Gefitinib Sandoz – Nd: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Gefitinib Sandoz

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Gefitinib Sandoz: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Gefitinib Sandoz 250 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene 250 mg di gefitinib. Eccipiente con effetto noto:

Ogni compressa contiene 163,5 mg di lattosio (come monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film.

Le compresse sono marroni, rotonde, biconvesse, con “250” inciso su un lato e liscie sull’altro lato. Il diametro della compressa rivestita è 11,1 mm.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Gefitinib Sandoz è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico con mutazione attivante l’EGFR-TK (vedere paragrafo 4.4).

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Il trattamento con Gefitinib Sandoz deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nell’uso di terapie antitumorali.

Posologia

La posologia raccomandata di Gefitinib Sandoz è di una compressa da 250 mg una volta al giorno. Se viene dimenticata una dose, questa deve essere assunta non appena il paziente se ne ricorda. Se ciò avviene a meno di 12 ore dalla dose successiva, il paziente non deve assumere la dose dimenticata. Il paziente non deve assumere una dose doppia (due dosi allo stesso tempo) per recuperare la dose dimenticata.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di gefitinib nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. Non esiste alcun uso indicato di gefitinib nella popolazione pediatrica nell’indicazione di NSCLC.

Compromissione epatica

I pazienti con compromissione epatica da moderata a grave (Child-Pugh B o C) dovuta a cirrosi presentano aumentate concentrazioni plasmatiche di gefitinib. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati per gli eventi avversi. Le concentrazioni plasmatiche non sono aumentate in pazienti con elevati livelli di aspartato aminotransferasi (AST), fosfatasi alcalina o bilirubina causati da metastasi epatiche (vedere paragrafo 5.2).

Danno renale

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con danno renale con clearance della creatinina > 20 ml/min. Sono disponibili solo dati limitati nei pazienti con clearance della creatinina ≤ 20 ml/min e si raccomanda cautela in questi pazienti (vedere paragrafo 5.2).

Anziani

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose sulla base dell’età del paziente (vedere paragrafo 5.2).

Metabolizzatori lenti del CYP2D6

Nessun specifico aggiustamento della dose è raccomandato nei pazienti con genotipo noto di metabolizzatore lento del CYP2D6, tuttavia questi pazienti devono essere strettamente controllati per gli eventi avversi (vedere paragrafo 5.2).

Aggiustamento del dosaggio dovuto a tossicità

I pazienti con diarrea mal tollerata o reazioni avverse cutanee al farmaco possono essere gestiti con successo con una breve (fino a 14 giorni) interruzione della terapia seguita dalla reintroduzione della dose da 250 mg (vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti che non tollerano il trattamento dopo un’interruzione della terapia, gefitinib deve essere interrotto e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo.

Metodo di somministrazione

La compressa può essere assunta oralmente con o senza cibo, all’incirca alla stessa ora ogni giorno. La compressa può essere deglutita intera con un po’ d’acqua o, se non è possibile assumere la compressa intera, le compresse possono essere somministrate come una dispersione in acqua (non gasata). Non deve essere utilizzato alcun altro liquido. Senza frantumarla, la compressa può essere immersa in mezzo bicchiere d’acqua. Il bicchiere deve essere agitato di tanto in tanto, fino allo scioglimento della compressa (questo può richiedere fino a 20 minuti). La dispersione deve essere bevuta subito dopo che lo scioglimento è completato (cioè entro 60 minuti). Il bicchiere deve essere risciacquato con mezzo bicchiere di acqua, che deve anch’esso essere bevuto. La dispersione può anche essere somministrata attraverso un sondino nasogastrico o una gastrostomia.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Quando si considera l’uso di gefitinib per il trattamento del NSCLC localmente avanzato o metastatico, è importante che la valutazione della mutazione dell’EGFR del tessuto tumorale sia effettuata per tutti i pazienti. Se un campione del tumore non è valutabile, allora può essere utilizzato il DNA tumorale circolante (ctDNA) ottenuto da un campione di sangue (plasma).

Devono essere usati solo test robusti, affidabili e sensibili con utilità dimostrata per la determinazione dello stato di mutazione dell’EGFR sul tessuto tumorale o ctDNA, questo al fine di evitare risultati falsi negativi o falsi positivi (vedere paragrafo 5.1).

Malattia polmonare interstiziale (ILD)

Nell’1,3 % dei pazienti trattati con gefitinib è stata osservata malattia polmonare interstiziale (ILD), che può insorgere in forma acuta e in alcuni casi risultare fatale (vedere paragrafo 4.8). Se i pazienti mostrano un peggioramento dei sintomi respiratori, come dispnea, tosse e febbre, il trattamento con gefitinib deve essere interrotto e il paziente deve essere subito sottoposto ad accertamenti. Nel caso in cui la diagnosi di ILD sia confermata, il trattamento con gefitinib deve essere interrotto e il paziente deve essere trattato in modo appropriato.

In uno studio giapponese caso-controllo di farmacoepidemiologia condotto su 3.159 pazienti con NSCLC trattati con gefitinib o chemioterapia con un follow-up di 12 settimane, sono stati identificati i seguenti fattori di rischio per lo sviluppo di ILD (indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero ricevuto gefitinib o chemioterapia): fumo, performance status ridotto (PS ≥ 2), evidenza tomografica alla TC di riduzione del polmone normale (≤ 50 %), diagnosi recente di NSCLC (< 6 mesi), ILD pre- esistente, età avanzata (≥ 55 anni) e malattia cardiaca concomitante. Un rischio aumentato di ILD con gefitinib rispetto alla chemioterapia è stato osservato prevalentemente durante le prime 4 settimane di trattamento (OR aggiustato 3,8; 95 % IC da 1,9 a 7,7); quindi il rischio relativo era più basso (OR aggiustato 2,5; 95 % IC da 1,1 a 5,8). Il rischio di mortalità nei pazienti che hanno sviluppato ILD con gefitinib o chemioterapia è stato più alto nei pazienti con i seguenti fattori di rischio: fumo, evidenza tomografica alla TC di riduzione del polmone normale (≤ 50 %), ILD pre-esistente, età avanzata (≥ 65 anni) ed estese aderenze pleuriche (≥ 50 %).

Epatotossicità e compromissione epatica

Sono state osservate alterazioni della funzionalità epatica (inclusi aumenti dell’alanina aminotransferasi, dell’aspartato aminotransferasi, della bilirubina), che si presentavano non comunemente come epatiti (vedere paragrafo 4.8). Sono state riportate segnalazioni isolate di insufficienza epatica che in alcuni casi ha condotto ad esiti fatali. Si raccomanda perciò di monitorare periodicamente la funzionalità epatica. Gefitinib deve essere utilizzato con cautela in presenza di alterazioni della funzionalità epatica da lievi a moderate. In caso di alterazioni gravi, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento.

È stato osservato che la compromissione della funzionalità epatica dovuta a cirrosi può indurre un aumento delle concentrazioni plasmatiche di gefitinib (vedere paragrafo 5.2).

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Gli induttori del CYP3A4 possono aumentare il metabolismo del gefitinib e diminuire le concentrazioni plasmatiche del gefitinib. Pertanto, la somministrazione concomitante di induttori del CYP3A4 (ad es. fenitoina, carbamazepina, rifampicina, barbiturici o preparazioni medicinali contenenti l’erba di S. Giovanni/Hypericum perforatum) possono ridurre l’efficacia del trattamento e devono essere evitate (vedere paragrafo 4.5).

Nei singoli pazienti con genotipo CYP2D6 di metabolizzatore lento, il trattamento con un potente inibitore del CYP3A4 potrebbe portare ad un aumento dei livelli plasmatici di gefitinib. All’inizio del trattamento con un inibitore del CYP3A4, i pazienti devono essere strettamente monitorati per reazioni avverse a gefitinib (vedere paragrafo 4.5).

In alcuni pazienti in trattamento con warfarin insieme a gefitinib, sono stati riportati un aumento del International Normalized Ratio (INR) e/o eventi emorragici (vedere paragrafo 4.5). I pazienti in trattamento concomitante con warfarin e gefitinib devono essere monitorati regolarmente allo scopo di verificare variazioni del tempo di protrombina (PT) o dell’INR.

I medicinali che provocano un significativo e prolungato aumento del pH gastrico, come gli inibitori di pompa protonica e gli H2-antagonisti, possono ridurre la biodisponibilità e le concentrazioni plasmatiche del gefitinib e, pertanto, diminuirne l’efficacia. Gli antiacidi, se assunti regolarmente in vicinanza temporale con la somministrazione di gefitinib, possono avere un effetto simile (vedere paragrafi 4.5 e 5.2).

I dati di studi clinici di fase II, in cui gefitinib e vinorelbina sono stati usati in concomitanza, indicano che gefitinib può esacerbare l’effetto neutropenico della vinorelbina.

Ulteriori precauzioni per l’uso

I pazienti devono essere avvisati di consultare immediatamente il medico nel caso si manifestino diarrea grave o persistente, nausea, vomito o anoressia, in quanto questi disturbi possono portare a disidratazione. Questi sintomi devono essere trattati come indicato clinicamente (vedere paragrafo 4.8).

I pazienti che presentano segni e sintomi indicanti cheratite quali insorgenza acuta o peggioramento di: infiammazione oculare, lacrimazione, sensibilità alla luce, visione offuscata, dolore oculare e/o arrossamento dell’occhio, devono essere indirizzati immediatamente ad uno specialista di oftalmologia.

Se viene confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, il trattamento con gefitinib deve essere interrotto, e se i sintomi non si risolvono, o se i sintomi si ripresentano alla reintroduzione di gefitinib, deve essere considerata l’interruzione definitiva.

In uno studio di fase I/II sull’uso di gefitinib e delle radiazioni nei pazienti pediatrici, con nuova diagnosi di glioma del tronco encefalico o di glioma maligno sopratentoriale non completamente resecato, sono stati riportati 4 casi (1 fatale) di emorragie del Sistema Nervoso Centrale (SNC) tra i 45 pazienti arruolati. Un ulteriore caso di emorragia del SNC è stato riportato in un bambino con un ependimoma in uno studio condotto solo con gefitinib. Un rischio aumentato di emorragia cerebrale nei pazienti adulti con NSCLC che ricevono gefitinib non è stato stabilito.

Casi di perforazione gastrointestinale sono stati riportati in pazienti in trattamento con gefitinib. Nella maggior parte dei casi questo è associato ad altri fattori di rischio noti, che includono farmaci concomitanti quali steroidi o FANS, anamnesi positiva per ulcera gastrointestinale, età, fumo o metastasi intestinali nelle sedi di perforazione.

Eccipienti

Gefitinib Sandoz contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Il metabolismo di gefitinib avviene attraverso l’isoenzima CYP3A4 (prevalentemente) del citocromo P450 e del CYP2D6.

Principi attivi che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di gefitinib

Gli studi in vitro hanno mostrato che gefitinib è un substrato della glicoproteina-p (Pgp). I dati disponibili non suggeriscono alcuna conseguenza clinica di questa evidenza in vitro.

Le sostanze che inibiscono il CYP3A4 possono diminuire la clearance di gefitinib. La somministrazione concomitante con potenti inibitori dell’attività del CYP3A4 (ad esempio ketoconazolo, posaconazolo, voriconazolo, inibitori delle proteasi, claritromicina, telitromicina) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di gefitinib. L’aumento può essere clinicamente rilevante dal momento che le reazioni avverse sono correlate alla dose ed all’esposizione. L’aumento può essere maggiore in singoli pazienti con genotipo metabolizzatore lento del CYP2D6. Il pretrattamento con itraconazolo (un potente inibitore del CYP3A4) ha portato nei volontari sani ad un aumento dell’80 % della AUC media di gefitinib. In situazioni di trattamento concomitante con potenti inibitori del CYP3A4, il paziente deve essere attentamente monitorato per le reazioni avverse a gefitinib.

Non ci sono dati sul trattamento concomitante con inibitori del CYP2D6, ma potenti inibitori di questo enzima potrebbero causare un aumento di circa 2 volte delle concentrazioni plasmatiche di gefitinib nei metabolizzatori rapidi del CYP2D6 (vedere paragrafo 5.2). Se viene iniziato un trattamento concomitante con un potente inibitore del CYP2D6, il paziente deve essere attentamente monitorato per le reazioni avverse.

Principi attivi che possono diminuire le concentrazioni plasmatiche di gefitinib

Le sostanze che sono degli induttori dell’attività del CYP3A4 possono aumentare il metabolismo e diminuire le concentrazioni plasmatiche di gefitinib e quindi ridurre l’efficacia di gefitinib. Farmaci concomitanti che inducono il CYP3A4 (ad esempio fenitoina, carbamazepina, rifampicina, barbiturici o erba di S. Giovanni, Hypericum perforatum) devono essere evitati. Il pretrattamento con rifampicina (un potente induttore del CYP3A4) nei volontari sani ha ridotto l’AUC media di gefitinib dell’83 % (vedere paragrafo 4.4).

Le sostanze che causano un innalzamento significativo e prolungato del pH gastrico possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di gefitinib e quindi ridurre l’efficacia di gefitinib. Alte dosi di antiacidi a breve durata d’azione possono avere un effetto simile se assunti con regolarità vicini al momento della somministrazione di gefitinib. Nei volontari sani, la somministrazione concomitante di gefitinib con ranitidina ad una dose che ha causato innalzamento prolungato del pH gastrico ≥ 5 ha causato una riduzione dell’AUC media del 47 % (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Principi attivi la cui concentrazione plasmatica può essere alterata da gefitinib

Gli studi in vitro hanno mostrato che gefitinib ha un potenziale limitato di inibire il CYP2D6. In uno studio clinico in pazienti, gefitinib è stato co-somministrato con metoprololo (un substrato del CYP2D6). Questo è risultato in un aumento del 35 % nell’esposizione a metoprololo. Tale incremento potrebbe potenzialmente essere rilevante per i substrati del CYP2D6 con stretto indice terapeutico.

Quando si considera l’uso di substrati del CYP2D6 in associazione con gefitinib, è necessario prendere in considerazione una modifica della dose del substrato del CYP2D6, specialmente per i prodotti con una finestra terapeutica ristretta.

In vitro gefitinib inibisce la proteina trasportatrice BCRP, ma la rilevanza clinica di questa evidenza non è nota.

Altre interazioni potenziali

Episodi di innalzamento dell’INR e/o casi di sanguinamento sono stati riportati in alcuni pazienti che assumevano in concomitanza warfarin (vedere paragrafo 4.4).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Donne potenzialmente fertili

Le donne in età fertile devono essere avvisate di non iniziare una gravidanza durante la terapia.

Gravidanza

Non ci sono dati relativi all’uso di gefitinib in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. Gefitinib Sandoz non deve essere usato durante la gravidanza se non chiaramente necessario.

Allattamento

Non è noto se gefitinib sia secreto nel latte umano. Gefitinib e i metaboliti di gefitinib si accumulano nel latte di ratti femmine in allattamento (vedere paragrafo 5.3). Gefitinib è controindicato durante l’allattamento al seno e pertanto l’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con gefitinib (vedere paragrafo 4.3).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Durante il trattamento con gefitinib è stata riportata astenia. Pertanto, i pazienti che riscontrano questo sintomo devono essere prudenti nella guida e nell’uso di macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Riassunto del profilo di sicurezza

Nell’insieme dei dati aggregati degli studi clinici di fase III ISEL, INTEREST e IPASS (2462 pazienti trattati con gefitinib), le reazioni avverse da farmaci (ADRs) più frequentemente riportate, verificatesi in più del 20 % dei pazienti, sono diarrea e reazioni cutanee (compresi: rash, acne, pelle secca e prurito). Le ADRs si verificano di solito entro il primo mese di terapia e sono generalmente reversibili. Circa l’8 % dei pazienti ha riportato una reazione avversa grave (Criteri Comuni di Tossicità, (CTC) grado 3 o 4). Circa il 3 % dei pazienti ha interrotto la terapia a causa di una ADR.

La malattia polmonare interstiziale (ILD) si è verificata nell’1,3 % dei pazienti, spesso in forma grave (grado CTC 3-4). Sono stati riportati casi con esito fatale.

Tabella delle reazioni avverse

Il profilo di sicurezza presentato in Tabella 1 si basa sul programma di sviluppo clinico e sull’esperienza derivante dalla commercializzazione di gefitinib. Nella tabella 1, le reazioni avverse sono state assegnate alle classi di frequenza sulla base, ove possibile, dell’incidenza delle segnalazioni di eventi avversi comparabili in un insieme di dati aggregati provenienti dagli studi clinici di fase III ISEL, INTEREST e IPASS (2.462 pazienti trattati con gefitinib).

Le frequenze di insorgenza degli effetti indesiderati sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, <1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.

Tabella 1 Reazioni avverse

Reazioni avverse secondo la classificazione per sistemi e organi e frequenza
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune Anoressia, lieve o moderata (grado CTC 1 o 2).
Patologie dell’occhio Comune Congiuntivite, blefarite e secchezza oculare*, principalmente lieve (grado CTC 1).
Non comune Erosione corneale, reversibile e talvolta associata a crescita aberrante delle ciglia.
Cheratite (0,12%)
Patologie vascolari Comune Emorragia, come epistassi ed ematuria.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Malattia polmonare interstiziale (1,3 %), spesso grave (grado CTC 3-4).
Sono stati riportati casi con esito fatale.
Patologie gastrointestinali Molto comune Diarrea, principalmente lieve o moderata (grado CTC 1 o 2).
Vomito, principalmente lieve o moderato (grado CTC 1 o 2).
Nausea, principalmente lieve (grado CTC 1).
Stomatite, prevalentemente lieve (grado CTC 1).
Comune Disidratazione, secondaria a diarrea, nausea, vomito o anoressia.
Bocca secca*, prevalentemente lieve (grado CTC 1).
Non comune Pancreatite; perforazione gastrointestinale
Patologie epatobiliari Molto comune Innalzamento dell’alanina aminotrasferasi, principalmente da lieve a moderato.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Patologie renali e urinarie

Comune Innalzamento dell’aspartato aminotranferasi, principalmente da lieve a moderato.
Innalzamento della bilirubina totale, principalmente da lieve a moderato
Non comune Epatite**
Molto comune Reazioni cutanee, principalmente un rash pustoloso lieve o moderato (grado CTC 1 o 2), talvolta pruriginoso con pelle secca, comprese fissurazioni cutanee, su una base
eritematosa.
Comune Patologia ungueale
Alopecia
Reazioni allergiche (1,1%), inclusi angioedema e orticaria.
Raro Patologie di natura bollosa inclusi necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens Johnson ed eritema multiforme
Vasculite cutanea.
Comune Aumenti asintomatici dei valori ematici della creatinina
Proteinuria
Cistite
Raro Cistite emorragica
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Astenia, prevalentemente lieve (grado CTC 1).
Comune Piressia

La frequenza delle reazioni avverse da farmaco correlate a valori di laboratorio fuori norma si basa su pazienti con un cambiamento rispetto al valore basale di 2 o più gradi di CTC nei relativi parametri di laboratorio.

*Questa reazione avversa può verificarsi in associazione ad altre condizioni di secchezza (principalmente reazioni cutanee) osservate con gefitinib.

**Questa reazione comprende segnalazioni isolate di insufficienza epatica che in alcuni casi ha avuto esito fatale.

Malattia polmonare interstiziale (ILD)

Nello studio INTEREST, l’incidenza degli eventi di tipo ILD è stata l’1,4 % (10 ) nei pazienti nel gruppo gefitinib verso l’1,1% (8 ) nei pazienti nel gruppo docetaxel. Un evento tipo ILD ha avuto esito fatale, e questo si è verificato in un paziente che riceveva gefitinib.

Nello studio ISEL, l’incidenza degli eventi di tipo ILD nella popolazione complessiva è stata approssimativamente dell’1 % in entrambi i bracci di trattamento. La maggior parte degli eventi di tipo ILD riportati si era verificata in pazienti di etnia asiatica e l’incidenza della ILD fra i pazienti asiatici in trattamento con gefitinib e quelli che assumevano placebo è stata pari a circa il 3% ed il 4 % rispettivamente. Un evento di tipo ILD ha avuto esito fatale e questo si è verificato in un paziente trattato con placebo.

In uno studio di sorveglianza post-marketing condotto in Giappone (3.350 pazienti), il tasso di eventi di tipo ILD riportato nei pazienti trattati con gefitinib è stato del 5,8 %. La proporzione degli eventi tipo ILD con esito fatale è stata del 38,6 %.

In uno studio clinico di fase III in aperto (IPASS) di confronto tra gefitinib e la doppietta chemioterapica carboplatino/paclitaxel come trattamento di prima linea in 1.217 pazienti condotto in Asia in pazienti selezionati con NSCLC avanzato, l’incidenza degli eventi di tipo ILD è stata del 2,6 % nel braccio di trattamento con gefitinib e dell’1,4 % nel braccio di trattamento con carboplatino/paclitaxel.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare- una-sospetta-reazione-avversa.

04.9 Sovradosaggio

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Non esiste un trattamento specifico in caso di sovradosaggio di gefitinib. Tuttavia, negli studi clinici di fase I, un numero limitato di pazienti è stato trattato con dosi giornaliere fino a 1000 mg. È stato notato un aumento della frequenza e della gravità di alcune reazioni avverse, principalmente diarrea e rash cutaneo. Le reazioni avverse associate a sovradosaggio devono essere trattate in base ai sintomi; in particolare, la diarrea grave deve essere trattata come indicato clinicamente. In uno studio, un numero limitato di pazienti è stato trattato settimanalmente con dosi comprese tra 1500 mg e 3500 mg. In questo studio l’esposizione a gefitinib non è aumentata con l’incremento della dose, gli eventi avversi sono stati prevalentemente di intensità da lieve a moderata ed in linea con il noto profilo di sicurezza di gefitinib.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: agenti antineoplastici, inibitori della proteinchinasi, codice ATC: L01XE02

Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici

Il fattore di crescita dell’epidermide (EGF) ed il suo recettore (EGFR [HER1; ErbB1]) sono stati identificati come fattori chiave nel processo di crescita cellulare e di proliferazione per cellule normali e cancerose. La mutazione attivante l’EGFR all’interno di una cellula cancerosa è un fattore importante nel promuovere la crescita tumorale, bloccando l’apoptosi, aumentando la produzione di fattori angiogenetici e facilitando i processi di metastatizzazione.

Gefitinib è una piccola molecola che inibisce selettivamente la tirosin chinasi del fattore di crescita dell’epidermide ed è un trattamento efficace nei pazienti con tumori che esprimono mutazioni attivanti il dominio della tirosin chinasi dell’EGFR indipendentemente dalla linea di terapia. Nei pazienti con tumori negativi per la mutazione dell’EGFR non è stata osservata nessuna attività clinicamente rilevante.

Per le mutazioni attivanti dell’EGFR comuni (delezioni dell’Esone 19; L858R) ci sono dati robusti di risposta a sostegno della sensibilità al gefitinib; per esempio, un hazard ratio (HR) (IC 95%) di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 0,489 (0,336; 0,710) per gefitinib vs. doppietta chemioterapica [WJTOG3405]. I dati di risposta al gefitinib sono più scarsi nei pazienti i cui tumori contengono le mutazioni meno comuni; i dati disponibili indicano che G719X, L861Q e S7681 sono mutazioni sensibilizzanti; e T790M da sola o inserzioni all’esone 20 da sole sono meccanismi di resistenza.

Resistenza

Gran parte dei tumori NSCLC con mutazioni sensibilizzanti dell’EGFR prima o poi sviluppano resistenza al trattamento con Gefitinib Sandoz, con un tempo mediano alla progressione di malattia di 1 anno. In circa il 60% dei casi, la resistenza è associata ad una mutazione T790M secondaria, per la quale gli EGFR TKI che hanno come bersaglio la T790M possono essere considerati una opzione nella successiva linea di trattamento. Altri potenziali meccanismi di resistenza che sono stati riportati a seguito del trattamento con agenti bloccanti il segnale dell’EGFR includono: meccanismi di elusione

del segnale come amplificazione dei geni HER2 e MET e mutazioni di PIK3CA. Il passaggio fenotipico a carcinoma polmonare a piccole cellule è stato riportato nel 5-10% dei casi.

DNA tumorale circolante (ctDNA)

Nello studio IFUM, lo stato mutazionale è stato valutato nel tessuto tumorale e nei campioni di ctDNA derivati dal plasma, utilizzando il kit Therascreen EGFR RGQ PCR (Qiagen). Sia il ctDNA che i campioni di tessuto tumorale sono stati valutati in 652 pazienti dei 1.060 sottoposti a screening. Il tasso di risposta obiettiva (ORR, objective response rate) in quei pazienti che erano positivi per la mutazione sia nel tessuto tumorale che nel ctDNA è stato del 77% (IC 95%: 66% a 86%); in quelli che erano positivi per la mutazione soltanto nel tessuto tumorale è stato del 60% (IC 95%: 44% a74%).

Tabella 2 Riassunto dello stato mutazionale basale nei campioni di tessuto tumorale e di ctDNA in tutti i pazienti sottoposti a screening valutabili per entrambi i campioni

Misura Definizione IFUM percentuale
% (CI)
IFUM N
Sensibilità Percentuale di tumori M+ che risultano M+ con il ctDNA 65.7 (55.8, 74.7) 105
Specificità Percentuale di tumori M- che risultano M- con il ctDNA 99.8 (99.0, 100.0) 547

Questi dati sono in linea con quelli dell’analisi esplorativa pre-pianificata del sottogruppo giapponese nell’IPASS (Goto 2012). In tale studio è stato utilizzato il ctDNA derivato dal siero, non dal plasma, per l’analisi della mutazione dell’EGFR, usando l’EGFR Mutation Test Kit (DxS) (N = 86). Nello studio, la sensibilità è stata del 43,1%, la specificità del 100%.

Efficacia e sicurezza clinica

Trattamento di prima linea

Lo studio clinico randomizzato di fase III in prima linea IPASS è stato condotto in Asia1 in pazienti con NSCLC avanzato (stadio IIIB o IV) con istologia di adenocarcinoma che erano ex fumatori lievi (non più fumatori da ≥15 anni e fumatori di ≤10 pacchetti/anno) o che non avevano mai fumato (vedere Tabella 3).

1 Cina, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Taiwan e Tailandia

Tabella 3 Risultati di efficacia di gefitinib verso carboplatino/paclitaxel nello studio IPASS

Popolazione N Tasso di risposte Endpoint primario Sopravvivenza
obiettive e IC al Sopravvivenza globaleab
95 % per differenza libera da
tra i trattamentia progressione
(PFS)a,b
Totale 1217 43.0% vs 32.2% HR 0.74 HR 0.90
[5.3%, 16.1%] [0.65, 0.85] [0.79, 1.02]
5.7 m vs 5.8 m 18.8 m vs 17.

4m

p<0.0001 p=0.1087
Mutazione 261 71.2% vs 47.3% HR 0.48 HR 1.00
dell’EGFR [12.0%, 34.9%] [0.36, 0.64] [0.76, 1.33]
positiva 9.5 m vs 6.3 m 21.6 m vs 21.9 m
p<0.0001
Mutazione 176 1.1% vs 23.5% HR 2.85 HR 1.18
dell’EGFR [-32.5%, -13.3%] [2.05, 3.98] [0.86, 1.63]
negativa 1.5 m vs 5.5 m 11.2 m vs 12.7 m
p<0.0001
Mutazione 780 43.3% vs 29.2% HR 0.68 HR 0.82
dell’EGFR [7.3%, 20.6%] [0.58 to 0.81] [0.70 to 0.96]
non nota 6.6 m vs 5.8 m 18.9 m vs.
17.2 m

p<0.0001

I valori presentati sono per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel.

“m“ corrisponde alle mediane in mesi. I numeri tra le parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al 95 % per HR.

N Numero di pazienti randomizzati.

HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib).

I risultati dell’esitoqualità di vita differivano in base allo stato di mutazione dell’EGFR. Nei pazienti con mutazione positiva dell’EGFR, un numero significativamente maggiore di pazienti trattati con gefitinib ha avuto un miglioramento della qualità di vita e dei sintomi del tumore polmonare rispetto a carboplatino/paclitaxel (vedere Tabella 4).

Popolazione N Tasso di miglioramento alla
scala FACT-L di QoL a
Tasso di miglioramento alla
scala dei sintomi LCSa
Totale 1151 (48.0% vs 40.8%)
p=0.0148
(51.5% vs 48.5%)
p=0.3037
Mutazione
dell’EGFR positiva
259 (70.2% vs 44.5%) p<0.0001 (75.6% vs 53.9%) p=0.0003
Mutazione
dell’EGFR negativa
169 (14.6% vs 36.3%) p=0.0021 (20.2% vs 47.5%) p=0.0002

Tabella 4 Risultati dell’esito qualità di vita per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel nello studio IPASS

L’indice dei risultati degli esiti dello studio erano supportati dalle scale FACT-L e LCS a I valori presentati sono per gefitinib verso carboplatino/paclitaxel.

N Numero di pazienti valutabili per le analisi sulla qualità di vita QoL Quality of life (Qualità di vita)

FACT-L Functional assessment of cancer therapy-lung LCS Lung cancer subscale

Nello studio IPASS, gefitinib si è dimostrato superiore in termini di PFS, ORR, QoL e attenuazione dei sintomi, senza alcuna differenza significativa nella sopravvivenza globale rispetto al carboplatino/paclitaxel in pazienti precedentemente non trattati, con NSCLC localmente avanzato o metastatico, con mutazione attivante dell’EGFR-tirosin chinasi.

Pazienti pretrattati

Lo studio randomizzato di fase III INTEREST è stato condotto nei pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino. Nella popolazione totale non è stata osservata nessuna differenza statisticamente significativa tra gefitinib e docetaxel (75 mg/m2) nella sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposte obiettive (vedere Tabella 5).

Tabella 5 Risultati di efficacia per gefitinib verso docetaxel nello studio INTEREST

Popolazione N Tasso di risposte obiettive e IC al 95 % per differenza tra i
trattamentia
Sopravvivenza libera da progressione ab Endpoint primario sopravvivenza globale ab
Totale 1466 9.1% vs 7.6%
[-1.5%, 4.5%]
HR 1.04
[0.93,1.18]
2.2 m vs 2.7 m p=0.4658
HR 1.020
[0.905, 1.150] c
7.6 m vs 8.0 m p=0.7332
Mutazione dell’EGFR positiva 44 42.1% vs 21.1%
[-8.2%, 46.0%]
HR 0.16
[0.05, 0.49]
7.0 m vs 4.1 m p=0.0012
HR 0.83
[0.41, 1.67]
14.2 m vs 16.6 m p=0.6043
Mutazione 253 6.6% vs 9.8% HR 1.24 HR 1.02
dell’EGFR [-10.5%, 4.4%] [0.94,1.64] [0.78, 1.33]
negativa 1.7 m vs 2.6 m 6.4 m vs 6.0 m
p=0.1353 p=0.9131
Asiaticic 323 19.7% vs 8.7% HR 0.83 HR 1.04
[3.1 %, 19.2 %] [0.64,1.08] [0.80, 1.35]
2.9 m vs 2.8 m 10.4 m vs 12.2 m
p=0.1746 p=0.7711
Non-Asiatici 1143 6.2% vs 7.3% HR 1.12 HR 1.01
[-4.3%, 2.0%] [0.98, 1.28] [0.89, 1.14]
2.0 m vs 2.7 m 6.9 m vs 6.9 m
p=0.1041 p=0.9259

I valori presentati sono per gefitinib verso docetaxel.

“m“ corrisponde alle mediane in mesi. I numeri tra le parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al 96 % per l’HR della sopravvivenza globale nella popolazione totale, mentre i restanti valori rappresentano l’intervallo di confidenza al 95 % per l’HR

Intervallo di confidenza interamente al di sotto del margine di non inferiorità di 1,154 N Numero di pazienti randomizzati

HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib)

Figure 1 e 2 Risultati di efficacia nei sottogruppi di pazienti non asiatici nello studio INTEREST (N pazienti = numero di pazienti randomizzati)

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Lo studio randomizzato di fase III ISEL è stato condotto in pazienti con NSCLC avanzato che avevano ricevuto precedentemente uno o due trattamenti chemioterapici e che erano refrattari o intolleranti al trattamento più recente. Gefitinib associato alla migliore terapia di supporto è stato confrontato con placebo associato alla miglior terapia di supporto. Gefitinib non ha prolungato la sopravvivenza nella popolazione globale. I risultati di sopravvivenza sono risultati essere diversi in base allo status di fumatore e all’etnia (vedere Tabella 6).

Tabella 6 Risultati di efficacia per gefitinib verso placebo nello studio ISEL

Popolazione N Tasso di risposte Tempo al fallimento EndPoint
obiettive e IC al del primario
95 % per trattamentoa,b sopravvivenza
differenza tra i globalea,b,c
trattamentia
Totale 1692 8.0% vs 1.3% HR 0.82 HR 0.89
[4.7%, 8.8%] [0.73, 0.92] [0.77,1.02]
3.0 m vs 2.6 m 5.6 m vs 5.1 m
p=0.0006 p=0.0871
Mutazione 26 37.5% vs 0% HR 0.79 HR NC
dell’EGFR positiva [-15.1%, 61.4%] [0.20, 3.12]
10.8 m vs 3.8m NR vs 4.3 m
p=0.7382
Mutazione 189 2.6% vs 0% HR 1.10 HR 1.16
dell’EGFR negativa [-5.6%, 7.3%] [0.78, 1.56] [0.79, 1.72]
2.0 m vs 2.6 m 3.7 m vs 5.9 m
p=0.5771 p=0.4449
Non fumatori 375 18.1% vs 0% HR 0.55 HR 0.67
[12.3 %, 24.0 %] [0.42, 0.72] [0.49, 0.92]
5.6 m vs 2.8 m 8.9 m vs 6.1 m
p<0.0001 p=0.0124
Fumatori 1317 5.3% vs 1.6% HR 0.89 HR 0.92
[1.4%, 5.7%] [0.78, 1.01] [0.79, 1.06]
2.7 m vs 2.6 m 5.0 m vs 4.9 m
p=0.0707 p=0.2420
Asiaticid 342 12.4% vs 2.1% HR 0.69 HR 0.66
[4.0 %, 15.8 %] [0.52, 0.91] [0.48, 0.91]
4.4 m vs 2.2 m 9.5 m vs 5.5
p=0.0084 p=0.0100
Non-Asiatici 1350 6.8% vs 1.0% HR 0.86 HR 0.92
[3.5%, 7.9%] [0.76, 0.98] [0.80, 1.07]
2.9 m vs 2.7 m 5.2 m vs 5.1 m
p=0.0197 p=0.2942

I valori presentati sono per gefitinib verso placebo.

“m“ corrisponde alle mediane in mesi. I numeri nelle parentesi quadre sono l’intervallo di confidenza al 95 % per HR

Test log-rank stratificato per la popolazione totale; altrimenti modello dei rischi proporzionali di cox d L’etnia Asiatica esclude i pazienti di origine Indiana e si riferisce all’origine razziale di un gruppo di

pazienti e non necessariamente al loro luogo di nascita N Numero di pazienti randomizzati

NC Non calcolato per l’HR della sopravvivenza globale poichè il numero di eventi è troppo piccolo NR Non raggiunto

HR Hazard ratio (hazard ratios <1 a favore di gefitinib)

Lo studio IFUM era uno studio a singolo braccio, multicentrico condotto in pazienti Caucasici (n=106) con NSCLC positivo alla mutazione attivante e sensibilizzante dell’EGFR per confermare che l’attività di gefitinib è simile in popolazioni Caucasiche e Asiatiche. L’ORR secondo la valutazione degli sperimentatori è stato del 70% e il valore mediano della PFS è stato di 9,7 mesi. Questi dati sono simili a quelli riportati nello studio IPASS.

Stato mutazionale dell’EGFR e caratteristiche cliniche

Le caratteristiche cliniche non fumatore, istologia di adenocarcinoma, e sesso femminile sono state osservate essere predittori indipendenti dello stato di mutazione dell’EGFR positiva in un’analisi multivariata di 786 pazienti caucasici dagli studi con gefitinib* (vedere Tabella 7). Anche i pazienti asiatici hanno un’incidenza più alta di tumori con mutazione positiva dell’EGFR.

Tabella 7 Riassunto delle analisi multivariate di regressione logistica per identificare i fattori indipendentemente predittivi della presenza della mutazione EGFR in 786 pazienti caucasici*

Fattori predittivi della presenza della mutazione dell’EGFR

p-value Odds della mutazione dell’EGFR

Valore predittivo positivo (il 9,5% della popolazione globale è positivo alla mutazione dell’EGFR (M+))

Stato di fumatore <0.0001 6,5 volte più alto nei non

fumatori rispetto ai fumatori

Istologia <0.0001 4,4 volte più alto nell’adenocarcinoma che nel

non-adenocarcinoma

Sesso 0.0397 1,7 volte più alto nelle femmine

che nei maschi

28/70 (40%) dei non fumatori sono M+ 47/716 (7%) dei fumatori sono M+

63/396 (16%) dei pazienti con istologia di adenocarcinoma sono M+

12/390 (3%) dei pazienti con istologia di non-adenocarcinoma sono M+

40/235 (17%) delle femmine sono M+ 35/551 (6%) dei maschi sono M+

*dai seguenti studi: INTEREST, ISEL, INTACT 1&2, IDEAL 1&2, INVITE

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Assorbimento

Dopo somministrazione orale di gefitinib, l’assorbimento è moderatamente lento e il picco di concentrazione plasmatica di gefitinib si ottiene tipicamente da 3 a 7 ore dopo la somministrazione. La biodisponibilità assoluta media è del 59 % nei pazienti affetti da tumore. L’esposizione a gefitinib non risulta alterata in modo significativo dal cibo. In una sperimentazione in volontari sani, in cui il pH gastrico è stato mantenuto sopra a 5, l’esposizione a gefitinib è risultata ridotta del 47 %, probabilmente dovuta ad una insufficiente solubilità del gefitinib nello stomaco (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Distribuzione

Gefitinib ha un valore medio di distribuzione allo stato stazionario di 1.400 L che indica un’estesa distribuzione nei tessuti. Il legame alle proteine plasmatiche è pari a circa il 90 %. Gefitinib si lega all’albumina sierica e all’alfa-1 glicoproteina acida.

I dati in vitro indicano che gefitinib è un substrato per la proteina di trasporto della membrana P-gp.

Biotrasformazione

I dati in vitro indicano che il CYP3A4 e CYP2D6 sono i principali isoenzimi del P450 coinvolti nel metabolismo ossidativo di gefitinib.

Studi in vitro hanno mostrato che gefitinib ha un limitato potenziale di inibizione del CYP2D6. Gefitinib non mostra effetti di induzione enzimatica negli studi su animali né inibizione significativa (in vitro) di qualunque altro enzima del citocromo P450.

Gefitinib è estensivamente metabolizzato nell’uomo. Sono stati completamente identificati cinque metaboliti nelle escrezioni e 8 metaboliti nel plasma. Il principale metabolita identificato è l’O- desmetil gefitinib, che è 14 volte meno potente del gefitinib nell’inibire la crescita cellulare stimolata dall’EGFR e non ha effetti inibitori sulla crescita tumorale nei topi. Si ritiene pertanto improbabile che contribuisca all’attività clinica di gefitinib.

È stato dimostrato in vitro che la formazione di O-desmetil gefitinib avviene tramite il CYP2D6. Il ruolo del CYP2D6 nella clearance metabolica di gefitinib è stato valutato in uno studio clinico in volontari sani genotipizzati per lo stato di CYP2D6. Nei metabolizzatori lenti non sono stati prodotti livelli misurabili di O-desmetil gefitinib. I livelli di esposizione a gefitinib, raggiunti sia nel gruppo dei metabolizzatori rapidi sia in quello dei lenti, sono stati ampi e sovrapponibili, ma l’esposizione media a gefitinib è stata 2 volte maggiore nel gruppo dei metabolizzatori lenti. Le esposizioni medie più elevate che potrebbero essere raggiunte da individui con CYP2D6 inattivo potrebbero essere clinicamente rilevanti, in quanto gli effetti avversi sono correlati alla dose e all’esposizione.

Eliminazione

Gefitinib come metabolita è escreto principalmente per via fecale, con l’eliminazione renale di gefitinib e metaboliti che riguarda meno del 4% della dose somministrata.

La clearance plasmatica totale di gefitinib è di circa 500 ml/min e l’emivita terminale media è di 41 ore nei pazienti affetti da tumore. La somministrazione di gefitinib una volta al giorno risulta in un accumulo da 2 a 8 volte con esposizioni allo stato stazionario raggiunte dopo 7-10 dosi. Allo stato stazionario, le concentrazioni di plasma circolanti sono tipicamente mantenute entro un intervallo da 2 a 3 volte superiore a quelle dell’intervallo posologico di 24 ore.

Popolazioni speciali

Da analisi di dati farmacocinetici di popolazione in pazienti affetti da tumore non sono state identificate correlazioni tra il valore minimo previsto di concentrazione allo stato stazionario e l’età, il peso corporeo, il sesso, l’etnia o la clearance della creatinina del paziente (oltre 20 ml/min).

Compromissione epatica

In uno studio di fase I in aperto che prevedeva la somministrazione di una dose singola di 250 mg in pazienti con compromissione epatica lieve, moderata o grave dovuta a cirrosi (secondo la classificazione di Child-Pugh), si è manifestato un aumento dell’esposizione in tutti i gruppi rispetto al gruppo di controllo dei sani. È stato osservato un incremento medio di 3,1 volte dell’esposizione a gefitinib nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave. Nessuno dei pazienti era affetto da tumore, tutti erano affetti da cirrosi ed alcuni da epatite. Questo aumento nell’esposizione può essere di rilevanza clinica, in quanto gli effetti indesiderati sono correlati alla dose e all’esposizione a gefitinib.

Gefitinib è stato valutato in una sperimentazione clinica condotta in 41 pazienti con tumori solidi e funzionalità epatica normale o compromissione epatica moderata o grave (classificata in base ai valori basali dei gradi del Common Toxicity Criteria per AST, fosfatasi alcalina e bilirubina) dovuta a metastasi epatiche. È stato dimostrato che dopo una somministrazione giornaliera di 250 mg di gefitinib, il tempo per raggiungere lo stato stazionario, la clearance plasmatica totale (CmaxSS) e l’esposizione allo stato stazionario (AUC24SS) sono risultati simili per i gruppi con funzione epatica normale e moderatamente compromessa. I dati relativi a 4 pazienti con grave compromissione epatica dovuta a metastasi epatiche hanno suggerito che le esposizioni allo stato stazionario anche in questi pazienti sono simili a quelle nei pazienti con normale funzionalità epatica.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Le reazioni avverse non osservate negli studi clinici, ma riscontrate in animali esposti a livelli analoghi a quelli dell’esposizione clinica e con possibile rilevanza clinica, sono state le seguenti:

Atrofia dell’epitelio corneale e translucenza corneale

Necrosi renale papillare

Necrosi epatocellulare e infiltrazione sinusoidale di macrofagi eosinofili.

I dati degli studi non-clinici (in vitro) indicano che gefitinib potrebbe inibire il processo di ripolarizzazione del potenziale d’azione cardiaco (ad es. intervallo QT). L’esperienza clinica non ha mostrato un’associazione causale fra prolungamento dell’intervallo QT e gefitinib.

Una riduzione della fertilità femminile è stata osservata nel ratto alla dose di 20 mg/kg/die.

Gli studi pubblicati hanno mostrato che topi geneticamente modificati, privi dell’espressione di EGFR, mostrano difetti di sviluppo, correlati all’immaturità dell’epitelio in una varietà di organi compresa la pelle, il tratto gastrointestinale ed il polmone. Quando gefitinib era somministrato ai ratti durante l’organogenesi, non vi erano effetti sullo sviluppo embriofetale alla dose più alta (30 mg/kg/die).

Tuttavia nel coniglio sono state osservate riduzioni di peso fetale a 20 mg/kg/die e oltre. In ambedue le specie non vi erano malformazioni indotte dal medicinale. Quando somministrato ai ratti durante la gestazione ed il parto, vi era una riduzione della sopravvivenza dei cuccioli alla dose di 20 mg/kg/die.

A seguito di somministrazione orale di gefitinib marcato con C-14 a ratti allattati 14 giorni dopo il parto, le concentrazioni di radioattività nel latte erano 11-19 volte più alte che nel sangue.

Gefitinib non ha mostrato potenziale genotossico.

Uno studio di carcinogenesi a due anni nei ratti, solo alla dose più elevata (10 mg/kg/die), ha mostrato un piccolo aumento, ma statisticamente significativo, dell’incidenza di adenomi epatocellulari sia nei ratti maschi che nei ratti femmina ed emangiosarcomi dei linfonodi mesenterici nei ratti femmina. Gli adenomi epatocellulari sono stati rilevati anche in uno studio di carcinogenesi a 2 anni nei topi, che ha dimostrato un piccolo aumento dell’incidenza di questo effetto nei topi maschi a metà dose, e sia nei topi maschi che femmine alla dose più alta. Gli effetti hanno raggiunto significatività statistica nei topi

femmina, ma non nei maschi. Ai livelli senza effetto, sia nei topi che nei ratti non c’era nessun margine nell’esposizione clinica. La rilevanza clinica di questi risultati non è nota.

I risultati di uno studio di fototossicità in vitro hanno dimostrato che gefitinib può avere potenziale fototossicità.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa

Lattosio monoidrato

Cellulosa microcristallina (E460) Croscarmellosa sodica (E468) Povidone K30 (E1201) Magnesio stearato (E470b) Sodio laurilsolfato

Rivestimento della compressa Polivinile alcool (E1203) Macrogol 3350 (E1521) Talco (E553b)

Titanio diossido (E171) Ossido di ferro rosso (E172) Ossido di ferro giallo (E172)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente

06.3 Periodo di validità

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2 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione Conservare nel contenitore originale per proteggere il medicinale dall’umidità

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Le compresse di Gefitinib Sandoz sono confezionate in blister Alluminio-OPA/Alu/PVC divisibile per dose unitaria o blister Alluminio-OPA/Alu/PVC non divisibile.

Confezioni da 30, 30×1, 60×1, 90×1, 100xle 120xl compresse rivestite con film È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Sandoz S.p.A. L.go U. Boccioni 1

21040 Origgio (VA) Italia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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046966014- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 30 Compresse In Blister Al-Opa/Al/Pvc 046966026- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 30xl Compresse In Blister Divisibile Per Dose Unitaria Al-Opa/Al/Pvc

046966038- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 60xl Compresse In Blister Divisibile Per Dose Unitaria Al-Opa/ Al/Pvc

046966040- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 90xl Compresse In Blister Divisibile Per Dose Unitaria Al-Opa/ Al/Pvc

046966053- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 100xl Compresse In Blister Divisibile Per Dose Unitaria Al-Opa/Al/Pvc

046966065- "250 mg Compresse Rivestite Con Film" 120xl Compresse In Blister Divisibile Per Dose Unitaria Al-Opa/Al/Pvc

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione:

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 21/07/2019