Esradin: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Esradin (Isradipina): sicurezza e modo d’azione

Esradin (Isradipina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ipertensione arteriosa.

Esradin: come funziona?

Ma come funziona Esradin? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Esradin

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:

Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare. Derivati diidropiridinici.

CODICE ATC: C08CA03

L’isradipina sostanza attiva di ESRADIN è un potente calcioantagonista di derivazione diidropiridinica, con un’attività selettiva sui canali del calcio (l-type o “long acting”). L’isradipina ha una più elevata affinità per i canali del calcio della muscolatura liscia arteriosa che per quelli miocardici. ESRADIN induce pertanto

un effetto di vasodilatazione delle arterie, in particolare di quelle cardiache, cerebrali e dei muscoli scheletrici, senza deprimere la funzione cardiaca.

Come conseguenza della vasodilatazione periferica, la pressione sanguigna arteriosa si abbassa.

Studi sugli animali e nell’uomo indicano che ESRADIN esercita una azione selettiva di inibizione sul nodo del seno, senza deprimere la conduzione atrioventricolare o la contrattilità miocardica. Pertanto, l’eventuale incremento riflesso della frequenza cardiaca è modesto e non si ha prolungamento dell’intervallo PQ nemmeno in associazione a betabloccanti. ESRADIN a dosi terapeuticamente efficaci esplica una moderata ma significativa attività natriuretica nell’animale e nell’uomo e un effetto antiaterogeno nell’animale.

Il trattamento con isradipina aumenta leggermente il flusso plasmatico renale ed il tasso di filtrazione glomerulare; durante i primi 3-6 mesi di terapia riduce leggermente la resistenza vascolare renale. Queste modificazioni non sono mantenute dopo un anno di terapia. Il trattamento con isradipina produce un effetto diuretico e natriuretico sostenuto che contribuisce al suo effetto antiipertensivo.

ESRADIN nella formulazione a rilascio prolungato, grazie alla sua lunga durata d’azione, assicura il controllo dei valori pressori per 24 ore con una singola somministrazione giornaliera.

Una riduzione pressoria significativa si osserva già dopo una settimana di trattamento, e tale riduzione procede progressivamente per 3-4 settimane fino ad ottenere il massimo effetto antiipertensivo. Con ESRADIN non si osservano generalmente modificazioni della frequenza cardiaca.

Poiché non è clinicamente rilevante l’effetto sull’omeostasi del glucosio, l’isradipina può essere somministrata a pazienti diabetici.

ESRADIN, per trattamenti fino a due anni, non ha evidenziato alcuna riduzione dell’effetto antiipertensivo.


Esradin: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Esradin, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Esradin

Assorbimento

Dopo somministrazione di ESRADIN per via orale, il 90-95% della dose è assorbita dal tratto gastroenterico, con una biodisponibilità di circa il 16%-18%. Il picco di concentrazione plasmatica e l’area sotto la curva sono dose dipendenti fino a dosi di 20 mg.

Circa il 50% dell’isradipina contenuta in ESRADIN è assorbita entro 10 ore e il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto circa 5-7 ore dopo l’assunzione delle capsule rigide a rilascio prolungato. Il picco di concentrazione plasmatica (Cmax) è 1 ng/ml per una dose singola di 5 mg e 1,8 ng/ml allo stato stazionario.

Distribuzione

ESRADIN si lega per circa il 95% alle proteine plasmatiche; il volume di distribuzione apparente è di 283 l.

Biotrasformazione

L’isradipina è largamente biotrasformata nel fegato attraverso una deesterificazione e dearomatizzazione della frazione diidropiridinica. Cinque metaboliti dell’isradipina rendono conto del 95% della dose della molecola madre. In vitro nessuno di questi metaboliti contribuisce agli effetti cardiovascolari dell’isradipina. Il farmaco immodificato non è rilevabile nelle urine.

Eliminazione

La clearance totale è di 43 l/h. L’eliminazione è bifasica, con una emivita terminale di 8,4 ore. Circa il 60-65% della dose somministrata viene escreta con le urine come metaboliti inattivi, il rimanente 25-30% con le feci.

Popolazioni speciali

Con ESRADIN non si è evidenziata una chiara correlazione tra funzione renale e farmacocinetica, in pazienti con alterazioni della funzionalità renale sono stati osservati sia aumenti, sia decrementi della biodisponibilità.

La biodisponibilità è risultata essere più elevata nell’anziano ed in soggetti con alterazione della funzionalità epatica (fino al 27%).


Esradin: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Esradin agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Esradin è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Esradin: dati sulla sicurezza

La DL50 di isradipina, determinata in topi, ratti e conigli, è risultata rispettivamente di 216 – >3000 – 58 mg/kg p.o. e 1,2 – 1,8 – 1,2 mg/kg e.v.

Nel ratto trattato per 26 settimane p.o., la dose priva di effetti tossici è risultata di 41 mg/kg/die. Nel cane trattato per 52 settimane p.o. la massima dose tollerata è risultata di 12 mg/kg/die.

Gli studi sulle funzioni riproduttive indicano effetti avversi di natura aspecifica e solo ad alte dosi, che sono in grado di indurre anche tossicità materna nell’animale.

Sebbene non siano state ottenute evidenze di possibili effetti teratogeni, isradipina, a dosi elevate, può causare un prolungamento del travaglio.

Isradipina viene escreta nel latte materno in quantità clinicamente non rilevanti.

Le prove di mutagenesi e cancerogenesi sono risultate negative a dosi o concentrazioni largamente eccedenti quelle riferibili all’uso clinico.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Esradin: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Esradin

Esradin: interazioni

Utilizzare con estrema cautela in pazienti con scompenso cardiaco congestizio (specialmente in terapia di combinazione con i betabloccanti).

E’ possibile un’esacerbazione dell’angina all’inizio del trattamento e nel corso dell’incremento del dosaggio.

Isradipina, come altri dilatatori arteriolari, può in casi rari far precipitare uno stato ipotensivo che, in soggetti sensibili, potrebbe indurre una ischemia miocardica. Usare con cautela nei soggetti ipotesi.

Particolare cautela è necessaria nel trattamento di pazienti con sindrome del nodo del seno accertata o presunta, non portatori di pacemaker.

L’impiego di farmaci diidropiridinici in pazienti con stenosi aortica serrata richiede estrema cautela.

Reazioni cutanee persistenti indotte dai calcioantagonisti sono progredite, in alcuni casi, fino ad una dermatite esfoliativa o ad un eritema multiforme. Pertanto, in queste situazioni, interrompere la terapia.

Nei soggetti con disfunzione renale o epatica e negli anziani si

raccomanda un’attenta individualizzazione della dose.

Monitorare la funzionalità epatica nel corso delle prime tre settimane di trattamento.

Usare con cautela in pazienti con ipermotilità gastrointestinale e ostruzione gastrointestinale.

Può comparire angina pectoris prevalentemente in pazienti con patologia coronarica

preesistente. In pazienti con angina pectoris preesistente, la frequenza, durata e gravità

di attacchi di angina può aumentare in seguito ad incrementi rapidi dei dosaggi o

all’inizio del trattamento.

In caso di eventi da ipersensibilità, ESRADIN dovrebbe essere interrotto.

La somministrazione concomitante di rifampicina o di altri farmaci induttori enzimatici dovrebbe essere evitata (vedere sezìone 4.5).

La somministrazione concomitante con anticoagulanti richiede particolare cautela (vedere sezìone 4.5)


Esradin: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Esradin: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non ci sono dati disponibili sugli effetti di ESRADIN sulla capacità di guidare e di usare macchinari.

Poiché, come con altri calcioantagonisti, possono comparire capogiri, specialmente all’inizio della terapia, i pazienti devono usare cautela nella guida di autoveicoli o nell’utilizzo di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco