Magnegita: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile (Acido Gadopentetico Sale Dimegluminico): sicurezza e modo d’azione

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile (Acido Gadopentetico Sale Dimegluminico) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie: Medicinale ad esclusivo uso diagnostico.
Magnegita è un mezzo di contrasto per la risonanza magnetica a livello cerebrale e spinale (MRI).
Magnegita, somministrato per via endovenosa, è indicato anche per la MRI a livello corporeo compresa la regione della testa e del collo, lo spazio toracico che comprende il cuore, la mammella, l’addome (pancreas e fegato), lo spazio retroperitoneale (reni), pelvi (prostata, vescica e utero) e il sistema muscoloscheletrico.
Il gadopentetato dimeglumina facilita il riconoscimento di strutture o lesioni anomale ed aiuta nella differenziazione tra il tessuto sano e patologico.
Il gadopentetato dimeglumina puó anche essere utilizzato con la MR angiografia (tranne che per le arterie coronariche), per la valutazione di stenosi, occlusioni e collaterali.
Applicazioni specifiche al cuore includono la misurazione della perfusione del miocardio nella condizione di stress farmacologico e indagini diagnostiche di vitalità (“ritardato miglioramento”).

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: come funziona?

Ma come funziona Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile

Categoria farmacoterapeutica:

Mezzo di contrasto paramagnetico

Codice ATC: V08C A01

Magnegita è un agente di contrasto paramagnetico per la Risonanza Magnetica (MRI). L’effetto di intensificazione del contrasto è dato dal sale di di-N-metil glucamina gadopentetato (GdDTPA) — il complesso di gadolinio dell’acido dietilene triammino penta- acetico.

Il tempo di rilassamento spin-reticolo dei nuclei atomici attivati è accorciato dallo ione gadolinio e, nei protoni MRI con sequenza di imaging adeguata (come la procedura pesata di eco di spin T1), aumenta l’intensità del segnale e di conseguenza il contrasto dell’immagine.

Il gadopentetato dimeglumina mostra solo una lieve dipendenza dall’intensità del campo magnetico.

Il gadopentetato dimeglumina non mostra significative proprietà di legame proteico o interazioni inibitorie con enzimi (come il Na+– e K+– ATPasi del miocardio). La sostanza è escreta attraverso filtrazione glomerulare dai reni. Non sono stati osservati effetti indesiderati sulla funzione renale.

Il gadopentetato dimeglumina aumenta il contrasto e facilita la visualizzazione di strutture anormali o lesioni in varie parti del corpo incluso il sistema nervoso centrale. Il gadopentetato dimeglumina non penetra attraverso la barriera ematoencefalica intatta. In casi di disfunzione della barriera ematoencefalica, la somministrazione di Magnegita può condurre ad un miglioramento della visualizzazione delle variazioni patologiche, e delle lesioni con vascolarizzazione anormale (o quelle che si pensa possono causare anormalità nella barriera ematoencefalica) nel cervello (lesioni intracraniali), colonna vertebrale e tessuti associati così come lesioni al torace, cavità pelvica e gli spazi retroperitoneali. Inoltre migliora la demarcazione del tumore così da determinare l’estensione della zona invasa. Il gadopentetato dimeglumina non si accumula nel cervello normale o nelle lesioni che non hanno vascolarità anormale (es. cisti, cicatrici mature post-operatorie). Il potenziamento del segnale non si osserva con tutti i tipi di processi patologici, per esempio alcuni tipi di tumore di bassa gravità o placche inattive della SM non si riescono a potenziare. Magnegita può così essere utilizzato per diagnosi differenziali dei tessuti sani e malati, di strutture patologiche differenti e nella differenziazione fra il tumore e le recidive del tumore ed del tessuto cicatrizzato dopo il trattamento.

A concentrazioni maggiori di gadopentetato dimeglumina, dopo un lungo periodo di incubazione in vitro, si avrà una leggera influenza sulla morfologia dell’eritrocita. Questo processo, che è reversibile, può condurre ad emolisi intravascolare leggera dopo la somministrazione endovenosa di gadopentetato dimeglumina in esseri umani, il che potrebbe spiegare il leggero aumento osservato occasionalmente nel siero della bilirubina e del ferro durante le primissime ore dopo l’iniezione.


Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile

Il comportamento del gadopentetato dimeglumina nell’organismo è simile a quello di altri composti idrofili e biologicamente inerti (es. mannitolo o inulina). Sono state osservate negli esseri umani farmacocinetiche indipendenti dalla dose.

Distribuzione

Dopo somministrazione endovenosa il principio attivo si distribuisce rapidamente negli spazi extracellulari.

Nei distretti corporei di ratti e cani è stata ritrovata meno dell’1% della dose somministrata, nei sette giorni successivi la somministrazione endovenosa del marcatore radioattivo gadopentetato dimeglumina, e di questo, una elevata concentrazione è stata trovata nei loro reni come complesso intatto di gadolinio.

Il composto non penetra né passa la barriera ematotesticolare. Una piccola quantità passa attraverso la barriera placentare ma è rapidamente eliminata dal feto.

Nelle dosi inferiori o uguali a 250 micromoli di gadopentetato/kg di peso corporeo (= 0,5 mL di soluzione iniettabile/kg) i livelli plasmatici decadono dopo la fase di distribuzione (entro pochi minuti dalla somministrazione) con un’emivita di circa 90 minuti, che è identica al tasso di escrezione renale. Nelle dosi di 100 micromoli di gadopentetato dimeglumina/kg (= 0,2 mL di soluzione iniettabile/kg) di peso corporeo, dopo 3 e 60 minuti dall’iniezione sono stati rispettivamente trovate 0,6 e 0,24 mmol di gadopentetato dimeglumina/l di plasma.

Biotrasformazione

Non sono stati dimostrati né la metabolizzazione né lo split dello ione paramagnetico.

Eliminazione

Il gadopentetato dimeglumina è eliminato tal quale per mezzo di filtrazione glomerulare per via renale. La quantità di escrezione extra renale è molto bassa.

Una media dell’83% della dose iniziale viene eliminata per via renale entro 6 ore dall’iniezione mentre entro le 24 ore viene eliminato circa il 91 %. La dose escreta per via fecale è stata <1 % (entro i 5 giorni dopo l’iniezione). La clearance renale del gadopentetato dimeglumina è stata approssimativamente di 120 mL/min normalizzata a 1,73 m2 di superficie corporea ed è quindi comparabile a quella dell’inulina o del 51Cr-EDTA.

Caratteristiche speciali per paziente con ridotta funzionalità renale

Il gadopentetato dimeglumina è interamente escreto attraverso i reni anche in caso di funzione renale leggermente o moderatamente ridotta (clearance della creatinina > 20 mL/min). Il tempo di emivita del gadopentetato dimeglumina nel plasma aumenta in relazione al grado di insufficienza renale. Non si è osservato alcun aumento nell’escrezione extra-renale.

Popolazione pediatrica

In uno studio condotto su pazienti pediatrici di età compresa tra 2 mesi e 2 anni la farmacocinetica (clearance normalizzata per peso corporeo, volume di distribuzione, AUC ed emivita ) di gadopentetato è risultata simile a quella degli adulti.


Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: dati sulla sicurezza

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, a dosi ripetute di tossicità e genotossicità. In conigli in gravidanza si è osservato un ritardo nello sviluppo nei feti dopo somministrazione ripetuta di gadopentetato dimeglumina. Test sperimentali riguardanti la tollerabilità locale del gadopentetato dimeglumina dopo dose endovenosa singola e ripetuta e dopo iniezione intra-muscolare singola hanno indicato che l’applicazione paravenosa accidentale può condurre a reazioni locali al sito di applicazione.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione con altri farmaci. L’uso di agenti di contrasto può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità in pazienti che assumono beta-bloccanti (vedì paragrafo 4.4).

Interazioni con test diagnostici:

I risultati delle determinazioni del ferro nel siero usando metodi complessometrici possono essere ridotti dopo 24 ore dalla somministrazione del gadopentetato dimeglumina a causa dell’acido pentetico libero contenuto nella soluzione del mezzo di contrasto.


Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Magnegita 500 micromoli/ml soluzione iniettabile: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. I pazienti che guidano o usano macchinari devono tenere in considerazione la possibilità che possono manifestarsi delle reazioni ritardate (tipo nausea o ipotensione).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco