Farmorubicina: a cosa serve e come si usa

Farmorubicina (Epirubicina Cloridrato): indicazioni e modo d’uso

Farmorubicina (Epirubicina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Farmorubicina si è dimostrata capace di indurre risposte utili in un ampio spettro di malattie neoplastiche tra cui: carcinoma della mammella; linfomi maligni; sarcomi delle parti molli; carcinoma gastrico; carcinoma del fegato, pancreas, sigma retto; carcinoma del distretto cervico-facciale; carcinoma polmonare; carcinoma ovarico; leucemie.

Per instillazione endovescicale, Farmorubicina è indicata nel trattamento dei carcinomi superficiali della vescica (a cellule transizionali, carcinoma in situ) e nella profilassi delle recidive dopo intervento di resezione transuretrale.

Farmorubicina: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Farmorubicina è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Farmorubicina ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Farmorubicina

Posologia

Per somministrazione endovenosa

Schema posologico per dosi convenzionali

Quando Farmorubicina è impiegata come unico agente antiblastico, la dose consigliata negli adulti è di 60-90 mg/m2 di superficie corporea da somministrarsi per iniezione e.v. in 5-10 minuti ad intervalli di 21 gg compatibilmente con le condizioni ematomidollari.

Schema posologico per alte dosi

Carcinoma polmonare

Farmorubicina come agente singolo nel trattamento ad alti dosaggi del carcinoma polmonare dovrebbe essere somministrata secondo i seguenti schemi:

carcinoma polmonare a piccole cellule in pazienti non pretrattati: 120 mg/m2 al giorno 1, ogni 3 settimane

carcinoma polmonare non a piccole cellule (epidermoide, squamoso e adenocarcinoma) in pazienti non pretrattati: 135 mg/m2 al giorno 1 o 45 mg/m2 ai giorni 1, 2, 3, ogni tre settimane.

Carcinoma della mammella

Dosi sino a 135 mg/m2, quando impiegata come unico agente, e sino a 120 mg/m2, quando impiegata in associazione, somministrate ogni 3-4 settimane hanno dimostrato di essere efficaci e ben tollerate in pazienti affette da carcinoma della mammella.

Nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario in stadio iniziale con linfonodi positivi, le dosi raccomandate variano da 100 mg/m2 a 120 mg/m2 somministrate ogni 3-4 settimane.

Il farmaco dovrebbe essere somministrato in bolo per via endovenosa in 5-10 minuti o come infusione endovenosa in un massimo di 30 minuti.

Dosi inferiori (60-75 mg/m² o 105-120 mg/m2 negli schemi posologici per alte dosi) sono raccomandate per i pazienti con riserve midollari ridotte dovute a precedenti trattamenti chemio- e/o radioterapici, ad etĂ  avanzata, o ad infiltrazione neoplastica midollare. La dose totale per ciclo puĂ² essere frazionata in 2-3 giorni consecutivi.

Nel caso di impiego in associazione con altri farmaci antitumorali, le dosi devono essere opportunamente ridotte.

PoichĂ© la piĂ¹ importante via di eliminazione del farmaco è rappresentata dal sistema epatobiliare, si suggerisce di ridurre il dosaggio di Farmorubicina in quei pazienti che presentano una compromissione della funzionalitĂ  epatica, onde evitare un aumento della tossicitĂ  globale.

In linea di massima quando i livelli ematici di bilirubina sono compresi tra 1,4-3 mg/100 ml e la ritenzione della bromosulfonftaleina (BSF) è del 9-15%, si raccomanda di somministrare metà della normale dose di farmaco.

Se i livelli di bilirubinemia e la ritenzione di BSF sono ancora piĂ¹ elevati, si raccomanda di somministrare un quarto della dose normale.

Una moderata compromissione della funzionalitĂ  renale non sembra essere un motivo per modificare le dosi raccomandate, data la bassa escrezione di Farmorubicina attraverso l’emuntorio renale.

Somministrazione endovescicale

Nel trattamento dei carcinomi papillari a cellule transizionali si consigliano instillazioni settimanali di 50 mg, da ripetere per 8 settimane; in caso di tossicitĂ  locale (cistite chimica), sarĂ  opportuno ridurre la dose unitaria a 30 mg. Nel trattamento dei carcinomi in situ la dose potrĂ  essere aumentata a 80 mg in rapporto alla tolleranza individuale.

Nella profilassi delle recidive successive a resezione transuretrale di tumori superficiali, si consigliano instillazioni settimanali di 50 mg, da ripetere per 4 settimane, seguite da instillazioni mensili della stessa dose fino ad un anno.

Modo di somministrazione

Farmorubicina non è attiva per via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale.

Somministrazione endovenosa

Ăˆ opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell’arco di 5-10 minuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l’ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di fuoriuscita del farmaco ed assicura il lavaggio della vena al termine della somministrazione.

Se durante la somministrazione Farmorubicina fuoriesce dalla vena, possono derivare lesioni tissutali fino alla necrosi.

Una sclerosi venosa puĂ² essere osservata quando l’iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta nella stessa vena.

Somministrazione endovescicale

La soluzione di Farmorubicina, da instillare mediante catetere, deve essere trattenuta in loco per un’ora, dopodichĂ© il paziente verrĂ  invitato a vuotare la vescica. Nel corso dell’instillazione potrĂ  essere opportuno ruotare il bacino del paziente, onde assicurare un piĂ¹ ampio contatto della soluzione con la mucosa vescicale.

Preparazione della soluzione

Uso endovenoso

Farmorubicina si scioglie completamente sia in acqua che in soluzione fisiologica salina. Quest’ultima è preferibile perchĂ© permette di ottenere una soluzione isotonica, notoriamente meglio tollerata.

Flaconi polvere liofilizzata QuantitĂ 
aggiungere
di diluente da Concentrazione finale
10 mg 5 ml 2 mg/ml
50 mg 25 ml 2 mg/ml

Uso endovescicale

la dose prescelta di Farmorubicina va sempre disciolta in 50 ml di soluzione fisiologica o di acqua distillata sterile. Dopo aver aggiunto il diluente, il flaconcino deve essere agitato in modo da permettere la completa dissoluzione del farmaco.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Farmorubicina seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Farmorubicina per quanto riguarda la gravidanza:

Farmorubicina: si puĂ² prendere in gravidanza?

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Farmorubicina puĂ² determinare un danno cromosomiale negli spermatozoi umani. Gli uomini in terapia con Farmorubicina devono fare uso di metodi contraccettivi efficaci, e se appropriato e possibile, andrĂ  richiesta una consulenza sulla eventualitĂ  di conservare lo sperma in quanto la terapia potrebbe causare infertilitĂ  irreversibile.

Farmorubicina puĂ² causare amenorrea o menopausa precoce in donne in pre-menopausa.

Gravidanza

Le donne in etĂ  fertile devono essere informate di evitare gravidanze durante il trattamento e devono fare uso di metodi contraccettivi efficaci.

Dati sperimentali su animali suggeriscono che Farmorubicina puĂ² causare danno fetale quando somministrata a donne in gravidanza. Se la Farmorubicina viene assunta in gravidanza o se la paziente resta incinta mentre sta assumendo il farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto.

Non ci sono studi in donne in gravidanza. Farmorubicina deve essere utilizzata durante la gravidanza soltanto se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.

Allattamento

Non è noto se la Farmorubicina viene escreta nel latte materno. Poiché molti farmaci, inclusi altre antracicline vengono escrete nel latte materno, a causa dei potenziali effetti indesiderati gravi nei lattanti derivati dalla Farmorubicina, le madri devono interrompere l’allattamento prima di assumere questo farmaco.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Farmorubicina?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Farmorubicina in caso di sovradosaggio.

Farmorubicina: sovradosaggio

Un sovradosaggio acuto di epirubicina cloridrato puĂ² provocare una grave mielosoppressione (principalmente leucopenia e trombocitopenia), effetti tossici gastrointestinali (principalmente mucosite) e complicanze cardiache acute.

Con le antracicline è stata osservata una insufficienza cardiaca ritardata che si è manifestata da diversi mesi a diversi anni dopo la fine del trattamento (vedere paragrafo 4.4). I pazienti devono essere attentamente monitorati. Se si manifestano i segni di una insufficienza cardiaca, i pazienti devono essere trattati in accordo alle linee guida convenzionali.

Il trattamento del sovradosaggio è sintomatico. La epirubicina cloridrato non puĂ² essere rimossa tramite dialisi.

Farmorubicina: istruzioni particolari

Vedere paragrafo 4.2

Si raccomanda di seguire le seguenti misure di sicurezza, valide per tutti gli agenti antineoplastici:

il personale dovrebbe essere addestrato alla buona tecnica di manipolazione;

il personale in stato di gravidanza deve essere escluso da tali compiti;

il personale che manipola il farmaco dovrebbe vestire indumenti protettivi: occhiali, camici, maschere, e guanti "usa e getta";

andrebbe individuata una zona specifica dove ricostituire il farmaco (preferibilmente dotata di un sistema di flusso laminare verticale); la superficie di lavoro andrebbe protetta con una carta assorbente, col fondo plastificato;

tutti gli articoli usati per la somministrazione e la pulizia, inclusi i guanti, dovrebbero essere posti in sacchi a perdere per rifiuti ad alto rischio, per l’incenerimento ad elevate temperature;

in caso di contatto accidentale del farmaco con la cute o con gli occhi, detergere immediatamente in abbondanza la cute con acqua e sapone e gli occhi con una soluzione di bicarbonato di sodio. Seguire il decorso con controlli accurati da parte dello specialista.

In caso di contaminazione accidentale di oggetti con il farmaco, immergerli in una soluzione di ipoclorito 1% e poi sciacquarli abbondantemente con acqua.

I materiali per la pulizia devono essere eliminati come precedentemente indicato.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformitĂ  alla normativa locale vigente.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco