Prialt: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione (Ziconotide): sicurezza e modo d’azione

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione (Ziconotide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ziconotide è indicato per il trattamento del dolore severo, cronico, negli adulti che richiedono analgesia intratecale.

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: come funziona?

Ma come funziona Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione

Categoria farmacoterapeutica: Analgesici, altri analgesici e antipiretici, codice ATC: N02BG08 Meccanismo d’azione

Ziconotide è un analogo sintetico di un ?-conopeptide, la MVIIA, trovato nel veleno prodotto dalla

lumaca marina Conus magus. È un agente bloccante dei canali del calcio di tipo N (NCCB). Gli NCC regolano il rilascio dei neurotrasmettitori in specifiche popolazioni di neuroni responsabili dell’elaborazione del dolore a livello spinale. Legandosi a tali canali NCC neuronali, ziconotide inibisce la corrente del calcio voltaggio-sensibile negli afferenti nocicettivi primari che terminano negli strati superficiali del corno dorsale del midollo spinale. A sua volta, questo provoca l’inibizione del rilascio di neurotrasmettitori (compresa la sostanza P) e di conseguenza della trasmissione spinale del dolore.

Effetti farmacodinamici

Sebbene siano state osservate delle relazioni statisticamente significative ed una ragionevole correlazione fra esposizione del liquido cerebrospinale (LCS) (AUC, Cmax) e risposta clinica dopo somministrazione del prodotto per via intratecale nell’arco di 1 ora, non sono state ancora identificate

delle relazioni dose-concentrazione-risposta ben definite. Molti pazienti responsivi ottengono un’analgesia prossima al massimo entro poche ore dalla somministrazione di una dose appropriata. Tuttavia, in alcuni pazienti, gli effetti massimi possono essere ritardati di circa 24 ore. Dato l’ottenimento sia dell’analgesia sia di reazioni avverse con lo stesso dosaggio, l’intervallo raccomandato fra gli incrementi del dosaggio è di 48 ore o più. Se necessario, la dose può essere ridotta in qualsiasi misura (compresa la sospensione del medicinale) per il trattamento delle reazioni avverse.

Le reazioni avverse a carico del sistema nervoso centrale, specialmente capogiro, nausea e l’andatura irregolare sembrano essere correlate ad un’esposizione del LCS, sebbene una relazione definitiva non sia stata stabilita.

Durante l’infusione intratecale avviene una esposizione plasmatica modesta a causa delle basse velocità d’infusione raccomandate ed alla clearance plasmatica relativamente veloce (vedere paragrafo 5.2). Quindi, gli effetti farmacologici legati ad un’esposizione sistemica devono essere minimi.

La dose mediana alla risposta è di circa 6,0 ?g/die e circa il 75% dei pazienti responsivi richiede

? 9,6 ?g/die. Per limitare la manifestazione di reazioni avverse serie, si raccomanda una dose massima di 21,6 ?g/die. Tuttavia, nelle sperimentazioni cliniche, è stato osservato che i pazienti che tollerano dosi pari a 21,6 ?g/die, dopo un lento adattamento del dosaggio in un periodo da 3 a 4 settimane, generalmente tollerano dosi più elevate fino a 48,0 ?g/die.

Non esiste prova di sviluppo di una tolleranza farmacologica a ziconotide nei pazienti. Tuttavia, alla luce dei dati limitati, non si può escludere lo sviluppo di tolleranza. Se la dose di ziconotide necessaria aumenta continuamente senza che si ottenga alcun beneficio o alcun aumento nelle reazioni avverse, si deve considerare l’esame della pervietà del catetere intratecale.

Regimi posologici alternativi, inclusi l’inizio della somministrazione con dosi più basse di ziconotide e la somministrazione in bolo, sono stati esaminati in un numero limitato di studi disponibili in letteratura.

È stato dimostrato che l’uso di dosi più basse attraverso la somministrazione continua risulta efficace, con un minore numero di reazioni avverse.

Gli studi sulla somministrazione in bolo suggeriscono la possibile utilità di tale modalità per individuare i pazienti che potrebbero trarre beneficio da un uso prolungato di ziconotide; tuttavia, essa può provocare un maggior numero di reazioni avverse rispetto alla somministrazione per infusione continua.

Gli studi indicano che questi metodi alternativi di somministrazione di ziconotide sono possibili; tuttavia, a causa del numero limitato di pazienti, questi risultati non sono conclusivi e le prove attualmente disponibili sono insufficienti per esprimere raccomandazioni definitive in merito a tali regimi posologici alternativi.

Efficacia e sicurezza clinica

Sono stati condotte tre sperimentazioni cliniche controllate verso placebo con ziconotide intratecale.

Due studi di breve durata, 95-001 (dolore maligno) e 96-002 (dolore non maligno), condotti su

366 pazienti, dimostrano l’efficacia di ziconotide somministrato per via intratecale per il trattamento del dolore cronico di grado severo usando la variazione delle percentuali nella Visual Analog Scale of Pain Intensità (VASPI) come principale misura dell’efficacia. Tali studi sono stati di breve durata, 5 e 6 giorni rispettivamente, ed hanno fatto uso un più rapido aumento progressivo delle dosi e di dosi più elevate rispetto a quanto raccomandato nel paragrafo 4.2.

Risultati sull’efficacia emersi dallo studio 95-001

Trattamento assegnato all’inizio
Parametro Ziconotide (n = 71) Placebo (n = 40) Valore P
Punteggio medio iniziale
VASPI in mm (SD)
74,1 (± 13,82) 77,9 (± 13,60) _
Punteggio medio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del dosaggio in mm
(SD)
35,7 (± 33,27) 61,0 (± 22,91) _
% miglioramento nel punteggio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del
dosaggio (SD)
51,4 (± 43,63) 18,1 (± 28,28) < 0,001
Respondera n (%) 34 (47,9%) 7 (17,5%) 0,001
Dose alla fine dell’adattamento del dosaggio (?g/h)
Media Mediana Range
0,91
0,60
0,074 – 9,36

aSono stati definiti come Responders i pazienti che 1) hanno presentato una diminuzione ? 30% nel punteggio VASPI rispetto al valore iniziale; 2) hanno ricevuto contemporaneamente analgesici oppioidi in misura stabile o ridotta; e 3) non hanno ricevuto oppiati di tipo diverso rispetto a prima dell’infusione, se trattati con oppiati.

SD – Deviazione Standard.

Risultati sull’efficacia emersi dallo studio 96-002

Trattamento assegnato all’inizio
Parametro Ziconotide (n = 169)b Placebo (n = 86) Valore P
Punteggio medio iniziale
VASPI in mm (SD)
80,1 (± 15,10) 76,9 (± 14,58) _
Punteggio medio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del dosaggio in mm
(SD)
54,4 (± 29,30) 71,9 (± 30,93) _
% miglioramento nel punteggio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del
dosaggio (SD)
31,2 (± 38,69) 6,0 (± 42,84) < 0,001
Respondera n (%) 57 (33,7%) 11 (12,8%) < 0,001
Dose alla fine dell’adattamento del dosaggio (?g/h)
Media
Mediana Range
1,02
0,50
0,019 – 9,60

aSono stati definiti come Responders i pazienti che 1) hanno presentato una diminuzione ? 30% nel punteggio VASPI rispetto al valore iniziale; 2) hanno ricevuto contemporaneamente analgesici oppioidi in misura stabile o ridotta; e 3) non hanno ricevuto oppiati di tipo diverso rispetto a prima dell’infusione, se trattati con oppiati.

b164 pazienti hanno fornito un punteggio VASPI per ziconotide alla fine dell’adattamento della dose. SD – Deviazione Standard.

Le eziologie del dolore negli studi 95-001 (dolore maligno) e 96-002 (dolore non maligno) sono risultate varie e comprendevano dolore osseo (n = 38) principalmente dovuto a metastasi ossee

(n = 34), mielopatia (n = 38), metà dei quali con lesioni al midollo osseo con paralisi (n = 19), neuropatia (n = 79), radicolopatia (n = 24), dolore spinale (n = 91) principalmente dovuto a fallimento chirurgico alla schiena (n = 82),ed altre cause (n = 82). Alcuni pazienti presentavano più di una causa di dolore. L’efficacia di ziconotide intratecale era evidente in tutti i gruppi di studio.

Lo studio 301 (n = 220) di durata più lunga (21giorni), comprendeva un aumento del dosaggio più prudente e dosi più basse di ziconotide intratecale ed ha arruolato la popolazione di pazienti più refrattari nei tre studi. Tutti i pazienti dello studio 301 avevano fallito con la terapia intratecale con analgesici in associazione ed i loro medici ritenevano che il 97% di essi fosse refrattario ai trattamenti attualmente disponibili. La maggior parte di essi presentava dolore spinale (n = 134), principalmente per fallimento chirurgico alla schiena (n = 110); un numero minore presentava neuropatia (n = 36).

Soltanto cinque soggetti presentava dolore maligno. L’endpoint principale era la percentuale di variazione nel punteggio VASPI. L’efficacia di ziconotide intratecale nello studio 301 era inferiore a quanto osservato nei due studi precedenti di breve durata. Anche la frequenza e la gravità delle reazioni avverse erano minori.

Risultati sull’efficacia emersi dallo studio 301

Trattamento assegnato all’inizio
Parametro Ziconotide (n = 112) Placebo (n = 108) Valore P
Punteggio medio iniziale
VASPI in mm (SD)
80,7 (± 14,98) 80,7 (± 14,91)
Punteggio medio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del dosaggio in mm
(SD)
67,9 (± 22,89) 74,1 (± 21,28) _
% miglioramento nel punteggio VASPI al termine dell’adattamento iniziale del
dosaggio (SD)
14,7 (± 27,71) 7,2 (± 24,98) 0,0360
Respondera n (%) 18 (16,1%) 13 (12,0%) 0,390
Dose alla fine dell’adattamento
del dosaggio (?g/h)
Media Mediana
Range
0,29
0,25
0,0 – 0,80

aSono stati definiti come Responders i pazienti che 1) hanno presentato una diminuzione ? 30% nel

punteggio VASPI rispetto al valore iniziale. SD – Deviazione Standard

Studi di associazione con morfina per via intratecale

Gli studi clinici 201 e 202 indicano che la associazione di ziconotide e morfina per via intratecale potrebbe ridurre efficacemente il dolore e diminuire l’uso di oppioidi per via sistemica per un periodo di tempo prolungato per i pazienti il cui dolore veniva controllato in maniera inadeguata con la propria dose massima tollerata di ziconotide per via intratecale (mediana 8,7 ?g/die, media 25,7 ?g/die – studio 201) o con la sola morfina per via intratecale (studio 202). Con l’aggiunta di ziconotide per via intratecale a dosi stabili di morfina intratecale, come pure con l’inizio della monoterapia con ziconotide per via intratecale, potrebbe verificarsi la comparsa di reazioni avverse psicotiche (es., allucinazioni, reazioni paranoidi) o potrebbe rendersi necessaria la sospensione del trattamento a causa di un peggioramento delle reazioni avverse (vedere paragrafo 4.5).


Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione

La farmacocinetica di ziconotide nel liquido cerebrospinale è stato studiato dopo un’infusione intratecale di 1 ora di 1 – 10 ?g di ziconotide in pazienti con dolore cronico. È stata anche studiata la farmacocinetica plasmatica dopo dosi (0,3 – 10 ?g/kg/24 ora) somministrate per via endovenosa. I dati farmacocinetici dopo somministrazione intratecale ed endovenosa del medicinale sono riassunti di seguito.

Modalità di somministrazione Substrato liquido Numero di
pazienti
CL (ml/min) Vd (ml) t½ (ore)
Intratecale LCS 23 0,38 ± 0.56 155 ± 263 4,6 ± 0,9
(0.26) (99) (4,5)
Endovenosa Plasma 21 270 ± 44 30460 ± 6366 1,3 ± 0,3
(260) (29320) (1,3)

Farmacocinetica di Ziconotide nel LCS e nel Plasma [media ± DS (mediana)]

CL = clearance; Vd = volume di distribuzione; t½ = emivita Assorbimento

Dopo la somministrazione intratecale di 1 ora (1 – 10 ?g), i valori sia dell’esposizione complessiva (AUC; range: 83,6 – 608 ng/h/ml) sia dell’esposizione massima (Cmax; range: 16,4 – 132 ng/ml) sono risultati variabili e dose-dipendenti, ma sono apparsi proporzionali alla dose soltanto in misura approssimata. Le concentrazioni plasmatiche dopo infusione intratecale continua (? 48 h)

(? 21,6 ?g/die) appaiono relativamente basse e tipicamente irrilevabili (ovvero circa l’80% dei campioni plasmatici raccolti dai pazienti con dolore non contiene alcun medicinale in misura quantificabile; < 0,04 ng/ml). Non è stato osservato alcun accumulo di ziconotide nel plasma dopo somministrazione intratecale per periodi lunghi (fino a 9 mesi).

Distribuzione

La mediana del volume di distribuzione di ziconotide per il LCS (Vd: 99 ml) è compresa fra il volume del LCS del midollo spinale (circa 75 ml) ed il volume complessivo del LCS (circa 130 ml).

Ziconotide sembra distribuirsi principalmente all’interno del LCS fino al suo passaggio nella circolazione sistemica. Una volta raggiunta la circolazione sistemica, ziconotide sembra distribuirsi più ampiamente, sulla base di un volume di distribuzione plasmatico di circa 30 l e si lega (non specificamente) alle proteine plasmatiche umane soltanto per il 53%.

Biotrasformazione

Ziconotide è un peptide che consiste di 25 amminoacidi naturali con configurazione L e non sembra essere metabolizzato in misura apprezzabile nel LCS. Dopo il suo passaggio nella circolazione sistemica, si prevede che ziconotide vada in primo luogo incontro a taglio proteolitico ad opera di varie peptidasi/proteasi ubiquitarie presenti nella maggior parte degli organi (come reni, fegato, polmoni, muscoli etc.), e che venga degradato a frammenti di peptidi ed ai singoli amminoacidi liberi di cui esso è costituito. Si presume che gli amminoacidi liberi prodotti vengano raccolti da particolari sistemi cellulari e che vadano incontro ad un normale metabolismo intermedio oppure che vengano utilizzati come substrato per processi di biosintesi costitutiva. A causa dell’ampia distribuzione di tali peptidasi, non si prevede che un’insufficienza renale o epatica possa pregiudicare la clearance sistemica di ziconotide. L’attività biologica dei vari prodotti della degradazione proteolitica attesi non è stata valutata. È improbabile che i prodotti di degradazione di ziconotide potranno avere un’attività biologica significativa, poiché è stato osservato che alcuni peptidi che sono costituiti da singole strutture ad ansa del peptide possiedono affinità di legame per i canali del calcio voltaggio-sensibili di tipo N che sono di gran lunga inferiori a quello del composto d’origine (ziconotide).

Eliminazione

La CL media di ziconotide (0,38 ml/min) si avvicina ai valori del turnover per il LCS dell’uomo adulto (0,3 – 0,4 ml/min). Quindi, ziconotide sembra essere eliminato principalmente dal LCS (t½ media= 4,6 ore) per flusso del LCS dal SNC attraverso i villi dell’aracnoide con successivo passaggio

nella circolazione sistemica. Dopo somministrazione intratecale, si possono osservare concentrazioni molto basse di ziconotide nel circolo plasmatico, sia per la bassa velocità d’infusione intratecale stessa, sia per la clearance plasmatica relativamente rapida. L’emivita media d’eliminazione plasmatica (t½) è di 1,3 ore. Ziconotide è un peptide di peso molecolare relativamente modesto

(PM = 2639) ed è filtrato dai glomeruli renali, ma dopo infusione endovenosa soltanto quantità minime di ziconotide (< 1%) vengono recuperate nelle urine dell’uomo. Questo è dovuto al fatto che quasi tutta la sostanza attiva filtrata subisce un rapido processo di endocitosi e viene infine reimmessa nella circolazione sistemica.

Insufficienza renale ed epatica

Non sono stati condotti studi formali per valutare l’impatto di una disfunzione renale o epatica; tuttavia, poiché le peptidasi sono presenti in vari organi, non si prevede che una disfunzione renale o epatica possa avere un effetto significativo ai fini dell’esposizione sistemica di ziconotide.

Altre popolazioni speciali

Sebbene siano disponibili soltanto dati limitati, non risulta alcun effetto evidente legato a razza, altezza, peso, sesso o età per quanto riguarda l’esposizione del LCS a ziconotide dopo somministrazione intratecale del medicinale.


Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: dati sulla sicurezza

Negli studi preclinici sono stati osservati effetti soltanto a esposizioni considerate sufficientemente superiori alla massima esposizione nell’uomo, il che indica una scarsa rilevanza clinica.

In studi con infusione intratecale continua a ratti e cani, gli effetti sul comportamento sono stati osservati con dosi ? 8-volte la massima dose clinica raccomandata per infusione intratecale pari a 21,6 ?g/die (su base mg/kg). Tali effetti sono stati definiti dalle azioni farmacologiche potenziate di ziconotide e non dalle lesioni neurotossiche o dalla tossicità su organi bersaglio. Le osservazioni comprendono effetti neurologici transitori e reversibili rappresentati da tremori, movimenti non coordinati ed iper- e ipoattività.

Le conseguenze a lungo termine per la funzione neuronale di un blocco continuo dei canali per il calcio di tipo N non sono state dimostrate negli animali da esperimento. Non sono state studiate le alterazioni nella trasmissione neurologica negli animali da esperimento. Ziconotide non ha indotto mutazione genica nei batteri e non è risultato genotossico. Non sono stati condotti studi cronici su animali per valutare il potenziale carcinogenico di ziconotide. Tuttavia, ziconotide non ha indotto trasformazione cellulare nel saggio in vitro con cellule di embrione di hamster siriano (SHE) e non ha fatto aumentare la proliferazione cellulare (formazione di lesione pre-cancerosa) o l’apoptosi dopo esposizione intratecale subcronica nei cani.

In studi sulla fertilità condotti con ratti non è stato osservato alcun effetto nei maschi mentre nelle femmine è stata osservata una diminuzione nel numero dei corpi lutei, dei siti d’impianto e degli embrioni vivi. Non è stato osservato alcun effetto indesiderato sulla riproduzione nelle femmine e sullo sviluppo post-natale nei ratti dopo esposizione generale fino a 2300 volte la dose massima raccomandata per la somministrazione intratecale all’uomo.

Ziconotide non è risultato teratogeno nei ratti e nei conigli con esposizioni < 100 volte ai livelli plasmatici umani.

Tali risultati non sono indicativi di un rischio significativo per l’uomo a causa dell’esposizione sistemica relativamente elevata necessaria per ottenere i suddetti effetti nei ratti e nei conigli.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: interazioni

Non sono stati effettuati studi clinici specifici d’interazione tra ziconotide e altri medicinali. Tuttavia, le basse concentrazioni di ziconotide nel plasma, il metabolismo da parte di peptidasi ubiquitarie ed il legame relativamente basso alle proteine del plasma (vedere paragrafo 5.2) rendono improbabili interazioni di tipo metabolico o quelle del tipo di spiazzamento delle proteine del plasma tra ziconotide ed altri medicinali.

Non sono disponibili dati clinici sulle interazioni fra chemioterapia intratecale e la somministrazione di ziconotide intratecale. L’uso di ziconotide è controindicato in associazione con la chemioterapia intratecale (vedere paragrafo 4.3).

Soltanto un piccolo numero di pazienti è stato trattato con chemioterapia sistemica e ziconotide intratecale. Si deve usare cautela nel somministrare ziconotide a pazienti sottoposti a chemioterapia sistemica (vedere paragrafo 4.4).

Non si prevede che i medicinali che agiscono su peptidasi/proteasi specifiche possano avere qualche effetto sull’esposizione plasmatica a ziconotide. Sulla base di studi clinici molto limitati, né gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (quali benazepril, lisinopril e moexipril) né gli inibitori della proteasi dell’HIV (quali ritonavir, saquinavir, indinavir), hanno alcun effetto immediatamente evidente sull’esposizione del plasma a ziconotide.

Ziconotide non interagisce con i recettori degli oppiati. In caso di interruzione della somministrazione di oppiati in occasione dell’inizio della terapia con ziconotide, la loro sospensione deve essere graduale. Per i pazienti in cui viene sospesa la somministrazione di oppiati per via intratecale, l’infusione di oppiati per via intratecale deve essere diminuita gradualmente nell’arco di poche settimane, sostituendo il prodotto con una dose farmacologicamente equivalente di oppiati per via orale. L’aggiunta di ziconotide per via intratecale a dosi stabili di morfina intratecale (vedere paragrafo 5.1) è possibile ma richiede una particolare attenzione, in quanto nello Studio 202 è stata osservata una percentuale elevata di reazioni avverse neuropsichiatriche (confusione/difficoltà di concentrazione, reazioni paranoidi e allucinazioni, andatura anomala), alcuni di questi gravi, nonostante una bassa dose di ziconotide. Sono stati osservati anche vomito e anoressia, ed edema periferico quando veniva aggiunto ziconotide per via intratecale a morfina intratecale. L’aggiunta di morfina intratecale a dosi stabili di ziconotide per via intratecale è meglio tollerata (è stato riportato prurito) (vedere paragrafo 5.1).

È stato osservato un aumento dell’incidenza di sonnolenza nei pazienti dopo la contemporanea somministrazione di ziconotide con baclofene, clonidina, bupivacaina o propofol per via sistemica; pertanto, per il momento l’uso concomitante è sconsigliato.

Non sono disponibili dati sull’uso contemporaneo di agonisti parziali degli oppioidi (es. buprenorfina) con ziconotide.


Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Prialt 100 mcg/ml soluzione per infusione: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Ziconotide altera moderatamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Ziconotide può causare confusione, sonnolenza ed altre reazioni avverse di tipo neurologico, quindi i pazienti devono essere avvisati di non guidare veicoli o usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco