Tenkasi 200
Tenkasi 200
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Tenkasi 200: ultimo aggiornamento pagina: 21/01/2024 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Tenkasi 1 200 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Ogni flaconcino contiene oritavancina difosfato pari a 1 200 mg di oritavancina. Dopo la ricostituzione, 1 mL della soluzione contiene 30 mg di oritavancina.
Dopo la diluizione, 1 mL della soluzione per infusione contiene 4,8 mg di oritavancina. Eccipienti con effetto noto Ogni fiala contiente 2 400 mg di idrossipropilbetadex Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Polvere per concentrato per soluzione per infusione (polvere per concentrato). Polvere di colore da bianco a biancastro o rosa.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Tenkasi è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI) negli adulti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
Devono essere considerate le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
1. 200 mg somministrati come singola dose mediante infusione endovenosa della durata di 1 ora.
Popolazioni speciali
Anziani (≥ 65 anni)
Non sono richieste titolazioni del dosaggio per i pazienti ≥ 65 anni di età (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale
Non sono richieste le titolazioni del dosaggio nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata. Sono disponibili dati molto limitati in pazienti con compromissione renale severa. La compromissione renale non ha avuto effetti clinicamente rilevanti sull’esposizione di oritavancina (vedere paragrafo 5.2), tuttavia si deve usare cautela quando si prescrive oritavancina a pazienti con severa compromissione renale. L’oritavancina non viene rimossa dal sangue mediante procedure di emodialisi. L’idrossipropil-β-ciclodestrina (HPβCD) viene eliminata quasi esclusivamente per via renale tramite filtrazione glomerulare; la sua farmacocinetica in pazienti con severa insufficienza renale non è stata valutata..
Compromissione epatica
Non sono richieste le titolazioni del dosaggio per i pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (Child-Pugh Classe B) (vedere paragrafo 5.2). Non è stata valutata la farmacocinetica dell’oritavancina nei pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh Classe C), tuttavia, basandosi sui parametri farmacocinetici, non è atteso alcun impatto sull’esposizione ad oritavancina nei casi di compromissione epatica severa. Pertanto non è necessario alcun aggiustamento della dose, anche se deve essere prestata attenzione quando oritavancina viene prescritta in pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh Classe C).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia dell’oritavancina nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni) non sono state ancora stabilite. Non sono disponibili dati.
Modo di somministrazione
Uso endovenoso.
Esistono due medicinali a base di oritavancina (Tenkasi 1 200 mg e Tenkasi 400 mg) che:
Sono forniti in diversi dosaggi di oritavancina.
Hanno una durata di infusione raccomandata diversa.
Hanno istruzioni di preparazione diverse, incluse differenze nella ricostituzione, diluizione e diluenti compatibili.
Seguire attentamente la posologia raccomandata (vedere paragrafo 4.2) e le istruzioni sulla ricostituzione e diluizione di Tenkasi 1 200 mg prima della somministrazione (vedere paragrafo 6.6).
Il flaconcino singolo da 1 200 mg deve essere prima ricostituito con 40 mL di acqua sterile per preparazioni iniettabili (WFI). La soluzione ricostituita deve essere prelevata e aggiunta a una sacca per infusione endovenosa da 250 mL di soluzione iniettabile di glucosio 5% (D5W) o sodio cloruro 9 mg/mL (0,9%) per un’infusione endovenosa della durata di 1 ora (vedere paragrafi 6.2 e 6.6).
Fare riferimento a Tenkasi 400 mg per informazioni rilevanti sull’altro medicinale a base di oritavancina.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
L’uso endovenoso di eparina sodica non frazionata è controindicato per 120 ore (5 giorni) dopo la somministrazione di oritavancina poiché i risultati del test del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) possono rimanere falsamente elevati fino a 120 ore dopo la somministrazione di oritavancina (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Reazioni di ipersensibilità
Gravi reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico, sono state segnalate con l’uso di oritavancina. Se si verifica una reazione di ipersensibilità acuta durante l’infusione di oritavancina, la somministrazione di oritavancina deve essere immediatamente interrotta e deve essere istituita l’appropriata terapia di supporto.
Non sono disponibili dati sulla cross-reattività fra oritavancina e altri glicopeptidi, compresa la vancomicina. Prima di usare l’oritavancina è importante chiedere con attenzione informazioni sulle reazioni precedenti di ipersensibilità ai glicopeptidi (ad es. vancomicina, telavancina). A causa della possibilità di ipersensibilità crociata, è necessario effettuare un attento monitoraggio dei pazienti con anamnesi di ipersensibilità ai glicopeptidi durante e dopo l’infusione.
Reazioni correlate all’infusione
Per minimizzare il rischio di reazioni correlate all’infusione l’oritavancina viene somministrata mediante infusione endovenosa della durata di 3 ore. Le infusioni endovenose di oritavancina possono provocare reazioni come vampate nella parte superiore del corpo, orticaria, prurito e/o eruzione cutanea. Sono state osservate con l’uso di oritavancina reazioni associate all’infusione caratterizzate da dolore toracico, fastidio al torace, brividi, tremore, dolore dorsale, dolore al collo, dispnea, ipossia, dolore addominale e febbre, anche dopo la somministrazione di più di una dose di oritavancina durante un singolo ciclo di terapia.
Se si verificano queste reazioni, l’interruzione o il rallentamento dell’infusione potrebbe indurre la scomparsa dei suddetti sintomi (vedere paragrafo 4.8).
Compromissione renale
Il solubilizzante HPβCD viene escreto nelle urine. La clearance di HPβCD può essere ridotta nei pazienti con insufficienza renale. Il significato clinico di questo risultato non è noto. Necessità di agenti antibatterici aggiuntivi L’oritavancina è attiva soltanto contro i batteri Gram-positivi (vedere paragrafo 5.1). Nelle infezioni miste dove si sospetta la presenza di batteri Gram-negativi e/o di certi tipi di batteri anaerobici, l’oritavancina deve essere co-somministrata con l’agente o gli agenti antibatterici appropriati.
Uso concomitante di warfarin
L’oritavancina ha dimostrato di prolungare artificialmente il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a un massimo di 12 ore, il che rende il monitoraggio dell’effetto anticoagulante di warfarin non affidabile fino a 12 ore dopo una dose di oritavancina.
Interferenza con le prove di coagulazione
L’oritavancina ha dimostrato di interferire con i risultati di determinati test di coagulazione di laboratorio (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Le concentrazioni ematiche di oritavancina in pazienti trattati con una dose singola hanno dimostrato di prolungare artificialmente: il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) fino a 120 ore,
il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a 12 ore, il tempo di coagulazione attivato (ACT) fino a 24 ore,
il tempo di coagulazione con silice (SCT) fino a 18 ore, e
il test con il veleno di vipera di Russell diluito (DRVVT) fino a 72 ore.
Questi effetti derivano dal fatto che l’oritavancina si lega a e previene l’azione dei reagenti fosfolipidici che attivano la coagulazione nei test della coagulazione comunemente utilizzati in laboratorio. Per i pazienti che necessitano di monitoraggio dell’aPTT entro 120 ore dalla somministrazione dell’oritavancina, può essere preso in considerazione un test di coagulazione non dipendente dai fosfolipidi come un test cromogenico basato sul Fattore Xa o un anticoagulante alternativo che non richiede il monitoraggio dell’aPTT.
Il test cromogenico anti-fattore Xa, il test del tempo di trombina (TT) e i test diagnostici per la trombocitopenia da eparina (HIT) non subiscono l’effetto di oritavancina. In vitro, l’oritavancina alla dose di 46,6 μg/mL non ha avuto effetti sul test di resistenza della proteina C attivata (APCR), indicando una bassa probabilità di interferenza dell’oritavancina con questo test. Tuttavia, essendo l’APCR un test basato su fosfolipidi, non è possibile escludere la possibilità che concentrazioni più alte di oritavancina che potrebbero verificarsi durante l’uso clinico possano interferire con questo test.
In studi non clinici e clinici, non sono stati osservati effetti dell’oritavancina sul sistema di coagulazione in vivo.
Diarrea associata al Clostridioides difficile
La colite associata agli antibatterici e la colite pseudomembranosa sono state segnalate per l’oritavancina, e possono essere di gravità da lieve a diarrea con pericolo di vita. È pertanto importante considerare questa diagnosi nei pazienti che presentano diarrea in seguito alla somministrazione di oritavancina (vedere paragrafo 4.8). In questa circostanza deve essere considerato l’uso di misure di supporto con la somministrazione di un trattamento specifico per il Clostridioides difficile.
Superinfezione
L’uso di medicinali antibatterici può aumentare il rischio di crescita eccessiva di micro-organismi non sensibili. In caso di superinfezione devono essere adottate le misure appropriate.
Osteomielite
Negli studi clinici di Fase 3 sulle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI), nel braccio trattato con oritavancina è stato segnalato un numero maggiore di casi di osteomielite rispetto al braccio trattato con vancomicina (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per i segni e i sintomi dell’osteomielite dopo la somministrazione di oritavancina. In caso di sospetto o di diagnosi di osteomielite, deve essere istituita la terapia antibatterica alternativa appropriata.
Ascesso
Negli studi clinici di Fase 3, nel braccio trattato con oritavancina è stata segnalata la presenza di un numero leggermente superiore di casi di ascessi di recente insorgenza rispetto al braccio trattato con vancomicina (4,6% rispetto a 3,4%, rispettivamente) (vedere paragrafo 4.8). Nel caso di presenza di ascessi di recente insorgenza, devono essere adottate le misure appropriate.
Limitazioni dei dati clinici
Nei due studi clinici maggiori nelle ABSSSI i tipi di infezioni trattate erano limitati esclusivamente a cellulite, ascessi e infezioni di ferite. Non sono stati studiati altri tipi di infezioni. Esiste un’esperienza limitata negli studi clinici nei pazienti con batteriemia, malattia vascolare periferica o neutropenia, nei pazienti immunocompromessi, nei pazienti di età superiore ai 65 anni, in pazienti con compromissione renale severa e nelle infezioni causate da Streptococcus pyogenes.
Eccipienti
Questo medicinale contiene 2 400 mg di idrossipropilbetadex in ciascun flaconcino, equivalenti a 9,6 mg/mL.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Sostanze metabolizzate dal citocromo P450
Uno studio clinico di screening di interazione farmacologica è stato condotto su volontari sani (n = 16) per valutare la somministrazione concomitante di una singola dose di 1 200 mg di oritavancina con substrati sonda (probe substrate) per diversi enzimi del CYP450. L’oritavancina è risultata un debole inibitore aspecifico (CYP2C9 e CYP2C19) o un debole induttore (CYP3A4 e CYP2D6) di diverse isoforme CYP.
È necessario esercitare cautela quando si somministra l’oritavancina contemporaneamente a medicinali con una finestra terapeutica stretta che vengono metabolizzati principalmente da uno degli enzimi del CYP450 affetti (ad es., warfarin), perché la somministrazione concomitante può accrescere (ad es., per i substrati CYP2C9) o ridurre (ad es., per i substrati CYP2D6) le concentrazioni del medicinale con una finestra terapeutica ristretta. I pazienti devono essere strettamente monitorizzati per segni di tossicità o mancata efficacia se hanno ricevuto l’oritavancina durante il trattamento con un composto potenzialmente interessato (ad es. i pazienti devono essere monitorizzati per sanguinamento se assumono oritavancina e warfarin contemporaneamente) (vedere paragrafo 4.4). In 36 soggetti sani è stato condotto uno studio per valutare gli effetti dell’interazione farmacologica di una singola dose da 1 200 mg di oritavancina sulla farmacocinetica dell’S-warfarin dopo una singola dose. La farmacocinetica dell’S-warfarin è stata valutata dopo una singola dose da 25 mg di warfarin da solo, o somministrato allo stesso tempo o 24 o 72 ore dopo una singola dose da 1 200 mg di oritavancina. I risultati non hanno dimostrato alcun effetto dell’oritavancina su AUC e Cmax dell’S-warfarin.
Interazioni farmaco-test di laboratorio (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) L’oritavancina si lega a e previene l’azione dei reagenti fosfolipidici che attivano la coagulazione nei test di coagulazione di laboratorio comunemente utilizzati. Le concentrazioni ematiche di oritavancina a seguito di dosi da 1 200 mg possono produrre valori falsamente elevati per determinati test di laboratorio (vedere Tabella 2).
Tabella 2: Test di coagulazione soggetti all’effetto dell’oritavancina
Test | Durata dell’interferenza |
Tempo di protrombina (PT) | Fino a 12 ore |
Rapporto internazionale normalizzato (INR) | Fino a 12 ore |
Tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) | Fino a 120 ore |
Tempo di coagulazione attivato (ACT) | Fino a 24 ore |
Tempo di coagulazione con silice (SCT) | Fino a 18 ore |
Tempo del veleno di vipera di Russell diluito (DRVVT) | Fino a 72 ore |
04.6 Gravidanza e allattamento
I dati relativi all’uso di oritavancina in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato (meno di 300 esiti di gravidanza). Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’usodi Tenkasi durante la gravidanza, a meno che la condizione clinica della donna non richieda il trattamento con oritavancina.
Allattamento
I dati farmacodinamici/ tossicologici disponibili negli animali hanno dimostrato l’escrezione di oritavancina nel latte (per i dettagli vedere paragrafo 5.3). Non è noto se l’oritavancina/ i metaboliti siano escreti nel latte materno. Non è possibile escludere un rischio per i neonati/ infanti.
È necessario decidere se interrompere l’allattamento o interrompere/ astenersi dalla terapia con Tenkasi, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento materno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Gli studi sugli animali non hanno rivelato alcuna evidenza di compromissione della fertilità a causa dell’oritavancina alle concentrazioni più alte somministrate; non sono disponibili tuttavia i dati sugli effetti dell’oritavancina sulla fertilità umana.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Tenkasi altera lievemente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Possono insorgere capogiri che possono avere un effetto sulla guida e sull’uso di macchinari (vedere paragrafo 4.8).
04.8 Effetti indesiderati
Riepilogo del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse segnalate più comunemente (≥ 5%) sono risultate essere: nausea, reazioni di ipersensibilità, reazioni nella sede dell’infusione e cefalea. La reazione avversa grave segnalata più comunemente è stata la cellulite (1,1%). I motivi più comuni segnalati per l’interruzione sono risultati essere la cellulite (0,4%) e l’osteomielite (0,3%). Il tasso di segnalazione delle reazioni avverse è risultato più alto nei pazienti di sesso femminile che in quelli di sesso maschile.
Elenco tabulato delle reazioni avverse
Le reazioni avverse all’oritavancina segnalate dagli studi clinici combinati di Fase 3 sulle ABSSSI con una singola dose di oritavancina sono elencate secondo la Classificazione per sistemi e organi nella seguente tabella.
Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 , < 1/10); non comune (≥ 1/1 000, < 1/100); raro (≥ 1/10 000 , < 1/1 000); molto raro (< 1/10 000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 3: Frequenza delle reazioni avverse secondo la Classificazione per sistemi e organi
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazioni avverse |
Infezioni ed infestazioni | ||
Comune | Cellulite, ascesso (agli arti e sottocutaneo) | |
Non comune | Osteomielite | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | ||
Comune | Anemia | |
Non comune | Eosinofilia, trombocitopenia | |
Disturbi del sistema immunitario | ||
Non comune | Ipersensibilità (vedere paragrafi 4.3 e 4.4), reazione anafilattica | |
Non nota | Shock anafilattico | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | ||
Non comune | Ipoglicemia, iperuricemia | |
Patologie del sistema nervoso | ||
Comune | Cefalea capogiri | |
Raro | Tremore* | |
Patologie cardiache |
Comune | Tachicardia | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | ||
Non comune | Broncospasmo, respiro sibilante, dispnea* | |
Raro | Ipossia* | |
Patologie gastrointestinali | ||
Comune | Nausea, vomito, diarrea, stipsi | |
Non comune | Dolore addominale* | |
Patologie epatobiliari | ||
Comune |
Prova di funzionalità epatica anormale (alanina aminotransferasi aumentata, aspartato aminotransferasi aumentata) |
|
Non comune | Bilirubina ematica aumentata | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | ||
Comune | Orticaria, eruzione cutanea, prurito | |
Non comune |
Vasculite leucocitoclastica, angioedema, eritema multiforme, rossore |
|
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | ||
Comune | Mialgia | |
Non comune | Tenosinovite | |
Raro | Dolore dorsale*, dolore al collo* | |
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione | ||
Comune | Reazioni in sede di infusione | |
Non comune | Dolore toracico*, piressia* | |
Raro | Fastidio al torace*, brividi* |
*Queste reazioni possono essere correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.4) **Le reazioni in sede di infusione includono: flebite in sede di infusione, eritema in sede di infusione, stravaso, indurimento, prurito, eruzione cutanea, edema periferico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.
04.9 Sovradosaggio
Nel programma clinico nei 3 017 soggetti trattati con oritavancina non è stata osservata alcuna incidenza di sovradosaggio accidentale di oritavancina.
L’oritavancina non viene rimossa dal sangue mediante procedure di emodialisi. Nell’eventualità di sovradosaggio devono essere adottate le misure di supporto.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Antibatterici per uso sistemico, antibatterici glicopeptidici, codice ATC: J01XA05 Meccanismo d’azione
L’oritavancina ha tre meccanismi d’azione: (i) inibizione dello stadio di transglicosilazione (polimerizzazione) della biosintesi della parete cellulare mediante il legame con la componente peptidica (peptide stem) dei precursori del peptidoglicano; (ii) inibizione dello stadio di transpeptidazione (crosslinking) della biosintesi della parete cellulare mediante il legame con i segmenti peptidici a ponte della parete cellulare; e (iii) interruzione dell’integrità della membrana batterica, con conseguente depolarizzazione, permeabilizzazione e rapida morte cellulare.
Resistenza
Gli organismi Gram-negativi sono intrinsecamente resistenti a tutti i glicopeptidi, compresa l’oritavancina.
La resistenza all’oritavancina è stata osservata in vitro in isolati di Staphylococcus aureus resistenti alla vancomicina. Non si conoscono resistenze crociate tra oritavancina e altre classi di antibiotici non glicopeptidici.
L’oritavancina esibisce una ridotta attività in vitro contro alcuni organismi Gram-positivi dei generi Lactobacillus, Leuconostoc e Pediococcus che sono intrinsecamente resistenti ai glicopeptidi. Limiti dei test di sensibilità (breakpoint)
I limiti di sensibilità della concentrazione minima inibente (MIC) stabiliti dal Comitato Europeo per i test di sensibilità ai farmaci antimicrobici (EUCAST, European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing) sono i seguenti: Tabella 4: Criteri interpretativi dei saggi di sensibilità per l’oritavancina
Gruppo di organismi | Limiti MIC (mg/L) | |
S ≤ | R > | |
Staphylococcus aureus | 0,125 | 0,125 |
Streptococcus (gruppi A, B, C, G) | 0,25 | 0,25 |
Streptococchi del gruppo Viridans (gruppo S. anginosus soltanto) | 0,25 | 0,25 |
S=Sensibile, R=Resistente
Rapporto farmacocinetico/farmacodinamico (PK/PD)
Il rapporto fra l’area sotto la curva di concentrazione plasmatica-tempo (AUC) e la concentrazione minima inibente (MIC) dell’oritavancina per l’organismo infettante è risultato il parametro che è meglio correlato con l’efficacia.
Efficacia clinica contro patogeni specifici
L’efficacia è stata dimostrata negli studi clinici contro i seguenti patogeni che sono risultati sensibili all’oritavancina in vitro.
Micro-organismi Gram-positivi:
Staphylococcus aureus
Streptococcus pyogenes
Streptococcus agalactiae
Streptococcus dysgalactiae
Streptococcus gruppo anginosus (comprende S. anginosus, S. intermedius, e S. constellatus) Attività antibatterica contro altri patogeni pertinenti
L’efficacia clinica non è stata stabilita contro i seguenti patogeni, anche se gli studi in vitro
suggeriscono che sarebbero sensibili all’oritavancina in assenza dei meccanismi di resistenza acquisiti: Streptococchi beta-emolitici del gruppo G
Clostridium perfringens
Peptostreptococcus spp.
Popolazione pediatrica
L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con Tenkasi in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento delle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (vedere paragrafo 4.2 per le informazioni sull’uso pediatrico).
05.2 Proprietà farmacocinetiche
I parametri farmacocinetici medi (± SD) dei prodotti a base di oritavancina (Tenkasi 400 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione e Tenkasi 1 200 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione) in pazienti con ABSSSI dopo una dose singola di 1 200 mg sono presentati nella Tabella 4.
Tabella 4: Parametri farmacocinetici medi (± SD) dopo una singola dose di 1 200 mg di Tenkasi 1 200 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione mediante infusione endovenosa in 1 ora (N = 50) e Tenkasi 400 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione mediante infusione endovenosa nell’arco di 3 ore (N =5 0) in pazienti con ABSSSI
Parametri farmacocinetici |
Tenkasi 1 200 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione (1 ora) Media (± SD) |
Tenkasi 400 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione (3 ore) Media (± SD) |
Cmax (μg/mL) | 148 (±43.0) | 112 (±34.5) |
AUC0-72 (h•μg/mL) | 1460 (±511) | 1470 (±582) |
Cmax, concentrazione plasmatica massima; AUC0-72, Area sotto la curva concentrazione plasmatica- tempo dal tempo zero a 72 ore; SD, Deviazione standard.
Nota: per Tenkasi 400 mg i dati si riferiscono alla somministrazione di 3 flaconcini x 400 mg Distribuzione
L’oritavancina si lega all’85% circa con le proteine plasmatiche umane. In base all’analisi farmacocinetica (PK) sulla popolazione, si calcola che il volume totale medio di distribuzione sia pari a 87,6 L circa, il che indica che l’oritavancina viene ampiamente distribuita nei tessuti.
Le esposizioni (AUC0-24) dell’oritavancina nel fluido delle vescicole cutanee sono risultate pari al 20% di quelle nel plasma dopo una singola dose di 800 mg in soggetti sani.
Biotrasformazione
Non sono stati osservati metaboliti nel plasma o nella bile dei cani e dei ratti trattati con oritavancina, rispettivamente. Inoltre, gli studi in vitro dei microsomi epatici umani hanno indicato che l’oritavancina non viene metabolizzata.
Eliminazione
Non sono stati condotti studi del bilancio di massa nell’uomo. Nell’uomo, meno dell’1%-5% della dose è stato recuperato come progenitore della sostanza attiva nelle feci e nelle urine rispettivamente dopo 2 settimane dalla raccolta, che indica che l’oritavancina viene escreta lentamente senza subire alcuna modificazione.
L’emivita di eliminazione terminale media dell’oritavancina è di 245 ore (coefficiente di variazione, CV 14,9%) in base all’analisi farmacocinetica (PK) della popolazione di pazienti con ABSSSI che hanno ricevuto una singola dose di 1 200 mg. La clearance totale media della popolazione è calcolata a 0,445 L/h (CV 27,2%).
In un’analisi farmacocinetica (PK) della popolazione, è stato identificato un rapporto fra la statura e la clearance (CL), dove la clearance è aumentata con l’aumento della statura. La modifica della dose in base alla statura non è necessaria.
Popolazioni speciali
Compromissione renale
La farmacocinetica dell’oritavancina è stata esaminata negli studi di Fase 3 a singola dose sulle ABSSSI nei pazienti con funzione renale normale, CrCL ≥ 90 mL/min (n=213), compromissione renale lieve, CrCL 60-89 mL/min (n=59), compromissione renale moderata, CrCL 30-59 mL/min (n=22) e compromissione renale severa CrCL < 30 mL/min (n=3). L’analisi farmacocinetica della popolazione ha indicato che la compromissione renale non ha avuto effetti clinicamente rilevanti sull’esposizione dell’oritavancina. Non sono stati condotti studi dedicati nei pazienti dializzati. Non è necessario un aggiustamento della dose di oritavancina nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata, mentre i dati sulla compromissione renale severa sono troppo limitati per raccomandare un aggiustamento della dose..
L’eccipiente idrossipropilbetadex viene escreto nelle urine. La clearance dell’idrossipropilbetadex può essere ridotta nei pazienti con insufficienza renale.
Compromissione epatica
La farmacocinetica dell’oritavancina è stata valutata in uno studio di soggetti con compromissione epatica moderata (Child-Pugh Classe B, n=20) e confrontata con soggetti sani (n=20) corrispondenti per sesso, età e peso. Non sono emersi cambiamenti rilevanti nella farmacocinetica dell’oritavancina nei soggetti con compromissione epatica moderata.
L’aggiustamento del dosaggio di oritavancina non è necessaria nei pazienti con compromissione epatica lieve e moderata. La farmacocinetica dell’oritavancina nei pazienti con compromissione epatica severa non è stata studiata.
Effetti di età, peso, sesso e razza
L’analisi farmacocinetica (PK) della popolazione dagli studi dell’ABSSSI di Fase 3 a singola dose nei pazienti ha indicato che il sesso, l’età, il peso o la razza non hanno effetti clinicamente rilevanti sull’esposizione dell’oritavancina. L’aggiustamento del dosaggio non è richiesta in queste sottopopolazioni.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
L’effetto avverso primario della somministrazione di oritavancina ai ratti e ai cani è stato un accumulo dose-correlato di granuli eosinofili nei macrofagi tissutali, comprendenti epatociti, cellule epiteliali corticali renali, cellule surrenali e macrofagi del sistema reticolo-endoteliale. La comparsa dei granuli eosinofili non si è verificata dopo la somministrazione della singola dose e non ha influito in modo significativo sulla funzione innata dei macrofagi in vitro ai livelli intracellulari anticipati da una singola dose di 1 200 mg.
Incrementi moderati dose-correlati degli enzimi epatici (alanina transaminasi e aspartato transaminasi) sono stati osservati nei ratti e nei cani e sono risultati reversibili all’interruzione del trattamento. I cambiamenti biochimici associati alla funzione renale, comprendenti riduzioni del peso specifico e del pH urinario, leggeri aumenti dell’azoto ureico nel sangue e sporadici incrementi della creatinina, erano presenti sia nel ratto che nel cane dopo il trattamento di due settimane. Una degenerazione vacuolare tubulare minima reversibile è stata osservata anche nei reni dei ratti, a causa di un ben noto effetto dell’idrossipropilbetadex nella formulazione. L’ematopoiesi extramidollare splenica è stata osservata nei ratti. Questo dato istopatologico era correlato all’ingrossamento e all’aumento del peso della milza. L’esposizione nei ratti al livello senza effetti avversi osservabili” (NOAEL, no observed adverse effect level) è risultata da inferiore a solo leggermente superiore all’esposizione umana in base all’area sotto la curva di concentrazione plasmatica-tempo (AUC).
Immediatamente dopo o poco dopo la somministrazione di oritavancina sia nei ratti che nei cani si sono verificate reazioni all’infusione di tipo istaminico. Queste reazioni sono state associate a mortalità a dosaggi inferiori nei ratti maschi piuttosto che nelle femmine negli studi a dose singola; le stesse differenze correlate al sesso non sono state tuttavia osservate in altre specie. Gli studi nei neonati di ratto e di cane per 30 giorni hanno dimostrato gli stessi effetti sui tessuti osservati negli animali adulti, inclusa la sensibilità alle reazioni all’infusione di tipo istaminico mediate dall’oritavancina. La mortalità è stata osservata nei neonati di ratto a livelli posologici leggermente inferiori rispetto ai ratti adulti.
Una batteria standard di test in vitro e in vivo sul potenziale genotossico non ha rivelato alcun risultato clinicamente rilevante. Non sono stati condotti studi a vita negli animali per valutare il potenziale cancerogeno dell’oritavancina.
Quando è stata somministrata per via endovenosa a dosi di un massimo di 30 mg/kg, l’oritavancina non ha influenzato la fertilità o la prestazione riproduttiva dei maschi o delle femmine di ratto. Gli studi nei ratti femmina e nelle coniglie gravide non indicano effetti nocivi diretti o indiretti relativamente alla gravidanza, allo sviluppo embrionale/fetale, al parto o allo sviluppo postnatale. Non sono emerse evidenze di trasferimento transplacentale dell’oritavancina nelle femmine di ratto gravide. L’esposizione nei ratti al livello “senza effetti avversi osservabili” (NOAEL) è risultata da inferiore a solo leggermente superiore all’esposizione umana in base all’area sotto la curva (AUC).
Dopo una singola infusione endovenosa nelle femmine di ratto che allattavano, l’oritavancina radiomarcata con 14C è stata escreta nel latte e assorbita dai cuccioli allattati.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Idrossipropilbetadex Mannitolo Acido fosforico (per l’aggiustamento del pH) Idrossido di sodio (per l’aggiustamento del pH)
06.2 Incompatibilità
I medicinali formulati a un pH basico o neutro possono essere incompatibili con l’oritavancina (vedere paragrafo 6.6).
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali o soluzioni ad eccezione di quelli elencati nel paragrafo 6.6.
06.3 Periodo di validità
4 anni
Dopo la ricostituzione
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente immediatamente diluita nella sacca per infusione endovenosa di glucosio 50 mg/mL (al 5%) o di cloruro di sodio 9 mg/mL (0,9%).
Dopo la diluizione
La soluzione diluita deve essere utilizzata immediatamente.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente, i tempi di conservazione e le condizioni prima dell’uso sono sotto la responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non devono eccedere le 4 ore a 25 C e le 12 ore a 2–8 C dopo la diluizione in una sacca per infusione endovenosa di glucosio al 5% o di cloruro di sodio 0,9%.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flaconcini monouso di vetro tipo 1 da 50 mL con tappi di gomma e capsula flip-off di alluminio. 1- flaconcino individuale è confezionato in una scatola di cartone.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Solo monouso. Tenkasi dovrebbe essere preparato con l’impiego di tecniche asettiche. Esistono due medicinali a base di oritavancina (Tenkasi 400 mg e Tenkasi 1 200 mg) che: Sono forniti in diversi dosaggi di oritavancina.
Hanno una durata di infusione raccomandata diversa.
Hanno istruzioni di preparazione diverse, incluse differenze nella ricostituzione, diluizione e diluenti compatibili.
Seguire attentamente le istruzioni raccomandate per ciascun medicinale.
Tenkasi 1 flaconcino da 1 200 mg deve essere ricostituito e diluito per preparare una singola dose per singolo utilizzo da 1 200 mg IV.La polvere deve essere ricostituita con acqua per preparazioni iniettabili sterile e il concentrato risultante deve essere diluito con la sacca per infusione endovenosa di glucosio al 5% o sodio cloruro 0.9% prima dell’uso. Sia la soluzione ricostituita che la soluzione diluita per l’infusione devono essere soluzioni limpide, da incolore a rosa. I medicinali parenterali devono essere esaminati visivamente per rilevare l’eventuale presenza di materiale particellare dopo la ricostituzione.
Ricostituzione:
40 mL di acqua sterile per preparazioni iniettabili (WFI) devono essere aggiunti utilizzando una siringa sterile per ricostituire il flaconcino per fornire una soluzione di 3 mg/mL per flaconcino.
Per evitare l’eccessiva formazione di schiuma si raccomanda di aggiungere con attenzione acqua sterile per preparazioni iniettabili lungo le pareti dei flaconcini.
Il flaconcino deve essere ruotato delicatamente per evitare la formazione di schiuma e per
accertarsi che tutta la polvere sia completamente ricostituita nella soluzione.
Diluizione: Per la diluizione deve essere utilizzata una sacca per infusione endovenosa di glucosio al 5% (D5W) o di cloruro di sodio 9 mg/mL (0,9%) .
Diluizione:
Aspirare e gettare via 40 mL da una sacca per infusione endovenosa D5W da 250 mL o 0,9% di cloruro di sodio.
Aspirare 40 mL da ciascuno dei tre flaconcini ricostituiti e aggiungerli alla sacca per infusione endovenosa D5W o 0,9% di cloruro di sodio per portare il volume della sacca a 250 mL. Questo produce una concentrazione di 1,2 mg/mL di oritavancina. Per la preparazione per la somministrazione devono essere utilizzate sacche in polipropilene (PP) o polivinilcloruro (PVC).
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Fare riferimento a Tenkasi 400 mg per informazioni rilevanti sull’altro medicinale a base di oritavancina.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Menarini International Operations Luxembourg S.A. 1, Avenue de la Gare L-1611, Luxembourg Lussemburgo
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
EU/1/15/989/002
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 19/03/2015 Data dell’ultimo rinnovo: 13/01/2020
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 08/12/2023