Viracept: effetti collaterali e controindicazioni

Viracept: effetti collaterali e controindicazioni

Viracept 250 mg compresse (Nelfinavir) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

VIRACEPT è indicato in combinazione con antiretrovirali nel trattamento di pazienti adulti, adolescenti e bambini di età uguale o superiore a 3 anni infettati dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV‑1).

In pazienti precedentemente trattati con inibitori della proteasi, la scelta del nelfinavir deve basarsi sulla valutazione individuale della resistenza virale e sui trattamenti precedenti.

Vedere paragrafo 5.1.

Viracept 250 mg compresse: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Viracept 250 mg compresse ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Viracept 250 mg compresse, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Viracept 250 mg compresse: controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Co-somministrazione con rifampicina (vedere paragrafo 4.5).

Preparazioni a base di erbe contenenti l’erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) non devono essere usate contemporaneamente a nelfinavir per il rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e riduzione dell’efficacia clinica di nelfinavir (vedere paragrafo 4.5).

VIRACEPT non deve essere somministrato contemporaneamente ad omeprazolo a causa di una diminuzione nell’esposizione a nelfinavir e al suo metabolita attivo M8. Questo può portare a una perdita della risposta virologica e a una possibile insorgenza di resistenza a VIRACEPT (vedere paragrafo 4.5).

Viracept 250 mg compresse: effetti collaterali

Esperienza derivante da studi clinici con VIRACEPT 250 mg compresse:

La sicurezza di VIRACEPT 250 mg compresse è stata studiata nel corso di studi clinici controllati con più di 1300 pazienti.

La maggior parte dei pazienti in questi studi ha assunto o una dose di 750 mg tre volte al giomo da sola o in combinazione con analoghi nucleosidici oppure una dose di 1250 mg due volte al giomo in combinazione con analoghi nucleosidici.

La reazione avversa riportata più di frequente dai pazienti (n=514) sottoposti a terapia con VIRACEPT in due studi clinici di fase III, in doppio cieco, è stata la diarrea (70,6 %, n=350). La diarrea è stata di intensità lieve o moderata nel 97,7 % di questi 350 pazienti. Benchè una analisi formale dell’intervallo di tempo necessario per la comparsa di diarrea non sia stata eseguita, la comparsa di diarrea generalemente si verifica a poca distanza dall’inizio della terapia con VIRACEPT; l’insorgenza di diarrea è meno frequente in pazienti che sono stati in terapia con VIRACEPT per periodi di tempo più lunghi. Inoltre, più di 4000 pazienti di età superiore o uguale a 13 anni in studi allargati hanno assunto VIRACEPT ad una dose di 750 mg tre volte al giomo. La maggior parte degli eventi avversi è stata di intensità lieve.

Nel corso dei due studi clinici di fase III, in doppio cieco, le reazioni avverse di intensità da moderata a grave, documentate dai ricercatori come almeno possibilmente correlate al VIRACEPT o di correlazione sconosciuta in ≥ 2 % dei pazienti trattati con VIRACEPT 750 mg tre volte al giomo (n=200) in combinazione con analoghi nucleosidici (per 24 settimane), hanno incluso i seguenti effetti indesiderati:

Alterazioni dell’apparato gastrointestinale: diarrea (25,9 %), flatulenza (2,5 %), nausea (4,5 %).

Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: eruzioni cutanee (3,0 %).

I dati di sicurezza fino a 48 settimane sono disponibili per 554 pazienti di uno studio che confronta VIRACEPT 1250 mg due volte al giomo (n=344) con VIRACEPT 750 mg tre volte al giomo (n=210), entrambi in combinazione con lamivudina e stavudina. L’incidenza di reazioni avverse di intensità da moderata a grave, riferite dai ricercatori come almeno possibilmente correlate al VIRACEPT o di correlazione sconosciuta in ≥ 2 % dei pazienti trattati, è risultata simile nei due bracci dello studio (due volte al giomo e tre volte al giomo): diarrea (21,2 % contro 18,2 %), nausea (2,9 % contro 3,3 %) ed eruzioni cutanee (1,7 % contro 1,4 %).

Le marcate anormalità cliniche di laboratorio (passaggio dal grado 0 al grado 3 o 4, o passaggio dal grado 1 al grado 4) riportate in ≥ 2 % dei pazienti trattati con VIRACEPT 750 mg tre volte al giomo (per 24 settimane) nel corso degli stessi studi hanno incluso l’aumento della creatinchinasi (3,9 %) e la diminuzione dei neutrofili (4,5 %). In meno del 2 % dei pazienti che hanno assunto VIRACEPT 750 mg tre volte al giomo si è verificato un aumento significativo delle transaminasi, talora accompagnato da segni e sintomi clinici di epatite acuta. Alcuni di questi pazienti erano portatori cronici noti dei virus dell’epatite B e/o C. Ad eccezione della diarrea, non si sono rilevate differenze significative negli eventi avversi riportati dai pazienti trattati con VIRACEPT rispetto ai bracci di controllo con zidovudina più lamivudina o stavudina da sola.

Nello studio che confronta VIRACEPT 1250 mg due volte al giomo con VIRACEPT 750 mg tre volte al giomo, entrambi in combinazione con lamivudina e stavudina, le incidenze di marcate anormalità cliniche di laboratorio (passaggio dal grado 0 al grado 3 o 4, o passaggio dal grado 1 al grado 4) riportate in ≥ 2 % dei pazienti sono state: AST (2 % contro 1 %), ALT (3 % contro 0 %), neutropenia (2 % contro 1 %).

Esperienza post-marketing:

Le seguenti ulteriori reazioni avverse sono state riportate durante l’esperienza post-marketing:

Infezioni e infestazioni:

Raro (≥ 0,01 % – ≤ 0,1 %): epatite, alterazioni degli enzimi epatici e ittero quando nelfinavir viene utilizzato in combinazione con altri agenti antiretrovirali.

Alterazioni del sistema immunitario:

Non comune (≥ 0,1 % – ≤ 1 %): reazioni di ipersensibilità comprendenti broncospasmo, febbre, prurito, edema facciale ed eruzioni cutanee (maculopapulose o bollose).

Alterazioni del metabolismo e della nutrizione:

Raro (≥ 0,01 % – ≤ 0,1 %): comparsa di diabete mellito o esacerbazione di diabete mellito esistente.

Alterazioni del sistema vascolare:

Raro (≥ 0,01 % – ≤ 0,1 %): aumento dell’emorragia spontanea nei pazienti con emofilia.

Alterazioni dell’apparato gastrointestinale:

Raro (≥ 0,01 % – ≤ 0,1 %): distensione addominale.

Non comune (≥ 0,1 % – ≤ 1 %): vomito, pancreatite/incremento delle amilasi.

Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo:

Non comune: raro (≥ 0,01 % – ≤ 1 %) : la terapia antiretrovirale di combinazione è stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti HIV, inclusi la perdita di grasso sottocutaneo periferico e facciale, l’aumento del grasso addominale e viscerale, l’ipertrofia mammaria e l’accumulo di grasso dorsocervicale (gobba di bufalo).

Molto raro (≤ 0,01 %), comprese segnalazioni isolate: eritema multiforme.

Alterazione dell’apparato muscoloscheletrico e tessuto connettivo:

Raro (≥ 0,01 % – ≤ 0,1 %): con gli inibitori della proteasi, in particolare in associazione con analoghi nucleosidici, sono stati riportati aumento della CPK, mialgia, miosite e rabdomiolisi.

La terapia antiretrovirale di combinazione è stata associata ad anormalitá metaboliche come ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino resistenza, iperglicemia e iperlattatemia (vedere paragrafo 4.4).

In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali (vedere paragrafo 4.4).

Casi di osteonecrosi sono stati riportati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART). La frequenza di tali casi è sconosciuta (vedere paragrafo 4.4).

Viracept 250 mg compresse: avvertenze per l’uso

I pazienti devono essere informati che VIRACEPT non cura l’infezione da HIV, che essi possono continuare a sviluppare infezioni o altre malattie associate alla malattia da HIV, e che VIRACEPT non ha mostrato di ridurre il rischio di trasmissione della malattia da HIV tramite rapporti sessuali o contaminazioni ematiche.

Per l’utilizzo durante la gravidanza e l’allattamento, vedere paragrafo 4.6.

Sindrome da riattivazione immunitaria:

In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART). Esempi rilevanti di ciò sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario.

Epatopatie:

La sicurezza e l’efficacia di nelfinavir nei pazienti con significative patologie epatiche di base non sono state dimostrate. Il rischio di eventi avversi gravi e potenzialmente fatali a carico del fegato è aumentato nei pazienti con epatite cronica B o C trattati con terapia antiretrovirale di associazione. In caso di terapia antivirale concomitante per epatite B o C, fare riferimento anche alle informazioni contenute nel riassunto delle caratteristiche del prodotto di questi farmaci.

Nel corso della terapia antiretrovirale di associazione la frequenza di alterazioni della funzionalità epatica nei pazienti con disfunzioni epatiche preesistenti, inclusa l’epatite cronica attiva, è aumentata e tali pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio secondo la pratica standard. In presenza di segni di deterioramento dell’epatopatia in questi pazienti, si deve prendere in considerazione la sospensione o l’interruzione del trattamento.

Osteonecrosi:

Sebbene l’eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l’impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l’immunosoppressione grave, un più elevato indice di massa corporea), sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART). Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidità alle articolazioni o difficoltà nel movimento.

Alterazione della funzionalità renale:

È necessaria cautela nel somministrare VIRACEPT a pazienti con funzionalità renale compromessa (vedere paragrafo 4.2).

La sicurezza e l’efficacia del nelfinavir nei bambini di età inferiore ai 3 anni non sono state stabilite.

Particolare attenzione deve essere usata quando viene prescritto sildenafil in pazienti trattati con inibitori della proteasi, compreso nelfinavir. La contemporanea somministrazione di un inibitore della proteasi e sildenafil porta ad un significativo incremento della concentrazione di sildenafil e può dar luogo ad un aumento degli eventi avversi associati a sildenafil, tra cui ipotensione, alterazioni del visus e priapismo (vedere paragrafo 4.5).

L’assorbimento di nelfinavir può essere ridotto in situazioni dove il pH gastrico è aumentato, indipendentemente dalla causa. Quando nelfinavir viene somministrato contemporaneamente ad omeprazolo, ciò può portare a una perdita della risposta virologica e pertanto l’uso concomitante è controindicato (vedere paragrafo 4.3 e 4.5). Si raccomanda cautela nel somministrare nelfinavir con altri inibitori di pompa protonica (vedere paragrafo 4.5).

VIRACEPT può portare ad una riduzione della AUC della fenitoina; perciò le concentrazioni di fenitoina devono essere controllate durante l’uso in associazione con VIRACEPT (vedere paragrafo 4.5).

La co-somministrazione di VIRACEPT può causare una riduzione dell’AUC del metadone; perciò durante l’uso in associazione con VIRACEPT può essere richiesto un successivo aggiustamento della dose di metadone (vedere paragrafo 4.5).

L’associazione di contraccettivi orali a base di noretindrone e 17 alfa-etinilestradiolo con VIRACEPT ha provocato una diminuzione dell’AUC del farmaco contraccettivo; pertanto devono essere presi in considerazione anche metodi contraccettivi alternativi (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti che assumevano inibitori della proteasi hanno riportato la comparsa di diabete mellito, iperglicemia o aggravamento del diabete mellito esistente. In alcuni di questi pazienti l’iperglicemia era grave e, talora, associata anche a chetoacidosi. Molti pazienti presentavano condizioni mediche complicate che, in alcuni casi, necessitavano di terapia con farmaci che sono stati associati allo sviluppo di diabete o iperglicemia.

È stato riportato un incremento di episodi emorragici, inclusi ematomi cutanei e emartri spontanei, nei pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. Ad alcuni pazienti è stata somministrata una quota ulteriore di fattore VIII. In più della metà dei casi riportati, il trattamento con inibitori della proteasi non è stato sospeso o è stato ripreso se interrotto. È stata ipotizzata una relazione causale, sebbene il meccanismo di azione non sia stato chiarito. È quindi necessario rendere i pazienti emofilici consapevoli del possibile incremento di episodi emorragici.

La terapia antiretrovirale combinata è stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) in pazienti con infezione da HIV. Le conseguenze a lungo termine di questi eventi sono attualmente sconosciute. La conoscenza del meccanismo è incompleta. È stata ipotizzata una associazione tra lipomatosi viscerale e inibitori della proteasi (PIs) e lipoatrofia e inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTIs). Un rischio maggiore di lipodistrofia è stato associato alla presenza di fattori individuali, quali l’età avanzata, e fattori legati al farmaco, come la maggior durata del trattamento antiretrovirale e dei disturbi metabolici associati. L’esame clinico deve includere la valutazione dei segni fisici di ridistribuzione del grasso. Occorre prendere in considerazione il dosaggio dei lipidi serici e della glicemia a digiuno. I disordini del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata (vedere paragrafo 4.8).


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco