Thalidomide: a cosa serve e come si usa

Thalidomide celgene (Talidomide): indicazioni e modo d’uso

Thalidomide celgene (Talidomide) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Thalidomide Celgene, in associazione a melfalan e prednisone, è indicata per il trattamento di prima linea di pazienti con mieloma multiplo non trattato di età ? 65 anni o non idonei a chemioterapia a dosi elevate.

Thalidomide Celgene viene prescritta e dispensata in conformitĂ  al Programma di Prevenzione della Gravidanza di Thalidomide Celgene (vedere paragrafo 4.4).

Thalidomide celgene: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Thalidomide celgene è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Thalidomide celgene ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Thalidomide celgene

Il trattamento deve essere iniziato e monitorato sotto la supervisione di medici esperti nella gestione di agenti immunomodulanti o chemioterapici e con piena conoscenza dei rischi della terapia con talidomide e delle esigenze di monitoraggio (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

EtĂ  (anni) ANC*
(/µl)
Conta
piastrinica (/µl)
Talidomidea,b Melfalanc,d,e Prednisonef
? 75 ? 1.500 E ? 100.000 200 mg al giorno 0,25 mg/kg al giorno 2 mg/kg al giorno
? 75 < 1.500 ma
? 1.000
OPPURE < 100.000 ma
? 50.000
200 mg al
giorno
0,125 mg/kg al
giorno
2 mg/kg al
giorno
> 75 ? 1.500 E ? 100.000 100 mg al
giorno
0,20 mg/kg al
giorno
2 mg/kg al
giorno
> 75 < 1.500 ma
? 1.000
OPPURE < 100.000 ma
? 50.000
100 mg al
giorno
0,10 mg/kg al
giorno
2 mg/kg al
giorno

La dose raccomandata di talidomide è di 200 mg al giorno per via orale. Somministrare per un massimo di 12 cicli, ognuno di 6 settimane (42 giorni). Tabella 1: Dosi iniziali di talidomide in associazione con melfalan e prednisone

*ANC: conta assoluta dei neutrofili

a Talidomide somministrata una volta al giorno al momento di coricarsi nei giorni da 1 a 42 di ogni ciclo di 42 giorni.

b A causa dell’effetto sedativo associato a talidomide, è noto che la somministrazione al momento di coricarsi migliora in genere la tollerabilità.

c Melfalan somministrato una volta al giorno nei giorni da 1 a 4 di ogni ciclo di 42 giorni.

d Dosaggio di melfalan: ridurre del 50 % in caso di insufficienza renale moderata (clearance della creatinina: ? 30 ma < 50 ml/min) o severa (CrCL: < 30 ml/min).

e Dose massima giornaliera di melfalan: 24 mg (pazienti ? 75 anni) o 20 mg (pazienti > 75 anni).

f Prednisone somministrato una volta al giorno nei giorni da 1 a 4 di ogni ciclo di 42 giorni.

I pazienti devono essere tenuti sotto controllo per: eventi tromboembolici, neuropatia periferica, reazioni cutanee severe, bradicardia, sincope, sonnolenza, neutropenia e trombocitopenia (vedere paragrafì 4.4 e 4.8). PuĂ² rendersi necessario ritardare, ridurre o sospendere la dose in base al grado NCI-CTC (Criteri di TossicitĂ  Comuni del National Cancer Institute).

Se sono trascorse meno di 12 ore dalla dose dimenticata, il paziente puĂ² assumere la dose persa. Se sono trascorse piĂ¹ di 12 ore dall’orario normale di assunzione della dose dimenticata, il paziente non deve assumere la dose persa, ma assumere la dose successiva all’orario normale il giorno successivo.

Eventi tromboembolici

La tromboprofilassi va somministrata durante almeno i primi 5 mesi di trattamento soprattutto nei pazienti con fattori di rischio trombotici aggiuntivi. Si consigliano farmaci profilattici antitrombotici, come ad esempio eparine a basso peso molecolare o warfarin. La decisione di adottare misure profilattiche antitrombotiche va presa dopo un’attenta valutazione dei fattori di rischio del singolo paziente (vedere paragrafì 4.4, 4.5 e 4.8).

In presenza di eventi tromboembolici, il trattamento deve essere sospeso e deve essere avviata la normale terapia anticoagulante. Dopo aver stabilizzato il paziente con il trattamento anticoagulante e aver gestito le eventuali complicanze causate dall’evento tromboembolico, il trattamento con talidomide puĂ² essere ripreso alla dose originale, a seconda della valutazione rischio/beneficio. Il paziente deve continuare la terapia anticoagulante durante la terapia con talidomide.

Neutropenia

La conta leucocitaria e differenziale deve essere costantemente monitorata, in conformitĂ  alle linee guida di oncologia, soprattutto nei pazienti che possono essere maggiormente predisposti a neutropenia. PuĂ² rendersi necessario ritardare, ridurre o sospendere la dose in base al grado NCI-CTC.

Trombocitopenia

La conta piastrinica deve essere costantemente monitorata, in conformitĂ  alle linee guida di oncologia. PuĂ² rendersi necessario ritardare, ridurre o sospendere la dose in base al grado NCI-CTC.

Neuropatia periferica

Le modifiche al dosaggio in caso di neuropatia periferica vengono descritte nella Tabella 2.

Tabella 2: Modifiche di dose raccomandate in caso di neuropatia correlata a talidomide nel trattamento di prima linea del mieloma multiplo

GravitĂ  della neuropatia Modifiche di dose e regime terapeutico
Grado 1 (parestesia, debolezza e/o perdita di riflessi) senza perdita di funzionalitĂ  Continuare a monitorare il paziente tramite esame clinico.
Valutare la riduzione della dose se i sintomi peggiorano.
Tuttavia, la riduzione della dose non è necessariamente seguita da un
miglioramento dei sintomi.
Grado 2 (interferenza con la funzionalitĂ  ma non con le attivitĂ  quotidiane) Ridurre la dose o interrompere il trattamento e continuare a monitorare il paziente tramite esame clinico e neurologico.
Se non si riscontrano miglioramenti o se la neuropatia continua a peggiorare, interrompere il trattamento.
Se la neuropatia rientra a Grado 1 o migliore, il trattamento puĂ² essere ripreso, sempre che il
rapporto rischio/beneficio sia favorevole.
Grado 3 (interferenza con le attivitĂ  quotidiane) Interrompere il trattamento.
Grado 4 (neuropatia disabilitante) Interrompere il trattamento.

Reazioni allergiche e reazioni cutanee severe

La sospensione o l’interruzione di talidomide deve essere considerata in caso di eruzione cutanea di grado 2-3. Il trattamento con talidomide deve essere interrotto in caso di angioedema, reazione anafilattica, eruzione cutanea di grado 4, eruzione esfoliativa o bollosa, o in caso di sospetta sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN) o reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) e non deve essere ripreso dopo l’interruzione avvenuta a causa di queste reazioni.

Popolazione anziana

Non si raccomandano aggiustamenti specifici di dose negli anziani di età ? 75 anni. Per i pazienti di età > 75 anni, la dose iniziale raccomandata di talidomide è 100 mg al giorno. La dose iniziale di melfalan è ridotta per gli anziani di età > 75 anni, tenendo in considerazione la riserva midollare e la funzionalità renale al basale. La dose iniziale raccomandata di melfalan è da 0,1 a 0,2 mg/kg al giorno, in base alla riserva midollare, con un’ulteriore riduzione della dose del 50 % in caso di insufficienza renale moderata (clearance della creatinina: ? 30 ma < 50 ml/min) o severa (CrCL: < 30 ml/min). Nei pazienti di età > 75 anni, la dose massima giornaliera di melfalan è 20 mg (vedere Tabella 1).

Pazienti con insufficienza renale o epatica

Non sono stati eseguiti studi ufficiali con Thalidomide Celgene nei pazienti affetti da insufficienza renale o epatica. Non sono disponibili raccomandazioni specifiche sulla dose da somministrare a queste popolazioni di pazienti. I pazienti che presentano organi gravemente compromessi devono essere attentamente monitorati per la comparsa di reazioni avverse.

Popolazione pediatrica

Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Thalidomide Celgene nella popolazione pediatrica, per l’indicazione del mieloma multiplo.

Modo di somministrazione

Thalidomide Celgene deve essere assunta come singola dose al momento di coricarsi, per ridurre l’impatto della sonnolenza. Le capsule non devono essere aperte o frantumate (vedere paragrafo 6.6).

Si raccomanda di fare pressione su un solo lato della capsula per estrarla dal blister, riducendo così il rischio di deformarla o romperla.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Thalidomide celgene seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Thalidomide celgene per quanto riguarda la gravidanza:

Thalidomide celgene: si puĂ² prendere in gravidanza?

Donne potenzialmente fertili/Contraccezione negli uomini e nelle donne

Le donne potenzialmente fertili devono adottare un efficace metodo contraccettivo almeno nelle

4 settimane precedenti l’inizio del trattamento, durante il trattamento anche durante le interruzioni del trattamento e fino ad almeno 4 settimane successive la fine del trattamento con talidomide (vedere paragrafo 4.4). In presenza di una gravidanza in una donna trattata con talidomide, il trattamento deve essere sospeso immediatamente e la paziente deve essere riferita a un medico specialista o esperto in teratologia per valutazione e consulenza.

PoichĂ© talidomide viene rilevata nel liquido seminale, nei rapporti sessuali con una partner in gravidanza o potenzialmente fertile che non utilizzi alcun metodo contraccettivo efficace, tutti i pazienti di sesso maschile, come precauzione, devono utilizzare profilattici per l’intera durata del trattamento,durante l’interruzione del trattamento e fino ad almeno 7 giorni dopo l’interruzione della terapia, CiĂ² vale anche se l’uomo è stato vasectomizzato.

In caso di gravidanza della partner di un paziente di sesso maschile che assume talidomide, la partner deve essere indirizzata presso un medico specializzato o esperto in teratologia, per una valutazione e un consulto.

Gravidanza

Talidomide è controindicata durante la gravidanza e nelle donne potenzialmente fertili, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Talidomide è un potente teratogeno nell’uomo e induce con elevata frequenza (circa il 30 %) gravi anomalie congenite, pericolose per la vita, come per esempio: ectromelia (amelia, focomelia, emimelia) degli arti superiori e/o inferiori, microtia con anomalia del meato acustico esterno (cieco o assente), lesioni dell’orecchio interno e medio (meno frequente), lesioni oculari (anoftalmia, microftalmia), malattia cardiaca congenita, anomalie renali. Sono state descritte anche altre anomalie meno frequenti.

Allattamento

Non è stato determinato se talidomide venga escreta nel latte umano. Gli studi eseguiti su animali hanno mostrato che talidomide viene escreta nel latte mammario. Pertanto durante il trattamento con talidomide si deve interrompere l’allattamento al seno.

FertilitĂ 

Uno studio su conigli non ha dimostrato effetti sugli indici di fertilità né nei maschi, né nelle femmine, sebbene sia stata osservata degenerazione testicolare nei maschi.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Thalidomide celgene?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Thalidomide celgene in caso di sovradosaggio.

Thalidomide celgene: sovradosaggio

La letteratura riporta diciotto casi di sovradosaggio per dosi fino a 14,4 grammi. In tredici di questi casi, i pazienti avevano assunto talidomide da sola, in quantità comprese tra 350 mg e 4000 mg. Questi pazienti non hanno mostrato alcun sintomo o sintomi di sonnolenza, irritabilità, picolo male e/o cefalea. In un bambino di 2 anni che aveva assunto 700 mg si è verificata una risposta plantare anomala, oltre a sonnolenza e irritabilità. Non sono stati riportati casi di morte e tutti i pazienti si sono ripresi senza sequele. Non esistono antidoti specifici al sovradosaggio da talidomide. In caso di sovradosaggio, devono essere monitorati i segni vitali del paziente e devono essere garantite le adeguate terapie di sostegno per mantenere i valori pressori e lo stato respiratorio.

Thalidomide celgene: istruzioni particolari

Le capsule non devono essere aperte o frantumate. Se la polvere di talidomide viene a contatto con la cute, la cute deve essere lavata immediatamente e accuratamente con acqua e sapone. Se la talidomide viene a contatto con le mucose, sciacquare accuratamente con acqua.

Gli operatori sanitari e coloro che prestano assistenza al paziente devono indossare guanti monouso quando manipolano il blister o la capsula. I guanti devono essere poi rimossi con cautela per evitare l’esposizione della pelle, collocati in una busta in polietilene sigillabile e smaltiti in conformità alle normative locali. Lavare poi accuratamente le mani con acqua e sapone. Le donne in gravidanza accertata o sospetta non devono manipolare il blister o la capsula (vedere paragrafo 4.4).

Tutte le capsule inutilizzate devono essere restituite al farmacista alla fine del trattamento.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco