, è utile approfondire le differenze tra forme lievi e gravi di asma bronchiale.

Altri elementi meritano attenzione. L’intolleranza all’aspirina e ai FANS in alcuni adulti può rientrare in un fenotipo specifico (malattia respiratoria esacerbata da aspirina) associato a poliposi nasale e rinosinusite cronica: non è una causa unica di asma, ma un fattore che ne modula espressività e riacutizzazioni. Alcuni farmaci, come i beta-bloccanti non selettivi, possono scatenare broncospasmo in soggetti predisposti. La malattia da reflusso gastroesofageo, l’ostruzione nasale cronica e la rinosinusite contribuiscono al peggioramento dei sintomi respiratori, in parte per meccanismi neurogeni e microaspirazioni. Anche lo stress psicosociale, i disturbi del sonno e l’esposizione lavorativa a irritanti non sensibilizzanti (per esempio vapori e fumi) possono aumentare la reattività bronchiale. In ambito pediatrico, fattori perinatali come prematurità e basso peso alla nascita si associano a vie aeree più vulnerabili. L’insieme di questi determinanti agisce su un substrato genetico individuale e, attraverso meccanismi epigenetici, può lasciare impronte durature sull’infiammazione delle vie aeree e sulla funzione polmonare. La valutazione del rischio, pertanto, deve considerare l’intero contesto di vita della persona, distinguendo ciò che è modificabile da ciò che non lo è, e individuando le finestre temporali in cui le azioni preventive hanno il massimo impatto.

Cause genetiche e ambientali

L’asma ha una base ereditaria complessa: la suscettibilità è poligenica e coinvolge vie biologiche legate alla risposta immunitaria di tipo 2, all’integrità della barriera epiteliale e al rimodellamento delle vie aeree. Varianti genetiche possono aumentare la probabilità di sensibilizzazione allergica e di iperreattività bronchiale, ma non determinano da sole la comparsa della malattia. Il quadro clinico finale emerge dall’interazione tra predisposizione genetica e esposizioni ambientali nel corso della vita.

L’ambiente fornisce gli stimoli che orientano l’espressione del rischio. Allergeni aero-dispersi e domestici, fumo di tabacco e inquinanti come particolato, biossido di azoto e ozono promuovono l’infiammazione delle vie aeree e possono precipitare i sintomi. Nella prima infanzia, infezioni respiratorie virali—ad esempio rinovirus e virus respiratorio sinciziale—specie se ricorrenti o severe, influenzano la maturazione immunitaria e l’integrità dell’epitelio, contribuendo a una maggiore probabilità di wheezing e di asma nel tempo.

Meccanismi epigenetici collegano le esposizioni precoci a cambiamenti duraturi nell’espressione genica. Fattori prenatali e perinatali, come fumo materno, inquinamento, stress, prematurità e basso peso alla nascita, possono interferire con lo sviluppo polmonare e immunitario. Anche la composizione del microbiota intestinale e delle vie aeree—modellata da modalità di parto, allattamento e uso di antibiotici—partecipa alla costruzione della tolleranza immunologica: una minore diversità microbica nelle prime fasi di vita si associa a un rischio più elevato di atopia e di sibilo ricorrente.

In adolescenza e in età adulta, il profilo ambientale continua a modulare la malattia: esposizioni professionali a sensibilizzanti o irritanti, umidità e muffe indoor, nonché obesità e sedentarietà, si associano a un controllo più difficile e a riacutizzazioni più frequenti. I cambiamenti climatici, allungando le stagioni polliniche e aumentando la potenza allergenica dei pollini, possono amplificare l’impatto degli allergeni nei soggetti predisposti. In definitiva, è la combinazione dinamica tra genetica, ambiente e tempo a determinare l’insorgenza, la gravità e la risposta ai trattamenti.

Diagnosi dell’asma

La diagnosi di asma si basa su un’accurata anamnesi, un esame obiettivo e test di funzionalità respiratoria. Durante l’anamnesi, il medico indaga la presenza di sintomi tipici come tosse, respiro sibilante, senso di oppressione toracica e dispnea, valutando anche eventuali fattori scatenanti e la frequenza degli episodi. L’esame obiettivo può rivelare segni clinici come sibilanze all’auscultazione polmonare. (europeanlung.org)

In alcuni casi, si esegue il test di broncodilatazione, che consiste nella somministrazione di un broncodilatatore seguito da una nuova spirometria. Un miglioramento significativo dei valori post-broncodilatatore conferma la reversibilità dell’ostruzione, caratteristica dell’asma. (europeanlung.org)

Altri test diagnostici includono il test di provocazione bronchiale con metacolina, utilizzato per valutare l’iperreattività bronchiale, e la misurazione dell’ossido nitrico esalato (FeNO), che indica il grado di infiammazione delle vie aeree. Inoltre, i test allergologici possono identificare specifici allergeni responsabili delle riacutizzazioni asmatiche. (europeanlung.org)

Prevenzione e gestione dell’asma

La prevenzione dell’asma si concentra sull’identificazione e l’evitamento dei fattori scatenanti. È fondamentale ridurre l’esposizione ad allergeni noti, come acari della polvere, pollini, muffe e peli di animali domestici. Inoltre, evitare il fumo di tabacco, sia attivo che passivo, e limitare l’esposizione a inquinanti atmosferici può contribuire a prevenire l’insorgenza o l’aggravamento dei sintomi asmatici. (apollohospitals.com)

La gestione dell’asma prevede un approccio terapeutico personalizzato, che include l’uso di farmaci di controllo a lungo termine, come i corticosteroidi inalatori, e farmaci di sollievo rapido, come i beta-agonisti a breve durata d’azione. È essenziale seguire un piano d’azione per l’asma, sviluppato con il proprio medico, che delinei le strategie per il controllo quotidiano dei sintomi e le azioni da intraprendere in caso di riacutizzazioni. (msdmanuals.com)

Monitorare regolarmente la funzionalità polmonare attraverso la spirometria o il picco di flusso espiratorio (PEF) aiuta a valutare l’efficacia del trattamento e a identificare precocemente eventuali peggioramenti. Inoltre, l’educazione del paziente sull’uso corretto dei dispositivi inalatori e sul riconoscimento dei sintomi di allarme è cruciale per una gestione efficace dell’asma. (europeanlung.org)

Quando consultare un medico

È importante consultare un medico se si manifestano sintomi respiratori persistenti o ricorrenti, come tosse cronica, respiro sibilante, dispnea o senso di oppressione toracica. Un intervento tempestivo può prevenire il peggioramento dei sintomi e migliorare la qualità della vita. (ihy-ihealthyou.com)

Se si è già ricevuta una diagnosi di asma, è necessario rivolgersi al medico in caso di aumento della frequenza o della gravità dei sintomi, ridotta efficacia dei farmaci abituali o necessità di utilizzare più frequentemente l’inalatore di emergenza. Inoltre, sintomi notturni che disturbano il sonno o limitazioni nelle attività quotidiane indicano un controllo inadeguato dell’asma e richiedono una rivalutazione del piano terapeutico. (ihy-ihealthyou.com)

In situazioni di emergenza, come difficoltà respiratorie gravi, labbra o unghie di colore bluastro (cianosi), difficoltà nel parlare o nel camminare a causa della dispnea, è fondamentale cercare immediatamente assistenza medica presso un pronto soccorso. (ihy-ihealthyou.com)

In conclusione, l’asma è una patologia cronica che richiede una diagnosi accurata e una gestione attenta. Attraverso l’identificazione dei fattori scatenanti, l’adozione di misure preventive e un trattamento farmacologico adeguato, è possibile controllare efficacemente i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti asmatici.

Per approfondire

Manuale MSD – Asma: Una risorsa completa sulle cause, sintomi, diagnosi e trattamento dell’asma.

European Lung Foundation – Diagnosi dell’asma nell’adulto: Linee guida professionali per la diagnosi dell’asma negli adulti.

Humanitas – Asma: dai sintomi agli esami per la diagnosi: Informazioni dettagliate sui sintomi e gli esami diagnostici per l’asma.