Enantone: effetti collaterali e controindicazioni

Enantone: effetti collaterali e controindicazioni

Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi (Leuprorelina Acetato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Nell’uomo: Ca. della prostata e suoi secondarismi.

Nella donna: Endometriosi a localizzazione genitale ed extragenitale (stadi I-IV).

Ca. della mammella in donne in pre e perimenopausa ove sia indicato il trattamento ormonale.

Fibromi uterini

Nell’infanzia: Pubertà precoce (prima degli 8 anni nella bambina e prima dei 10 anni nel bambino).

Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi: controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti Gravidanza e allattamento.

Controindicato in presenza di sanguinamenti vaginali non diagnosticati.

Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi: effetti collaterali

L’effetto più comune durante la terapia con leuprorelina acetato (o leuprolide acetato) è rappresentato dalla vampate di calore secondarie alle modificazioni endocrine causate dal prodotto (soppressione della secrezione testosteronica nell’uomo e all’ipoestrogenismo similmenopausale nella donna). Altri effetti endocrini nell’uomo sono diminuzione della libido, perdita della massa ossea, impotenza, ginecomastia e diminuzione del volume testicolare, atrofia testicolare e nella donna diminuzione della libido, turbe mestruali, vaginiti con perdite ematiche, secchezza vaginale, diminuzione del volume mammario, artralgia, mialgia.

Altri effetti del farmaco nell’uomo sono rappresentati dall’iniziale peggioramento della sintomatologia ostruttiva urinaria (disuria, ematuria, dolore lombare), della sintomatologia muscoloscheletrica (dolori ossei) o dei segni neurologici da compressione (senso di debolezza o parestesie agli arti inferiori). Queste manifestazioni sono abitualmente transitorie e scompaiono in genere entro una o due settimane dall’inizio della terapia.

Durante il trattamento con il farmaco sono stati inoltre segnalati i seguenti effetti collaterali: cefalea, nausea, vomito, turbe dell’alvo (stipsi o diarrea), anoressia, febbre, aumento della sudorazione, rash cutaneo, prurito, reazioni anafilattiche, reazioni al sito di iniezione, caduta dei capelli, vertigini, turbe del sonno (sonnolenza o insonnia), dolori generalizzati, parestesie, disturbi della vista, disturbi psichiatrici: irritabilità, labilità emotiva, alterazioni dell’umore e depressione (frequenza: comune (uso a lungo termine); non comune (uso a breve termine), palpitazioni, edema, dispnea, alterazioni ponderali, alterazioni, generalmente transitorie, dei parametri di funzionalità epatica.

Nelle bambine affette da pubertà precoce è possibile la comparsa di piccole emorragie genitali dopo la prima iniezione (vedere sezione 4.4)

E’ possibile l’irritazione nel punto di iniezione.

Come con altri farmaci di questa classe, sono stati riportati casi molto rari di apoplessia ipofisaria a seguito di iniziale somministrazione in pazienti con adenoma ipofisario.

Enantone 11,25/2 ml polvere e solvente per sospensione iniettabi: avvertenze per l’uso

Nell’uomo nella fase iniziale di trattamento con gli analoghi LHRH sono stati segnalati casi di peggioramento della sintomatologia clinica, come ad esempio dolore osseo, ostruzione del tratto urinario ed ematuria, debolezza degli arti inferiori e parestesia, di tipo transitorio (vedere sezione 4.8) dovuto ad un aumento temporaneo del livello di testosterone sierico. Ciò giustifica un controllo medico particolarmente attento durante le prime settimane di trattamento per i pazienti portatori di ostruzione delle vie urinarie e per i malati che presentano metastasi vertebrali.

Per la stessa ragione, all’inizio del trattamento i soggetti che presentano segni premonitori di compressione midollare devono essere attentamente controllati.

Nel periodo iniziale di trattamento si può notare un aumento transitorio della fosfatasi acida.

L’inizio del trattamento è a volte accompagnato da accentuazione dei segni e dei sintomi clinici (in particolare dei dolori ossei).

E’ stato segnalato, con gli analoghi dell’LH-RH, qualche caso di accentuazione di ematuria preesistente o di ostruzione urinaria, sensazione di debolezza o di parestesia agli arti inferiori.

Queste manifestazioni sono abitualmente transitorie e scompaiono in una o due settimane dall’inizio del trattamento. Inoltre la possibilità di una temporanea esacerbazione dei sintomi durante le prime settimane di trattamento deve essere presa in considerazione nei pazienti con segni neurologici da compressione midollare o in quelli che presentano ostruzione urinaria.

Può essere utile verificare periodicamente la testosteronemia che non deve essere superiore a I ng/ml, il PSA e la fosfatasi acida, che nelle prime settimane di trattamento possono transitoriamente aumentare. La risposta terapeutica può essere valutata a livello osseo attraverso esame scintigrafico e/o tomografico; a livello prostatico la risposta verrà valutata attraverso ecografia e/o tomografia (oltre l’esame clinico e l’esplorazione rettale).

Nella donna affetta da endometriosi e fibromi uterini l’eventuale insorgenza di metrorragie gravi in corso di trattamento è da considerarsi anormale e comporta la verifica del tasso di estradiolo plasmatico che, se inferiore a 50 pg/ml, richiede indagini per l’identificazione di eventuali lesioni organiche associate.

In caso di insorgenza di sanguinamento vaginale grave durante il trattamento, la paziente dovrà essere monitorata attentamente e, qualora necessario, si dovrà intervenire opportunamente.

Prima del trattamento le donne potenzialmente fertili devono essere sottoposte ad attenti controlli per escludere una gravidanza in atto. Durante il trattamento devono essere adottati metodi contraccettivi non ormonali. Tali metodi devono essere mantenuti fino alla ripresa del ciclo mestruale.

In caso di trattamento prolungato, può essere utile verificare periodicamente i valori di densitometria ossea poichè gli analoghi LHRH, producono uno stato di ipoestrogenismo che induce una riduzione del contenuto minerale osseo. La durata del trattamento dovrebbe comunque essere limitata a 6 mesi.

In un primo periodo, dopo la prima somministrazione del farmaco, potrebbe verificarsi un peggioramento temporaneo del quadro clinico. Comunque, tale sintomatologia scompare proseguendo il trattamento.

Nella bambina affetta da pubertà precoce la stimolazione gonadica può essere responsabile di piccole emorragie genitali dopo la prima iniezione che necessitano l’aggiunta di un trattamento adeguato solo nel caso in cui queste si manifestino oltre il primo mese di trattamento.

Nell’infanzia: l’inibizione dell’attività gonadotropa ipofisaria si manifesta nei due sessi con la soppressione della secrezione dell’estradiolo o del testosterone, con l’abbassamento del picco di LH e con un miglioramento del rapporto età staturale/età ossea.

A causa della crescita del bambino si consiglia di controllare regolarmente che i tassi di estradiolo/testosterone rimangano bassi soprattutto nel caso il peso si avvicini ai 20 Kg.

C’è un aumento del rischio di depressione incidente (che può essere grave) in pazienti in trattamento con agonisti GNRH, come leuprorelina. I pazienti devono essere informati di conseguenza e trattati in modo appropriato se i sintomi si manifestano


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco