Dalacin C: effetti collaterali e controindicazioni

Dalacin C: effetti collaterali e controindicazioni

Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile (Clindamicina Fosfato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

La clindamicina è indicata nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonché nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi.

Un trattamento con clindamicina, per lo più associata ad un antibiotico aminoglicosidico, può essere preso in considerazione come alternativa nella terapia di infezioni ginecologiche e pelviche acute da Chlamydia trachomatis quando l’impiego dell’antibiotico di scelta, le tetracicline, è controindicato.

La clindamicina si è dimostrata efficace nel trattamento di infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici; prima dell’impiego è necessario tuttavia eseguire opportuni test microbiologici al fine di stabilire la sensibilità in vitro del germe verso l’antibiotico.

Trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi.

Dalacin c fosfato - soluzione iniettabile: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile: controindicazioni

Ipersensibilità alla clindamicina, alla lincomicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Il farmaco è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Per il suo contenuto in alcool benzilico, clindamicina fosfato soluzione iniettabile non deve essere somministrato ai nati prematuri, ai neonati, ai bambini al di sotto dei 2 anni (vedere paragrafì 4.4 e 4.6).

Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile: effetti collaterali

La seguente tabella presenta le reazioni avverse individuate attraverso gli studi clinici e la sorveglianza post-marketing, ordinate in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. I gruppi di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 e <1/10); non comune (≥1/1.000 e <1/100); raro (≥1/10.000 e <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravità.

Classificazione per sistemi e organi Molto comune ≥1/10 Comune≥1/100 e <1/10 Non comune≥1/1.000 e <1/100 Raro≥1/10.000 e <1/1.000 Molto raro<1/10.000 Non nota(la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni ed infestazioni Colite pseudomembranosa* (vedere paragrafo 4.4) Colite da Clostridium difficile* Infezione della vagina*
Patologie del sistema emolinfopoietico Agranulocitosi* Neutropenia* Trombocitopenia* Leucopenia* Eosinofilia
Disturbi del sistema immunitario Shock anafilattico* Reazione anafilattoide* Reazione anafilattica* Ipersensibilità*
Patologie del sistema nervoso Disgeusia
Patologie cardiache Arresto cardio-respiratorio§
Patologie vascolari Tromboflebite Ipotensione§
Patologie gastrointestinali Diarrea Nausea Dolore addominale Vomito
Patologie epatobiliari Ittero*
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Esantema maculo-papulare Orticaria Eritema multiforme Prurito Necrolisi epidermica tossica (TEN)* Sindrome di Stevens-Johnson (SJS)* Reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)* Pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP)2 Angioedema* Dermatite esfoliativa* Dermatite bollosa* Esantema morbilliforme*
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore Ascesso in sede di iniezione Irritazione in sede di iniezione*
Esami diagnostici Parametri di funzionalità epatica anormali

*Reazioni avverse individuate nell’esperienza post-immissione in commercio

§Rari casi sono stati segnalati dopo una somministrazione endovenosa troppo rapida (vedere paragrafo 4.2)

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.

Dalacin c fosfato – soluzione iniettabile: avvertenze per l’uso

In pazienti sottoposti a terapia con clindamicina sono state riportate reazioni da ipersensibilità gravi, comprese reazioni cutanee gravi come reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (NET) e pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Qualora si verifichi una reazione da ipersensibilità o una reazione cutanea grave, il trattamento con clindamicina deve essere interrotto e deve essere istituita una terapia adeguata (vedere paragrafì 4.3 e 4.8).

DALACIN C FOSFATO soluzione iniettabile contiene alcool benzilico (9,45 mg/ml) come conservante. L’impiego dell’alcool benzilico è stato associato a reazioni avverse gravi, inclusa la “gasping sindrome” e il decesso in pazienti pediatrici, in particolare nei prematuri e neonati. Nonostante le normali dosi terapeutiche del prodotto trasportino in genere quantità di alcool benzilico sostanzialmente inferiori a quelle associate alla “gasping sindrome”, non è nota la quantità di alcool benzilico alla quale si può manifestare la tossicità.

Il rischio di tossicità da alcool benzilico dipende dalla quantità somministrata e dalla capacità epatica di eliminare la sostanza. Nei neonati prematuri e sottopeso può esservi maggiore probabilità di sviluppare tossicità. L’alcool benzilico può causare reazioni tossiche e anafilattiche in neonati e bambini fino ai 3 anni di età (vedere paragrafo 4.3).

L’impiego della clindamicina deve essere riservato ai pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali, a giudizio del medico, la penicillina non sia indicata.

Per la possibilità di coliti, il medico prima di prescrivere la clindamicina, deve valutare la natura dell’infezione e la possibilità di impiego di farmaci meno tossici. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di Clostridium difficile. Ciò è stato riferito con l’uso di quasi tutti gli antibiotici, compresa la clindamicina. Il Clostridium difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) ed è una causa primaria di “colite da antibiotici”.

È necessaria un’attenta anamnesi poiché i casi di diarrea associata a C. difficile

sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici.

Nei pazienti che presentano diarrea dopo somministrazione di antibiotici è importante prendere in considerazione la diagnosi di CDAD. Essa può evolvere in colite, compresa la colite pseudomembranosa (vedere paragrafo 4.8), la cui gravità può variare da colite lieve a fatale. La colite è usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e può esservi presenza di sangue e muco nelle feci. La colite se non è diagnosticata e trattata tempestivamente può evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico. L’esame endoscopico può rivelare colite pseudomembranosa. Se esiste un sospetto di colite si raccomanda un esame rectosigmoidoscopico. La presenza di colite può essere ulteriormente confermata dall’esame colturale delle feci per il Clostridium difficile in un media selettivo e dal saggio per la tossina del C. difficile. Se si sospetta o viene confermata la presenza di diarrea da antibiotici o di colite da antibiotici, si deve interrompere il trattamento in corso con antibiotici, compresa la clindamicina, e si devono prendere immediatamente provvedimenti terapeutici adeguati. In questa situazione sono controindicati i farmaci che inibiscono la peristalsi.

Gli antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato più atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni.

La vancomicina è risultata efficace nel trattamento delle coliti pseudomembranose antibiotico-dipendenti prodotte dal Clostridium difficile. Il dosaggio per gli adulti è da 500 mg a 2 g/die di vancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7-10 giorni.

La colestiramina si lega alla tossina in vitro: però questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina è consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi.

Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo trattamento con vancomicina.

I dati finora disponibili mettono in luce che i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene la diarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza dell’evacuazione.

DALACIN C FOSFATO deve essere prescritto con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastro-intestinali, particolarmente coliti, ed agli individui atopici.

Talvolta l’uso di antibiotici può provocare lo sviluppo di germi resistenti, in particolare lieviti. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere

le misure terapeutiche adeguate. Durante una terapia prolungata si devono effettuare esami periodici della funzionalità epatica e renale ed esami emocromocitometrici.

Compromissione della funzionalità epatica e renale

L’emivita del farmaco è risultata solo lievemente modificata negli epatonefro pazienti. Pertanto in caso di compromissione della funzionalità epatica e renale di lieve o media gravità non è necessaria di norma una riduzione della dose che può essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene. In caso di terapia prolungata si devono effettuare esami della funzionalità epatica e renale.

Poiché la clindamicina non diffonde adeguatamente nel liquido cefalorachidiano il farmaco non deve essere impiegato per il trattamento delle meningiti.

I dati sull’uso di Dalacin C FOSFATO in donne in gravidanza sono limitati pertanto l’uso deve essere effettuato solo se strettamente necessario (vedere paragrafo 4.6)

Informazioni importanti su alcuni eccipienti:

Il medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente “senza sodio”.

Il medicinale contiene alcol benzilico (vedere paragrafo 4.3, ìnìzìo paragrafo 4.4, paragrafo 4.6)


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco