Sindrome Vertiginosa: sintomi, diagnosi e terapia

Sindrome Vertiginosa: sintomi, diagnosi e terapia

La sindrome vertiginosa è un sintomo molto frequente infatti circa il 16% della popolazione vive almeno una volta l’esperienza di una vertigine acuta con forte compartecipazione emotiva ed angoscia. Altrettanto comune è il non corretto iter diagnostico-terapeutico soprattutto a causa di “luoghi comuni” e disinformazione.

 

Cosa si intende per sindrome vertiginosa

Per sindrome vertigine si intende l’erronea percezione di rotazione dell’ambiente attorno a noi stessi (vertigine oggettiva) o di noi stessi nell’ambiente (vertigine soggettiva). Tale disturbo si può presentare a qualsiasi età e può riconoscere diverse cause.

Contrariamente a quanto si pensa la comune artrosi cervicale non determina mai episodi vertiginosi ma può essere responsabile di una alterata postura in associazione ai classici sintomi (dolori al collo e formicoli al braccio).

 

Quali sono le cause più frequenti della sindrome vertiginosa?

Vertigine parossisitica posizionale:

Tali vertigini insorgono tipicamente durante i cambiamenti di posizione, per esempio quando ci si distende a letto o quando ci si rialza, oppure quando ci si abbassa come per allacciarsi le scarpe o ancora quando si guarda in alto.

E’ una vertigine tipicamente oggettiva (ossia si ha la sensazione che l’ambiente ci giri intorno), insorge in maniera brusca ed ha una durata di pochi secondi o minuti (in genere meno di un minuto). Tale sintomatologia è spesso accompagnata da nausea, vomito, sudorazione, pallore cutaneo etc.

La causa é da ricondurre al distacco di piccolissimi sassolini, chiamati otoliti, nell’orecchio interno che muovendo nel liquido labirintico sono capaci di generare le vertigini. La terapia consiste nell’effettuare manovre liberatorie (per riposizionare gli otoliti).

 

Neurite vestibolare (chiamata anche labirintite)

La neurite vestibolare rappresenta la 2° causa più frequente di sindrome vertiginosa oggettiva improvvisa. Essa è dovuta ad una infiammazione del nervo vestibolare la cui causa è spesso riconducibile ad una infezione virale.

Si presenta con il quadro clinico di perdita improvvisa della funzione vestibolare monolaterale e quindi un’ intensa vertigine, a carattere rotatorio, che può durare più di un giorno, accompagnata da nausea e vomito.

La diagnosi si basa sull’anamnesi, nistagmo spontaneo unidirezionale, otoscopia ed esami audiometrici negativi.

La terapia è essenzialmente basata sull’utilizzo di farmaci antivertiginosi e cortisonici con risultati eccellenti già dopo le prime ore di trattamento e successivamente può essere necessario una riabilitazione vestibolare.

 

Malattia di Meniere (chiamata anche Sindrome di Meniere)

La Malattia di Ménière è un’affezione che colpisce l’orecchio interno caratterizzata da un’aumento della pressione dei liquindi labirintici (endolinfa).

I sintomi tipici sono rappresentati da ipoacusia, acufeni, ovattamento auricolare e vertigini oggettive. La sintomatologia uditiva spesso precede di alcune ore la sintomatologia vertiginoso-posturale.

La diagnosi si basa sull’anamnesi e anche sul quadro audiometrico caratterizzato da ipoacusia neurosensoriale fluttuante prevalentemente sulle basse frequenze. La terapia si avvale di farmaci quali la betaistina, diuretici cortisonici, etc. fondamentale è seguire una dieta povera di sodio ed iperidrica.

In casi selezionati è indicato un intervento chirurgico con infiltrazione endotimpanica di gentamicina.

 

Vertigine emicranica

Patologia a carattere familiare, l’emicrania colpisce prevalentemente il sesso femminile. La sintomatologia più comune è la sindrome vertiginosa che si accompagna alla cefalea (vertigine emicranica associata) o talvolta la vertigine come unico sintomo in un paziente con storia di cefalea emicranica (vertigine emicranica equivalente). Gli episodi vertiginosi sono ricorrenti e possono essere scatenati da privazione del sonno, squilibri ormonali, stress emotivo etc. La diagnosi si basa sostanzialmente su una attenta anamnesi sia personale che familiare dopo aver escluso altre cause di vertigine periferica o centrale. La terapia prevede la somministrazione di farmaci utilizzati nella profilassi dell’emicrania come la flunarizina, beta-bloccanti, amitriptilina, triptani.

 

“Dizziness” soggettivo cronico

Non è una vera e propria vertigine ma una condizione di instabilità posturale e disequilibrio. I sintomi peggiorano in piedi e quando si cammina, mentre si riducono quando ci si siede o addirittura scompaiono quando ci si sdraia. Questa condizione, poco conosciuta, ma molto frequente,  è secondaria ad un evento acuto o ricorrente come può essere una disfunzione vestibolare periferica o centrale o altre patologie come il trauma cranico, colpo di frusta, le aritmie), disordini psichiatrici. Gli esami otoneurologici risultano negativi se non per un disturbo vestibolare preesistente. La causa di questo disturbo va ricercata in un fallimento del riadattamento dopo un evento acuto, favorito da un uno stato ansioso. Il trattamento medico consiste nell’utilizzo di farmaci inibitori della ricaptazione di serotonina e/o noradrenalina, associato a rieducazione vestibolare e terapia cognitivo-comportamentale.

 

Cosa fare quando si presenta una sindrome vertiginosa?

Quando insorge una vertigine la prima cosa da fare è sospendere tutte le attività che si stanno compiendo e adagiarsi a letto trovando una posizione che scateni il meno possibile la sintomatologia. Chiamare il proprio medico di fiducia in modo da tranquillizzarsi ed iniziare una terapia sintomatica.

Successivamente, se la sintomatologia persiste è buona norma rivolgersi ad un esperto de settore (vestibologo) affinchè sia possibile capire la causa ed iniziare una terapia specifica.