Orfadin 2 mg Capsule Rigide
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Orfadin 2 mg Capsule Rigide: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)
Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Orfadin
01.0 Denominazione del medicinale
Orfadin 5 mg capsule rigide
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Ogni capsula contiene 5 mg di nitisinone.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Capsule rigide.
Capsule bianche opache (6×16 mm) contrassegnate con la scritta “NTBC 5mg” in nero sul corpo. Le capsule contengono una polvere di colore da bianco a biancastro.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Trattamento dei pazienti adulti e pediatrici (di qualsiasi fascia d’età) con diagnosi confermata di tirosinemia ereditaria di tipo 1 (HT-1), in associazione con ridotto apporto alimentare di tirosina e fenilalanina.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Il trattamento con nitisinone deve essere iniziato e monitorato da un medico esperto nel trattamento dei pazienti affetti da HT-1.
Posologia
Per aumentare la sopravvivenza complessiva ed evitare complicanze come insufficienza epatica, cancro del fegato e patologie renali, il trattamento di tutti i genotipi deve essere iniziato il prima possibile. È necessario associare al trattamento con nitisinone una dieta povera di fenilalanina e di tirosina, da controllare mediante monitoraggio degli aminoacidi plasmatici (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
La dose iniziale raccomandata nella popolazione pediatrica e adulta è di 1 mg per kg di peso corporeo al giorno, distribuita in 2 dosi somministrate per via orale. La dose di nitisinone deve essere aggiustata caso per caso.
Aggiustamento della dose
Durante il monitoraggio regolare, è opportuno tenere sotto controllo i livelli di succinilacetone urinario, i test di funzionalità epatica ed i livelli di alfa-fetoproteina (vedere paragrafo 4.4). Se dopo un mese dall’inizio del trattamento con nitisinone il succinilacetone è ancora rilevabile nell’urina, la dose di nitisinone, distribuita in 2 somministrazioni, deve essere portata a 1,5 mg/kg peso corporeo/die. In base alla valutazione di tutti i parametri biochimici, potrà essere richiesta una dose di 2 mg/kg peso corporeo/die. Tale quantità rappresenta la dose massima per tutti i pazienti.
Se la risposta biochimica risulta soddisfacente, la dose deve essere corretta esclusivamente in base all’aumento del peso corporeo.
In ogni caso, oltre ai suddetti test, durante la fase iniziale della terapia o in caso di peggioramento può presentarsi la necessità di controllare più strettamente tutti i parametri biochimici disponibili (il succinilacetone plasmatico, l’acido 5-aminolevulinico (ALA) e l’attività della porfobilinogeno
(PBG)-sintasi eritrocitaria).
Popolazioni speciali
Non vi sono indicazioni specifiche di dosaggio per i pazienti anziani o i pazienti con compromissione della funzione renale o epatica.
Popolazione pediatrica
La dose raccomandata in mg per kg di peso corporeo è uguale per bambini e adulti.
Modo di somministrazione
È possibile aprire la capsula e versarne il contenuto in sospensione in una piccola quantità di acqua o in un sostitutivo del pasto in forma di bevanda subito prima dell’assunzione.
Orfadin è disponibile anche sotto forma di sospensione orale da 4 mg/ml per i pazienti pediatrici che hanno difficoltà a deglutire le capsule.
Se il trattamento con nitisinone è iniziato a stomaco pieno, si raccomanda di proseguire con questa modalità di somministrazione, vedere paragrafo 4.5.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Le donne che assumono il nitisinone non devono allattare al seno (vedere paragrafi 4.6 e 5.3).
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Monitoraggio dei livelli di tirosina plasmatica
Prima di iniziare il trattamento con nitisinone, si raccomanda di eseguire un esame oculare con lampada a fessura. Se durante il trattamento con nitisinone il paziente presenta disturbi della vista, è necessario procedere immediatamente a una visita oftalmologica. È necessario assicurarsi che il paziente segua il regime dietetico prescritto e misurare le concentrazioni plasmatiche di tirosina. Se il livello di tirosina supera 500 micromoli/L, occorre diminuire ulteriormente l’apporto alimentare di tirosina e fenilalanina. Si raccomanda di non abbassare la concentrazione di tirosina plasmatica mediante riduzione o interruzione del dosaggio di nitisinone, poiché la carenza metabolica potrebbe provocare un peggioramento della condizione clinica del paziente.
Monitoraggio epatico
La funzione epatica deve essere regolarmente monitorata mediante test di funzionalità epatica e tecniche di imaging. Si raccomanda inoltre di tenere sotto controllo le concentrazioni
dell’alfa-fetoproteina sierica. L’aumento della concentrazione dell’alfa-fetoproteina sierica può indicare che il trattamento è inadeguato. Nei pazienti che presentano tale segno o segni di noduli epatici occorre verificare la presenza di eventuali tumori maligni del fegato.
Monitoraggio delle piastrine e dei leucociti (WBC)
Si raccomanda di monitorare regolarmente la conta leucocitaria e quella delle piastrine, poiché durante la valutazione clinica sono stati osservati alcuni casi di trombocitopenia e leucopenia reversibili.
Visite di controllo devono essere effettuate ogni 6 mesi: in caso di eventi avversi, sono raccomandati intervalli più brevi tra le visite.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Non sono stati effettuati studi formali d’interazione con altri medicinali.
Poiché il nitisinone viene metabolizzato in vitro dal CYP 3A4, potrebbe presentarsi la necessità di correggere la dose in caso di somministrazione concomitante con inibitori o induttori di tale enzima.
In base agli studi in vitro, si ritiene che il nitisinone non debba inibire il metabolismo mediato dal CYP 1A2, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4.
Non sono stati effettuati studi formali sulle interazioni tra Orfadin capsule rigide e gli alimenti. Tuttavia il nitisinone è stato somministrato insieme ad alimenti durante il processo di generazione dei dati sull’efficacia e sulla sicurezza. Pertanto, se il nitisinone, in forma di Orfadin capsule rigide, viene somministrato inizialmente insieme agli alimenti, si raccomanda di conservare sempre tale modalità di somministrazione, vedere paragrafo 4.2.
04.6 Gravidanza e allattamento
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del nitisinone in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Orfadin non deve essere usato durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna rendano necessario il trattamento con nitisinone.
Allattamento
Non è noto se il nitisinone sia escreto nel latte materno. Studi sugli animali hanno dimostrato effetti postnatali nocivi attraverso l’esposizione del latte materno al nitisinone. Pertanto le donne che assumono il nitisinone non devono allattare con latte materno, in quanto non si può escludere un danno al lattante (vedere paragrafi 4.3 e 5.3).
Fertilità
Non ci sono dati sull’influenza esercitata dal nitisinone sulla fertilità.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Orfadin altera lievemente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Le reazioni avverse a carico degli occhi (vedere paragrafo 4.8) possono compromettere la vista. Se la vista è compromessa, il paziente non deve guidare veicoli o usare macchinari fino alla risoluzione dell’evento.
04.8 Effetti indesiderati
Sintesi del profilo di sicurezza
Per la sua modalità di azione, il nitisinone aumenta i livelli di tirosina in tutti i pazienti trattati con nitisinone. Reazioni avverse a carico degli occhi, come congiuntivite, opacità corneale, cheratite, fotofobia e dolore agli occhi, correlate agli alti livelli di tirosina sono pertanto comuni. Altre reazioni avverse comuni includono trombocitopenia, leucopenia e granulocitopenia. La comparsa di dermatite esfoliativa è un evento più raro.
Tabella delle reazioni avverse
Le reazioni avverse, elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e alla frequenza assoluta, si basano sui dati ottenuti da uno studio clinico e dall’utilizzo successivo all’immissione in commercio. La frequenza è definita come molto comune (>1/10), comune (>1/100, <1/10), non comune (>1/1.000, <1/100), rara (>1/10.000, <1/1.000), molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Frequenza | Effetto indesiderato |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Comune | Trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia |
Non comune | Leucocitosi | |
Patologie dell’occhio | Comune | Congiuntivite, opacità corneale, cheratite, fotofobia, dolore oculare |
Non comune | Blefarite | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune | Dermatite esfoliativa, rash eritematosi, prurito |
Esami diagnostici | Molto comune | Livelli di tirosina elevati |
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Il trattamento con nitisinone conduce a livelli elevati di tirosina. L’aumento dei livelli di tirosina è stato associato a reazioni avverse a carico dell’occhio quali per es. opacità corneale ed a lesioni ipercheratosiche. La restrizione dell’apporto alimentare di tirosina e fenilalanina è destinata a limitare la tossicità associata a questo tipo di tirosinemia mediante una riduzione dei livelli di tirosina (vedere paragrafo 4.4).
In studi clinici, la granulocitopenia è risultata di grado severo benché con frequenza non comune (<0,5×109/L) e non è stata associata a infezioni. Le reazioni avverse riguardanti la classe per sistemi e organi secondo MedDRA “Patologie del sistema emolinfopoietico” sono cessate con la prosecuzione del trattamento con nitisinone.
Popolazione pediatrica
Il profilo di sicurezza è prevalentemente basato sulla popolazione pediatrica in quanto il trattamento con nitisinone deve essere iniziato non appena viene posta la diagnosi di tirosinemia ereditaria di tipo 1 (HT-1). Dallo studio clinico e dai dati successivi all’immissione in commercio non emergono
indicazioni che il profilo di sicurezza è diverso in sottogruppi della popolazione pediatrica o è diverso dal profilo di sicurezza nei pazienti adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.
04.9 Sovradosaggio
L’ingestione accidentale di nitisinone da parte di soggetti che seguono un regime alimentare normale, senza restrizioni di tirosina e fenilalanina, provoca l’aumento dei livelli di tirosina. Livelli elevati di tirosina sono stati associati a tossicità a livello degli occhi, della cute e del sistema nervoso. Riducendo la tirosina e la fenilalanina nella dieta si dovrebbe poter limitare la tossicità associata a questo tipo di tirosinemia. Non sono disponibili informazioni relative al trattamento specifico del sovradosaggio.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: altri farmaci dell’apparato gastro intestinale e del metabolismo, prodotti vari dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo, Codice ATC: A16A X04.
Meccanismo d’azione
Il difetto biochimico nella tirosinemia ereditaria di tipo 1 (HT-1) è caratterizzato da una carenza della fumarilacetacetato idrolasi, che rappresenta l’enzima finale del percorso catabolico della tirosina. Il nitisinone è un inibitore competitivo della 4-idrossifenilpiruvato diossigenasi, un enzima che precede la fumarilacetacetato idrolasi nel percorso catabolico della tirosina. Inibendo il normale catabolismo della tirosina nei pazienti affetti da HT-1, il nitisinone impedisce l’accumulo degli intermedi tossici maleilacetacetato e fumarilacetacetato. Nei pazienti con HT-1, tali intermedi si convertono nei metaboliti tossici succinilacetone e succinilacetacetato. Il succinilacetone inibisce il percorso di sintesi della porfirina, provocando l’accumulo dell’acido 5-aminolevulinico.
Effetti farmacodinamici
Il trattamento con nitisinone regolarizza il metabolismo della porfirina, normalizzando l’attività della porfobilinogeno-sintasi eritrocitaria e l’acido 5-aminolevulinico nell’urina, diminuendo l’escrezione urinaria di succinilacetone e aumentando la concentrazione plasmatica della tirosina e l’escrezione urinaria degli acidi fenolici. I dati provenienti da uno studio clinico indicano che in più del 90% dei pazienti il livello di succinilacetone nell’urina si normalizzava durante la prima settimana di trattamento. Se la dose di nitisinone è stata adeguatamente titolata, il succinilacetone non deve essere rilevabile nell’urina né nel plasma.
Efficacia e sicurezza clinica
Il trattamento con nitisinone, associato alle dovute restrizioni alimentari, consente una più elevata probabilità di sopravvivenza in tutti i fenotipi dell’HT-1, in confronto con i dati provenienti dai controlli storici. Questi dati sono elencati nella tabella seguente:
Età all’inizio del trattamento o al momentodella diagnosi | Probabilità di sopravvivenza | |||
Trattamento a base dinitisinone | Controllo mediante regimealimentare | |||
5 anni | 10 anni | 5 anni | 10 anni | |
< 2 mesi | 82 | — | 28 | — |
> 2-6 mesi | 95 | 95 | 51 | 34 |
> 6 mesi | 92 | 86 | 93 | 59 |
È stato inoltre constatato che il trattamento con nitisinone riduce il rischio di sviluppo del carcinoma epatocellulare (da 2,3 a 3,7 volte) rispetto ai dati storici relativi al trattamento basato esclusivamente sulle restrizioni alimentari. È stato trovato che, se iniziato tempestivamente, il trattamento riduceva ulteriormente il rischio di sviluppo del carcinoma epatocellulare (di 13,5 volte, se iniziato prima dei 12 mesi di età).
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Non sono stati eseguiti studi formali in relazione all’assorbimento, alla distribuzione, al metabolismo e all’eliminazione del nitisinone. In 10 volontari maschi sani, in seguito alla somministrazione di una dose singola di capsule di nitisinone (1 mg/kg peso corporeo), l’emivita terminale (mediana) del nitisinone nel plasma era di 54 ore (in un intervallo compreso tra 39 e 86 ore). È stata eseguita un’analisi farmacocinetica della popolazione su un gruppo di 207 pazienti affetti da HT-1. La clearance e l’emivita erano rispettivamente di 0,0956 L/kg peso corporeo/die e di 52,1 ore.
Gli studi in vitro su microsomi di fegato umano ed enzimi P450 espressi dal cDNA hanno dimostrato che il metabolismo mediato dal CYP 3A4 era limitato.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
A livelli di dose clinicamente significativi il nitisinone ha provocato tossicità embriofetale nel topo e nel coniglio. Nel coniglio il nitisinone ha indotto un aumento delle malformazioni correlato alla dose (ernia ombelicale e gastroschisi) a partire da un livello di dose 2,5 volte più elevato della dose massima raccomandata nell’uomo (2 mg/kg peso corporeo/die).
Uno studio di sviluppo pre e post-natale sui topi ha dimostrato una ridotta sopravvivenza e una ridotta crescita della prole statisticamente significative durante il periodo di svezzamento a livelli di esposizione rispettivamente 125 e 25 volte la dose massima raccomandata nell’uomo, con una tendenza verso un effetto negativo sulla sopravvivenza della prole a partire dalla dose di 5 mg/kg/die. Nei ratti, l’esposizione attraverso il latte materno ha provocato una diminuzione del peso medio della prole e lesioni corneali.
Negli studi in vitro non è stata osservata alcuna attività mutagena, mentre era presente una debole attività clastogenica. Non sono state rilevate prove di genotossicità in vivo nel test del micronucleo di ratto e in quello di sintesi non programmata del DNA nel fegato di topo. Non sono stati eseguiti studi di carcinogenicità.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Contenuto della capsula
amido pregelatinizzato (di mais)
Rivestimento della capsula gelatina
biossido di titanio (E 171)
Scritta stampata
ossido di ferro nero (E 172) lacca
propilenglicole idrossido di ammonio
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
18 mesi.
Entro la data di scadenza le capsule possono essere conservate per un unico periodo di 2 mesi a una temperatura non superiore ai 25°C, trascorso il quale il medicinale dovrà essere smaltito.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flacone di polietilene ad alta densità (HDPE) con tappo antimanomissione di polietilene a bassa densità (LDPE), contenente 60 capsule.
Ogni confezione contiene 1 flacone.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Swedish Orphan Biovitrum International AB SE-112 76 Stoccolma
Svezia
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
EU/1/04/303/002
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 21/02/2005 Data del rinnovo più recente: 21/02/2010
10.0 Data di revisione del testo
12/07/2014