Monocinque: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Monocinque (Isosorbide Mononitrato): sicurezza e modo d’azione

Monocinque (Isosorbide Mononitrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Terapia di mantenimento dell’insufficienza coronarica, profilassi degli attacchi di angina pectoris, trattamento post-infarto miocardico, terapia di mantenimento dell’insufficienza miocardica cronica anche in associazione con cardiotonici e diuretici.

Il preparato non è idoneo al controllo degli episodi stenocardici acuti.

Monocinque: come funziona?

Ma come funziona Monocinque? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Monocinque

L’isosorbide-5-mononitrato è il principale metabolita, sia nell’animale che nell’uomo, dell’isosorbide dinitrato, farmaco ampiamente usato per il trattamento dell’insufficienza coronarica.

Da un punto di vista farmacodinamico l’isosorbide-5-mononitrato possiede un’azione rilassante diretta sulla muscolatura liscia vasale, prevalentemente a livello venoso periferico, con conseguente vasodilatazione venosa e diminuzione del ritorno venoso al cuore. La riduzione del riempimento e della pressione ventricolare telediastolica migliora la funzione di pompa e riduce il consumo di ossigeno. Inoltre, durante la fase diastolica, si ottiene una migliore ridistribuzione del flusso a livello subendocardico, sede più sensibile degli episodi ischemici. All’azione principale sulla capacitanza venosa si aggiunge un’azione anche sulla parte arteriosa vascolare con riduzione delle resistenze periferiche e quindi del "post-carico". Ambedue i meccanismi sono responsabili dell’effetto antianginoso dell’isosorbide-5-mononitrato ed anche degli effetti favorevoli nell’insufficienza cardiaca. La dilatazione coronarica riguarda in prevalenza i grossi rami delle coronarie, per cui non si ha alcun fenomeno di furto coronarico ma anzi una ridistribuzione favorevole dell’irrorazione del miocardio, con preferenza per le zone ischemiche.


Monocinque: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Monocinque, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Monocinque

L’isosorbide-5-mononitrato viene rapidamente e completamente assorbita dal tratto gastroenterico dopo somministrazione orale senza presentare, a differenza dell’isosorbide dinitrato, alcun effetto di "first pass" epatico. La biodisponibilità per via orale è pari al 100%, come risulta dalle concentrazioni plasmatiche, che presentano valori sovrapponibili dopo somministrazione orale ed endovenosa. Il picco plasmatico si ottiene dopo 1 ora – 1 ora e mezza dalla somministrazione, il tempo di emivita, di circa 5 ore, è 8 volte superiore a quello dell’isosorbide dinitrato. Il Monocinque 50 mg capsule rigide a rilascio prolungato presenta una curva di concentrazione plasmatica con rapido innalzamento dei valori che raggiungono 250 ng/ml entro 30 minuti; la concentrazione massima si ottiene entro la 4^ ora con 414 ng/ml. La curva decresce lentamente con concentrazioni alla 12^ ora di 199 ng/ml. Il tempo di emivita di eliminazione è di circa 6 ore. Si tratta quindi di un nitrato a lunga durata d’azione. L’isosorbide-5-mononitrato viene eliminata principalmente per via renale in parte immodificata ed in parte come metaboliti glicuronati.


Monocinque: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Monocinque agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Monocinque è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Monocinque: dati sulla sicurezza

Tossicità acuta. DL50 (ratto): i.v. 2044 mg/kg; os 1965 mg/kg. DL50 (topo): i.v. 2479 mg/kg; os 2581 mg/kg. Tossicità subacuta. Cane "beagle" per os (14 giorni): 50, 150, 450 mg/kg. Ai due primi dosaggi nessun fenomeno tossico. Solo al dosaggio superiore si sono notati segni di tossicità: atassia, collasso, inibizione

dell’attività motoria, tachicardia. Tossicità cronica. Cane "beagle" per os (52 settimane): 30, 90, 270 (405) mg/kg. Con il dosaggio più basso non si sono osservati fenomeni di intolleranza. La minima dose tossica è valutabile intorno ai 90 mg/kg. Ratto per os (78 settimane): 30, 90, 270 (405) mg/kg. I dosaggi bassi e medi sono stati ben tollerati. Il dosaggio alto iniziale (270 mg/kg) è stato pure ben tollerato: dopo l’aumento a 405 mg/kg si sono riscontrati i primi leggeri effetti tossici a partire dalla 27^ settimana. La minima dose tossica è valutabile intorno ai 405 mg/kg. Teratogenesi e tossicità fetale. Ratto per os dal 6° al 15° giorno di gravidanza: 90, 270, 540 mg/kg. Minima dose tossica per il feto: oltre i 540 mg/kg. Minima dose tossica per la madre: sotto i 540 mg/kg. Coniglio per os dal 6° al 18° giorno di gravidanza: 270, 810, 2430 mg/kg. Risultati riferiti alle madri: al dosaggio basso nessuna alterazione; al dosaggio intermedio diminuzione del peso corporeo; il dosaggio più alto cade nel range di letalità. Risultati riferiti ai feti: a 270 e 810 mg/kg non si è notata alcuna influenza sullo sviluppo prenatale. Un feto è morto al dosaggio più basso, 4 a 810 mg/kg per morte spontanea, 3 morti nei controlli. Tossicità peri e postnatale. Ratto per os dal 16° giorno di gestazione al 21° giorno di lattazione: 90, 270, 540 mg/kg. I dosaggi più bassi sono stati ben tollerati. Al dosaggio più alto segni di tossicità benché la durata della gravidanza sia risultata normale e i parti spontanei. Influenza sulla fertilità e funzione riproduttiva. Ratto per os: 40, 120, 360 mg/kg. La minima dose tossica per gli animali genitori, i loro feti e i giovani animali va ricercata tra i 120 e i 360 mg/kg. Mutagenesi. Test di Ames (in vitro) su Salmonella typhimurium. Non è stato osservato alcun effetto mutageno. Test di aberrazione cromosomiale (in vivo) sul criceto cinese. Dosi utilizzate 430,17 e 860,33 mg/kg. Non è stato osservato alcun effetto mutageno. Test di induzione "sister chromatid exchanges" (in vitro) sul criceto cinese. Dosi utilizzate: 430,17 e 860,33 mg/kg. Non è stato osservato alcun effetto mutageno.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Monocinque: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Monocinque

Monocinque: interazioni

L’assunzione contemporanea di alcool può potenziare l’effetto ipotensivo o influenzare la capacità di reazione dei pazienti, particolarmente nei guidatori di veicoli e negli operatori di macchinari che richiedono particolare attenzione.

Nel caso di somministrazione contemporanea di farmaci antiipertensivi il Monocinque a dosi elevate può potenziare l’effetto ipotensivo; il farmaco può agire come antagonista fisiologico della noradrenalina, acetilcolina, istamina e di altre sostanze.

La co-somministrazione di sildenafil potenzia l’effetto ipotensivo dei nitrati organici (vedere paragrafo controìndìcazìonì).


Monocinque: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Monocinque: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Il contemporaneo consumo di alcool può aumentare gli effetti ipotensivi dei nitroderivati e ridurre i riflessi, ad esempio, nella guida o nel controllo di macchinari che richiedono particolare attenzione.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco