Arutidor: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione (Dorzolamide Cloridrato + Timololo Maleato): sicurezza e modo d’azione

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione (Dorzolamide Cloridrato + Timololo Maleato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Indicato per il trattamento della pressione intraoculare elevata (PIO) in pazienti con glaucoma ad angolo aperto o pseudo-esfoliativo, quando la monoterapia con beta-bloccanti per uso topico non è sufficiente.

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: come funziona?

Ma come funziona Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione

Categoria farmacoterapeutica: preparazioni antiglaucoma e miotici, sostanze beta-bloccanti, timololo, associazioni, codice ATC: S01ED51

Meccanismo d’azione

Arutidor è composto da due componenti: dorzolamide cloridrato e timololo maleato. Ciascuno di questi due componenti riduce la pressione intraoculare elevata diminuendo la secrezione di umore acqueo, ma mediante un differente meccanismo di azione.

La dorzolamide cloridrato è un potente inibitore dell’anidrasi carbonica II umana. L’inibizione dell’anidrasi carbonica nei processi ciliari dell’occhio riduce la produzione di umore acqueo, presumibilmente rallentando la formazione di ioni bicarbonato, con conseguente riduzione del trasporto di sodio e fluidi.

Il timololo maleato è un agente che blocca i recettori beta-adrenergici in maniera non selettiva. Il preciso meccanismo di azione del timololo maleato nell’abbassamento della pressione intraoculare non è ancora chiaramente stabilito, sebbene uno studio con fluoresceina e studi di tonografia indichino che l’azione predominante può essere correlata alla ridotta formazione di umore acqueo. Comunque, in alcuni studi è stato anche osservato un lieve incremento nella facilità di deflusso. L’effetto combinato di questi due agenti determina una riduzione addizionale della pressione intraoculare (PIO) se confrontato con ciascuno dei due componenti somministrato da solo.

In seguito a somministrazione topica, Arutidor riduce la pressione intraoculare, associata o meno al glaucoma. La pressione intraoculare elevata è un fattore di rischio maggiore nella patogenesi del danno del nervo ottico e nella perdita del campo visivo del glaucomatoso. Arutidor riduce la pressione intraoculare senza i comuni effetti collaterali degli agenti miotici, quali la cecità notturna, lo spasmo dell’accomodazione e la costrizione pupillare.

Effetti farmacodinamici

Effetti clinici:

Studi clinici di durata fino a 15 mesi sono stati condotti al fine di confrontare l’effetto sulla riduzione della PIO di Arutidor b.i.d. (somministrato la mattina e prima di andare a letto) nei confronti di timololo 0,5% e dorzolamide 2,0% somministrati singolarmente e contemporaneamente in pazienti con glaucoma o ipertensione oculare, per i quali negli studi è stata considerata appropriata la terapia di associazione. Questo ha incluso sia pazienti non trattati che pazienti non controllati adeguatamente mediante monoterapia con timololo. La maggior parte dei pazienti sono stati trattati con la monoterapia topica con beta-bloccanti prima dell’arruolamento nello studio. In un’analisi degli studi combinati, l’effetto di Arutidor b.i.d. nella riduzione della PIO è stato maggiore rispetto a quello della monoterapia con dorzolamide 2%

t.i.d. o timololo al 0,5% b.i.d. L’effetto di Arutidor b.i.d. nella riduzione della PIO è risultato equivalente a quello della terapia di associazione con dorzolamide b.i.d. e timololo b.i.d. E’ stato dimostrato l’effetto di Arutidor b.i.d. nella riduzione della PIO misurata in vari momenti predefiniti nel corso del giorno e questo effetto è stato mantenuto durante la somministrazione a lungo termine.

Popolazione pediatrica

È stato condotto uno studio controllato di 3 mesi il cui l’obiettivo primario è stato di documentare la sicurezza della soluzione oftalmica della dorzolamide cloridrato al 2% in bambini di età inferiore ai 6 anni. In questo studio, 30 pazienti di età inferiore ai 6 anni e superiore o uguale a 2 anni, la cui PIO non era adeguatamente controllata con la monoterapia a base di dorzolamide o timololo, hanno ricevuto Arutidor durante la fase in aperto. L’efficacia in questi pazienti non è stata stabilita. In questo piccolo gruppo di pazienti, la somministrazione di Arutidor due volte al giorno è stata generalmente ben tollerata con 19 pazienti che hanno completato il periodo di trattamento ed 11 pazienti che lo hanno interrotto a causa di un intervento chirurgico, sostituzione della terapia, o altri motivi.


Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione

Dorzolamide cloridrato

Diversamente dagli inibitori dell’anidrasi carbonica orali, la somministrazione topica di dorzolamide cloridrato permette al farmaco di esercitare i suoi effetti direttamente nell’occhio a dosi sostanzialmente inferiori e perciò con inferiore esposizione sistemica. In studi clinici, ciò ha determinato una riduzione della pressione intraoculare senza alterazione dell’equilibrio acido- base o alterazioni degli elettroliti caratteristiche degli inibitori dell’anidrasi carbonica orali.

A seguito della somministrazione topica, la dorzolamide raggiunge la circolazione sistemica. Per valutare il potenziale di inibizione dell’anidrasi carbonica a livello sistemico dopo somministrazione topica, sono state misurate le concentrazioni del farmaco e dei suoi metaboliti nelle emazie e nel plasma, nonchè l’inibizione dell’anidrasi carbonica nelle emazie. La dorzolamide si accumula nelle emazie durante la somministrazione cronica quale risultato del legame selettivo all’anidrasi carbonica di tipo II (AC-II), mentre sono mantenute concentrazioni plasmatiche del farmaco libero estremamente basse.

Sebbene il farmaco precursore formi un singolo metabolita N-desetile che inibisce l’anidrasi carbonica di tipo II (AC-II) meno potentemente rispetto al farmaco progenitore, questo inibisce anche un isoenzima meno attivo (AC-I). Il metabolita si accumula anche nelle emazie dove si lega principalmente all’AC-I. La dorzolamide si lega moderatamente alle proteine plasmatiche (circa per il 33%) ed è principalmente escreta immodificata con le urine; anche il metabolita è escreto con le urine. Alla fine della terapia, la dorzolamide viene eliminata dalle emazie in modo non lineare, con un rapido declino iniziale delle concentrazioni della sostanza attiva seguito da una più lenta fase di eliminazione con un’emivita di circa 4 mesi.

Quando la dorzolamide è stata somministrata per via orale in modo da simulare l’esposizione massima sistemica dopo somministrazione topica oftalmica a lungo termine, lo stato stazionario è stato raggiunto entro 13 settimane. Nel plasma, allo stato stazionario, non era virtualmente presente sostanza attiva libera o metabolita; l’inibizione dell’anidrasi carbonica nelle emazie è stata inferiore rispetto a quanto si riteneva fosse necessario per ottenere un effetto farmacologico sulla funzione renale o respiratoria. Simili risultati farmacocinetici sono stati osservati dopo somministrazione topica cronica di dorzolamide cloridrato. Comunque, in alcuni pazienti anziani con compromissione renale (clearance della creatinina stimata a 30-60 ml/min) sono state mostrate concentrazioni maggiori di metabolita negli eritrociti, ma i risultati non sono stati associati direttamente a differenze significative nell’inibizione dell’anidrasi carbonica, o ad effetti indesiderati sistemici clinicamente significativi.

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Timololo maleato

Livelli di umore acqueo: nei conigli sono stati misurati i livelli massimi di umore acqueo di 461 ng/100mg 60 minuti dopo la somministrazione di una goccia di timololo all’1,0%. Nell’uomo i livelli di timololo nell’umor acqueo durante la prima e la seconda ora dopo la somministrazione di due gocce di timololo allo 0,5% erano 150 ng/100mg. Trascorse 7 ore, il livello è sceso a 10ng/100mg.

Tessuto oculare:

Dopo l’applicazione di una goccia di soluzione allo 0,25% di soluzione a base di timololo marcato con 14C, i differenti tessuti oculari dell’occhio del coniglio hanno raggiunto la massima radioattività dopo 15 fino a 60 minuti. La cornea, la membrana nittitante e l’iride/corpo ciliare hanno prodotto radioattività corrispondenti da 1 a 10 ng di timololo /100mg di tessuto.

Riassorbimento sistemico:

Studi hanno mostrato che dopo l’applicazione locale sull’occhio, il timololo è riassorbito a livello sistemico. In uno studio il timololo è stato riscontrato nell’urina di tutti i soggetti sani esaminati e nei pazienti. (Timololo idrogeno maleato e i suoi metaboliti vengono escreti soprattutto dai reni).

Livello ematico:

I livelli ematici di timololo nell’uomo dopo applicazione locale nell’occhio della dose clinica raccomandata non sono frequentemente rilevabili (inferiori ai 2 ng/ml), sia dopo una singola dose che dopo un periodo di trattamento di 2 settimane. I livelli plasmatici massimi rilevati sono stati di 9,6 ng/ml alla dose di 2 x 2 gocce al giorno. I livelli plasmatici massimi sono stati raggiunti dopo 30-90 minuti.

È stato dimostrato in diversi casi che l’applicazione di collirio contenente timololo nei neonati e nei bambini alla dose raccomandata ha portato a concentrazioni plasmatiche di timololo significativamente più alte che negli adulti. I livelli plasmatici in un neonato di 3 settimane dopo somministrazione di 1 goccia 2 volte al giorno di collirio contenente timololo allo 0,25% erano di 34 ng/ml.


Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: dati sulla sicurezza

Il profilo di sicurezza oculare e sistemico dei singoli principi attivi è sufficientemente noto.

In studi non clinici sono stati osservati effetti soltanto ad esposizioni considerate significativamente superiori all’esposizione massima nell’uomo, indicando una scarsa rilevanza clinica.

Dorzolamide

Nei conigli trattati con dosi maternotossiche di dorzolamide associate con acidosi metabolica sono state osservate malformazioni dei corpi vertebrali.

Timololo

Effetti preclinici sono stati osservati dopo l’esposizione al timololo, se la quantità somministrata era significativamente superiore alla massima dose terapeutica usata per l’uomo. La rilevanza per l’uomo è considerata minima.

Studi sull’animale non hanno mostrato effetto teratogeno.

Inoltre, non sono stati osservati effetti oculari indesiderati in animali trattati topicamente con una soluzione oftalmica di dorzolamide cloridrato e timololo maleato o con la somministrazione concomitante di dorzolamide cloridrato e timololo maleato. Studi in vitro ed in vivo con ciascuno dei componenti non hanno rilevato potenziale mutageno. Perciò non è atteso alcun rischio significativo per la sicurezza nell’uomo a dosi terapeutiche di Arutidor.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: interazioni

Non sono stati effettuati studi specifici sull’interazione di altri farmaci con Arutidor.

In studi clinici, Arutidor è stato usato contemporaneamente alle seguenti terapie sistemiche senza evidenza di interazioni indesiderate: ACE-inibitori, calcio-antagonisti, diuretici, farmaci antiinfiammatori non steroidei incluso l’acido acetilsalicilico e ormoni (come estrogeni, insulina, tiroxina).

Comunque, gli effetti potrebbero essere potenziati – e potrebbero verificarsi ipotensione e/o marcata bradicardia – quando un collirio a base di timololo maleato viene somministrato insieme a calcio-antagonisti per via orale, farmaci che causano la deplezione delle catecolamine o beta-

bloccanti, antiaritmici (incluso l’amiodarone), glicosidi digitalici, parasimpaticomimetici, guanetidina, narcotici e inibitori delle monoaminossidasi (MAO).

La dorzolamide, che è un componente di Arutidor, è un inibitore dell’anidrasi carbonica, che, anche se somministrato per via topica , viene assorbito per via sistemica. Negli studi clinici non è stata osservata alcuna alterazione dell’equilibrio acido-base durante il trattamento con soluzione oftalmica di dorzolamide cloridrato. Tuttavia, simili disturbi sono stati osservati con la somministrazione di inibitori dell’anidrasi carbonica per via orale, causando in alcuni casi interazioni (per es. effetti tossici durante la terapia con alte dosi di salicilato). Perciò, nei pazienti trattati con Arutidor , deve essere presa in considerazione la possibilità di tali interazioni.

È stata segnalata occasionalmente midriasi risultante dall’uso concomitante di beta-bloccanti oftalmici e adrenalina (epinefrina).

I beta-bloccanti per via orale possono esacerbare l’ipertensione di rimbalzo che può far seguito alla sospensione della clonidina.


Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Arutidor 20 mg/ml + 5 mg/ml collirio, soluzione: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Arutidor ha un’influenza moderata sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Possibili reazioni avverse, come visione offuscata, possono compromettere la capacità di alcuni pazienti di guidare veicoli e/o di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco