Neupogen: effetti collaterali e controindicazioni

Neupogen: effetti collaterali e controindicazioni

Neupogen (Filgrastim) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Neupogen è indicato nel ridurre la durata della neutropenia e l’incidenza della neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per affezioni maligne (con l’eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e nel ridurre la durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati a maggior rischio di neutropenia severa prolungata.

La sicurezza e l’efficacia di Neupogen sono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica.

Neupogen è indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC).

In pazienti, bambini o adulti, con neutropenia grave congenita, ciclica o idiopatica, con una CAN (conta assoluta dei neutrofili) ≤ 0,5 x 109/l e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, una somministrazione a lungo termine di Neupogen è indicata per incrementare la conta dei neutrofili e per ridurre l’incidenza e la durata delle complicanze infettive.

Neupogen è indicato nel trattamento della neutropenia persistente (CAN uguale o minore di 1,0 x 109/l) in pazienti con infezione da HIV avanzata, per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando non siano appropriate altre opzioni per controllare la neutropenia.

Neupogen: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Neupogen ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Neupogen, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Neupogen: controindicazioni

Neupogen non deve essere somministrato a pazienti con ipersensibilità nota a filgrastim o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Neupogen non deve essere utilizzato per aumentare la dose di chemioterapia citotossica oltre i dosaggi standard.

Neupogen non deve essere somministrato a pazienti con neutropenia grave congenita (sindrome di Kostman) portatori di anomalie citogenetiche (vedere anche il paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’ impiego).

Neupogen: effetti collaterali

Pazienti neoplastici:

Negli studi clinici il più frequente effetto indesiderato attribuibile a Neupogen alla dose raccomandata è stato: dolore muscolo-scheletrico lieve o moderato nel 10% dei pazienti e grave nel 3%. Il dolore muscoloscheletrico è normalmente controllabile con gli analgesici. Gli effetti indesiderati meno frequenti includono disturbi urinari, per lo più lieve o moderata disuria.

Negli studi randomizzati, con controllo placebo, Neupogen non ha aumentato l’incidenza degli effetti indesiderati associati alla chemioterapia citotossica. Gli effetti indesiderati che si sono presentati con uguale frequenza nei pazienti trattati con Neupogen/chemioterapia e placebo/chemioterapia comprendono nausea e vomito, alopecia, diarrea, astenia, anoressia, mucositi, emicrania, tosse, rash cutaneo, dolore toracico, spossatezza, mal di gola, costipazione e dolore non specifico.

Con Neupogen, alle dosi consigliate, si sono verificati aumenti reversibili, dose-dipendenti, di solito lievi o moderati, di lattico-deidrogenasi, fosfatasi alcalina, acido urico e gamma-glutamil transpeptidasi, rispettivamente nel 50%, 35%, 25% e 10% circa dei pazienti trattati.

Una riduzione transitoria della pressione sanguigna, non richiedente trattamento, è stata riportata occasionalmente.

Disturbi vascolari, compresi sindrome veno-occlusiva e disturbi dell’omeostasi idrica, sono stati occasionalmente osservati in pazienti trattati con alte dosi di chemioterapia seguita da trapianto autologo di midollo osseo. La relazione causale con Neupogen non è stata determinata.

Casi molto rari di vasculite cutanea sono stati riportati in pazienti trattati con Neupogen. Il meccanismo della vasculite nei pazienti che hanno assunto Neupogen è sconosciuto.

È stata riportata occasionalmente la comparsa di Sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta). Comunque, poichè una significativa percentuale di questi pazienti presentava una diagnosi di leucemia, una condizione che notoriamente si associa con la Sindrome di Sweet, non è stata stabilita una relazione causale con Neupogen.

In casi singoli è stata osservata l’esacerbazione di artrite reumatoide.

Sono stati riportati rari casi di reazioni avverse a localizzazione polmonare fra cui polmonite interstiziale, edema polmonare e infiltrati polmonari, in alcuni casi risultanti in insufficienza respiratoria o sindrome da sofferenza respiratoria dell’adulto (ARDS) che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4.)

Reazioni allergiche: Reazioni di tipo allergico, inclusa anafilassi, rash cutaneo, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione sono state riportate in pazienti che ricevevano filgrastim all’inizio della terapia o durante trattamenti successivi. In generale le segnalazioni sono state più comuni dopo somministrazione endovenosa. In alcuni casi i sintomi si sono nuovamente verificati dopo risomministrazione di filgrastim il che suggerisce una relazione causale. Neupogen deve essere definitivamente sospeso nei pazienti nei quali si è manifestata una grave reazione allergica.

In pazienti con malattia a cellule falciformi sono stati osservati episodi isolati di crisi della malattia (vedere 4.4).

Frequenza Apparato Effetto indesiderato
Molto comune (>10%) Apparato Gastrointestinale Nausea/Vomito
Fegato Aumento GGT
Metabolismo e nutrizione Aumento Fosfatasi Alcalina Aumento LDH Iperuricemia
Comune (1-10%) Organismo in generale Astenia Spossatezza
SNC/SNP Cefalea
Apparato Gastrointestinale Costipazione Anoressia Diarrea Mucosite
Apparato muscoloscheletrico Dolore toracico Dolore muscoloscheletrico
Disturbi respiratori Tosse Mal di gola
Cute e annessi Alopecia Rash cutaneo
Non comune (< 1%) Organismo in generale Dolore non specifico
Raro (< 0,1%) Sistema vascolare Disturbi vascolari
Molto raro (< 0,01%) Organismo in generale Reazione allergica
Apparato muscoloscheletrico Esacerbazione dell’artrite reumatoide
Disturbi Respiratori Infiltrati polmonari
Cute e annessi Sindrome di Sweet Vasculite cutanea
Sistema Urinario Disturbi urinari

Mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico in donatori sani:

L’effetto indesiderato più frequentemente riportato è stato il dolore muscolo-scheletrico transitorio da lieve a moderato. E’ stata riportata leucocitosi (leucociti > 50×109/l) nel 41% dei donatori e trombocitopenia transitoria (piastrine < 100×109/l) successiva alla somministrazione di filgrastim e leucoaferesi nel 35% dei donatori.

Incrementi minori e transitori di fosfatasi alcalina, LDH, SGOT e acido urico sono stati riportati in donatori sani che hanno ricevuto filgrastim, senza però dare origine ad effetti clinici.

Un peggioramento dei sintomi artritici è stato osservato molto raramente.

Sono stati riportatati molto raramente sintomi indicativi di reazioni allergiche gravi.

Negli studi su donatori di PBPC sono state registrate cefalee, ritenute essere provocate da filgrastim.

Sono stati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura splenica in donatori sani e pazienti dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF) (vedere paragrafo 4.4).

Frequenza Apparato Effetto Indesiderato
Molto comune (> 10%) SNC/SNP Cefalea
Sistema ematologico Leucocitosi Piastrinopenia
Apparato muscoloscheletrico Dolore muscoloscheletrico
Comune (1-10%) Metabolismo e nutrizione Aumento Fosfatasi alcalina Aumento LDH
Non comune ( <1%) Organismo in generale Reazione allergica severa
Sistema Ematologico Disturbi alla milza
Metabolismo e nutrizione Aumento SGOT Iperuricemia
Apparato muscoloscheletrico Esacerbazione dell’artrite reumatoide

Pazienti con neutropenia cronica grave (NCG):

Sono stati riportati effetti indesiderati correlati alla terapia con Neupogen in pazienti affetti da NCG e per alcuni di questi la frequenza tende a diminuire con il tempo.

Gli effetti indesiderati più frequenti attribuibili a Neupogen sono stati dolore osseo e dolore muscolo-scheletrico generalizzato.

Altri effetti indesiderati comprendono splenomegalia, che può essere progressiva in una minoranza dei casi, e piastrinopenia. Cefalea e diarrea sono stati riportati subito dopo l’inizio della terapia con Neupogen in meno del 10% dei pazienti. Sono state riportate anche anemia ed epistassi.

Sono stati osservati incrementi transitori dell’uricemia, della lattico-deidrogenasi e della fosfatasi alcalina, non associati a sintomi clinici. Sono state inoltre riportate riduzioni transitorie e moderate della glicemia misurata non a digiuno.

Eventi avversi, possibilmente correlati alla somministrazione di Neupogen e generalmente riscontrabili in < 2% dei pazienti con NCG, sono stati: reazioni a livello del sito di iniezione, cefalea, epatomegalia, artralgia, alopecia, osteoporosi e rash.

Nel corso di somministrazioni prolungate è stata osservata nel 2% dei pazienti con NCG vasculite cutanea. In qualche raro caso si è notata proteinuria/ematuria.

Frequenza Apparato Effetto Indesiderato
Molto comune (>10%) Sistema Ematologico Anemia Splenomegalia
Metabolismo e nutrizione Ipoglicemia Aumento Fosfatasi Alcalina Aumento LDH Iperuricemia
Apparato muscoloscheletrico Dolore muscoloscheletrico
Disturbi respiratori Epistassi
Comune (1-10%) SNC/SNP Cefalea
Apparato Gastrointestinale Diarrea
Sistema ematologico Piastrinopenia
Fegato Epatomegalia
Apparato muscoloscheletrico Osteoporosi
Cute e annessi Alopecia Vasculite Cutanea Dolore nel sito d’iniezione Rash
Non comune (<1%) Sistema ematologico Disturbi alla milza
Sistema urinario Ematuria Proteinuria

Pazienti con infezione da HIV:

Negli studi clinici, l’unico evento avverso considerato correlato alla terapia con Neupogen è stato dolore muscolo-scheletrico, principalmente mialgia e dolore osseo da lieve a moderato. L’incidenza di questi eventi è stata simile a quella riportata in pazienti neoplastici.

E’ stata riportata splenomegalia correlata alla terapia con Neupogen in < 3% dei pazienti. In tutti i casi è stata di entità da lieve a moderata all’esame fisico e a decorso benigno; nessun paziente ha avuto diagnosi di ipersplenismo e nessun paziente è stato sottoposto a splenectomia. Non è chiara la relazione con Neupogen, poichè la splenomegalia viene diagnosticata comunemente in pazienti con infezione da HIV ed è presente a vari livelli nella maggior parte dei pazienti con AIDS.

Frequenza Apparato Effetto Indesiderato
Molto comune (>10%) Apparato muscoloscheletrico Dolore muscoloscheletrico
Comune (1-10%) Sistema ematologico Disturbi alla milza

Neupogen: avvertenze per l’uso

Crescita delle cellule tumorali:

Il fattore di crescita delle colonie granulocitarie può favorire in vitro la crescita delle cellule mieloidi; lo stesso effetto è anche stato rilevato in vitro su alcune cellule non mieloidi.

La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di Neupogen in pazienti affetti da sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite.

L’utilizzo di Neupogen non è indicato in queste patologie. Deve essere prestata particolare attenzione nel distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di leucemia mieloide acuta.

Poiché per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta secondaria vi sono limitati dati di sicurezza ed efficacia, Neupogen deve essere somministrato con cautela in questo gruppo di pazienti.

La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di Neupogen in pazienti affetti da leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi, con < 55 anni di età e buon profilo citogenetico (t(8;21), t(15;17) e inv(16)), non sono state stabilite.

Altre speciali precauzioni:

I pazienti affetti da grave osteoporosi, se trattati con Neupogen per un periodo superiore a 6 mesi, dovrebbero sottoporsi a controlli della densità ossea.

Dopo somministrazione di G-CSF sono stati segnalati rari casi (>0.01% e <0.1%) di eventi avversi polmonari, in particolare polmonite interstiziale. I pazienti con anamnesi recente di infiltrati polmonari o polmonite possono essere a rischio maggiore.

L’insorgenza di sintomi polmonari, come tosse, febbre e dispnea in associazione con evidenze radiologiche di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalità polmonare possono costituire i sintomi iniziali della sindrome da sofferenza respiratoria dell’adulto (ARDS). E’ necessario interrompere la terapia con Neupogen e intraprendere un trattamento idoneo.

La copertura dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice) che potrebbe causare reazioni allergiche.

Speciali precauzioni in pazienti neoplastici:

Leucocitosi:

Valori di globuli bianchi pari o superiori a 100 x 109/l sono stati osservati in meno del 5% dei pazienti trattati con Neupogen a dosi superiori a 0,3 MU/kg/die (3 mcg/kg/die). Non sono stati riportati effetti indesiderati direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. Comunque, in previsione dei rischi potenziali associati ad una marcata leucocitosi, il numero dei globuli bianchi deve essere controllato ad intervalli regolari durante il trattamento con Neupogen. Se la conta dei leucociti supera il valore di 50 x 109/l dopo il previsto nadir, la somministrazione di Neupogen deve essere interrotta immediatamente. Tuttavia, durante il periodo di mobilizzazione delle PBPC con Neupogen è necessario interrompere la somministrazione di Neupogen o ridurre il suo dosaggio se la conta dei leucociti è > 70 x 109/l.

Rischi associati all’incremento delle dosi di chemioterapia:

Deve essere posta particolare attenzione nel trattamento di pazienti con chemioterapia ad alte dosi, poichè non è stato dimostrato che essa condizioni un esito più favorevole della malattia tumorale e l’intensificazione delle dosi di agenti chemioterapici può portare ad un incremento delle tossicità, comprendente quella cardiaca, polmonare, neurologica e dermatologica (consultare le informazioni contenute nei Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto degli specifici chemioterapici utilizzati).

Il trattamento con solo Neupogen non evita la piastrinopenia e l’anemia dovute alla chemioterapia mielosoppressiva. A seguito della possibilità di ricevere dosaggi più alti di chemioterapia (es.: dosaggi pieni secondo lo schema previsto) il paziente può essere esposto ad un rischio maggiore di piastrinopenia ed anemia. Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell’ematocrito. Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, singoli o in combinazione, che causano piastrinopenia grave.

L’impiego delle PBPC mobilizzate da Neupogen ha dimostrato di ridurre la gravità e la durata della piastrinopenia conseguente a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa.

Altre speciali precauzioni:

L’effetto di Neupogen in pazienti con una significativa riduzione dei progenitori mieloidi non è stato studiato. Neupogen agisce principalmente sui precursori dei neutrofili per svolgere il suo effetto di aumento della conta dei neutrofili stessi. Quindi in pazienti con numero ridotto di precursori dei neutrofili (come quelli pretrattati con radioterapia o chemioterapia estensive o quelli con infiltrazione tumorale del midollo) la risposta può essere minore.

L’effetto di Neupogen sulla malattia da reazione del trapianto verso l’ospite non è stato definito.

Casi noti di intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF). Neupogen contiene sorbitolo come eccipiente ad una concentrazione di 50 mg/ml. È improbabile che, come conseguenza del trattamento con solo Neupogen, venga infuso sorbitolo in quantità sufficiente a causare tossicità clinicamente rilevante in pazienti che presentano tale intolleranza. Si raccomanda, comunque, cautela nei casi di IEF.

L’aumentata attività ematopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita è stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi. Questo aspetto deve essere considerato nell’interpretazione dei dati radiologici.

Speciali precauzioni nei pazienti sottoposti a mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico:

Mobilizzazione:

Non vi sono confronti prospettici randomizzati tra i due metodi raccomandati per la mobilizzazione (Neupogen da solo o in associazione a chemioterapia mielosoppressiva) nella stessa popolazione di pazienti. Il grado di variabilità tra singoli pazienti e test di laboratorio delle cellule CD34 rende difficile il confronto diretto tra studi diversi. È difficile quindi raccomandare un metodo ottimale. La scelta del metodo di mobilizzazione deve essere ponderata per ogni singolo paziente in relazione agli obiettivi generali del trattamento.

Precedente esposizione ad agenti citotossici:

I pazienti che sono stati molto pesantemente pretrattati con terapia mielosoppressiva possono non ottenere una mobilizzazione di PBPC sufficiente a raggiungere il numero minimo raccomandato di cellule (≥ 2,0 x 106 cellule CD34/kg) o lo stesso grado di accelerazione del recupero delle piastrine.

Alcuni agenti citotossici mostrano una tossicità particolare sul pool delle cellule progenitrici ematopoietiche e possono contrastare la mobilizzazione dei progenitori. Farmaci quali melfalan, carmustina (BCNU) e carboplatino, se somministrati per un periodo prolungato prima del tentativo di mobilizzare le cellule progenitrici, possono ridurre la successiva raccolta. Tuttavia la somministrazione di melfalan, carboplatino o BCNU, insieme a Neupogen, si è dimostrata efficace per la mobilizzazione delle cellule progenitrici. Quando si prevede di effettuare un trapianto di cellule progenitrici del sangue periferico, è consigliabile programmare la procedura di mobilizzazione delle cellule staminali nella fase iniziale del trattamento. Va posta particolare attenzione al numero di cellule progenitrici mobilizzate in tali pazienti prima della somministrazione della chemioterapia ad alte dosi. Se le raccolte, secondo i criteri di valutazione precedentemente indicati, sono inadeguate devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi che non richiedano il supporto di cellule progenitrici.

Valutazione delle raccolte di cellule progenitrici

Nella valutazione del numero di cellule progenitrici raccolte in pazienti trattati con Neupogen, deve essere posta particolare attenzione al metodo di conta. I risultati della conta delle cellule CD34 mediante citometria a flusso variano a seconda della specifica metodologia utilizzata e i numeri ricavati da studi condotti in laboratori diversi devono essere interpretati con cautela.

L’analisi statistica del rapporto tra il numero di cellule CD34 reinfuse e il tasso di recupero delle piastrine dopo chemioterapia ad alte dosi indica una relazione complessa ma continua.

La raccomandazione di un raccolto minimo di cellule CD34 ≥ 2,0 x 106/kg è basata sull’esperienza pubblicata che indica un adeguato recupero ematologico. Raccolte superiori al numero indicato sono correlate ad un recupero più rapido, raccolte inferiori ad un recupero più lento.

Speciali precauzioni nei donatori sani sottoposti a mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico

La mobilizzazione di PBPC non determina un beneficio clinico diretto nei donatori sani, e deve essere presa in considerazione soltanto con l’obiettivo di un trapianto di cellule staminali allogeniche.

La mobilizzazione di PBPC deve essere presa in considerazione solo in donatori che presentino normali criteri, clinici e di laboratorio, di eleggibilità per la donazione di cellule staminali, con particolare attenzione ai valori ematologici e alla presenza di malattie infettive.

La sicurezza e l’efficacia di Neupogen non sono state valutate in donatori sani con età < 16 anni o > 60 anni.

Nel 35% dei soggetti studiati è stata registrata una piastrinopenia transitoria (piastrine < 100 x 109/l) dopo somministrazione di filgrastim e leucoaferesi. Tra questi sono stati riportati due casi con piastrine < 50 x 109/l, attribuiti alla procedura di leucoaferesi.

Se fosse richiesta più di una leucoaferesi, deve essere prestata particolare attenzione nei donatori con piastrine < 100 x 109/l prima della leucoaferesi; non si deve in generale eseguire una aferesi se le piastrine sono < 75 x 109/l.

Non si deve eseguire una leucoaferesi nei donatori in terapia con anticoagulanti o che abbiano alterazioni note dell’emostasi.

La somministrazione di Neupogen deve essere interrotta o il suo dosaggio deve essere ridotto se la conta dei leucociti raggiunge valori > 70 x 109/l.

I donatori che ricevono G-CSF per la mobilizzazione delle PBPC devono essere monitorati fino al completo recupero dei parametri ematologici.

Il follow up sulla sicurezza a lungo termine nei donatori è in corso. Nei donatori sani non si sono registrate alterazioni della ematopoiesi ad un follow up di 4 anni. Comunque, non si può escludere un rischio di sviluppo di un clone di cellule mieloidi maligne. Si raccomanda che il centro di aferesi esegua una sistematica registrazione e un controllo nel tempo dei donatori di cellule staminali per assicurare il monitoraggio della sicurezza a lungo termine.

Dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF), sono stati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza in donatori sani (e pazienti). Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali. Pertanto, le dimensioni della milza devono essere attentamente monitorate (per esempio, mediante esame clinico, ultrasuoni). Si deve prendere in considerazione una diagnosi di rottura splenica nei donatori e/o pazienti che presentano dolore alla parte superiore sinistra dell’addome o all’estremità della spalla.

Speciali precauzioni in pazienti che ricevono cellule progenitrici del sangue periferico allogeniche mobilizzate con Neupogen:

I dati attuali indicano che le interazioni immunologiche tra le PBPC allogeniche e il ricevente possono essere associate a un rischio maggiore di malattia da reazione del trapianto verso l’ospite, acuta e cronica, in confronto al trapianto di midollo osseo.

Speciali precauzioni in pazienti con neutropenia cronica grave (NCG):

Conta delle cellule ematiche:

Le conte piastriniche devono essere monitorate attentamente, specialmente durante le prime settimane della terapia con Neupogen. Deve essere presa in considerazione l’interruzione intermittente o la diminuzione della dose di Neupogen nei pazienti che sviluppano trombocitopenia, ovvero con piastrine costantemente < 100.000/mm½.

Possono verificarsi altre alterazioni del quadro ematologico, tra cui anemia ed incrementi transitori nei progenitori mieloidi, che richiedono un attento monitoraggio delle conte cellulari.

Trasformazione in leucemia o in sindrome mielodisplastica:

Una speciale attenzione deve essere prestata alla diagnosi delle neutropenie croniche gravi per distinguerle da altri disordini ematologici quali l’anemia aplastica, la mielodisplasia e la leucemia mieloide. Devono essere effettuate prima dell’inizio del trattamento conte differenziali delle cellule ematiche e conte piastriniche, nonchè una valutazione della morfologia del midollo osseo e del cariotipo.

È stata osservata una bassa incidenza (circa il 3%) di sindromi mielodisplastiche (SMD) o di leucemia in pazienti affetti da neutropenia cronica grave trattati con Neupogen. Tale evenienza si è osservata solo in pazienti con neutropenia congenita. L’SMD e le leucemie sono complicanze naturali della malattia e non sono da porsi con certezza in relazione alla terapia con Neupogen. Circa il 12% dei pazienti che avevano le valutazioni citogenetiche di base nella norma sono stati successivamente trovati con anomalie, compresa la monosomia 7, nel corso di ripetute valutazioni di routine. Se i pazienti con neutropenia cronica grave sviluppano anomalie citogenetiche, i rischi ed i benefici di continuare la terapia con Neupogen devono essere attentamente valutati; la somministrazione di Neupogen deve essere interrotta se insorgono SMD o leucemia. Attualmente non è noto se il trattamento a lungo termine dei pazienti con neutropenia cronica grave possa predisporre i pazienti ad anomalie citogenetiche, a SMD o ad una trasformazione in leucemia. Si raccomanda di effettuare nei pazienti esami morfologici e citogenetici del midollo osseo ad intervalli regolari (circa ogni 12 mesi).

Altre speciali precauzioni:

Le cause di neutropenia transitoria, come infezioni virali, devono essere escluse.

La splenomegalia è un effetto diretto del trattamento con Neupogen. Negli studi è stata osservata una splenomegalia palpabile nel 31% dei pazienti. Incrementi nel volume, misurati radiograficamente, sono stati riscontrati precocemente durante la terapia con Neupogen e tendevano ad un plateau. Le riduzioni di dose rallentano o fermano la progressione della splenomegalia, e nel 3% dei pazienti è stata necessaria una splenectomia. Il volume della milza deve essere controllato regolarmente. La palpazione addominale dovrebbe essere sufficiente per rilevare incrementi anomali del volume splenico.

Si è verificata ematuria/proteinuria in un piccolo numero di pazienti. Una regolare analisi delle urine deve essere effettuata allo scopo di monitorare tali eventi.

Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia in neonati e pazienti con neutropenia autoimmune.

Speciali precauzioni in pazienti con infezione da HIV:

Conta delle cellule ematiche:

La conta assoluta dei neutrofili (CAN) deve essere attentamente monitorata, specialmente durante le settimane iniziali della terapia con Neupogen. Alcuni pazienti possono rispondere molto rapidamente e con un considerevole incremento della conta dei neutrofili alla dose iniziale di Neupogen. Si raccomanda che la CAN sia misurata quotidianamente durante i primi 2-3 giorni di somministrazione di Neupogen. Successivamente, si raccomanda che la CAN sia misurata almeno due volte alla settimana, durante le prime due settimane, e successivamente una volta alla settimana o a settimane alterne, durante la terapia di mantenimento. Nel corso della somministrazione intermittente di Neupogen a 30 MU (300 mg)/die, si possono verificare ampie fluttuazioni nel tempo della CAN del paziente. Per deteminare il valore minimo o nadir della CAN di un paziente, si raccomanda di effettuare i prelievi di sangue, per la misura della CAN, immediatamente prima di ogni somministrazione programmata di Neupogen.

Rischi associati ad incrementi di dose dei farmaci mielosoppressivi:

Il trattamento con Neupogen da solo non preclude la comparsa di piastrinopenia ed anemia dovute a farmaci mielosoppressivi. Il paziente potrebbe essere a maggior rischio di sviluppare piastrinopenia ed anemia se ricevesse dosaggi incrementati o un numero maggiore di questi farmaci durante la terapia con Neupogen. Si raccomanda un monitoraggio regolare della conta ematica (vedere sopra).

Mielosoppressione causata da infezioni e neoplasie:

La neutropenia può essere dovuta ad infiltrazione midollare da infezioni opportunistiche, per esempio da Mycobacterium avium complex, o da neoplasie, come i linfomi. Nei pazienti con midollo osseo infiltrato da infezioni o neoplasie, si deve prendere in considerazione un adeguato trattamento della malattia di base, oltre alla somministrazione di Neupogen per il trattamento della neutropenia. Non sono stati stabiliti gli effetti di Neupogen sulla neutropenia dovuta ad infezioni o neoplasie infiltranti il midollo osseo.

Speciali precauzioni nella malattia a cellule falciformi:

Nei soggetti con malattia a cellule falciformi, sono stati osservati episodi di crisi della malattia, in alcuni casi fatali. Il medico deve considerare con cautela l’uso di filgrastim in pazienti con malattia a cellule falciformi e solo dopo attenta valutazione dei potenziali rischi e benefici.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco