Melleril: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Melleril (Tioridazina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Melleril (Tioridazina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

La tioridazina è indicata esclusivamente per il trattamento di seconda scelta della schizofrenia in pazienti adulti.

Melleril: come funziona?

Ma come funziona Melleril? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Melleril

Le proprietà farmacologiche di MELLERIL sono simili a quelle degli altri composti appartenenti alla classe delle fenotiazine. Tuttavia, probabilmente grazie all’azione di blocco dopaminergico più selettiva nella regione limbica del proencefalo rispetto alla regione nigrostriatale, è stato dimostrato che MELLERIL determina minori effetti collaterali extra-piramidali rispetto agli altri tranquillanti maggiori.


Melleril: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Melleril, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Melleril

MELLERIL è completamente e rapidamente assorbito dal tratto gastrointestinale. Le concentrazioni plasmatiche massime sono raggiunte dopo 2-4 ore dalla somministrazione. La biodisponibilità sistemica media è circa del 60%.

Con MELLERIL 200 mg compresse a rilascio prolungato l’assorbimento è prolungato e le concentrazioni plasmatiche massime si raggiungono 2-4 ore più tardi rispetto alla formulazione non retard.

Il volume di distribuzione relativa è pari a 10 l/kg. Il legame alle proteine plasmatiche è alto (più del 95%).

La tioridazina è metabolizzata a livello epatico; alcuni dei metaboliti (es. tioridazina sulforidazina) possiedono proprietà farmacodinamiche simili a quelle del composto di partenza.

L’escrezione avviene principalmente con le feci (50%) ma anche per via renale (meno del 4% come farmaco immodificato, circa il 30% come metaboliti). L’emivita di eliminazione plasmatica è di circa 10 ore.

La tioridazina attraversa la placenta e passa nel latte materno.


Melleril: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Melleril agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Melleril è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Melleril: dati sulla sicurezza

È stato valutato il potenziale genotossico della tioridazina con il test di Ames e con alcuni testin vivo, come ad esempio il test del micronucleo nel topo, le analisi citogenetiche delle cellule del midollo osseo nell’Hamster cinese e il test letale dominante nel topo. Dai risultati di questi test non emerge alcuna evidenza che la tioridazina possa avere potenziale mutageno.

Non sono stati condotti studi di fertilità e carcinogenicità con la tioridazina.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Melleril: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Melleril

Melleril: interazioni

Interazioni farmacocinetiche

Antiepilettici: le fenotiazine, inclusa la tioridazina, possono abbassare la soglia di convulsività. I livelli serici di fenitoina possono aumentare o diminuire in seguito all’uso concomitante della tioridazina, e pertanto può essere necessario un aggiustamento delle dosi. In seguito a somministrazione contemporanea di carbamazepina non si è osservato alcun effetto sui livelli serici della tioridazina o della carbamazepina.

Barbiturici: la contemporanea somministrazione di barbiturici e di fenotiazine può determinare la riduzione dei livelli serici di entrambi; può verificarsi un incremento della risposta se la somministrazione di uno dei farmaci viene interrotta.

Anticoagulanti: la somministrazione contemporanea con fenotiazine può determinare, presumibilmente per competizione enzimatica, un aumento dell’effetto anticoagulante, situazione che richiede un attento monitoraggio del rapporto internazionale normalizzato (INR).

Interazioni farmacodinamiche

L’effetto della tioridazina sull’intervallo QTc è probabile sia potenziato dall’uso contemporaneo di altri farmaci che prolungano anch’essi l’intervallo QTc. Pertanto l’uso concomitante di questi farmaci e della tioridazina è controindicato. Esempi di farmaci che prolungano l’intervallo QTc comprendono alcuni antiaritmici, come quelli di classe IA (es. chinidina, disopiramide e procainamide) e di classe III (es. amiodarone e sotalolo), gli antidepressivi triciclici (es. amitriptilina), alcuni antidepressivi tetraciclici (es. maprotilina), alcuni antipsicotici (es. fenotiazine e pimozide), alcuni antistaminici (es. terfenadina), litio, chinina, pentamidina, sparfloxacina. Questa lista non comprende tutti i farmaci in grado di prolungare l’intrervallo QTc e che quindi non devono essere assunti in concomitanza con la tioridazina.

Gli squilibri elettrolitici, in particolare l’ipokaliemia, aumentano notevolmente il rischio di prolungamento dell’intervallo QTc. Pertanto l’uso concomitante di farmaci che causano squilibri elettrolitici deve essere evitato.

Farmaci con azione depressiva sul sistema nervoso centrale: la tioridazina può potenziare l’azione depressiva sul sistema nervoso centrale determinata da altri farmaci con azione depressiva sul SNC, compresi l’alcool, i sedativi e gli analgesici narcotici.

Inibitori delle monoamino ossidasi (MAO): l’uso concomitante può aumentare la sedazione, la stipsi, la secchezza delle fauci e l’ipotensione.

Litio: in pazienti in trattamento con litio e fenotiazine, inclusa la tioridazina, sono state segnalate gravi complicazioni neurotossiche, effetti indesiderati extrapiramidali ed episodi di sonnambulismo.

Anticolinergici: gli anticolinergici possono aggravare gli effetti indesiderati di tipo colinergico. Pertanto quando la tioridazina viene somministrata contemporaneamente a farmaci quali gli antistaminici, gli antidepressivi triciclici o i composti atropino-simili, si raccomanda un attento controllo e l’aggiustamento delle dosi.

Farmaci antiparkinsoniani: gli effetti sia della levodopa che della tioridazina possono risultare inibiti quando questi farmaci vengono somministrati contemporaneamente.

Vasocostrittori adrenergici: a causa dell’effetto adrenolitico le fenotiazine possono ridurre l’effetto pressorio dei vasocostrittori adrenergici (es. efedrina, fenilefrina).

Fenilpropanolamina: è risultato che la fenilpropanolamina può interagire con le fenotiazine e causare aritmia ventricolare.

Diuretici tiazidici: l’uso concomitante di fenotiazine e diuretici tiazidici può determinare grave ipotensione; inoltre l’ipokaliemia indotta dai diuretici può accentuare la cardiotossicità indotta dalla tioridazina.

Antiacidi, antidiarroici: questi farmaci possono ridurre l’assorbimento gastrointestinale delle fenotiazine somministrate per via orale. Gli antiacidi non devono essere somministrati nelle due ore successive all’assunzione delle fenotiazine.

Antidiabetici: le fenotiazine agiscono sul metabolismo dei carboidrati e possono pertanto interferire con il controllo dei pazienti diabetici.


Melleril: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Melleril: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Le fenotiazine devono essere usate con cautela nei pazienti che svolgono attività che richiedono estrema vigilanza, in quanto possono rallentare le reazioni del paziente ad esempio nella guida di veicoli o nel manovrare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco