Atenigron: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Atenigron (Atenololo + Clortalidone): sicurezza e modo d’azione

Atenigron (Atenololo + Clortalidone) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

ATENIGRON è indicato nel trattamento dell’ipertensione essenziale nei pazienti in cui la pressione arteriosa non è adeguatamente controllata dalla sola monoterapia con atenololo o clortalidone.

Atenigron: come funziona?

Ma come funziona Atenigron? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Atenigron

Categoria farmacoterapeutica: ATENIGRON è un’associazione di un ipotensivo con un diuretico. L’azione sinergica dei due componenti consente un efficace controllo dell’ipertensione, codice ATC C07CB03

ATENIGRON è un antiipertensivo in cui i due componenti attivi esplicano una azione sinergica ipotensiva. L’atenololo possiede un’attività inibitoria selettiva e reversibile dei recettori beta-adrenergici. L’azione ipotensiva dell’atenololo si instaura rapidamente e si manifesta sulla pressione arteriosa sia sistolica che diastolica in condizioni di riposo e dopo esercizio fisico. Il clortalidone è un diuretico sulfonamidico di sicuro effetto, ben tollerato e non soggetto a fenomeni di assuefazione. L’azione sinergica dei due principi attivi consente un efficace controllo della pressione arteriosa. Le caratteristiche farmacocinetiche dei costituenti la specialità permettono l’attuazione di uno schema posologico molto semplice: infatti la somministrazione di una compressa al giorno mantiene un livello attivo per un arco di 24 ore.


Atenigron: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Atenigron, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Atenigron

Gli studi di farmacocinesia indicano la comparsa di picchi plasmatici dopo 2-4 ore. L’emivita plasmatica dell’atenololo è pari a 6-7 ore e diventa più elevata in pazienti con disfunzione renale. L’atenololo si lega scarsamente alle proteine plasmatiche, con un legame inferiore al 5% ma, dato il suo carattere idrofilo, presenta un volume di distribuzione molto basso, una scarsa metabolizzazione epatica e una escrezione come sostanza immodificata per via renale. Scarsa inoltre è la diffusibilità a livello del S.N.C.


Atenigron: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Atenigron agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Atenigron è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Atenigron: dati sulla sicurezza

Le prove di tossicità acuta e cronica condotte su varie specie animali hanno dimostrato la bassa tossicità del prodotto. Le prove di fertilità e teratogenesi non hanno mostrato alterazioni patologiche.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Atenigron: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Atenigron

Atenigron: interazioni

l componente beta-bloccante atenololo:

Sebbene sia controindicato nell’insufficienza cardiaca non controllata (vedere

paragrafo 4.3), può essere somministrato a pazienti i cui segni di insufficienza cardiaca sono stati controllati. Si deve usare cautela in pazienti con una riserva cardiaca scarsa.

Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, può aumentare il numero e la durata delle

crisi anginose a causa della vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa recettori. L’atenololo è un beta-bloccante beta-1 selettivo; di conseguenza l’uso di ATENIGRON può essere considerato in questi pazienti seppur con la massima cautela.

Sebbene sia controindicato in caso di gravi disturbi della circolazione arteriosa

periferica (vedere paragrafo 4.3), ATENIGRON può indurre un aggravamento anche dei disordini vascolari periferici di modesta entità.

A causa del suo effetto negativo sul tempo di conduzione, particolare cautela va

osservata se somministrato ai pazienti con blocco cardiaco di primo grado.

Può modificare i segnali d’allerta di ipoglicemia come tachicardia, palpitazioni e sudorazione.

Può mascherare i segni cardiovascolari di tireotossicosi.

Riduce la frequenza cardiaca, quale risultato della sua azione farmacologica. Nei rari casi in cui un paziente trattato sviluppa sintomi attribuibili alla riduzione della frequenza cardiaca, la dose deve essere ridotta.

Non si deve interrompere bruscamente il trattamento nei pazienti affetti da cardiopatia

ischemica.

Può causare un aggravamento delle reazioni allergiche a diversi allergeni, quando somministrato a pazienti con una storia di reazioni anafilattiche a tali allergeni. Questi pazienti possono non rispondere alle dosi abituali di adrenalina impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche.

I pazienti affetti da malattia broncospastica non devono, in generale, ricevere beta-

bloccanti, a causa di un aumento della resistenza delle vie aeree.

L’atenololo è un beta-bloccante beta-1 selettivo; tuttavia questa selettività non è assoluta. Pertanto deve essere impiegata la più bassa dose possibile di Atenololo + Clortalidone e osservata la massima cautela. Se si manifesta un’aumentata resistenza delle vie respiratorie, la somministrazione di ATENIGRON deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con broncodilatatori (come il salbutamolo).

Gli effetti sistemici dei beta-bloccanti orali possono essere potenziati quando usati in

concomitanza con beta-bloccanti oftalmici.

Nei pazienti con feocromocitoma, ATENIGRON deve essere somministrato solo dopo il blocco dei recettori alfa. La pressione arteriosa deve essere strettamente monitorata.

È necessario esercitare cautela in caso di somministrazione concomitante di agenti

anestetici con ATENIGRON. L’anestesista deve essere informato al riguardo e la scelta dell’anestetico deve ricadere su un agente con la minore attività inotropa negativa possibile. L’uso di beta-bloccanti con farmaci anestetici può comportare un’attenuazione della tachicardia riflessa ed aumentare il rischio di ipotensione. Deve essere evitato l’uso di anestetici che possono causare depressione miocardica.

Dovute al componente clortalidone:

Gli elettroliti plasmatici devono essere determinati periodicamente e ad intervalli appropriati, in modo da individuare possibili squilibri elettrolitici, specialmente ipopotassiemia ed iposodiemia.

Si possono verificare ipopotassiemia ed iposodiemia. Il controllo degli elettroliti è

raccomandato, specialmente nei pazienti più anziani, in quelli che assumono preparati digitalici per l’insufficienza cardiaca, nei soggetti che seguono una dieta restrittiva (a basso contenuto di potassio) o che presentano disturbi gastrointestinali. L’ipopotassiemia può predisporre ad aritmie nei pazienti che ricevono preparati digitalici.

Poiché il clortalidone può compromettere la tolleranza al glucosio, i pazienti diabetici

devono essere informati del possibile aumento dei livelli di glucosio. Si raccomanda un attento monitoraggio della glicemia nella fase iniziale della terapia e nel trattamento prolungato il controllo della glucosuria deve essere fatto ad intervalli regolari.

Nei pazienti con funzione epatica compromessa o con epatopatia progressiva,


Atenigron: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Atenigron: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

È improbabile che l’uso di ATENIGRON comprometta la capacità dei pazienti di guidare veicoli o di usare macchinari. Tuttavia, va tenuto in considerazione che si possono occasionalmente verificare capogiri o affaticamento.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco