Xofigo: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Xofigo (Radio-223Ra-Dicloruro): sicurezza e modo d’azione

Xofigo (Radio-223Ra-Dicloruro) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Xofigo in monoterapia o in associazione con un analogo dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (Luteinising Hormone-Releasing Hormone, LHRH) è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (metastatic Castration-Resistant Prostate Cancer, mCRPC), con metastasi ossee sintomatiche e senza metastasi viscerali note, in progressione dopo almeno due precedenti linee di terapia sistemica per il mCRPC (diverse dagli analoghi del LHRH) o non eleggibili ai trattamenti sistemici disponibili per il mCRPC (vedere paragrafo 4.4).

Xofigo: come funziona?

Ma come funziona Xofigo? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Xofigo

Categoria farmacoterapeutica: Radiofarmaci terapeutici, altri radiofarmaci terapeutici , radiofarmaci terapeutici vari, codice ATC: V10XX03.

Meccanismo d’azione

Xofigo è un agente terapeutico che emette particelle alfa.

Il suo principio attivo radio-223 (sotto forma di radio-223 dicloruro) mima il calcio e si lega selettivamente all’osso, in particolare alle aree interessate da metastasi ossee, tramite la formazione di complessi con il minerale osseo idrossiapatite. L’elevato trasferimento lineare di energia da parte degli emettitori alfa

(80 keV/µm) induce un’alta frequenza di rotture della doppia elica del DNA delle cellule tumorali adiacenti, con conseguente potente effetto citotossico. Anche effetti addizionali sul microambiente del tumore, compresi osteoblasti ed osteoclasti, contribuiscono all’efficacia in vivo. Il raggio d’azione delle particelle alfa emesse dal radio-223 è inferiore a 100 µm (meno di 10 diametri cellulari), il che riduce al minimo il danno ai tessuti normali circostanti.

Effetti farmacodinamici

In confronto al placebo è stata riscontrata una differenza significativa a favore di Xofigo per tutti e cinque i biomarcatori sierici di turnover osseo valutati in uno studio randomizzato di fase II (marcatori di formazione ossea: fosfatasi alcalina dell’osso [alkaline phosphatase, ALP], ALP totale e procollagene I N propeptide [PINP], marcatori di riassorbimento osseo: telopeptide C-terminale crosslinking del collagene di tipo I / telopeptide serica C-terminale crosslinking del collagene di tipo I [S-CTX-I] e C-telopeptide crosslinked del collagene di tipo I [ICTP].

Elettrofisiologia cardiaca / prolungamento del QT

Dopo iniezione intravenosa di Xofigo non sono stati osservati significativi effetti di prolungamento di QT in confronto con placebo in un sottogruppo di 29 pazienti nello studio di fase III (ALSYMPCA).

Efficacia e sicurezza clinica

La sicurezza e l’efficacia clinica di Xofigo sono state valutate in uno studio multicentrico di fase III in doppio cieco, randomizzato, a dosi multiple (ALSYMPCA; EudraCT 2007-006195-1) in pazienti affetti da carcinoma della prostata resistente alla castrazione con metastasi ossee sintomatiche. I pazienti con metastasi viscerali e linfadenopatia maligna con dimensioni maggiori di 3 cm sono stati esclusi.

L’endpoint primario di efficacia è stata la sopravvivenza globale. I principali endpoint secondari comprendevano il tempo alla comparsa degli eventi scheletrici sintomatici (symptomatic skeletal events, SSE), il tempo alla progressione della fosfatasi alcalina totale (ALP), il tempo alla progressione dell’antigene specifico della prostata (PSA), la risposta dell’ALP totale e la normalizzazione dell’ALP totale.

Alla data di cut-off per l’analisi ad interim pianificata (analisi confermativa), un totale di 809 pazienti è stato randomizzato 2:1 a ricevere Xofigo 55 kBq/kg per via endovenosa ogni 4 settimane per 6 cicli (N = 541) in associazione alla migliore terapia standard, oppure placebo in associazione alla migliore terapia standard

(N = 268). La migliore terapia standard comprendeva, ad esempio, radioterapia locale a fasci esterni, bifosfonati, corticosteroidi, antiandrogeni, estrogeni, estramustina o ketoconazolo.

Un’analisi descrittiva aggiornata della sicurezza e della sopravvivenza globale è stata condotta in

921 pazienti randomizzati prima del crossover (cioè l’offerta ai pazienti del gruppo placebo di ricevere il trattamento con Xofigo).

Le caratteristiche demografiche al basale (analisi di popolazione ad interim) erano simili nei gruppi Xofigo e placebo e sono riportate di seguito per il gruppo Xofigo:

l’età media dei pazienti era di 70 anni (intervallo 49 -90 anni).

l’87% dei pazienti inclusi nello studio aveva un performance status ECOG di 0 – 1.

il 41% ha ricevuto bifosfonati.

il 42% dei pazienti non ha ricevuto in precedenza docetaxel perché i soggetti sono stati giudicati non eleggibili o perché hanno rifiutato il docetaxel.

il 46% dei pazienti non manifestava dolore o dolore di grado 1 sulla scala OMS (asintomatici o lievemente sintomatici) e il 54% accusava dolore di grado 2-3 sulla scala OMS.

il 16% dei pazienti presentava <6 metastasi ossee, il 44% dei pazienti aveva da 6 a 20 metastasi ossee e il 40% dei pazienti presentava più di 20 metastasi ossee (superscan).

Durante il periodo di trattamento, l’83% dei pazienti ha ricevuto agonisti dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (luteinising hormone-releasing hormone, LHRH) e il 21% dei pazienti ha ricevuto congiuntamente anti-androgeni.

I risultati dell’analisi ad interim e aggiornata hanno evidenziato che la sopravvivenza globale era significativamente prolungata nei pazienti trattati con Xofigo associato alla miglior terapia standard in confronto ai pazienti trattati con placebo in associazione alla miglior terapia standard (vedere Tabella 2 e Fìgura 2). Un’incidenza maggiore di morti non correlate al carcinoma prostatico è stata osservata nel braccio di trattamento con placebo (26/541, 4,8% nel braccio con Xofigo rispetto a 23/268, 8,6% nel braccio con placebo).

Tabella 2: Risultati relativi alla sopravvivenza dello studio di fase III ALSYMPCA

Xofigo Placebo
Analisi ad interim N = 541 N = 268
Numero (%) di decessi 191 (35,3%) 123 (45,9%)
Sopravvivenza globale mediana (mesi) 14,0 (12,1 – 15,8) 11,2 (9,0 – 13,2)
(IC 95%)
Hazard ratiob (IC 95%) 0,695 (0,552 – 0,875)
valore pa (a due code) 0,00185
Analisi aggiornata N = 614 N = 307
Numero (%) di decessi 333 (54,2%) 195 (63,5%)
Sopravvivenza globale mediana (mesi) 14,9 (13,9 – 16,1) 11,3 (10,4 – 12,8)
(IC 95%)
Hazard ratiob (IC 95%) 0,695 (0,581 – 0,832)

IC = intervallo di confidenza

a Lo studio di fase III ALSYMPCA è stato interrotto per efficacia dopo l’analisi ad interim. Poiché l’analisi aggiornata è riportata a solo scopo descrittivo, non viene indicato un valore p.

b Hazard ratio (Xofigo nei confronti di placebo) < 1 a favore di Xofigo.

Figura 2: Curve di Kaplan-Meier della sopravvivenza globale (analisi aggiornata)

<.. image removed ..>

Probabilità di sopravvivenza

Tempo (mesi)

Trattamento Numero di pazienti a rischio

I risultati dell’analisi ad interim e dell’analisi aggiornata hanno evidenziato anche un miglioramento significativo di tutti i principali endpoint secondari nel braccio Xofigo in confronto al braccio placebo (vedere Tabella 3). I dati sul tempo all’evento relativi alla progressione dell’ALP sono stati corroborati da un vantaggio statisticamente significativo in termini di normalizzazione dell’ALP e delle risposte ALP alla settimana 12.

Tabella 3: Endpoint secondari di efficacia dello studio di fase III ALSYMPCA (interim analisi)

Incidenza
[no.
(%) di pazienti]
Xofigo Placebo
N = 541 N = 268
Analisi del tempo all’evento (IC 95%)
[Numero Hazard Valore di
mediano di ratio p
mesi] < 1 in favore di
Xofigo Placebo Xofigo N = 541 N = 268
Eventi scheletrici sintomatici Endpoint composito 132 82 13.5 8.4 0,610 0,00046
SSEa (24,4%) (30,6%) (12.2 – 19.6) (7.2 – NC)b (0,461 – 0,807)
Componenti SSE Radioterapia a fasci 122 72 17,0 10,8 0,649 0,00375
esterni per la palliazione del dolore (22,6%) (26,9%) (12,9 – NC) (7,9 – NC) (0,483 – 0,871)
Compressione del 17 16 NC NC 0,443 0,01647
midollo spinale (3,1%) (6,0%) (0,223 – 0,877)
Intervento chirurgico 9
(1,7%)
5
(1,9%)
NC NC 0,801
(0,267 – 2,398)
0,69041
Fratture ossee 20
(3,7%)
18
(6,7%)
NC NC 0,450
(0,236 – 0,856)
0,01255
Progressione ALP totale c 79 116 NC 3,7 0,162 < 0,00001
(14,6%) (43,3%) (3,5 – 4,1) (0,120 – 0,220)
Progressione PSA d 288 141 3,6 3,4 0,671 0,00015
(53,2%) (52,6%) (3,5 – 3,7) (3,3 – 3,5) (0,546 – 0,826)

(SSE)

ALP = fosfatasi alcalina (alkaline phosphatase); IC = intervallo di confidenza; NC = non calcolabile; PSA = antigene prostatico specifico (prostate-specific antigen); SSE = evento scheletrico sintomatico (symptomatic skeletal event)

a Definito come presenza di uno dei seguenti aspetti: radioterapia a fasci esterni per la palliazione del dolore, oppure frattura patologica, oppure compressione del midollo spinale, oppure intervento di chirurgia ortopedica correlato al tumore

b Non calcolabile a causa dell’insufficienza di eventi dopo la mediana c Definita come aumento ? 25% in confronto al basale/nadir.

d Definita come aumento ? 25% e aumento del valore assoluto ? 2 ng/mL in confronto al basale/nadir.

Analisi di sottogruppo della sopravvivenza

L’analisi di sottogruppo della sopravvivenza ha evidenziato un beneficio costante in termini di sopravvivenza per il trattamento con Xofigo, indipendente dall’uso di bifosfonati al basale e dall’uso pregresso di docetaxel.

Nello studio di fase III ALSYMPCA non è stato possibile dimostrare un beneficio statisticamente significativo del trattamento in termini di sopravvivenza globale nei sottogruppi di pazienti con meno di 6 metastasi (Hazard Ratio [HR] per il radio-223 rispetto al placebo 0,901; IC 95% [0,553 – 1,466],

p = 0,674) o con un valore basale della fosfatasi alcalina (ALP) totale < 220 U/L (HR 0,823; IC 95%

[0,633 – 1,068], p = 0,142). Pertanto, l’efficacia potrebbe risultare diminuita nei pazienti con un basso livello di attività osteoblastica delle metastasi ossee .

Qualità di vita

La qualità di vita in relazione alle condizioni di salute (Health Related Quality of Life, HRQOL) è stata valutata nello studio di fase III ALSYMPCA con questionari specifici: EQ-5D (generico) e FACT-P (specifico per il carcinoma della prostata). Entrambi i gruppi hanno presentato un peggioramento della qualità della vita. Durante il trattamento la diminuzione in qualità di vita è stata più lenta nei pazienti trattati con Xofigo rispetto a quelli trattati con placebo, come determinato con il punteggio EQ-5D per la misura dell’utilità (-0,040 versus -0,109; p = 0,001), i punteggi EQ-5D della scala visiva analogica di autovalutazione dello stato di salute (VAS) (-2,661 versus 5,860; p = 0,018) e il punteggio totale FACT-P

(-3,880 versus -7,651, p = 0,006), ma non ha raggiunto differenze minime importanti pubblicate. L’evidenza che il rallentamento in perdita di HRQOL si estenda oltre il periodo di trattamento è limitata.

Effetto analgesico

I risultati dello studio di fase III ALSYMPCA, in termini di tempo alla radioterapia a fasci esterni (external beam radiation therapy, EBRT) per la palliazione del dolore e il minor numero di pazienti con dolore osseo come evento avverso nel gruppo Xofigo, indicano un effetto positivo sul dolore osseo.

Trattamento successivo con sostanze citotossiche

Durante lo studio randomizzato 2:1 ALSYMPCA, 93 pazienti (15,5%) del gruppo Xofigo e

54 pazienti (17,9%) del gruppo placebo hanno ricevuto una chemioterapia citotossica con tempi diversi dopo l’ultimo trattamento. Tra i due gruppi non sono state riscontrate differenze evidenti nei valori ematologici di laboratorio.

Associazione con abiraterone e prednisone/prednilosone

L’efficacia clinica e la sicurezza del trattamento che prevedeva dall’inizio l’associazione di Xofigo con abiraterone acetato e prednisone/prednisolone sono state valutate in uno studio clinico di fase III, multicentrico, randomizzato, controllato verso placebo (studio clinico ERA-223) in 806 pazienti naïve alla chemioterapia, asintomatici o lievemente sintomatici affetti da carcinoma prostatico resistente alla castrazione e con metastasi ossee. L’apertura del cieco dello studio è avvenuta in anticipo su raccomandazione del Comitato Indipendente di Monitoraggio dei Dati. L’analisi ad interim dello studio ha messo in evidenza un’aumentata incidenza di fratture (28,6% contro 11,4%) e una sopravvivenza globale mediana inferiore (30,7 mesi contro 33,3 mesi, HR 1,195; IC 95% [0,950 – 1,505], p = 0,13) tra i pazienti che ricevevano Xofigo in associazione con abiraterone acetato e prednisone/prednisolone rispetto a quelli che ricevevano placebo in associazione con abiraterone acetato e prednisone/prednisolone.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Xofigo in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica nel trattamento di tutte le patologie comprese nella categoria delle neoplasie maligne (ad eccezione dei tumori del sistema nervoso centrale, delle neoplasie ematopoietiche e del tessuto linfoide) e nel trattamento del mieloma multiplo (vedere paragrafo 4.2 per ìnformazìonì sull’uso pedìatrìco).


Xofigo: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Xofigo, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Xofigo

Introduzione generale

I dati di farmacocinetica, biodistribuzione e dosimetria sono stati ottenuti in tre studi di fase I. Dati di farmacocinetica sono stati ottenuti in 25 pazienti con attività comprese tra 51 e 276 kBq/kg. Dati di farmacocinetica, biodistribuzione e dosimetria sono stati ottenuti in 6 pazienti con un’attività di 110 kBq/kg somministrata due volte a distanza di 6 settimane e in 10 pazienti con un’attività di 55, 110 o 221 kBq/kg.

Assorbimento

Xofigo viene somministrato come iniezione endovenosa ed è quindi biodisponibile al 100%. Distribuzione e captazione negli organi

Dopo iniezione endovenosa, il radio-223 viene rapidamente eliminato dal sangue e incorporato soprattutto nell’osso e nelle metastasi ossee, oppure escreto nell’intestino.

Quindici minuti dopo l’iniezione, nel sangue è stato riscontrato il 20% circa dell’attività iniettata. A 4 ore, rimaneva nel sangue il 4% dell’attività iniettata; tale percentuale è scesa sotto l’1% a 24 ore dopo l’iniezione. Il volume di distribuzione è stato maggiore del volume ematico, il che indica una distribuzione nei compartimenti periferici.

Dieci minuti dopo l’iniezione, è stata riscontrata attività nell’osso e nell’intestino. Dopo 4 ore dall’iniezione, la percentuale media di dose radioattiva presente nell’osso e nell’intestino era rispettivamente circa il 61% e il 49%.

Non è stata osservata alcuna captazione significativa in altri organi come cuore, fegato, reni, vescica e milza a 4 ore dopo l’iniezione.

Biotrasformazione

Il radio-223 è un isotopo che decade e non viene metabolizzato. Eliminazione

L’escrezione fecale è la principale via di eliminazione dall’organismo. Il 5% circa è escreto nelle urine e non vi è alcuna evidenza di escrezione epatobiliare.

Le valutazioni dosimetriche corporee a 7 giorni dopo l’iniezione (dopo correzione per il decadimento) indicano che una mediana del 76% dell’attività somministrata è stata escreta dall’organismo. La velocità di eliminazione del radio-223 dicloruro dal tratto gastrointestinale è influenzata dall’elevata variabilità della velocità di transito intestinale nella popolazione: l’intervallo normale spazia da una evacuazione giornaliera a una evacuazione settimanale.

Linearità/non linearità

La farmacocinetica del radio-223 dicloruro è stata lineare nell’intervallo di attività analizzato (51 – 276 kBq/kg).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di Xofigo nei bambini e negli adolescenti sotto i 18 anni di età non sono state studiate.


Xofigo: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Xofigo agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Xofigo è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Xofigo: dati sulla sicurezza

Tossicità sistemica

In studi di tossicità a dosi singole e ripetute nel ratto, i riscontri principali sono stati un ridotto aumento del peso corporeo, alterazioni ematologiche, riduzione della fosfatasi alcalina nel siero e alterazioni anatomo- patologiche nel midollo osseo (deplezione di cellule emopoietiche, fibrosi), nella milza (emopoiesi secondaria extramidollare) e nell’osso (deplezione di osteociti, osteoblasti, osteoclasti, lesioni ossee fibrose, rottura/disorganizzazione della linea epifisaria). Questi reperti sono stati correlati a un’insufficienza dell’emopoiesi indotta dalle radiazioni e a una riduzione dell’osteogenesi e sono stati riscontrati a iniziare dalla dose più bassa di 22 kBq per kg di peso corporeo (0,4 volte l’attività clinica raccomandata).

Nel cane sono state osservate alterazioni ematologiche a iniziare dall’attività più bassa di 55 kBq/kg, la dose clinica raccomandata. Una mielotossicità limitante la dose è stata riscontrata nel cane dopo una somministrazione singola di 497 kBq di radio-223 dicloruro per kg di peso corporeo (9 volte l’attività clinica raccomandata).

Dopo somministrazione ripetuta una volta ogni 4 settimane per 6 mesi dell’attività clinicamente raccomandata di 55 kBq per kg di peso corporeo, due cani hanno sviluppato fratture pelviche non dislocate. A causa della presenza di osteolisi dell’osso trabecolare in altre sedi scheletriche di animali trattati in vari gradi, una frattura spontanea nel contesto dell’osteolisi non può essere esclusa. La rilevanza clinica di queste evidenze non è nota.

Il distacco di retina è stato osservato nel cane dopo una singola iniezione di attività di 166 e 497 kBq per kg di peso corporeo (3 e 9 volte la dose clinica raccomandata), ma non dopo somministrazione ripetuta dell’attività clinica raccomandata di 55 kBq per kg di peso corporeo una volta ogni 4 settimane per 6 mesi. Il meccanismo esatto dell’induzione del distacco di retina non è noto, ma i dati pubblicati suggeriscono che il radio sia captato specificamente dal tappeto lucido dell’occhio del cane. Poiché il tappeto lucido è assente

nell’uomo, la rilevanza clinica di questi dati per l’uomo è dubbia. Nessun caso di distacco di retina è stato osservato negli studi clinici.

Negli organi coinvolti nell’escrezione del radio-223 dicloruro non sono state osservate alterazioni istologiche.

Gli osteosarcomi, un noto effetto dei radionuclidi con affinità per l’osso, sono stati osservati a dosi clinicamente rilevanti nel ratto 7 – 12 mesi dopo l’inizio del trattamento. Negli studi condotti sui cani non sono stati osservati osteosarcomi. Nessun caso di osteosarcoma è stato riportato negli studi clinici con Xofigo. Attualmente, il rischio che i pazienti sviluppino osteosarcomi in seguito all’esposizione al radio-223 non è noto. La presenza di neoplasie diverse dall’osteosarcoma è stata riportata anche in studi di tossicità a lungo termine (12 -15 mesi) nel ratto (vedere paragrafo 4.8).

Embriotossicità/Tossicità della riproduzione

Non sono stati condotti studi di tossicità della riproduzione e dello sviluppo. In generale, i radionuclidi hanno effetti sulla riproduzione e sullo sviluppo.

Un numero minimo di spermatociti anomali è stato osservato in alcuni tubuli seminiferi del testicolo di ratto maschio dopo una somministrazione singola di ? 2.270 kBq/kg di peso corporeo di radio-223 dicloruro

(? 41 volte l’attività clinica raccomandata). La funzione testicolare appariva peraltro normale e nell’epididimo è stato riscontrato un numero normale di spermatociti. Polipi uterini (stroma endometriale) sono stati osservati nei ratti femmina dopo somministrazione singola o ripetuta di ? 359 kBq/kg di peso corporeo di radio-223 dicloruro (? 6,5 volte l’attività clinica raccomandata).

Poiché il radio-223 si distribuisce principalmente all’osso, il rischio potenziale di effetti avversi sulle gonadi maschili dei pazienti oncologici con carcinoma della prostata resistente alla castrazione è molto basso, ma non può essere escluso (vedere paragrafo 4.6).

Genotossicità/Carcinogenicità

Non sono stati condotti studi sul potenziale mutageno e carcinogeno di Xofigo. In generale, i radionuclidi sono considerati genotossici e carcinogeni.

Dati farmacologici relativi alla sicurezza

Non sono stati osservati effetti significativi sui sistemi vitali, cioè sui sistemi cardiovascolare (cane), respiratorio o nervoso centrale (ratto) dopo somministrazione di una dose singola di attività fra

497 e 1.100 kBq per kg di peso corporeo (da 9 [cane] a 20 [ratto] volte l’attività clinica raccomandata).


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Xofigo: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Xofigo

Xofigo: interazioni

Non sono stati effettuati studi clinici d’interazione.

Un’interazione con calcio e fosfonati non può essere esclusa, pertanto una sospensione dell’integrazione con queste sostanze e/o vitamina D deve essere presa in considerazione alcuni giorni prima di iniziare il trattamento con Xofigo.

Un trattamento concomitante con chemioterapia e Xofigo può avere effetti additivi sulla soppressione midollare (vedere paragrafo 4.4). La sicurezza e l’efficacia del trattamento concomitante con chemioterapia e Xofigo non sono state stabilite.


Xofigo: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Xofigo: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Xofigo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco