Fotosensibilità da farmaci: cos’è? come si evita?

L’ estate porta con sè il sole, il mare e gli ombrelloni ma anche le reazioni da fotosensibilità da farmaci.

Una grande varietà di farmaci topici e sistemici può indurre reazioni cutanee da fotosensibilizzazione.

Per “fotosensibilità” si intende una reattività esagerata a dosi solitamente innocue di radiazioni nel range dell’ultravioletto o del visibile.

Lo spettro d’azione di un fotosensibilizzante identifica l’ambito di lunghezza d’onda che determina le reazioni cliniche: per la maggior parte dei farmaci fotosensibilizzanti si trova nel range degli UVA (fra i 320 e i 400 nm).

La fotosensibilità da farmaci può essere suddivisa, in base ai i meccanismi biochimici sottesi e il fenotipo di reazione, in reazioni fototossiche e reazioni fotoallergiche.

Le reazioni fototossiche avvengono con maggior frequenza delle reazioni fotoallergiche e dipendono dall’entità dell’esposizione alla luce e dalla dose del farmaco e possono teoricamente manifestarsi nel 100% dei pazienti che si espongono al farmaco e alla luce del sole sin dalla prima volta.

In questo caso sono il farmaco o il suo metabolita assorbono energia dalla radiazione ed entrano in uno “stato eccitato” ad alto contenuto energetico.

Quando si ristabilisce lo stato energetico di base, l’energia assorbita viene trasferita alle molecole dei tessuti adiacenti con conseguente loro danneggiamento.

Si possono formare infatti radicali liberi o fotoprodotti tossici che si legano al DNA o alle membrane cellulari.

Il danno della fotosensibilità da farmaci, ben localizzato sulle superfici esposte al sole, si manifesta con aspetto simile ad una scottatura da sole con prurito o bruciore che precedono l’eritema, talvolta è presente vescicolazione.

La comparsa dello stesso varia da qualche minuto a qualche ora dall’esposizione e si risolve in 2-4 giorni.

I farmaci più comunemente implicati nella fotosensibilità da farmaci sono: tetracicline (specialmente la doxiciclina), diuretici tiazidici, sulfamidici, fluorochinoloni, FANS (soprattutto il piroxicam), fenotiazine.

Le reazioni fotoallergiche sono meno frequenti e dipendono da un fenomeno di ipersensibilità in seguito ad una reazione antigene anticorpo o cellulo-mediata.

Queste reazioni di fotosensibilità da farmaci, che teoricamente non si manifestano nel corso della prima esposizione, richiedono che il soggetto si sensibilizzi e, diversamente dalle reazioni fototossiche, avvengono solo in soggetti predisposti.

In questo caso si ritene che la luce reagisca col farmaco, o con il metabolita sensibilizzante, a livello della pelle.

Quando il soggetto si è sensibilizzato, anche tracce di farmaco possono essere sufficienti a scatenare la reazione.

Nell’arco di 24-48 ore si manifesta un eritema, il che indica una reattività ritardata o cellulo-mediata.

Il danno da reazione fotoallergica ha morfologia assai variabile che può essere eczematosa o papulosa o, di raro, lichenoide; tale reazione è meno ben localizzata rispetto ad un danno fototossico.

La pigmentazione successiva è una conseguenza comune sia alle reazioni fototossiche che alle reazioni fotoallergiche, anche se meno spiccata per quest’ultime.

La diagnosi si basa su un’analisi della storia completa, l’esame clinico, photo-testing, fototossicità per la dose minima, patch test, comprese le prove photo-patch e l’istopatologia.

Le sostanze più comuni nelle reazioni fotoallergiche sono i filtri solari (benzofenoni, cinnamati, dibenzoilmetani), fragranze come l’olio di sandalo; tra i farmaci sostanze antibatteriche come la clorexidina e l’esaclorofene, i FANS (soprattutto ketoprofene e diclofenac), le fenotiazine come la prometazina ed i contraccettivi orali.

Più raramente possono verificarsi reazioni fotoallergiche a farmaci sistemici, come chinidina, chinolonici, sulfamidici, ketoprofene e piroxicam.

Una menzione a parte meritano i FANS per uso topico che rappresentano una categoria di particolare interesse, soprattutto alla luce delle numerose pubblicazioni in forma di “Nota informativa importante” da parte dell’AIFA sull’uso di ketoprofene per via topica ed eventi avversi di fotosensibilità da farmaci.

A tal proposito in data 06/06/2014, l’AIFA, in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha diramato un comunicato, diretto agli operatori sanitari, nel quale rende note le disposizioni del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) circa il profilo beneficio/rischio di farmaci a base di ketoprofene per uso topico.

Il CHMP ha concluso che il profilo rischio/beneficio di tali farmaci rimane favorevole, ma che esiste un rischio di reazioni di fotosensibilità da farmaci, in particolare un rischio di fotoallergia; in più il Comitato ha evidenziato che i casi di fotosensibilità da ketoprofene per uso topico si verificano in seguito alla fotodegradazione del ketoprofene stesso alla luce solare, anche in caso di cielo coperto.

Nonostante la rarità della reazione avversa, la stessa risulta grave nella maggior parte dei casi, richiedendo spesso l’ospedalizzazione.

Inoltre, sulla base dei dati valutati, il CHMP ha concluso che vi è il rischio di co-sensibilizzazione con octocrilene, un filtro solare chimico appartenente alla famiglia dei cinnamati, risultato associato allo sviluppo di dermatite in bambini e adulti con una confermata anamnesi di fotosensibilità da ketoprofene circa il profilo beneficio/rischio di farmaci a base di ketoprofene.

In tema di molecole associate di recente a fotosensibilità si segnala un recente studio italiano che ha individuato un potenziale segnale relativo alla comparsa di fotosensibilità in pazienti in trattamento con sartani.

Appare chiaro come non sempre è possibile distinguere chiaramente se una reazione è di tipo fototossico o fotoallergico inoltre uno stesso farmaco può rendersi responsabile di entrambe le reazioni.

Di seguito si riporta una tabella con i principali farmaci associati a fotosensibilizzazione in cui si è preferito soffermarsi su quelle molecole per le quali si hanno maggiori prove documentate in merito inoltre si è coscienti del fatto che tale elenco si va via via ingrossando nel tempo e quindi non è da considerarsi esaustivo.

CLASSE DI FARMACI FARMACI FOTOSENSIBILIZZANTI
ANTITUMORALI Dacarbazina;Fluorouracile;Flutamide;Metotrexato;Vinblastina
IMMUNOSOPPRESSORI Ciclosporina; Tacrolimus
ANTIDEPRESSIVI Amitriptilina; Amoxapina, Clomipramina; Desipramina;

Doxepina; Fenelzina; Imipramina; Maprotilina; Nortriptilina;

Protriptilina, Trazodone; Trimipramina

ANTISTAMINICI Ciproeptadina;Difenidramina;Clorfenamina;Desclorfeniramina
ANTIPERTENSIVI Captopril; Metildopa; Diltiazem; Nifedipina, Minoxidil;Losartan
ANTIMICROBICI Acido Nalidixico;Acido pipemidico;Ciprofloxacina; Clofazimina;

Dapsone;Demeclociclina;Doxiciclina;Enoxacina,Flucitosina;

Minociclina;Griseofulvina;Norfloxacina;Lomefloxacina;Ofloxacina;Oxitetraciclina;

Pirazinamide;Sulfamidici;Tetraciclina;Trimetoprim

ANTIPARASSITARI Chinina; Clorochina; Tiabendazolo
ANTIPSICOTICI Tioridazina;Aloperidolo;Clorpromazina;Flufenazina;Perfenazina; Proclorperazina; Tiotixene;Trifluoperazina; Triflupromazina
RETINOIDI Isotretionina
DIURETICI Idroclorotiazide; Acetazolamide; Amiloride, Furosemide; Metolazone;Politiazide;Triamterene; Indapamide
IPOGLICEMIZZANTI Clorpropamide; Tolbutamide; Glipizide, Glibenclamide
FANS Piroxicam;Indometacina; Ibuprofene; Sulindac;Ketoprofene;

Naproxene;Nimesulide

CONTRACCETTIVI ORALI etinilestradiolo + gestodene; etinilestradiolo + desogestrel

Affinchè si sviluppi una reazione di fotosensibilità è necessaria la contemporanea esposizione al farmaco e alle radiazioni ultraviolette o visibili.

Capisaldi del trattamento di una reazione da fotosensibilità sono la sospensione del farmaco colpevole e l’eliminazione dell’esposizione alla luce del sole attraverso l’utilizzo di indumenti protettivi e di creme solari con filtri UVA a banda larga.

Le principali precauzioni da intraprendere sono ovviamente evitare di esporsi al sole nelle ore nelle ore di più intensa irradiazione ultravioletta (tra le 10 del mattino e le 15), indossare capi d’abbigliamento adeguati (molto coprenti e cappelli a tese larghe), utilizzare protettivi solari.

Occorre tuttavia sottolineare che alcuni protettivi solari utilizzano in qualità di filtri solari UVB l’acido para-amino benzoico (PABA) e suoi derivati, che contengono una parte sulfonamidica comune alle tiazidi, alle sulfaniluree e alla furosemide, e che possono indurre essi stessi fotosensibilizzazione; quindi pazienti allergici a questi farmaci dovrebbero usare protettivi solari che contengono ossibenzone o cinnamati.

 

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BIBLIOGRAFIA

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Ultimo Aggiornamento Pagina: 03/09/2016