Aminoplasmal: effetti collaterali e controindicazioni

Aminoplasmal - Quali sono gli effetti collaterali? Quali sono le controindicazioni?

Aminoplasmal: effetti collaterali e controindicazioni

Aminoplasmal (Poliaminoacidi + Sodio Acetato + Potassio Acetato + Magnesio Acetato + Sodio Fosfato Acido Diidrato + Acido Malico) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Carenze proteiche da insufficiente apporto o da aumentato bisogno proteico quando la nutrizione orale non é possibile oppure é controindicata; sindromi di cattiva assimilazione, soprattutto se associata a malattie del tratto gastroenterico; ustioni; stati postemorragici; cure pre- e postoperatorie per ristabilire l’equilibrio nutritivo degli operati.

Aminoplasmal: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Aminoplasmal ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Aminoplasmal, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Aminoplasmal: controindicazioni

Turbe del metabolismo degli amminoacidi, epatopatie in stadio avanzato, insufficienza cardiaca manifesta, iperidratazione, acidosi, iperkaliemia, rigida restrizione dell’apporto di sodio, insufficienza renale con livelli patologici di azoto residuo, nonché nei casi di ipersensibilità ad uno o più amminoacidi, intossicazione da metanolo. Gravidanza (Vedere Uso in gravidanza e allattamento).

Aminoplasmal: effetti collaterali

Gli effetti indesiderati possono includere: cefalea; nausea e vomito, frequentemente dovuti ad una elevata velocità di somministrazione; febbre, non dovuta a presenza di pirogeni nella soluzione ma probabilmente ad una certa azione dinamica specifica degli amminoacidi. Flebiti e flebotrombosi possono verificarsi nella vena usata per l’infusione.

Aminoplasmal: avvertenze per l’uso

La somministrazione di amminoacidi o di idrolisati proteici ad un paziente con insufficienza epatica può provocare squilibri degli amminoacidi nel siero, azotemia prerenale, iperammoniemia, stupore e coma.

L’ammoniemia é particolarmente grave nei bambini piccoli, in quanto la sua comparsa nella sindrome causata da difetti metabolici genetici si associa spesso, anche se non in rapporto necessariamente causale, con il ritardo mentale. Questa reazione appare correlata con il dosaggio ed é più probabile che si sviluppi durante trattamenti a lungo termine. E’ essenziale controllare frequentemente i livelli di ammoniaca nel sangue del bambino.

Casi di iperammoniemia tipicamente asintomatica sono stati riportati in pazienti affetti da disfunzioni epatiche latenti. I meccanismi di questa reazione non sono chiaramente definiti, ma possono coinvolgere difetti genetici ed una funzionalità epatica immatura o ridotta a valori subclinici.

Se si presentano sindromi di iperammoniemia, la somministrazione va sospesa e si deve riesaminare lo stato clinico del paziente.

Usare con cautela in pazienti con precedenti anamnestici o allergia verso farmaci o sostanze varie e soltanto se sono prontamente disponibili mezzi adeguati per trattare le manifestazioni allergiche acute. Se si manifesta una reazione allergica sospendere immediatamente l’infusione.

Non usare questa soluzione da sola per compensare deficit gravi o moderati di elettroliti primari. Si deve evitare un sovraccarico circolatorio soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca.

Nei pazienti con infarto del miocardio, l’infusione di amminoacidi va associata al glucosio poiché nell’anossia gli acidi grassi liberi non possono essere utilizzati dal miocardio e l’energia deve essere prodotta anaerobicamente dal glicogeno o dal glucosio. In presenza di una insufficiente funzione renale la somministrazione di amminoacidi può aggravare l’iperazotemia.

Avvertenze

L’uso sicuro ed efficace dell’alimentazione parenterale richiede una conoscenza approfondita dei problemi nutritivi, come pure un’esperienza clinica adeguata delle complicazioni che possono verificarsi.

PER UN CORRETTO CONTROLLO DELL’ALIMENTAZIONE PARENTERALE E’ NECESSARIO ESEGUIRE FREQUENTI VALUTAZIONI CLINICHE E DETERMINAZIONI DI LABORATORIO: queste ricerche di laboratorio dovrebbero comprendere la glicemia, la proteinemia, i test sulla funzionalità epatica e renale, gli elettroliti, l’emogramma, il potere di combinazione della CO2, l’osmolarità serica, l’ammoniemia, eventuali colture ematiche.

Per l’utilizzazione ottimale a fini proteosintetici degli amminoacidi infusi é necessario un apporto calorico di 100-200 kcal/g di azoto. La somministrazione di amminoacidi senza carboidrati può dar luogo ad un accumulo di corpi chetonici. La correzione di tale chetonemia può essere ottenuta con la somministrazione di carboidrati. In caso di impiego di una velocità di infusione troppo alta sono possibili reazioni di intolleranza e perdite renali, con conseguente sbilancio degli amminoacidi.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco