Mifegyne: effetti collaterali e controindicazioni

Mifegyne: effetti collaterali e controindicazioni

Mifegyne 200 mg (Mifepristone) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Per l’interruzione della gravidanza, il mifepristone anti-progesterone e l’analogo delle prostaglandine possono essere prescritti e somministrati solo nel rispetto delle normative e dei regolamenti nazionali presenti nei vari paesi.

– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso.

Usato in associazione sequenziale con un analogo delle prostaglandine, fino al 63° giorno di amenorrea (vedere paragrafo 4.2).

-– Ammorbidimento e dilatazione della cervice uterina prima dell’interruzione chirurgica della gravidanza nel corso del primo trimestre.

– Preparazione all’azione degli analoghi delle prostaglandine nell’interruzione terapeutica della gravidanza

(oltre il primo trimestre).

– lnduzione del travaglio in caso di morte intrauterina fetale.

In pazienti nelle quali non è possibile utilizzare prostaglandine od ossitocina.

Mifegyne 200 mg: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Mifegyne 200 mg ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Mifegyne 200 mg, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Mifegyne 200 mg: controindicazioni

Questo prodotto NON DEVE MAI essere prescritto nei casi seguenti.

IN TUTTE LE

Per l’interruzione della gravidanza, il mifepristone anti-progesterone e l’analogo delle prostaglandine possono essere prescritti e somministrati solo nel rispetto delle normative e dei regolamenti nazionali presenti nei vari paesi.

– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso.

Usato in associazione sequenziale con un analogo delle prostaglandine, fino al 63° giorno di amenorrea (vedere paragrafo 4.2).

-– Ammorbidimento e dilatazione della cervice uterina prima dell’interruzione chirurgica della gravidanza nel corso del primo trimestre.

– Preparazione all’azione degli analoghi delle prostaglandine nell’interruzione terapeutica della gravidanza

(oltre il primo trimestre).

– lnduzione del travaglio in caso di morte intrauterina fetale.

In pazienti nelle quali non è possibile utilizzare prostaglandine od ossitocina.

insufficienza surrenalica cronica,

ipersensibilità al mifepristone o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1,

asma severa non controllata dalla terapia,

porfiria ereditaria.

Nell’indicazione: interruzione medica di gravidanza in corso

gravidanza non confermata da esame ecografico o test di laboratorio,

gravidanza oltre i 63 giorni di amenorrea,

sospetta gravidanza extrauterina,

controindicazioni all’analogo della prostaglandina scelto.

Nell’indicazione: ammorbidimento e dilatazione della cervice uterina prima dell’interruzione chirurgica della gravidanza:

gravidanza non confermata da esame ecografico o test di laboratorio,

gravidanza oltre gli 84 giorni di amenorrea,

sospetta gravidanza extrauterina.

Nell’indicazione: preparazione all’azione degli analoghi della prostaglandina nell’interruzione terapeutica della gravidanza

(oltre il

primo trimestre):

controindicazioni all’analogo delle prostaglandine scelto.

Mifegyne 200 mg: effetti collaterali

La frequenza di incidenza degli effetti indesiderati è classificata come segue:

Molto comune (? 1/10) Comune (da ? 1/100 a < 1/10)

Non comune (da ? 1/1.000 a < 1/100) Raro (da ? 1/10.000 a < 1/1.000) Molto raro (< 1/10.000)

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Infezioni e infestazioni

Comune:

Infezione post-aborto. Infezioni sospette o confermate (endometrite, malattia infiammatoria pelvica) sono state riportate in meno del 5% delle pazienti.

Molto raro:

Sono stati riportati casi molto rari di shock tossico e settico potenzialmente fatali (causati da Clostridium sordellii o Escherichia coli) con

prese

nza o meno

di febbre o altri chiari sintomi di infezione, dopo interruzione medica di gravidanza mediante somministrazione vaginale o orale non autorizzata di misoprostolo in compresse per uso orale. I medici devono essere consapevoli di questa complicanza potenzialmente fatale (vedere paragrafo 4.4. – Avvertenze specìalì e precauzìonì dì ìmpìego).

Patologie del sistema nervoso

Raro:

– Cefalea

Patologie vascolari

Non comune:

– Ipotensione (0,25%)

Patologie gastrointestinali

Molto comune

Nausea, vomito, diarrea (gli effetti gastrointestinali correlati alle prostaglandine sono riportati frequentemente)

Comune

Crampi, lievi o moderati

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comune

Ipersensibilità: eruzione cutanea (0,2%).

Raro

– Sono stati riportati casi isolati di orticaria, eritrodermia, eritema nodoso, e necrolisi epidermica tossica.

Molto raro

Angioedema

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Molto comune

Contrazioni e crampi uterini (10 – 45%) molto comuni nelle ore successive all’assunzione della prostaglandina.

Comune

Gravi sanguinamenti si verificano circa nel 5% dei casi e possono richiedere raschiamento emostatico fino all’1,4% dei casi.

Raro

Eccezionalmente è stata riportata la rottura dell’utero in seguito all’assunzione della prostaglandina, durante l’induzione di un’interruzione di gravidanza nel secondo trimestre o con l’induzione del travaglio per morte fetale durante il terzo trimestre. I casi riportati si sono verificati, in particolare, in donne pluripare o in donne che avevano subito un taglio cesareo.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Raro

Malessere, sintomi vagali (vampate, capogiri, brividi), febbre.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il Agenzia Italiana del Farmaco (https://www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza).

Mifegyne 200 mg: avvertenze per l’uso

e

A causa delle sue proprietà abortive, il mifepristone non deve mai essere usato in

donne che desiderino portare a termine la gravidanza in corso.

L’epoca della gravidanza deve essere determinata tramite colloquio ed esame clinico della paziente. Si consiglia un’ecografia uterina.

In assenza di studi specifici, il mifepristone non è raccomandato in pazienti con:

Malnutrizione

Insufficienza epatica

Insufficienza renale

– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso

Questo metodo richiede il coinvolgimento attivo della paziente che deve essere informata sui requisiti del metodo:

la necessità di associare un trattamento con un analogo della prostaglandina da somministrare alla seconda visita 36-48 ore dopo la somministrazione di questo medicinale,

la necessità di una visita di follow up (3° visita) da 14 a 21 giorni dalla somministrazione del mifepristone per verificare la completa espulsione,

il possibile insuccesso del metodo, che comporta il ricorso ad un altro metodo per l’interruzione della gravidanza.

Nel caso si verifichi una gravidanza con un dispositivo intrauterino in situ, il dispositivo deve essere rimosso prima della somministrazione del mifepristone.

Rischi correlati al metodo

Fallimenti

Il rischio non trascurabile di fallimento si verifica nel 1,3-7,5% dei casi, rendendo pertanto obbligatoria la visita di controllo per verificare che l’espulsione sia completata.

Nella rara evenienza di una espulsione incompleta, può rendersi necessario un intervento chirurgico di revisione.

L’efficacia del metodo diminuisce con il numero di gravidanze, e di conseguenza con l’avanzare dell’età della paziente.

– Sanguinamento

La paziente deve essere informata dell’evenienza di un prolungato sanguinamento vaginale (in media pari o superiore a 12 giorni dopo assunzione di mifepristone) che può essere abbondante. Il sanguinamento si verifica nella quasi totalità dei casi e non è in alcun modo prova di una espulsione completa. Il sanguinamento può verificarsi molto rapidamente dopo l’assunzione di misoprostolo, ma a volte anche più tardi:

Nel 60% dei casi, l’espulsione si verifica entro 4 ore dall’assunzione di misoprostolo,

Nel restante 40% dei casi l’espulsione si verifica entro 24-72 ore dall’assunzione di misoprostolo.

In rari casi l’espulsione può verificarsi prima della somministrazione dell’analogo della prostaglandina (3% dei casi circa). Ciò non preclude la visita di controllo allo scopo di verificare la completa espulsione e lo svuotamento dell’utero.

La paziente deve essere informata sull’impossibilità di intraprendere viaggi che la portino lontano dal centro di prescrizione fino a che non sia stata verificata la completa espulsione. Riceverà istruzioni precise su chi contattare e dove recarsi in caso si verifichino problemi, soprattutto in caso di sanguinamento vaginale molto abbondante. Questo è un sanguinamento che dura più di 12 giorni e/o più intenso del normale sanguinamento mestruale.

È necessaria una visita di controllo in un periodo tra i 14 ed i 21 giorni dall’assunzione di mifepristone per verificare con metodi appropriati (esame clinico congiuntamente a misurazione del livello di beta-hCG o ecografia) che l’espulsione sia stata completata e che il sanguinamento vaginale sia terminato. In caso di sanguinamento persistente (anche lieve) dopo la visita di controllo, deve esserne verificata la scomparsa nel giro di pochi giorni.

Qualora si sospetti una gravidanza in atto, può essere necessario un ulteriore esame ecografico.

La persistenza di sanguinamento vaginale in questa fase potrebbe essere indice di aborto incompleto o di una gravidanza ectopica non diagnosticata e bisogna quindi considerare un trattamento appropriato.

Dal momento che un sanguinamento abbondante che richieda un raschiamento emostatico si verifica nello 0-1,4% dei casi di interruzione medica di gravidanza,

bisogna porre particolare attenzione alle pazienti con disordini dell’emostasi con ipocoagulabilità, o con anemia. La decisione di ricorrere al metodo medico o chirurgico deve essere stabilita con un consulto specialistico, a seconda del tipo di disordine dell’emostasi e del grado di anemia.

In caso di una gravidanza in atto, diagnosticata dopo la visita di follow-up, si dovrà proporre alla paziente un altro metodo per l’interruzione della gravidanza.

Infezione

Casi gravi (talvolta fatali) di sindrome da shock tossico e shock settico causato da infezioni da patogeni atipici (Clostridium sordellii o

Escherichia coli), sono stati riportati dopo l’interruzione medica della gravidanza effettuata con l’uso di 200 mg di mifepristone seguita dalla somministrazione non autorizzata per via vaginale o orale di misoprostolo in compresse. I medici devono essere consapevoli di questa complicazione potenzialmente fatale.

2 – Ammorbidimento e dilatazione della cervice uterina prima dell’interruzione chirurgica della gravidanza

Per la piena efficacia della terapia, l’uso di Mifegyne deve essere seguito, a 36-48 ore di distanza e non oltre, dall’interruzione chirurgica.

Rischi relativi al metodo

Sanguinamento

La paziente deve essere informata del rischio di sanguinamento vaginale che può essere abbondante, in seguito all’assunzione di Mifegyne. Deve essere informata del rischio di aborto (sebbene minimo) prima dell’intervento chirurgico: deve essere informata su dove recarsi per verificare la completa espulsione, o in caso di una qualsiasi emergenza.

Dal momento che un abbondante sanguinamento con necessità di raschiamento si verifica in circa l’1 % delle pazienti, bisogna porre particolare attenzione alle pazienti con disordini dell’emostasi, ipocoagulabilità o anemia grave.

Altri rischi

Rischi associati alla procedura chirurgica.

Precauzioni di impiego 1 – In tutti i casi

In caso di una sospetta insufficienza surrenalica acuta, si raccomanda la somministrazione di desametasone. 1 mg di desametasone antagonizza una dose di 400 mg di mifepristone.

A causa dell’attività antiglucocorticoidea del mifepristone, l’efficacia della terapia corticosteroidea a lungo termine, inclusi i corticosteroidi per inalazione nei pazienti asmatici, può risultare ridotta nei 3-4 giorni successivi all’assunzione di Mifegyne. È necessario un aggiustamento della terapia.

Alloimmunizzazione Rh

L’interruzione medica della gravidanza richiede la determinazione del fattore Rh del sangue e, quindi, la prevenzione dell’alloimmunizzazione Rh, come pure altre misure generali abitualmente adottate nelle interruzioni di gravidanza.

Inizio della contraccezione dopo l’interruzione medica di gravidanza

Durante studi clinici si sono verificate gravidanze tra l’espulsione dell’embrione e la ripresa delle mestruazioni. Pertanto, quando un’interruzione di gravidanza effettuata per intervento medico è confermata dal punto di vista medico, si consiglia di iniziare immediatamente la contraccezione.

Altro

Ci si deve inoltre attenere alle precauzioni correlate agli analoghi delle prostaglandine.

– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso

Sono stati segnalati eventi cardiovascolari, rari ma gravi (infarto miocardico e/o spasmo delle arterie coronariche e grave ipotensione), dopo la somministrazione intravaginale e intramuscolare di una dose elevata di analoghi delle prostaglandine. Misoprostolo somministrato oralmente può costituire anche un fattore di rischio potenziale di eventi cardiovascolari acuti. Per tale ragione, le pazienti a rischio per malattie cardiovascolari (ad es. età superiore a 35 anni, fumatrici croniche con iperlipidemia, diabete) o patologie cardiovascolari conclamate devono essere trattate con cautela.

– Per l’impiego sequenziale di Mifegyne – Prostaglandina, in qualunque indicazione

Se indicato, si devono seguire le precauzioni relative alla prostaglandina utilizzata.

Modo di somministrazione della prostaglandina

La paziente deve essere monitorata nel centro di trattamento durante l’assunzione e nelle tre ore successive, in modo da identificare eventuali effetti acuti dovuti alla somministrazione della prostaglandina. Il centro di trattamento deve essere dotato di strutture adeguate.

Al momento della dimissione dal centro di trattamento, se necessario, devono essere forniti a tutte le donne i farmaci appropriati e devono essere adeguatamente informate sui possibili segni e sintomi che possono insorgere e devono avere accesso diretto al centro di trattamento sia telefonicamente che direttamente.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco