Benerva: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Benerva (Tiamina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Benerva (Tiamina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Profilassi e terapia della carenza di vitamina B1 da aumentata richiesta o da ridotto assorbimento (beri- beri e sue diverse forme cliniche).

Polineuriti carenziali (etiliche). Miocardiopatie degli etilisti.

A dosi elevate, terapia coadiuvante delle nevriti e polinevriti non carenziali.

Benerva: come funziona?

Ma come funziona Benerva? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Benerva

Categoria farmacoterapeutica: vitamina B1 non associata, codice ATC: A11DA01

La tiamina pirofosfato, la forma coenzimatica della vitamina B1, è il cofattore di una serie di enzimi che intervengono nel metabolismo intermedio dei glucidi. Essa prende parte alla decarbossilazione ossidativa degli alfa-chetoacidi, come l’acido piruvico, l’acido alfa-cheto- glutarico ed i chetoacidi a catena ramificata, ed alla transchetolazione (ad es. tra i pentoso- e gli esoso-fosfati) ed il suo fabbisogno è correlato con l’apporto glucidico.

Oltre al suo ruolo metabolico come coenzima, la vitamina B1 ha un ruolo nella funzione neurotrasmettitrice e nella conduzione nervosa.

Ad alte dosi, la vitamina B1 sopprime la trasmissione degli stimoli nervosi e può avere un effetto analgesico.

Gli stadi iniziali della carenza di vitamina B1 possono essere accompagnati da sintomi non specifici che possono essere trascurati o facilmente malinterpretati. I segni clinici della carenza includono anoressia, perdita di peso, disturbi mentali quali apatia, diminuzione della memoria a breve termine, confusione ed irritabilità, debolezza muscolare ed effetti cardiovascolari come la dilatazione del cuore.

Situazioni spesso accompagnate da carenza marginale di vitamina B1, e che richiedono un apporto supplementare della vitamina, comprendono un elevato consumo abituale di alcool, una dieta ricca di carboidrati e l’esercizio fisico pesante.

Le conseguenze funzionali di una grave carenza di vitamina B1 sono insufficienza cardiaca, debolezza muscolare, neuropatie centrali e periferiche.

Le manifestazione cliniche del beri-beri (grave carenza di vitamina B1) variano con l’età. Gli adulti possono presentare una forma secca (paralitica o nervosa), umida (cardiaca) o cerebrale (sindrome di Wernickle-Korsakoff).

Tali condizioni devono essere trattate prontamente con vitamina B1.

Una grave carenza di vitamina B1 nei paesi indrustrializzati è generalmente legata a un eccessivo consumo di alcool associato ad un ridotto apporto alimentare.

In questi casi le complicazioni renali e cardiovascolari sono pericolose per la vita.


Benerva: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Benerva, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Benerva

Assorbimento

La vitamina B1 è rapidamente assorbita nell’uomo, in gran parte nel tratto prossimale dell’intestino tenue.

L’assorbimento a livello intestinale avviene per trasporto attivo sodio-dipendente a basse concentrazioni fisiologiche (<2 µM) e per diffusione passiva a concentrazioni più elevate. L’assorbimento è elevato, ma l’assorbimento intestinale nell’uomo è limitato.

Il fabbisogno di vitamina B1 è direttamente correlato all’apporto di carboidrati e corrisponde a 0,5 mg per 1000 calorie. Nelle diete ad alto contenuto calorico, ed in particolare glucidico, il fabbisogno di tiamina è aumentato.

Distribuzione

La quantità media totale di vitamina B1 presente nell’adulto è pari a circa 30 mg. In generale il cuore ha il contenuto più alto (0,28-0,79 mg per 100 g), seguito dal rene (0,24-0,58), dal fegato (0,20-0,76) e dal cervello (0,14-0,44).

Nel midollo spinale e nel cervello il livello di vitamina B1 è circa il doppio di quello dei nervi periferici.

La concentrazione di vitamina B1 nel sangue intero varia da 5 a 12 µg per 100 ml, il 90% del quale si trova nei globuli rossi e nei leucociti.

I leucociti hanno una concentrazione 10 volte più alta dei globuli rossi.

La vitamina B1 ha un turnover relativamente elevato nell’organismo e non è immagazzinata in grandi quantità nei tessuti. Per questo motivo ne è necessario un apporto continuo. Periodi di tempo relativamente limitati di assunzione inadeguata possono provocare segni prima biochimici e poi clinici di carenza. Quando l’apporto è di circa 60 µg per 100 g di peso corporeo (o 42 mg per 70 Kg) e la quantità totale di vitamina B1 nell’organismo raggiunge i 2 µg/g (o 140 mg per 70 Kg), si raggiunge un plateau nella maggior parte dei tessuti.

Anche il trasporto di vitamina B1 attraverso la barriera emato-encefalica avviene attraverso due differenti meccanismi.

Il meccanismo saturabile a livello della barriera emato-encefalica, tuttavia, differisce dal meccanismo energia-dipendente descritto nell’intestino e dal sistema di trasporto attivo descritto nelle cellule della corteccia cerebrale, che possono essere dipendenti dalle fosfatasi legate alla membrana.

La distribuzione immunoistochimica della tiamina pirofosfato suggerisce un suo ruolo nella conduzione nervosa.

Metabolismo

La tiamina orale (o parenterale) è rapidamente convertita ad esteri difosfato, ed in minor misura trifosfato, nei tessuti.

La vitamina B1 in eccesso rispetto al fabbisogno tissutale ed alla capacità di legame e di deposito è rapidamente escreta nelle urine. È stato dimostrato nel ratto che un apporto parenterale di tiamina di 10 µg per 100 mg di peso corporeo (o 7 mg per 70 kg) è adeguato alla crescita, ma dà luogo a livelli tissutali inferiori alla norma.

La stimolazione dei nervi provoca il rilascio di tiamina o del monofosfato, con contemporanea diminuzione dei tri- e difosfati.

Escrezione

La vitamina B1 è escreta nelle urine. Nell’uomo c’è un lieve incremento nell’escrezione urinaria di vitamina B1 quando vengono somministrate dosi orali maggiori di 2,5 mg. L’emivita della vitamina B1 nell’organismo è di 10-20 giorni. In aggiunta alla vitamina B1 libera e ad una piccola quantità di tiamina difosfato, tiocromo e tiamina disulfide, nelle urine del ratto e umane sono stati individuati 20 o più metaboliti della vitamina B1, ma solo sei di questi sono stati identificati. L’escrezione relativa di metaboliti rispetto alla vitamina B1 aumenta con la diminuzione dell’apporto di vitamina B1.


Benerva: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Benerva agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Benerva è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Benerva: dati sulla sicurezza

Non ci sono studi specifici con questo prodotto ma la sicurezza preclinica della vitamina B1 è ampiamente documentata.

La vitamina B1 (tiamina) è priva di effetti tossici, ad esclusione delle rare reazioni allergiche manifestatesi dopo somministrazioni endovenose ripetute.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Benerva: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Benerva

Benerva: interazioni

Il tiosemicarbazone e il 5-fluorouracile inibiscono l’attività della tiamina. Interferenze con i test di laboratorio

la vitamina B1 può dare falsi positivi nella determinazione dell’urobilinogeno con il reagente di

Ehrlich

alte dosi di vitamina B1 possono interferire con la determinazione spettrofotometrica della teofillina sierica.


Benerva: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Benerva: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono segnalati, né sono previsti, effetti negativi del preparato su tali attività.

Tuttavia, dovrebbe essere consigliato ai pazienti di osservare le loro reazioni al farmaco prima di guidare o azionare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco