Terapia di HPV: 6 cose importanti da sapere

Terapia di HPV: 6 cose importanti da sapere

L’infezione da HPV è una delle più frequenti infezioni trasmesse sessualmente e molti pazienti (soprattutto donne) ci pongono spesso domande sulla terapia di HPV.

E’ fondamentale ad esempio sapere che l’infezione da HPV di per sé non è curabile: si possono curare solamente le lesioni causate dall’ HPV, come ad esempio leverruche genitali e, soprattutto, le neoplasie cervicali intraepiteliali, meglio conosciute con il loro acronimo di CIN.

Assume quindi un ruolo fondamentale la prevenzione primaria, cioè quella basata sulle vaccinazioni.

Abbiamo voluto riassumere in 6 punti principali le risposte alle domande più comuni sulla terapia dell’ infezione da HPV.

6 cose importanti da sapere sulla terapia di HPV

 

  1. L’infezione non è curabile e a nulla servono antibiotici, ovuli o lavande vaginali. Per tale motivo è importante evidenziare precocemente le alterazioni provocate dal virus con il Pap-test e trattare le lesioni presenti.
  2. Il trattamento delle lesioni consiste nell’asportazione piuttosto che nella distruzione della lesione stessa, poiché è importante che sia possibile studiare il tessuto dopo l’asportazione. Per quanto riguarda la tecnica, l’escissione si può effettuare con un’ansa di filo metallico che brucia e recide contemporaneamente, oppure tramite laser.
  3. Il trattamento non ha conseguenze sulla futura vita sessuale né sulle gravidanze successive
  4. In circa il 90% dei casi, le lesioni non recidivano dopo trattamento, ma a volte l’infezione può non essere debellata, senza provocare la comparsa di ulteriori lesioni; dall’altro lato, la presenza di tumore non implica necessariamente la presenza dell’HPV.
  5. In caso di persistenza del virus, non è necessario sottoporsi nuovamente a trattamento, ma è sufficiente eseguire controlli nel tempo.
  6. Non è detto che la negatività del test HPV-DNA dopo trattamento rimanga costante per tutta la vita, sia perché il virus può essere presente in quantità talmente ridotte da non essere identificato con tale test (il quale può, quindi, positivizzarsi ad un controllo successivo), sia perché ciò non esclude la possibilità di una reinfezione.

 


Altri articoli sull’argomento: